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Il potere occulto dell’alta finanza sul mondo moderno
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La BRX[1] e il Gran Reset del NOM[2] 

Nella scorsa puntata abbiamo visto come i promotori del Gran Reset[3], che si son riuniti recentemente a Davos in Svizzera, abitualmente siano raccolti nell’Istituto Mises, che viene definito come il “Terzo Tempio” oppure la “Gran Loggia” del Liberismo assoluto o dell’Anarchismo di destra, associato al Comunismo liberista e tecnologicamente avanzato made in China.

Il Nuovo Ordine Mondiale del 2021 è diretto (almeno apparentemente) da una tristissima “Mala Triade”, la “BRX”, composta da Bergoglio, dai Rothschild/Rockefeller[4] e da Xi Jin Ping (o Shi Jin Ping[5]), ossia uno spurio connubio di Liberismo super/capitalistico giudaico/massonico, di Comunismo cinese finanziariamente avanzato e di Neo/modernismo bergogliano panteisticamente universalistico.

I caporioni di questa Troika promettono (e soprattutto si augurano) un mondo senza malattie[6], grazie agli organi del corpo umano prodotti eugeneticamente; infine - sempre secondo costoro - la cosiddetta “vaccinazione” o meglio la terapia genetica (mRNA) e l’intelligenza artificiale del “Transumanesimo”  ci dovrebbero assicurare addirittura l’immortalità (cfr. https://mises.org/wire/no-privacy-no-property-world-2030-according-wef). Insomma una sorta di “Neo Paradiso Terrestre”, che puzza di Cabala, di Gnosticismo e di Millenarismo (che si trova pure alle origini del Socialismo, come dimostra Igor Safarevich[7]) lontano un miglio.

Per capire bene chi si celi dietri al Forum Economico Mondiale di Davos, dunque, occorre andare a spulciare cosa sia esattamente la Mont Pélerin Society.

***

Prima Parte

La Mont Pelerin Society von Hayek, von Mises, Friedman e la Mont Pelerin Society

Gilad Atzmon, un intellettuale israelita che vive a Londra, scrive: «Milton Friedman non era solo un economista, era un devoto sionista e un ebreo molto fiero di esserlo[8]. […]. Nel 1972 Friedman parlò alla Mont Pelerin Society su “Capitalismo ed Ebrei»[9].

Nel presente articolo riassumo il contenuto di questa conferenza, tenuta dall’economista Milton Friedman circa 50 anni or sono, affinché il pubblico possa farsi un’idea esatta della natura ideologica del neo/conservatorismo americano, di cui Friedman è stato uno dei principali maestri.

Innanzitutto occorre sapere che la Mont Pelerin Society è una “lobby[10] assai potente composta da economisti, filosofi ed uomini politici molto influenti, riuniti in un “club”, o meglio una “Super-Loggia”, per influenzare la politica interna ed estera degli Usa e GB, promuovere un mercato ed una finanza “assolutamente liberi” da ogni ingerenza dello Stato e dell’etica. La suddetta Society è nata in Svizzera, presso le terme di Mont Pelerin, da cui ha preso il nome, il 10 aprile del 1947 da 36 grandi-fratelli fondatori.

La Mont Pelerin Society ha sempre cercato di passare agli occhi dell’opinione pubblica come un’innocua accademia di studiosi, appassionati di filosofia e di economia, e non un think-tank (cioè un “serbatoio di cervelli pensanti” capaci di cambiare il mondo) politico/finanziario di tendenza anti cattolico-romana[11], fortemente democraticistica, liberale, liberista e libertaria, quale realmente è.

Uno dei suoi obiettivi è la creazione di un Ordine Internazionale o Mondiale”, che salvaguardi la Libertà (intesa come un assoluto e un fine e non come un mezzo per raggiungere il Fine ultimo), la Pace (una volta americana) e le Relazioni Economiche Internazionali, ossia il potere dell’alta finanza mondiale delle Banche e la globalizzazione mondialista anglo/americana.

