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I Rothschild: una delle “grandi famiglie” che dominano il mondo
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  Libero spirito e liberalismo contro cattolicesimo romano

Introduzione

Nella scorsa puntata abbiamo visto come il trabocchetto della Massoneria conservatrice o di “destra” (anglo/americana) reputata buona (con la quale si potrebbe collaborare) per rapporto alla Massoneria deviata o cattiva, di stampo latino o di “sinistra” (con la quale ogni dialogo sarebbe impraticabile), abbia reso possibile l’infiltrazione e la penetrazione della mentalità massonica all’interno dell’ambiente ecclesiale cattolico/romano.

In questa puntata cerchiamo di scandagliare le profondità esoteriche e gnostiche del Liberalismo (il “Libero spirito”) che ci mostrano tutta la sua abissale perversità, la quale dovrebbe farci capire che non è possibile dialogare con esso, ma anzi che è doveroso combatterlo e confutarlo.

La libertà è un mezzo, non il fine ultimo

Studiando le radici dell’ideologia neo-liberista ci si imbatte, durante il corso del pensiero umano, in vari movimenti che sono caratterizzati dall’esaltazione della libertà intesa come fine ultimo ed assoluto e non come mezzo[1].

Dal “libero spirito” al “libertinismo”

Mi soffermo, qui, su 1°) il “libero spirito”; 2°) il “libero pensiero”; 3°) il “libertinismo”; 3°) il “libero amore” per giungere infine 4°) al “liberalismo/liberista/libertario”.

Vediamoli meglio uno dopo l’altro e scopriremo, così, che il libero/pensiero/amore/spirito ed il libertinismo sono la fonte e l’anima del liberalismo, del liberismo e del neo-conservatorismo statunitense (Burke, Kirk, Popper, Hayek, Mises, Friedman), i quali non hanno nulla a che spartire con la sana ragione, la retta filosofia, la teologia ortodossa, la filosofia politica tradizionale e la divina Rivelazione, contenuta nella Tradizione apostolica e nella S. Scrittura, interpretate dal Magistero ecclesiastico. Perciò, risulterà ancora più chiara, contro la teoria di Edmund Burke, la radicale inconciliabilità tra “Liberalismo conservatore” o “Rivoluzione conservatrice” e Cattolicesimo.

Il libero spirito

Il movimento del “libero spirito” detto anche “spirito di libertà”, oppure “spirito nuovo, spirito alto, spirito d’intelligenza” raggruppa tutti quei movimenti ereticali (germanici, olandesi, belgi e francesi) a sfondo misticoide, che dal XIII al XV secolo sono caratterizzati da uno spiccato panteismo. Secondo essi l’uomo “spirituale, alto e intellettuale” è talmente unito a Dio che qualsiasi cosa faccia non pecca. Quindi tutta l’ascetica, le pratiche sacramentali non hanno più nessun valore. Si vede, perciò, chiaramente come queste eresie abbiano preparato il terreno a Lutero (“pecca fortiter sed fortius crede”), impregnato di nominalismo soggettivista (teorico e morale) occamista e a Nietzsche (“al di là del bene e del male”), padre del nichilismo post-moderno, che ci ha condotti al Sessantotto libertario e libertino. Da tutte queste teorie ne consegue necessariamente una amoralità, specialmente sensuale, parossistica. In Italia la setta dello “spirito di libertà” appare in Umbria agli inizi del Trecento, fondata dal francescano Bentivenga da Gubbio (1319-1332)[2]. Secondo fra Bentivenga “Dio è il demonio” e viceversa[3]; teoria che sarà ripresa, non a caso, dal liberale Benedetto Croce: «Satana non è una creatura estranea a Dio, e neppure il ministro di Dio, ma Dio stesso. Se Dio non avesse Satana in sé, sarebbe come un cibo senza sale» (La logica come scienza del concetto puro, Bari, Laterza, 1905, parte I, sezione 1). In Belgio e specialmente a Bruxelles, nel Quattrocento, si formarono i movimenti degli “uomini d’intelligenza”, che praticavano il nudismo e la lussuria più sfrenata (v. “turlupini e “adamiti” di Boemia)[4]. Gli hippy, i capelloni, i figli dei fiori degli anni Sessanta del XX secolo non hanno inventato nulla. I liberal/conservatori non possono lamentarsi del Sessantotto poiché è il loro figlio un po’ più ammodernato o “scapigliato” quanto ai modi di agire, ma sostanzialmente identico al padre.

