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Oremus pro gubernantibus nostris
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La situazione politica italiana ed europea sta cambiando realmente e positivamente. La vittoria della Lega di Salvini (con il Primo Ministro Conte e l’onorevole Di Maio) in Italia ci permette, finalmente, di sperare (senza dover sognare ad occhi aperti) che si possa arrestare l’invasione islamica dell’Italia e quindi dell’Europa.

L’Italia e l’Europa sono, oggi come non mai, spaccate in due parti, come S. Ignazio dipinge i due accampamenti nemici nella Contemplazione dei suoi Esercizi Spirituali su “I due Stendardi”; oppure in “due città”, come scrive S. Agostino ne La Città di Dio; o in due partiti (quello Maria e quello del demonio) come scrive S. Luigi Maria Gignion de Montfort nel Segreto della vera devozione alla Vergine Maria.

Inoltre Salvini (con i suoi alleati) sta cercando di fondare una unione o federazione dei movimenti politici europei (la “Lega delle Leghe”), i quali son detti dispregiativamente “populisti”, ma che in realtà sono movimenti contrari al sistema mondialista e vicini ai bisogni concreti, contingenti, reali, spiccioli della gente comune e del popolo e perciò vengon detti “populisti”. Connotazione, che contestualizzata perde, quindi, ogni negatività, tranne per la sinarchia dei banchieri apolidi e dei massoni, che dirigono, anche grazie ai mass-media, la politica delle nazioni da dietro le quinte (Wall Street, la City di Londra, le Banche dei Rothschild, il Parlamento Europeo di Bruxelles, il Bildberg club, la Trilateral, la Mont Pélerin Society, l’Heritage Foundation, il Club di Roma…).

Certamente non bisogna farsi illusioni e vedere tutto in rosa. Ma neppure peccare per eccesso di sfiducia o di pessimismo per principio, che reputa negativa ogni realtà la quale sembra promettere qualcosa di buono (v. Putin in Russia). Ogni bene, su questa terra, è misto ad un certo male (“bonum mixtum malo”), essendo limitato e finito. Il Bene Sommo e perfetto (“Summum Bonum”) lo avremo solo nell’aldilà. Qui occorre accontentarsi di quel che umanamente si può realizzare, con tutte le imperfezioni e i limiti che l’umana miseria comporta.

Salvini ha i suoi limiti. Chi non ne ha? solo Dio: l’Atto puro, non misto a nessuna potenzialità e imperfezione. Tuttavia Salvini - come Costantino, che si convertì dall’arianesimo al cattolicesimo solo sul letto di morte eppure ha fatto molto per il Cattolicesimo e il Papato (313 d. C.); oppure come Carlo Magno, che conviveva con diverse “compagne”, avendo mantenuto alcuni costumi barbarici germanici, ma ha fondato con papa Leone III il Sacro Romano Impero Romano-Germanico (800-1918 d. C.) - ha oggettivamente la buona volontà di governare per ottenere il bene comune della sua Patria e dell’Europa, la quale è malvista dai poteri demo-pluto-giudaico-massonici, che detengono nelle loro mani il monopolio delle ricchezze e dei mezzi d’informazione e quindi dirigono ogni cosa come una mano nascosta, che si cela dietro una massa di persone per colpire chi vuole, restando occulta.

L’Europa e la cultura greco-romana antica e poi patristico-scolastica medievale ed infine controriformistica è odiata dalla sinarchia cabalistico-talmudica e massonica, dal mondo anglo-sassone-atlantico, i quali hanno cercato con la Prima e Seconda Guerra Mondiale di abbatterla ed infine di darle il “colpo di grazia” con l’attuale invasione genetico-culturale-religiosa, africano-maomettana studiata a tavolino dalla retro-loggia super-massonica di Kalergi.

Salvini ha capito che per riuscire a vincere la partita, che stiamo giocando tutta in salita, occorre ritornare alla nostre radici, senza le quali ogni vita muore. Egli ha impugnato il Rosario e il Vangelo, memore di come padre Marco D’Aviano, nel 1683 con le sue preghiere, ottenne la vittoria di Sobieskij contro i Turchi, che assediavano Vienna. Già nel 732 a Poitiers e nel 1570 a Lepanto l’Europa si salvò dalla scimitarra islamica, mossa occultamente dalla menorah talmudica, con le armi e le preghiere del S. Rosario. Oggi si sta ripetendo la scena che i nostri avi videro allora sotto i loro occhi. Anche oggi possiamo ancora vincere, malgrado lo sfacelo intellettuale, morale e spirituale in cui l’Americanismo ci ha sprofondati. Ma il piccolo pastorello Davide “in funda, in lapide et in nomine Domini / con la fionda, la pietra e l’aiuto del Signore” vinse il gigante Golia.

Mi sembra che Salvini abbia un grave lacuna geopolitica riguardo alla questione palestinese e al sionismo. Tutto e sùbito non si può avere. Dio lo illumini. In ogni caso speriamo che unitamente all’Austria, ad una parte della Germania anti-Merkel, alla Polonia, alla Cechia e alla Slovacchia, all’Ungheria, ad una parte della Francia anti-macroniana riesca a far da “diga” contro la marea montante dell’islamismo, che rischia di sommergerci.

È per questo che ogni buon cristiano e patriota ha il dovere di pregare per i suoi governanti 1°) che il Signore li illumini, come insegna la Chiesa nella sua Liturgia: “Signore onnipotente, guarda con benevolenza a coloro che esercitano l’autorità per governarci; fa’ che conservino intatta la Fede e sicura la Patria. […]. Sorreggi chi guida la nostra Patria, affinché la salvezza dei governanti che ti obbediscono si traduca in pace per il nostro popolo. […]. Rendili sicuri da ogni avversario. Per Cristo Nostro Signore. Amen”; 2°) che li protegga dai loro nemici: “Abbatti, o Signore, la superbia dei nostri nemici e piega la loro arroganza. Amen”. Infine si deve pregare per un ritorno sincero e totale dei governanti alla Fede e alla Morale cristiana, senza di che gli sforzi umani saranno incompleti, incompiuti e vani.

d. Curzio Nitoglia

p.s. Si ritrova qui nitidamente tratteggiato il quadro delle “Due Città”, dipinto da S. Agostino nella Città di Dio: da una parte l’amore di Dio, che porta l’uomo a sentire umilmente di sé (Città di Dio) e dall’altra parte l’amore di sé, che lo spinge all’odio di Dio (Città di Satana). La storia umana è fatta dallo scontro continuo di queste due Città e di queste due filosofie, che si attaccheranno tutti i giorni sino alla fine del mondo, con alterne vicende, ma con il trionfo finale della Città di Dio.

 
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