Bisognerebbe sapere se oggi la Mont Pelerin si trovi in sintonia con il neo/piano mondialista, che vorrebbe dare il primato alla Cina sull’America; oppure se sia in contrasto con esso. Certamente, essa ha influito notevolmente sulle Amministrazioni Reagan e Bush padre con figlio; ora, con le rivelazioni del 2020, si è venuti a saper che la manovra filo/cinese è iniziata esattamente con i due Bush; dunque, si può presupporre che la Mont Pelerin non sia al fianco di Trump e Putin …

Tra i suoi membri, oltre a Milton Friedman, figuravano anche Friedrich August von Hayek, Ludwig von Mises, Karl Popper, Walter Lippman e per l’Italia Luigi Einaudi, Antonio Martino e Bruno Leoni. Tra i 76 consiglieri economici del Presidente statunitense Ronald Reagan ben 22 erano della Mont Pelerin Society.

Dalla Mont Pelerin Society è nato il pensiero neo/con, che ha influenzato la politica estera e la finanza americana dagli anni Ottanta sino all’Amministrazione Bush jr (2008) ed è continuata in maniera strisciante a influenzare i Presidenti statunitensi Bill Clinton e Barac Obama[12], con le relative guerre geopolitiche di esportazione della democrazia contro l’Iraq (1991) sino alla Siria (2011- 2021) e il default o fallimento della finanza mondiale grazie ai mutui ad alto rischio, concessi da Alan Greenspan[13] Presidente della Federal Reserve (Banca Centrale) americana, che non potevano essere pagati dai “beneficiari”, i quali perdevano, così, i loro risparmi e la loro casa. Questo default o fallimento è arrivato sino all’Europa, che ne è stata infettata e si trova in una crisi finanziaria mai vista prima, neppure nel 1929; tuttavia essendosi affievolito, è subentrata la “pandemia” cinese a terminare il compito di “Riassettamento” o “Reset”.

Il Friedman-pensiero

Riassumo ora, in sei punti fondamentali, la conferenza tenuta da Milton Friedman nel 1972 alle terme di Mont Pelerin e ripresentata, sostanzialmente tale e quale, in forma “riscaldata” a Chicago nel 1988, indice significativo di approfondimento e di vitalità intellettuale sempre “egualmente crescente” come si addice ad un “Premio Nobel” (tra i quali spiccano il bombardatore Barac Obama “per la Pace” e il giullare Dario Fo “per la Cultura”…).

1°) La seconda guerra mondiale, purtroppo, ha generato un certo “accentramento” da  parte degli Stati o della politica “sull’economia” dei Paesi usciti dal conflitto. 2°) Tuttavia, fortunatamente, vi è stata una sana reazione intellettuale liberista dell’alta finanza contro l’intervento della politica e dello Stato in materia economica. 3°) Il ruolo dell’Ebraismo in questo scenario è stato ambivalente. Infatti, se a) da una parte l’Ebraismo, grazie e tramite il liberismo, “ha un debito enorme verso il capitalismo e la libera impresa” ed ha influito assai sulla sua genesi; b) dall’altra parte si è opposto (con la Rivoluzione bolscevica ideata e guidata da un gran numero di Ebrei: Marx, Engels, Lenin, Trotzsky …[14]) a ogni forma di capitalismo cercando di distruggere anche la piccola proprietà privata dei kulak; proprio come il piano detto Gran Reset di Davos in Svizzera (molto vicina, geograficamente, alle terme di Mont Pelerin), presieduto da Klaus Schwab, oggi propone di distruggere la piccola e media proprietà e applicato, in Italia, da Mario Monti. 4°) L’affinità tra l’Ebraismo e il super/capitalismo va ricercata nello “spirito di libera competizione. […]. È da secoli che gli Ebrei hanno giocato un ruolo decisivo nel settore finanziario e bancario, mentre durante la Cristianità erano trattenuti[15] dall’avversione della Chiesa romana contro l’usura. […]. Gli Stati autoritari, poi, hanno ripreso lo spirito della Chiesa nei riguardi della libera finanza e del prestito a interesse elevato ed hanno favorito l’antisemitismo. Ciò nonostante, gli Ebrei son riusciti a sfuggire all’isolamento poiché il mondo del commercio e della finanza internazionale è rimasto sempre aperto verso di loro, e così  son restati ognora preminenti in questi campi oltre che nel settore bancario, cinematografico e radio/televisivo[16]. Quanto ad Israele, se da un lato è nato come forma di collettivismo o “kibbutz/ismo” di marca marxista; dall’altro lato esso è stato sempre aiutato dal mondo dell’alta finanza del capitalismo anglo/americano e del Giudaismo mondiale della Diaspora. 5°) Quindi, sia i Partiti Comunisti del mondo intero sono stati “diretti e organizzati dagli Ebrei”, sia lo spirito capitalistico del libero scambio è improntato allo spirito ebraico del do ut des, che “ha interpretato anche il Patto con Dio in senso materiale e terrestre”[17]. 6°) Infine, Friedman conclude ammettendo candidamente che da un punto di vista storico-politico la Rivoluzione francese ha favorito l’emancipazione e la piena eguaglianza socio politica dell’Ebraismo in Europa, poiché laicisticamente e liberalisticamente optava per la separazione totale tra Stato e Chiesa, mentre le forze reazionarie e dette di “destra” propendevano per la mutua collaborazione gerarchizzata tra Stato e Chiesa.