Il libero pensiero

I “liberi pensatori” sono la setta di coloro che rifiutano l’autorità dottrinale e i dogmi del cristianesimo; tale denominazione (liberi pensatori) è apparsa verso la fine del Seicento in Inghilterra. Questo movimento è caratterizzato da un forte razionalismo teorico che, come conseguenza pratica, è sfociato nel libertinismo amoralistico francese. Già nell’alto medioevo e soprattutto nel rinascimento italiano, specialmente fiorentino, si incontrano alcuni “liberi pensatori”, che non avevano ancora costituito una setta o un movimento, ma al massimo - soprattutto nella rinascenza - formavano delle accademie filosofiche elitarie ed esoteriche (P. Pomponazzi, G. Bruno, T. Campanella[5]). Il teorico per antonomasia del “libero pensiero” è Baruch Spinoza (1632-1677), dalla sua filosofia si è sviluppato il deismo e l’illuminismo moderato britannico e radicale francese, specialmente quello di Voltaire[6], che non a caso è uno dei numi tutelari della Scuola austriaca neo-liberista di Hayek e Mises.

   

Il libertinismo

I “libertini”, chiamati anche “spiriti forti”, sono coloro che esaltano la libertà, intesa come licenza, arbitrio individuale e come un fine ultimo assoluto, oltre e contro ogni regola  e limite principalmente morale ed anche dogmatico. Sono sorti in Francia (specialmente a Lille e a Rouen) nel 1525-1530[7]. Non per caso nel Settecento i libertini si son alleati e fusi con il movimento economico dell’honnête homme (il borghese), che propugnava la liceità del prestito ad usura ed in questo sono gli ascendenti diretti del liberismo[8].

Alcuni autori dividono il libertinismo in due rami: 1°) i “libertini spirituali” del Cinquecento, secondo i quali (come per Machiavelli) la legge morale va bene per tener tranquilla la massa degli incolti;  2°) i “libertini eruditi” del Seicento, i quali erano impregnati di scetticismo teoretico e morale, (si rifacevano a Pomponazzi e a Giordano Bruno) e professavano una sorta di “marranesimo” anticipando, così, il cripto-modernismo, definito da S. Pio X “foedus clandestinum/società segreta” (Motuproprio Sacrorum Antistitum, 1910). Infatti la loro massima era: “foris ut licet, intus ut libet/in pubblico comportati come è conveniente, in privato come vuoi”[9].

Il libero amore

Il “libero amore” è il movimento che nell’Ottocento propugnava  la piena libertà dei rapporti sessuali, svincolata totalmente da ogni regola morale ed anche dalle leggi penali della società civile di allora[10]. I maggiori rappresentanti del “libero amore” sono l’anarchico di sinistra Max Stirner (1806-1856) e il nichilista di “destra” Federico Nietzsche (1844-1900), anche il marxismo (Marx Engels, Lenin) e l’anarco-capitalismo (Mises, Hayek, Nozick, Rothbard, Friedman…) hanno ripreso le teorie del “libero amore”, che son diventate una moda predominante nel 1968, grazie all’apporto teorico e finanziario del freudismo, della “scuola di Francoforte” (Adorno & Marcuse, Horkheimer, Fromm, Benjamin, Pollock, Habermas…) e dello “strutturalismo francese” (Lacan, Lévi-Strauss, Althusser, Foucault, Sartre…) e del Partito Radicale Italiano (Marco Pannella & Emma Bonino…). Il filosofo empirista inglese Bertrand Russell (1872-1970), amico di Hayek e discepolo, in materia logico/semantica pre-strutturalistica, del cugino di quest’ultimo: Ludwig Wittgenstein (1889-1951), nel suo libro Il matrimonio e la morale del 1927[11] insegna che il libero amore e l’abrogazione del matrimonio verrebbero a costituire un elemento di progresso favorevole allo sviluppo della società civile.

I “libertari” ossia gli anarchici (socialisti o liberisti) libertini hanno ripreso queste dottrine e le hanno estese anche al campo economico[12].

Dallo gnosticismo millenarista al liberismo

Lo scienziato e filosofo russo Igor Safarevic[13] ha scandagliato le origini teologicamente ereticali del libertinismo/libertario e liberale/liberista, sia dell’antichità pagana inglese (gnosticismo e manicheismo dal IV secolo a. C. sino al II secolo d. C.[14]), sia soprattutto del cristianesimo eterodosso del medioevo (millenarismo[15] e catarismo[16]) e della riforma protestantica (anabattismo[17], puritanesimo britannico della prima rivoluzione inglese del 1649[18]).

