Evola massone?
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Fabio Venzi e Julius Evola

Fabio Venzi (Roma, 1961) si è laureato alla Università La Sapienza di Roma in Sociologia con una Tesi su “I rapporti tra la Massoneria italiana e il Fascismo”, è Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia dal 2001, inoltre è autore di numerosi libri[1] e si è specializzato – alla luce del pensiero massonico – sul neoplatonismo, Gioacchino da Fiore, Raimondo Lullo e la psicoanalisi, infine è Direttore della Rivista massonica De Hominis Dignitate.

Nel 2010 ha scritto un libro molto interessante, ben documentato e oggettivo intitolato Julius Evola e la Libera Muratorìa. Una verità scomoda, pubblicato dall’Edizioni Settimo Sigillo – Libreria Europa di Roma (Casa Editrice e Libreria vicine alla Fondazione Julius Evola).

Evola e la magia

Venzi dimostra, con citazioni molto esatte e particoraleggiate di Evola stesso o di Autori a lui vicini e molto bene addentro al suo pensiero, che Evola è essenzialmente “un mago nato”[2]; che la parola “magia” è un concetto qualificante l’uomo e lo studioso Julius Evola[3];  infine se si va al cuore del pensiero evoliano la magia ne è il cardine[4].

Evola e l’Idealismo filosofico/magico

Evola è non solo il terzo degli Idealisti italiani dopo Giovanni Gentile e Benedetto Croce, ma è il fondatore dell’Idealismo magico[5], che oltrepassa il puro Idealismo filosofico mediante la magia e lo fa diventare un mezzo per diventare “Dio” con le proprie forze e senza l’aiuto della grazia santificante e soprannaturale offerta gratuitamente da Dio alla creatura umana[6].

Evola e il panteismo

Nelle opere filosofiche di Evola appena citate nella nota n. 5 si trova contenuto il piano mediante il quale egli tenta di unificare l’Individualismo assoluto di Hegel, il Nichilismo di Nietzsche e l’Anarchismo egotista e solipsista di Stirner (F. Venzi, cit., p. 21) nella sintesi suprema del suo Idealismo magico[7].

Evola e l’anarchico di “sinistra” Max Stirner


Max Stirner nella sua opera principale L’unico e la sua proprietà (1845) distrugge il senso di religiosità panteistica del pensiero hegeliano. Infatti l’idea di Dio, secondo Stirner, è una creazione della mente umana. Dio è l’essenza umana stessa, ma sublimata dal pensiero dell’individuo. Per Stirner l’unico vero “Dio” è l’Io o l’individuo. L’egoismo secondo lui, perciò, non è un difetto, ma è la caratteristica migliore dell’Individuo, che lo spinge ad auto-realizzarsi.

Egli infine, come ha confessato (L’unico e la sua proprietà), si è spinto poi sino al nichilismo metafisico: “ho fondato il mio destino sul nulla” avvicinandosi in ciò a Nietzsche di cui rappresenta, però, l’alternativa ala “sinistra”.

La morale nichilistica o strettamente anarchica di “sinistra” stirneriana odia, rifiuta e combatte (anche con violenza terroristica) i dogmi speculativi e i precetti morali tradizionali, naturali, oggettivi e divini per sostituirli con idee nuove soggettivistiche, volontaristiche, naturalistiche, edonistiche, libertarie, libertine, rivoluzionarie e materialistiche, comode per le esigenze dell’individuo che, secondo lui, come per Nietzsche ed Evola, è un Assoluto.

Perciò tra l’idealismo filosofico hegeliano, il nichilismo nicciano, l’anarchismo/individualista stirneriano e l’idealismo magico evoliano vi è solo una differenza accidentale quanto al modo o all’intensità, mentre quanto alla sostanza questi quattro sistemi filosofici sono identici (come – ad esempio – un vino rosso, forte e corposo; un vino rosato, delicato e gradevole; un vino cerasuolo dissetante e vellutato ed un vino bianco, frizzante e leggero).

Infatti la filosofia teurgica evoliana è sostanzialmente idealista, individualista, nichilista e persino anarco/individualista rispetto alla religione positiva e al Dio trascendente e personale, anche se essa è accidentalmente tradizionale richiamandosi alla Tradizione primordiale, esoterica, elitaria ed iniziatica di origine cabalistica e gnostica.

