Un incubo tutto americano (parte I)
Tom Dispatch
22 Dicembre 2012
Il 1° di gennaio del 2003, Khaled el-Masri, un venditore di auto disoccupato residente in Germania ed in quel momento in vacanza in Macedonia, venne prelevato da un autobus e rapito dalla CIA per colpa di un errore nel nome. Evidentemente mostrava delle somiglianze con un sospetto uomo di al-Qaeda sul quale la CIA voleva mettere le mani. Cinque mesi più tardi, dopo aver vissuto in condizioni terribili in una prigione afgana soprannominata «il buco di sale» (gestita dalla CIA), fu abbandonato sul lato di una strada in Albania. In quel lasso di tempo la sua vita fu un campionario di orrori, torture ed abusi. La settimana scorsa, la Corte Europea per i Diritti Umani ha alla fine reso giustizia, in suo favore, confermando l’accuratezza della storia che ha raccontato per anni relativa alle sue … (L’articolo è disponibile previo sostegno)