Il carattere comune di questi movimenti ereticali, che partono già dal manicheismo, dalla cabala e soprattutto dallo gnosticismo “cristiano” del II secolo dopo Cristo ed arrivano alla rivoluzione inglese del 1649 e del 1688 (da cui è nato il neoconservatorismo statunitense), è il rifiuto globale della società vigente e del mondo con i suoi limiti, che non sono sopportabili per gli eretici utopisti e gnostici[19], i quali pretendono per l’uomo una dignità infinita e per il mondo una perfezione assoluta, scivolando così nel panteismo.

Lo gnosticismo antico è la matrice di tutte le eresie e ideologie libertarie e libertine, mentre il panteismo ne è il loro minimo comun denominatore. Inoltre, queste eresie vogliono, utopisticamente e individualisticamente, l’oltrepassamento indolore (anarco/liberismo) della società vigente. Infine, vorrebbero costruire già in questo mondo un “nuovo paradiso terrestre” in cui regnino la felicità e la giustizia assolute, trascurando o negando l’aldilà.

La dissoluzione dell’uomo, della famiglia e dello Stato mediante il libero amore

L’abolizione della famiglia tramite la comunanza delle mogli e la rottura del legame genitori-figli (v. la “società del libero spirito e del libero amore”)[20] e il benessere materiale al più alto grado (v. il liberismo crematistico o finanziario) sono le conclusioni pratiche cui giungono questi movimenti.

L’anarco/liberalismo è libertario e libertino, vuole le libere unioni, il libero amore, la lotta contro il matrimonio. L’anarchismo/liberale[21], in breve, propugna la rivolta contro ogni autorità, non solo quella statale, ma anche umana e divina per arrivare all’autonomia assoluta dell’individuo. Il suo motto è: “Né Dio, né padrone!”. La sua natura è “l’autonomia dell’individuo e la società senza autorità umana e divina. Data la sua insistenza sul valore primario della libertà, i suoi sostenitori sono spesso definiti libertari[22] o liberali radicali”[23].

Infatti, per gli anarco/liberisti, ogni autorità che un individuo esercita sull’altro è una diminuzione della dignità assoluta della persona umana. L’anarchismo è una filosofia o ideologia liberale radicale, che sfocia nel libertarismo e nel libertinismo, ossia nella massima dilatazione della libertà, teoretica e morale, dell’individuo secondo ciò che gli pare soggettivisticamente vero, giusto e buono.

I nicolaiti, che nel I secolo d. C. predicavano la comunanza dei beni e delle mogli, e i carpocraziani, che nel II secolo predicavano il libero amore e la salvezza attraverso il peccato considerandosi al di là e al di sopra del bene e del male[24], sono all’origine del libertinismo moderno.

Nel medioevo i padri dell’anarco/libertarismo liberino moderno, furono i catari e gli albigesi, che si diffusero nell’XI secolo nell’Europa centro occidentale (Francia, Spagna, Italia). Essi insegnavano l’inconciliabilità tra la materia (intrinsecamente cattiva) e lo spirito (totalmente buono) perché la prima era creatura del Dio malvagio e il secondo era creatura del Dio buono. Tuttavia da un iniziale teorico rigorismo morale assoluto e radicale essi passarono ad un pratico lassismo libertino sfrenato, considerandosi gli eletti o gli gnostici al di sopra del bene e del male, ai quali tutto, persino e soprattutto il peccato, era non solo permesso ma comandato come mezzo di santificazione[25], mentre il matrimonio e la procreazione erano considerati assolutamente illeciti.

Nel XII secolo apparvero le due grandi eresie millenaristiche: 1°) quella di Gioacchino da Fiore († 1202), che ripartiva la storia umana in tre ère: la prima della ‘Vecchia Alleanza’ (Dio Padre), soppiantata dalla seconda della ‘Nuova Alleanza’ (Dio Figlio) e la terza èra della ‘Nuovissima Alleanza’ (Dio Spirito Santo), in cui sarebbe sussistita ancora la ‘Chiesa petrina’, sacerdotale e gerarchica, ma sottomessa alla ‘Nuovissima Chiesa’ spirituale dei Profeti/Cavalieri; 2°) quella - meno conosciuta - di Amalrico di Bènes († 1207), che lasciò dietro di sé una forte setta detta degli amalriciani o aumariani, i quali erano più radicali dei gioachimiti e sostenevano la fine della ‘Nuova Alleanza’ e della ‘Chiesa petrina’, sostituite completamente dalla ‘Chiesa pneumatica’ dei “liberi spiriti”.