Purtroppo oggi la falsa dottrina della separazione tra Chiesa e Stato è entrata ed ha inquinato anche l’ambiente ecclesiale (v. Dignitatis humanae, 7 dicembre 1965). È interessante quello che scriveva San Francesco d’Assisi a proposito della “Libertà religiosa”: «Se il clero osa impedire la salvezza dei Popoli, spetta a Dio vendicarsi, sarà Lui a ripagarlo come merita, al momento opportuno» (“Specchio di Perfezione”, cap. 54, in “Fonti Francescane”, n. 1753, Padova, Edizioni Messaggero di Padova, 1977, p. 1356). Ora la “Libertà religiosa”, avendo stabilito la separazione tra Stato e Chiesa (come si vede il ruolo “catecontico” (da “Kathékon”, ossia “Colui che trattiene”, II Tess., II, 3-4) dell’ambiente ecclesiale è cessato già con il Vaticano II e non solo con Bergoglio), non aiuta e addirittura impedisce la salvezza delle Nazioni, dei Popoli e degli Stati, contentandosi solo della salvezza degli individui, come se l’uomo non fosse “per natura un animale socievole” (Aristotele e San Tommaso) e, quindi, la Società civile, che è un insieme di più individui, deve dare a Dio il culto che gli spetta. Certamente il neo & teo/conservatorismo hanno contribuito a diffondere questa mentalità liberale, laicista e separazionista tra potere spirituale e temporale, oltre che astensionista dell’intervento statale in campo finanziario[18], che impedisce l’evangelizzazione e cristianizzazione dei Popoli, i quali oramai son “neutri” o “laici” in materia religiosa anche per volontà del “clero” neo/modernista e cattolico-liberale. Ma San Francesco li ammonisce: “Dio stesso si vendicherà e lo ripagherà al momento opportuno”[19]. La guerra mondiale incombente sull’umanità a partire dalla Siria è senz’altro un castigo di cui la Provvidenza si servirà per trarre dal male un bene maggiore, ossia la nuova conversione dei Popoli, come Gesù aveva comandato agli Apostoli: “Andate e predicate il Vangelo a tutte le Nazioni” (Mt., XXVIII, 19), non solo ai singoli individui[20].

Il Kathékon nella Scrittura e nella Tradizione

San Tommaso d’Aquino - il “Dottore Comune” o “Ufficiale” della Chiesa, che riassume e perfeziona la Tradizione patristica - nel Commento alla II Epistola ai Tessalonicesi II, 3-4 (capitolo 2, lezione 1, n. 34-35), fondandosi anche in questo caso sulla Tradizione patristica e sublimandola, insegna: «Ci sarà l’Apostasia dall’Impero romano, al quale tutto il mondo era sottomesso […]. L’Impero romano è stato istituito affinché sotto il suo dominio, la Fede venisse predicata in tutto il mondo. […]. L’Impero romano non è venuto meno, ma si è trasformato da temporale in spirituale. Perciò bisogna dire che l’Apostasia dall’Impero romano si deve intendere non solo da quello temporale, ma anche e soprattutto da quello spirituale, cioè dalla Fede cattolica della Chiesa romana».