Henri Arvon scrive: «Anche Max Stirner, riguardo alla Rivoluzione francese, sembra paradossalmente vicino al conservatorismo controrivoluzionario di E. Burke (Riflessioni sulla Rivoluzione francese), di de Bonald (Théorie du Pouvoir) e di J. de Maistre (Etude sur la souveranité[8]. Dunque non sorprende che Evola abbia voluto scegliere Stirner come uno degli ideologi che avrebbe dovuto dar nascita (assieme a Hegel e a Nietzsche) al suo Idealismo magico.

Un altro collante che unisce queste filosofie è la dottrina del “libero amore”, ossia la teoria che già nell’Ottocento propugnava  la piena libertà dei rapporti sessuali, svincolata totalmente da ogni regola morale ed anche dalle leggi penali della società civile di allora. I maggiori rappresentanti del “libero amore” sono Max Stirner, Federico Nietzsche, il marxismo/leninismo, l’anarco-capitalismo libertario (Mises, Hayek, Nozick, Rothbard, Friedman…) e Julius Evola con la sua Metafisica del sesso (Roma, Mediterranee, 1958).

Secondo Evola la sessualità non va vista come una funzione riproduttiva[9] per tutti gli uomini, ma come una potenziale via iniziatica per pochi eletti. Infatti essa è un’operazione magica attraverso la quale l’uomo può tornare all’Uno plotiniano, ossia al Divino. Il vero uomo tradizionale si realizza pienamente tramite la metafisica del sesso che porta all’amore spirituale, al quale si giunge come termine passando attraverso l’amore sensuale, che è il primo grado di esperienza per giungere all’amore spirituale (J. Evola, La Tradizione ermetica, 1931). Questa realizzazione dell’Io assoluto mediante la pratica o la magia sessuale la si ritrova nel Tantrismo, il quale concepisce la sessualità come liberazione e “indiamento” mediante riti di natura magico/sessuale. Il “matrimonio di sinistra” utilizza la liberazione dell’energia magica latente nell’uomo tramite l’esercizio metodico e magico/teurgico del sesso (Cfr. Jean Servier a cura di, Dictionnaire critique de l’ésotérisme, Paris, PUF, 1998 pp. 19-58, voce Alchimie; pp. 21-22 voce L’alchimie tantrique; pp. 23-26, voce Magie sexuelle dans l’alchimie hindou; pp. 1256-1261, voce Tantra; p. 49, voce L’alchimie dans ses aspects initiatiques et Julius Evola)[10].

L’errore che accomuna queste filosofie, pur diverse, è l’individualismo o il valore assoluto della persona umana ed è proprio mediante la teoria dell’Individuo Assoluto e magico, ossia trasformatore e creatore della realtà, Evola voleva riunire in “Sé” Hegel, Nietzsche e Stirner.

Evola e il nichilismo di “destra” di Nietzsche

Nietzsche[11], partendo dal presupposto che il nulla sta alla base di ogni cosa, porta il nichilismo allo stato perfetto e conclude che tutto ciò che l’uomo pensa (nichilismo logico), fa (nichilismo morale), è (nichilismo metafisico) non ha alcun senso. Quindi l’essere, l’agire e il pensare dell’uomo sono senza senso e privi di valore e vanno distrutti. Occorre per Nietzsche distruggere non solo i valori morali tradizionali, ma la logica e la metafisica ossia l’essere per partecipazione, cioè la creatura, che rimanda all’Essere per essenza, cioè a Dio. Il termine del nichilismo è l’odio contro Dio e la volontà deicida di distruggerlo (“Dio è morto”), se mai fosse possibile. Il nichilismo rappresenta l’ultima tappa della sovversione filosofica post-moderna e contemporanea iniziata con la modernità[12]. Al posto dei valori teoretici e morali tradizionali si devono mettere i valori dionisiaci del piacere sfrenato del corpo e di questa terra. Evola, con la magia, cerca di attuare realmente questo piano ideologico/filosofico trasmutando l’Io e mettendolo al posto di D-“io”.