Amlarico e fedeli furono confutati da S. Tommaso d’Aquino, che rimproverava loro un panteismo assoluto, in cui gli adepti amalriciani divengono come Gesù veri uomini e “veri Dei”. La loro era è quella dello Spirito e quindi dell’Amore, ma inteso sia spiritualmente che carnalmente, per cui ogni atto fatto per amore, fosse anche il più abominevole moralmente, diventa buono[26].

Gli amalriciani si facevano chiamare “fratelli del libero spirito” o “liberi spiriti” e praticavano l’incesto, l’omosessualità e adoravano Satana[27]. Dagli amalriciani nacquero i begardi e le beghine[28], come fenomeni essoterici per gente semplice e di classi non elevate, caratterizzati anche loro dalle dottrine contro la famiglia, la monogamia, la Chiesa e lo Stato.

Il Neoconservatorismo

Nei tempi attuali è nata una forma nuova di post-millenarismo super-ottimistico americanista, che si serve di una “religiosità apocalittica” per diffondere il dominio del sion/americanismo nel mondo intero, coadiuvata e supportata intellettualmente dal neoconservatorismo anglo/americano[29] (Popper con il suo allievo George Soros, Hayek, Mises, Milton Friedman, Nozick) e dal teo-conservatorismo brasiliano (Plinio Correa de Oliveira & TFP[30]), europeo e specialmente italiano (Marcello Pera, Giuliano Ferrara, “Alleanza Cattolica” con Introvigne, Cantoni, e Respinti e “Lepanto Foundation” di Di Mattei[31]).

Il liberalismo moderato (Locke, Hume e Berkeley) e l’anarchismo liberale radicale o mini-archismo (F. A. von Hayek  † 1992[32], L. von Mises † 1973[33], R. Nozick † 2002[34], Milton Friedman † 2006[35]) asseriscono che l’Autorità è un male in quanto limita la libertà dell’individuo, ma è un male assolutamente necessario, poiché senza di essa non sarebbe possibile organizzare una convivenza pubblica e civile.

Attenzione! anche lo statalismo esagerato hegeliano di destra (Giovanni Gentile) e di sinistra (Karl Marx) concede allo Stato molto potere, ma sempre per favorire e garantire la massima libertà dell’individuo, che è il “creatore”, il centro e il fine dello Stato (antropocentrismo radicale). Questo è il “peccato originale” della modernità, dal quale derivano due correnti o rami principali: il democratismo liberale (Locke, Hayek, Mises, Milton Friedman, R. Nozick) e il pan-statalismo hobbesiano/hegeliano (Hobbes e Hegel, Marx e Gentile).

Conclusione

Dopo aver dimostrato che il Liberalismo e la cosiddetta “Rivoluzione conservatrice” sono diametralmente opposti al Cattolicesimo, al Diritto naturale e alla metafisica dell’essere; finalmente nella prossima puntata torneremo a occuparci delle vicende finanziarie dei Rothschild in Europa nell’immediata “post-Rivoluzione francese del 1830” quali costruttori della rete ferroviaria europea, che aprirà le porte alla costruzione di un Tempio e di una Repubblica Universali.

d. Curzio Nitoglia
FINE DELLA SEDICESIMA PARTE
CONTINUA



[1] Cfr. S. Tommaso d’Aquino, S. Th., I, q. 83; ivi, I-II, qq. 13-17; Id., De malo, q. 6.

[2] Cfr. Livario Oliger, De secta spiritus libertatis in Umbria saec. XIV, Roma, 1943.

[3] Cfr. Ilarino da Milano, Le eresie medievali, in “Grande Antologia Filosofica”, Milano, Marzorati, 1989, IV vol., p. 1666.

[4] Cfr. A. De Stefano, Origini e natura della setta “spiritus libertatis”, in “Archivium Romanicum”, 1927, pp. 150-162; R. Guarnieri, Il movimento del libero spirito, in “Archivio italiano per la storia della pietà”, IV, Roma, 1965, pp. 351-708.