Per di più, sempre nel Commento alla II epistola ai Tessalonicesi, (lezione II, capitolo II, vv. 3-7, n. 32-45, Torino, Marietti, 1953, pp. 197-200), l’Angelico asserisce: «Quando l’iniquità sarà resa e portata in pubblico, allora si manifesterà l’Anticristo. Infatti, molti ora peccano in privato, mentre altre volte arriva in pubblico. Ora, Dio sopporta i peccatori sino a quando sono occulti, mentre quando peccano pubblicamente, allora non li sopporta più, come risulta per i Sodomiti (Gen., XIX, 24)».

Ancora una volta, per l’Aquinate, è la rivolta sociale e pubblica delle Nazioni contro Cristo e la sua Chiesa a togliere di mezzo “l’ostacolo”, che trattiene l’Anticristo finale.

Inoltre l’Aquinate nell’Opuscolo 68 De Antichristo (edizione di Parma, 1864, che da alcuni non è ritenuta canonica) dice pure che “l’ostacolo” o “to Kathékon / qui detineat” alla manifestazione dell’Anticristo finale è la sottomissione della Società civile alla Chiesa romana e, quindi,  “colui che lo trattiene”, ossia “il Kathékon”  è il Papato. Perciò fino a che la Società civile rimarrà fedele e sottomessa all’Impero spirituale Romano (la Chiesa cattolica), trasformazione dell’antico Impero temporale romano, l’Anticristo non potrà comparire. In breve per S. Tommaso l’Impero romano non è ancora finito, ma si è cambiato da temporale in spirituale. Fino a che il Papato sarà riconosciuto, rispettato anche pubblicamente e socialmente, “l’ostacolo” o “il Kathékon” sussisterà, la Società civile rimarrà fedele all’Impero spirituale romano e alla Fede cattolica. Ma se questo custode, il Papato e la Chiesa romana, viene a essere disconosciuto, messo da parte, rigettato dalla Società civile, con lui sparirà anche “l’ostacolo” o “colui che trattiene l’Anticristo”, il quale allora sarà libero di comparire. Insomma, S. Tommaso, fondandosi su S. Paolo nella II lettera ai Tessalonicesi, dice che “l’ostacolo” al Regno dell’Anticristo è la sottomissione della Società civile alla Chiesa romana e che “colui che trattiene  / qui detineat” ancora l’Anticristo, fino a che sarà tolto di mezzo da Gesù “col soffio della sua bocca”, è il Papato riconosciuto socialmente e pubblicamente come tale, cioè come Vicario e Rappresentante visibile - su questa terra - di Cristo, che è asceso al Cielo ed è invisibile agli uomini.

Infine Monsignor Francesco Spadafora, seguendo S. Tommaso d’Aquino, insegna che “to Kathékon”, ossia “l’ostacolo” o “colui che trattiene / qui detineat” l’Anticristo è “Roma antica con il suo potere, che teneva a rispetto l’odio frenetico della Sinagoga contro il Cristianesimo apostolico”, tuttavia, “Il Paganesimo dell’Impero romano, e particolarmente il culto idolatrico da tributare all’Imperatore come se fosse stato una divinità (Apoc., XIII, 11-18; XIV, 9 ss.; XVI, 2), trovava nel Cristianesimo un’opposizione irriducibile” (Dizionario biblico, Roma, Studium, III ed., 1963, p. 33 e 36, voce “Anticristo” e “Apocalisse”; rist., Proceno – Viterbo, Effedieffe, 2018).

Il commento di Gilad Atzmon al “Friedman/pensiero”

Come si evince l’opposizione tra liberalismo super/capitalista, americanismo, neo/conservatorismo e Cattolicesimo romano è radicalmente inconciliabile e diametralmente contraddittoria. Perciò come non si può essere Cristiani e marxisti, così non si può essere Cattolici e liberali/liberisti o neo/con. Friedman, rifacendosi a lord John Emerich Edward Acton, il vate della Mont Pelerin Society, lo mostra in maniera lapalissiana.