Secondo Massimo Donà per Evola “la magia indicava l’ultimo stadio di un percorso sapienziale grazie al quale l’essere umano avrebbe potuto e dovuto riguadagnare la propria originaria natura divina[13].

Ma cos’è la magia per Evola? Marcello De Martino nell’Introduzione al libro di Fabio Venzi (cit., p. 6) cita gli articoli di Evola apparsi sulle riviste Ur e Krur dal 1927 sino al 1929. In essi Evola parla della sua partecipazione attiva ai rituali magici (le “catene magiche”), che sarebbero stati capaci di influenzare fattivamente la realtà, ossia non solo di “crearla” col pensiero come voleva l’Idealismo filosofico hegeliano, ma addirittura di renderla realmente esistente mediante la magia.

Evola e la massoneria speculativa o operativa

La questione più intrigante è quella che riguarda i rapporti di Evola con la massoneria. Si riteneva, infatti, che Evola fosse un antimassone radicale. Invece Venzi ci porge delle citazioni che provano irrefutabilmente il contrario. Egli, riguardo dell’antimassonismo di Evola, scrive: “ciò non è soltanto semplicistico, ma fuorviante” (cit., p. 11).

Massoneria materiale e formale

Innanzitutto Venzi distingue le posizioni di Evola e Guénon circa la massoneria. Il primo riteneva che la massoneria moderna, in cui non restava più nulla dell’antica massoneria tradizionale, non offriva agli uomini una iniziazione né formale o in atto e neppure materiale o in potenza (poiché totalmente degradata)[14]; mentre il secondo[15] pensava che la massoneria porgesse almeno un’iniziazione anche se solo virtualmente, materialmente o in potenza poiché almeno qualcosa permaneva in essa della antica massoneria operativa e tradizionale[16].

In breve mentre per Evola la Loggia è vacante totalmente (sia in atto che in potenza) per Guénon lo è soltanto materialiter et non formaliter.

Per la massoneria operativa sino alla morte

Infine Evola si è costantemente espresso in tal guisa sulla massoneria operativa (buona, elitaria, gerarchica, austera, sacrale e tradizionale) e su quella speculativa (cattiva, di massa, democratica, lasciva, profana e rivoluzionaria) sino a pochi mesi prima di morire (Roma 19 maggio 1898 – Roma 11 giugno 1974). Infatti in un’intervista rilasciata a Gianfranco De Turris il 27 dicembre del 1973 il filosofo siciliano, rispondendo alla domanda del De Turris se la massoneria sia l’unica organizzazione iniziatica rimasta in occidente, dice: “questo è fuor di dubbio… ma per i tempi moderni tutto il potenziale operativo [magico e auto-divinizzante, nda] della massoneria tradizionale operativa è passato allo stato latente [in potenza o virtualmente, ndr] . Dire latente non significa inesistente; esistono capacità di rivificazione[17].

Insomma, la massoneria può passare dalla potenza all’atto, dal Gran Maestro materialiter al Gran Maestro formaliter, dalla Loggia virtuale alla Loggia attualmente esistente con tutte le sue capacità operative e divinizzanti, ma solo quando essa si  converta dalla modernità in cui è sprofondata con l’Illuminismo alla Tradizione primordiale insegnata dalla cabala[18], dagli Egizi, dai Templari, dai Rosacroce e da Evola. Quindi non è esatto dire che, per Evola, la massoneria non è più esistente per nulla (“massoneria/vacante” totalmente), ma è più corretto asserire che per lui essa esiste solo in potenza e non ancora in atto (“massoneria/vacante” in atto o formalmente, ma non in potenza o materialmente).

Evola e Guénon: guerrieri o monaci?

Un’altra divergenza tra Evola e Guénon riguarda il primato che per Evola spetta ai guerrieri, ai cavalieri, ai nobili (“kshatriya”) mentre per Guénon spetta ai sacerdoti o monaci contemplativi (“brahmana”)[19].

Evola, Burke e de Maistre

Questo approccio di Evola alla massoneria non può non farci pensare a quello di Edmund Burke[20] e di Joseph de Maistre[21] (di cui ho già trattato in questo sito). Infatti per Evola[22], come per i due Autori succitati, la massoneria moderna sta all’origine della Rivoluzione francese, razionalista e sovversiva a differenza di quella inglese conservatrice e tradizionale. Per Evola gli antenati sani della massoneria tradizionale sono la cabala ebraica, il libro dello Zohar (F. Venzi, p. 64), i Templari (cit., p. 63) e i Rosacroce (ivi).