[5] Cfr. L. Einstein, The italian Renassance in England, New York, 1902.

[6] Cfr. G. Spini, Dai libertini agli illuministi, in “Rassegna storica del Risorgimento”, 1954, pp. 790-804.

[7] Cfr. M. Petrocchi, voce “Libertini”, in Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1951, vol. VII, col. 1293; R. Hedde, Libertins, in Dictionnaire de Théologie Catholique, Parigi, 1903-1951, vol. X, coll. 703-706; G. Gentile, Studi sul Rinascimento, Firenze, Sansoni, 2a ed., 1936, pp. 167-178.

[8] Cfr. A. Fanfani, Storia delle dottrine economiche. Il naturalismo, Milano, Vita & Pensiero, 1947; S. Majerotto, Dalle origini del liberismo economico all’odierno neo-liberalismo, in “Studium”, n. 40, 1944, voll. VIII-X, pp. 180-187; G. Toniolo, Trattato di etica sociale, Firenze, 1907.

[9] Cfr. T. Gregory, Theophrastus redivivus. Erudizione e ateismo nel Seicento, Napoli, Morano, 1979; Id., Ricerche su letteratura libertina e letteratura clandestina nel Seicento, Firenze, Nuova Italia, 1981; Id., Etica e religione nella critica libertina, Napoli, Guida, 1986.

[10] Cfr. A. Giddens, The Transformation of Intimacy. Sexuality, Love and Eroticism in Modern Societies, Cambridge, Polity Press, 1992.

[11] Di B. Russell si veda anche Elementi di etica, 1910; Id., Perché non sono cristiano, 1927; Id., Libertà e organizzazione, 1932; Id., Il potere, 1938.

[12] Cfr. G. Woodcock, L’Anarchia. Storia delle idee e dei movimenti libertari, Milano, 1966; R. Nozick, Anarchia, Stato, utopia [1974], tr. it., Milano, Il Saggiatore, 2005; D. Bandow, Freedom and virtue: The conservative/libertarian debate, Wilmington, Isi Books, 2003.

[13] Il socialismo come fenomeno storico mondiale, Milano, La Casa di Matriona, 1980, pp. 7-34; 2a ed. Effedieffe, Milano-Viterbo, 1999.

[14] I. Safarevic, Il socialismo come fenomeno storico mondiale, cit., 1980, pp. 7-34.

[15] Cfr. A. Chiappelli, Le idee millenarie dei cristiani, Napoli, 1888.

[16] I. Safarevic, Ib., pp. 36-52.

[17] I. Safarevic, Ib., pp., 53-60.

[18] I. Safarevic, Ib., pp., 61-68.

[19] Cfr. E. Voegelin, Il mito del mondo nuovo, tr. it., Milano, Rusconi, 2ª ed. 1976, pp. 79-80; 126-127; Id., La nuova scienza politica, Torino, Borla, 1968, pp. 175- 271.

[20] La rivoluzione sessuale della ‘scuola di Francoforte’ (T. Adorno & H. Marcuse) e dello ‘strutturalismo francese’ (C. Lévi-Strauss) esplosa nel 1968 non ha inventato nulla di nuovo. “Ogni nuovo errore è vecchio come il diavolo”. Oggi le tanto moderne e famose coppie di fatto, famiglie allargate, matrimoni omosessuali, adozioni di bambini da parte di coppie omosessuali sono la realizzazione libertaria, portata avanti dal Partito Liberale e Radicale Italiano e dal social/comunismo (v. i referendum sul divorzio e sull’aborto), che ha sfondato nella società civile e sta penetrando ufficialmente, con Francesco e il card. Walter Kasper, nel mondo ecclesiale.

[21] Cfr. M. Larizza, Stato e potere nell’Anarchismo, Milano, 1986; G. D. Berti, Il pensiero anarchico tra Settecento e Novecento, Manduria, 1989; D. Settembrini, Il labirinto rivoluzionario, Milano, Rusconi, 1979.

[22] Cfr. P. Adamo, Liberali e libertari nel Seicento inglese, in “Volontà”, n. 4, 1995.

[23] Cfr. R. Esposito - G. Galli, Enciclopedia del pensiero politico, Bari, Laterza, 2000, p. 21.

[24] I. Safarevic, Ib., pp. 32-34.

[25] I. Safarevic, Ib., pp. 36-38.

