Bambini e Darwin
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«Si può insegnare Darwin ai bambini? Il professor Abbondandolo da Feltrinelli. LUnione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti di Genova celebra il Darwin Day. I bambini sarebbero naturalmente predisposti a spiegare il mondo in termini creazionistici. Ma di evoluzionismo si può parlare anche con loro» (Si può insegnare Darwin ai bambini?).

La premessa già smentisce l’affidabilità delle argomentazioni supposte a sostegno di questa pia unione di illusi; l’istinto del bambino, innocente, chiamato a percepire la realtà che lo circonda, con il suo istintivo modo di ragionare non fa che aprire una breccia a quel senso comune, coincidente con il buon senso, ormai smarrito da chiunque voglia negare l’esistenza di un Creatore. Stoltezza è la definizione che la sacra Scrittura riserva a coloro che si dicono atei.

È proprio vero che la bocca dei bambini fa tacere i superbi.

Questo forse dovrebbero considerare tali studiosi, magari leggendo un po’ di genetica… Se infatti si fossero imbattuti nella letteratura della fibrosi cistica – malattia genetica, caratterizzata da un ispessimento di tutte le secrezioni dell’organismo con gravi patologie polmonari, diabete, e altre alterazioni che portano a morte in età ancora giovanile – si sarebbero ben presto resi conto che l’ipotesi di un caso cieco, in grado di vagliare un pool di possibili proteine pari a 20 elevato 1.500 (numero elevatissimo, se si pensa che il numero totale di atomi dell’universo è di 10 elevato 80) è pari allo zero; l’insorgenza di tale infermità è infatti cagionata da una mutazione puntiforme in un gene, codificatore di una proteina (composta da 1.500 aminoacidi); tale mutamento consiste nell’assenza in posizione 507 (e solo lì) della catena proteica di un solo aminoacido, la fenilalanina (essa è ragione sufficiente del mancato funzionamento della proteina: 1 su 1.500!).

Cosa significa?

È chiarissimo: per funzionare la proteina ha bisogno di avere il giusto piazzamento di tutta la catena di amminoacidi ed in particolare di quel particolare amminoacido in quella specifica posizione.

Cosa realizzabile dal cieco caso?

Sembra, come detto, davvero impossibile riuscire a realizzare una cosa del genere anche soltanto con simulati tentativi random.

I bambini, questo, ovviamente, non lo sanno, ma, nella luce della semplicità, lo intuiscono e lo percepiscono perfettamente come un assioma ragionevolissimo: se c’è un creato, deve esserci un Creatore.

Stefano Maria Chiari


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