Per Evola la massoneria moderna (illuminista, rivoluzionaria e di “sinistra”) è una degenerazione negativa di quella originaria e tradizionale (simbolica, esoterica, operativa o teurgica), che era sommamente positiva. Per il pensatore siciliano la massoneria operativa ha realmente la capacità di “operare” una trasformazione “alchemica” della realtà, mediante una “catena di iniziati” che evocano forze preternaturali (F. Venzi, cit., p. 12).

Ancora nel suo ultimo saggio sulla massoneria nel 1974 intitolato La Massoneria moderna e l’Inversione di Polarità (Roma, Mediterranee) Evola distingueva la massoneria moderna nata in Inghilterra nel 1717, che è speculativa ossia politicizzata, razionalista, illuminista e sovversiva, da quella tradizionale che è operativa poiché opera la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme e la trasmutazione dell’Individuo Assoluto “indiandolo”, ossia rendendolo “Dio”. Venzi commenta: “il metodo evoliano porta l’uomo a farsi Dio nella realtà concreta” (cit., p. 22).

L’auto-divinizzazione secondo Evola

Qui sorge un’altra divergenza tra Evola e Guénon. Infatti mentre per il primo l’auto-divinizzazione dell’uomo può essere raggiunta tramite le pratiche magiche, teurgiche, tra cui rientra il tantrismo, e quelle del rituale massonico operativo o tradizionale, cioè cabalistico[23], per il secondo si poteva ottenere solo con l’intuizione (F. Venzi, cit., p. 92).

Evola si rifà a Plotino per fondare questa sua forma di panteismo, che esclude la distinzione tra ordine naturale e soprannaturale, tra natura e grazia santificante (F. Venzi, cit., p. 24), come pure alle antiche pratiche magiche egizie (p. 25).

Conclusione

Per tirare le somme il pensiero di Evola si basa su tre pilastri fondamentali: 1°) l’Idealismo filosofico hegeliano; 2°) corretto dalla magia o teurgia come arte di trasmutare l’uomo in “Dio” e il pensiero in realtà; 3°) la distinzione tra massoneria speculativa moderna e massoneria operativa, la prima intesa come una deviazione negativa di quella operativa, che è verace, buona e tradizionale ed affonda le sue radici ultime nella cabala ebraica.

d. Curzio Nitoglia



1] Massoneria e Fascismo, Roma, Castelvecchi, 2008; The influence of neoplatonic thought of Freemasonry, London, Book Guild, 2007.

2] J. Evola, Lo Yoga della potenza. Saggio sul Tantra, Roma, 1968, Introduzione di Pio Filippani-Ronconi, Julius Evola e la via della realizzazione, p. 12.

3] E. Montanari, Spiritualismo moderno e rischi della “persona”, in Julius Evola, un pensiero per la fine del millennio, Roma, Fondazione Julius Evola, 2001, p. 59.

4] F. Venzi, Julius Evola e la Libera Muratorìa. Una verità scomoda, Roma, Edizioni Settimo Sigillo/Libreria Europa, 2010, Introduzione di Marcello De Martino, Evola e la Massoneria. I rituali segreti, p. 5.

5] I libri scritti da Evola sull’Idealismo teoretico e l’Idealismo magico sono numerosi e capitali nel suo sistema filosofico/teurgico, per esempio Teoria dell’Individuo assoluto, Torino, Bocca, 1927; Fenomenologia dell’Individuo Assoluto, Torino, Bocca, 1930; Saggi sull’Idealismo magico, Roma, Atanòr, 1925; L’Uomo come potenza, Roma, Atanòr, 1926.

6] Cfr. Antimo Negri, Julius Evola e la filosofia, Milano, Spirali Edizioni, 1988.

7] Cfr. Ugo Spirito, L’idealismo magico, in L’idealismo italiano e i suoi critici, Firenze, 1930, pp. 192-205.