Secondo l’intellettuale israelita Gilad Atzmon: “Milton Friedman ritiene che gli Ebrei, sono i pochi ad aver ricevuto tanti benefici dalla libera impresa e dal capitalismo competitivo, ma - nello stesso tempo - sono pochi i popoli che, come gli Ebrei, hanno fatto tanti sforzi per demolire il capitalismo. L’ideologia di Friedman spiega anche perché tanti Ebrei, che avevano le loro radici nella sinistra trozkista, hanno finito col farsi paladini della guerra totale del neo/conservatorismo di destra. […]. Friedman probabilmente non si rendeva conto che l’adozione della sua filosofia da parte di Ronald Reagan e Margaret Thatcher avrebbe portato alla fine l’occidente in ginocchio”[21]; infatti la Cina oggi sta rimpiazzando l’occidente atlantico.

La dottrina di Friedman, espressa nella conferenza del 1972 (ripresa nel 1988) che ho riassunto sopra, sostiene il rifiuto di ogni intervento dello Stato e della Politica nel campo economico/finanziario ed è stata ripresa oltre che dal potere politico anche dal mondo plutocratico, dalla Federal Reserve (Banca Centrale) degli Stati Uniti e dalla Banca Centrale Europea. Infatti, Friedman è stato pure il teorico del consumo a oltranza oltre le proprie possibilità economiche, convinto che questa pratica conducesse all’aumento della ricchezza, senza accorgersi che se nell’immediato la sua teoria funzionava nel futuro avrebbe portato al fallimento (come è successo a partire dal 2005).

Vita e opere di Friedman

Friedman è nato nel quartiere di Brooklyn in New York nel 1912 da una famiglia ebrea emigrata dall’Austria-Ungheria, è morto a San Francisco nel 2006, ha ricevuto il Premio Nobel per l’economia nel 1976 e la “Medaglia Presidenziale della Libertà” nel 1988 dal Presidente degli Usa Ronald Reagan.

Le sue opere principali sono Problemi di economia monetaria, a cura (non a caso) di Mario Monti, Milano, 1969; Capitalismo e libertà del 1962, tradotta in italiano nel 2010, e Liberi di scegliere del 1980, tradotta in italiano nel 1981. Nel 2005 ha firmato per primo l’appello per la liberalizzazione della marijuana, sottoscritto da oltre 500 economisti statunitensi[22]. In Italia una mentalità simile a quella di Friedman e della Mont Pelerin Society è rappresentata dal Partito Radicale di Giacinto (detto Marco) Pannella, scissosi dal Partito Liberale Italiano nel 1956.

Non desta, quindi, meraviglia se Friedman ha influenzato a partire dagli anni Ottanta sino ad oggi (a quattordici anni dalla sua scomparsa), potentemente e trasversalmente, la politica (sia democratica che repubblicana) del Presidente statunitense Ronald Reagan, poi di Bill Clinton, di Bush padre e figlio e persino di Barac Obama nell’attuale congiuntura siriana; inoltre ha influenzato anche la politica europea dei Primi Ministri britannici Margaret Thatcher, Tony Blair e David Cameron rifacendosi al pensiero filosofico di Edmund Burke[23], Karl Raimund Popper, Russel Kirk ed anche la pratica finanziaria della “Banca Centrale Americana”, alla luce del pensiero degli economisti della “Scuola di Vienna” von Mises e von Hayek. Ora, sembrerebbe che questa tendenza sia stata invertita da Donald Trump, sebbene anche egli dipenda dai medesimi pensatori …

Infatti, da questi ultimi assieme a Friedman sono stati i Chicago boys e i dirigenti neoconservatori dell’Amministrazione Bush (Paul Wolfowitz, Richard Perle, David Roomsfeld, Dick Cheney[24], eccetera), che - analogamente alla “Scuola di Francoforte” (1922-1979) di Adorno & Marcuse - son riusciti ad unire (da una posizione di “destra” liberal-conservatrice) il marxismo di Trotzky e il liberismo “mini-archista” (che vuole concedere il minimo spazio al potere dello Stato) se non francamente anarchico/conservatore[25].