[26] Cfr. H. de Lubac, L’eredità spirituale di Gioacchino da Fiore, tr. it., Milano, Jaca Book, 2 voll., 1983.

[27] I. Safarevic, Ib., p. 45 e 47.

[28] Cfr. R. Manselli, Spirituali e Beghine, Roma, 1959; R. Guarnieri, Il movimento del Libero Spirito, Roma, 1965; R. E. Lerner, The Heresy of the Free Spirit, Berkeley-Los Angeles-Londra, 1972.

[29] Una forma di anarco-capitalismo o liberismo di matrice trotzkista.

[30] Un millenarismo gioachimita, burkeiano/de maistriano, filo-inglese e filo-statunitense, che si serve del messaggio di Fatima per fini geopolitici, ieri anti-sovietici, oggi anti-islamo/fascisti. Foraggiato dalla Cia, ci ha portati alle soglie di un probabile conflitto mondiale, chiamato - il 19 agosto del 2014 - anche da papa Bergoglio: “la terza guerra mondiale, ma segmentata” (v. Russia/Ucraina, Siria, Libano, Palestina, Iraq e Libia) o di una guerra religiosa integralista musulmana, interna all’Europa (nella quale si trovano circa 20 milioni di musulmani e solo in Italia circa 4 milioni).

[31] I quali infiltrano sia l’ambiente ecclesiale conservatore moderato dell’ermeneutica della continuità (“Alleanza Cattolica”) sia quello tradizionalista, che sarebbe propenso a non accettare le novità neomodernistiche (“Lepanto Foundation” di Roberto Di Mattei, strettamente legato alla Heritage Foundation di Washington, il think-tank neo-con, libertario e ultra-liberista più influente degli Usa). I due movimenti apparentemente sembrano essere in disaccordo, ma in realtà sono due facce della stessa medaglia: la TFP (“Tradizione, Famiglia e Proprietà”), che sostiene entrambi. Ora per il principio per sé noto ed evidente di identità: “se A = B e se A = C, allora B = C”, ossia “se la TFPAlleanza Cattolica e se la TFP = Lepanto Foundation, allora Alleanza Cattolica e Lepanto Foundation sono eguali tra di loro”.

[32] F. A. von Hayek, Legge, legislazione, libertà. Una nuova enunciazione dei principi liberali della giustizia e dell’economia politica (1973), tr. it., Milano, Il Saggiatore, 1986; Id., La società libera, (1960), tr. it., Formello, Seam, 1998.

[33] L. von Mises, Problemi epistemologici dell’economia, tr. it., Roma, Armando, 1988; Id., La mentalità anticapitalistica, Roma, Armando, 1988; Id., Socialismo. Analisi economica e sociologica (1922), tr. it., Milano, Rusconi, 1990.

[34] R. Nozick, Anarchia, Stato, utopia (1974), tr. it., Milano, Il Saggiatore, 2005. Vi sono autori ultra liberali che oltrepassano anche la teoria dello “Stato minimo” di Nozick e asseriscono la totale anarchia liberale, libertaria, liberista e libertina, cfr. Murray N. Rothbard, L’etica della libertà (1982), tr. it., Macerata, Liberilibri, 1996; Id., Per una nuova libertà. Il manifesto libertario (1974), tr. it., Macerata, Liberilibri, 2004.

[35] Milton Friedman è nato nel quartiere di Brooklyn in New York nel 1912 da una famiglia ebrea emigrata dall’Austria-Ungheria, è morto a San Francisco nel 2006, ha ricevuto il ‘Premio Nobel’ per l’economia nel 1976 e la ‘Medaglia Presidenziale della Libertà’ nel 1988 dal Presidente degli Usa Ronald Reagan. Le sue opere principali sono Problemi di economia monetaria, a cura di Mario Monti, Milano, 1969;  Capitalismo e libertà del 1962, tradotta in italiano nel 2010, e Liberi di scegliere del 1980, tradotta in italiano nel 1981. Nel 2005 ha firmato per primo l’appello per la liberalizzazione della marijuana, sottoscritto da oltre 500 economisti statunitensi. In Italia una mentalità simile a quella di Friedman e della Mont Pelérin Society è rappresentata dal ‘Partito Radicale’ di Giacinto (detto Marco) Pannella, scissosi dal ‘Partito Liberale Italiano’ nel 1956. Cfr. A. Martino, Milton Friedman. Una biografia di un intellettuale, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2005.


 
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