8] Les libertariens américains. De l’anarchisme individualiste à l’anarcho-capitalisme, Parigi, PUF, 1983, p. 23

9] In teologia si distingue tra 1°) la “riproduzione”, che riguarda gli animali bruti senza anima razionale ed immortale e 2°) la “procreazione”, che riguarda l’uomo fornito di anima spirituale, la quale è creata ex nihilo da Dio ed infusa nel corpo del neo-nato non appena generato dai genitori, i quali sono, così, chiamati a divenire cooperatori di Dio nella pro-creazione di un essere immortale destinato al Paradiso. Quindi il fine ultimo della sessualità è la salvezza delle anime degli uomini pro-creati da Dio formalmente e dai genitori materialmente. Ora, come insegna San Tommaso d’Aquino: “un solo atto di ordine soprannaturale è superiore a tutti gli enti e gli atti di ordine naturale. Dunque la creazione ex nihilo dell’intero universo materiale e naturale, terminativamente, è inferiore all’ordine soprannaturale poiché la grazia è superiore alla natura” (S. Th., I-II, q. 113, a. 9). Perciò la procreazione di un solo futuro Santo del Paradiso è superiore - quanto al termine,  che è la Gloria del Cielo - ad ogni atto naturale e a tutta la bellezza dell’universo mondo. Questa è la vera grandezza della sessualità umana.

10] Cfr. L. Troisi, Dizionario dell’Esoterismo, Firenze, Convivio-Nardini, 1992; P. Filippani-Ronconi, Magia, religione e miti  dell’India, Roma, Newton Compton, 1981; M. Caron – S. Hutin, Gli Alchimisti, Milano, Mondadori, 1962; D. V. Caggìa, L’Arco nel cielo, Roma, Atanòr, s. d.

11] Cfr. Gf. Morra, Il cane di Zarathustra. Tutto Nietzsche per tutti, Milano, Ares, 2013.

12] Cfr. A. Del Noce, Il suicidio della Rivoluzione, Milano, Rusconi, 1978; Id., Il cattolico/comunista, Milano, Rusconi, 1981.

13] M. Donà, Il filosofo della libertà, in M. Jacona, Il maestro della Tradizione. Dialoghi su Julius Evola, Napoli, Controcorrente, 2008, p. 68.

14] J. Evola, Sui limiti della “regolarità” iniziatica, in Gruppo di Ur, Introduzione alla magia, vol. III, Roma, III ed., 1971, p. 165; cfr. anche Jean Servier (a cura di), Dictionnaire critique de l’ésotérisme, Paris, PUF, 1998, voce Franc-Maçonnerie, p. 521, Julius Evola et René Guénon.

15] R. Guénon, Etudes sur la Franc-Maçonnerie et le Compagnonnage, 2 voll., Parigi, 1964, postumo; tr. it., Studi sulla Massoneria e il Compagnonaggio, Carmagnola (TO), Arktos, 1991.

16] R. Guénon, Iniziazione effettiva e iniziazione virtuale, in Rivista di Studi Tradizionali, n. 43, luglio/dicembre 1975, pp. 69-73.

17] J. Evola, L’iniziazione nel mondo moderno, in Testimonianze su Evola, a cura di Gianfranco De Turris, Roma, Mediterranee, 1973, p. 338.

18] Per quanto riguarda la cabala cfr. M. Idel, Cabbalà, tr. it., Firenze, La Giuntina, 1996; J. Meinvielle, De la cabala al progresismo, Benos Aires, 1970, tr. it., Influsso ebraico in Ambiente cristiano, Roma Fraternitas Aurigarum, 1988; G. Scholem, La Cabala, tr. it., Roma, Mediterranee, 1992; Id., Le origini della Kabbalah, tr. it., Bologna, Il Mulino, 1973; Id., tr. it., Le grandi correnti della mistica ebraica, Genova, Il Melangolo, 1986.

19] J. Evola, Il cammino del cinabro, Milano, Scheiwiller, 1963, pp. 12-13.

20] Reflections on the Revolution in France, Boston-London,1790.

21] Les soirées de Saint-Pétersbourg, Paris,1821.

22] J. Evola, De Maistre e la Massoneria, Il Secolo d’Italia, 4 giugno 1953.

23] J. Evola, Introduzione alla Magia, Roma, Mediterranee, 1971 vol. I, pp. 8-10.