Adorno & Marcuse, invece, avevano sposato (da una posizione di “sinistra” anarchico-rivoluzionaria) il Trozkismo con la psicanalisi freudiana. Si può dire, perciò, che mentre Adorno & Marcuse univano sinistra e libertarismo per la conquista psicologica delle menti di tutti gli uomini (la “Rivoluzione intellettuale” del 1968), i neoconservatori sposano il libertarismo liberal-democratico con la “destra” conservatrice angloamericana per la conquista militare e geopolitica del globo (il “Nuovo Ordine Mondiale” dal 2001 al 2020).

Oggi la Troika (BRX) unisce destra & sinistra, liberismo & comunismo nel Nuovo Ordine Mondiale a guida sino/giudaico bancaria e panteista.

In realtà il neo/conservatorismo, ispirato da Friedman, ha spinto gli Usa (come braccio armato a favore d’Israele) in una guerra totale contro l’Iraq, l’Afghanistan, il Pakistan dalla quale sta uscendo con le ossa rotte, come pure Israele ha subìto una umiliante “vittoria di Pirro” in Libano nel 2006 nonostante che avesse sganciato “oltre 1 milione di bombe a grappolo”[26] e a Gaza nel 2008-2009 abbia gettato “bombe al fosforo bianco” nella famigerata “operazione piombo fuso”.

Sembrerebbe che questi ultimi avvenimenti (assieme alle “Rivoluzioni primaverili” in Tunisia, Libia, Egitto e Turchia e alla guerra contro la Siria, nella quale il pensiero di Friedman si fa ancora sentire anche sin durante l’Amministrazione democratica di Barac Obama, ma che è stata interrotta da Trump) potrebbero segnare l’inizio della fine della supremazia israelo/americana, passando a quella sino/bancaria/bergogliana. Gli Stati sarebbero rimpiazzati dalla Banca, gli Usa dalla Cina, il Cristianesimo (“si fieri potest”) dal bergoglismo pachamamista o da “el papamachismo argentino”.

La crisi economico/finanziaria, che ha portato nel 2011/2013 gli Usa e l’Europa sull’orlo del fallimento è iniziata nel 2005/2008, con “la più grande frode finanziaria della storia mondiale” operata dall’operatore di Borsa Bernard Lawrence Madoff[27] e portata avanti dal Presidente della Federal Reserve o Banca Centrale degli Usa Alan Greenspan[28], che - ispirato dalle teorie finanziarie di Friedman - ha iniziato con un grandioso boom economico per finire con un miserabile crack, facendo “arricchire” gli americani incitandoli a spendere e spandere, pur non avendo denaro sufficiente, senza paura di pignoramento, comprando e vendendo case, mediante mutui senza garanzie e coperture, che - si badi bene - non avrebbero potuto essere pagati ed avrebbero condotto infine alla miseria l’incauto compratore il quale si era accollato mutui ipotecari ad alto rischio (subprime), scientificamente studiati ed immessi - a mo’ di liberismo selvaggio - sul mercato da Greenspan, le cui prodezze stiamo ancora pagando e non si sa se riusciremo ad estinguere il prestito ipotecario o a finire ipotecati ed espropriati.

Il crack della “Monte Paschi di Siena” in Italia nel 2013 è una delle conseguenze collaterali dell’imbroglio iniziato nel 2005 da Greenspan[29]. L’economia mondiale è sembrata avanzare sino al 2008, mentre era già malata da almeno tre anni ed è entrata in crisi nel 2009 per arrivare al quasi fallimento o al crack (o default, come lo si chiama adesso in maniera più soft) nel 2012, che viene portato a termine dal Covid19, il quale darà vita al Gran Reset del Nuovo Ordine Mondiale.

I lavoratori americani, i quali non erano in grado, come previsto, di rendere il denaro, che in realtà non avevano mai posseduto, a causa dell’aumento del petrolio e dei tassi d’interesse non son riusciti più a pagare i mutui. Quindi in brevissimo tempo milioni di case son rientrate in possesso delle banche dalle quali erano uscite solo apparentemente (“sopra la banca, la casa campa, sotto la banca, la casa crepa!”). Di conseguenza i poveri degli Usa si son ritrovati più poveri di prima. Questo è il risultato della teoria usuraia legalizzata, e promossa con il massonico Premio Nobel, di Milton Friedman e fratelli tutti d’America.

Si può concludere che, come Wolfowitz ha rovinato l’esercito americano trascinandolo in guerra contro l’Iraq nel 2003; così Greenspan, ispirato da Friedman, ha disastrato la finanza degli americani trascinandoli nella bancarotta dei mutui ad alto rischio[30].

Conclusione della “prima parte”

Tirando le somme Friedman più che un economista è un “affarista”[31], un ebreo-talmudista ed un sionista. Egli, mediante l’ideologia ragionieristica (più che filosofica[32]) del liberismo conservatore e selvaggio è riuscito a compattare comunismo e capitalismo, servendosi della Super-Loggia Mont Pelerin Society da lui stesso fondata nel 1947 (che unisce in sé il Giudaismo post-biblico con lo spirito massonico), la quale Loggia è la madre del pensiero neo/con americano, che tende all’instaurazione del “Nuovo Ordine Mondiale” giudaico/americano, in guerra permanente dal 2001 contro l’arabo/fascismo[33] e in crisi economica fallimentare costante dal 2008[34]; ora arrivato al capolinea e dovendo cedere il posto alla Cina per volontà dei Rothschild e con la “benedizione” di Bergoglio.

Il neo/conservatorismo di Friedman e della Mont Pelerin Society è essenzialmente anti-cattolico romano (come seguace dell’anti-infallibilista lord John Emerich Edward Acton); inoltre esso è riuscito, mediante i teo/con, a infettare anche l’ambiente cattolico tradizional/conservatore italiano[35].

La Mont Pelerin Society è l’altra faccia o il proseguimento della “Rivoluzione culturale” del 1968, la quale ha voluto distruggere la singola persona nel suo spirito (“in interiore homine”): Friedman con la sua Super-Loggia vogliono conquistare il mondo intero, mediante la “Rivoluzione bellica” in Medio Oriente (2001-2013) e la “Catastrofe[36] economico/finanziaria” nel mondo intero (2008-2013 / 2019-2021).

La figura di Friedman e l’influsso della Mont Pelerin Society si fa sentire sinistramente soprattutto in questi giorni che potrebbero preludere a una guerra mondiale. Questa è l’attualità e l’importanza sinistra del pensiero di Friedman.

***

Il cammino dei Rothschild verso il Nuovo Ordine Mondiale

Nello scorso articolo abbiamo studiato 1°) il problema del Messianismo temporale ebraico antico (vòlto al dominio del mondo intero), che nacque sùbito dopo 2°) la reazione monoteistica dei fratelli Maccabei (170/150 a. C.) contro Antioco Epifane, e, lo abbiamo inquadrato alla luce del problema, che c’interessa adesso: 3°) la storia dei Rothschild, che ripresero i princìpi del vecchio Messianismo ebraico, lo vivificarono nuovamente e lo trasfusero - tramite il potere finanziario - prima in tutta l’Europa (Settecento/Ottocento), poi negli Usa (Novecento), giungendo dunque sino all’attuale crisi mondiale (gennaio 2021), che è iniziata con l’autunno del 2019 ed è caratterizzata da tre eventi principali: a) l’idolatria del Pachamama in Vaticano; b) il covid19; c) la crisi politico/finanziaria degli Usa, che sta portando il mondo intero sotto il dominio globalistico della Troika “BRX”: Bergoglio (il capo della Deep Church panteista); Rothschild/Rockefeller (l’Alta finanza ebraica e il Deep State); Xi Shin Ping (il Regime poliziesco ferreamente maoista, ma economicamente iper/liberista e super/capitalista).

Abbiamo costatato pure che - assieme ai Rothschild - altre due famiglie israelite sono molto importanti finanziariamente (anche se non molto conosciute dal pubblico), specialmente per la storia della Cina: i Kaadorie e i Sassoon; infatti, dal 1840/42, con la “guerra dell’oppio” tra Inghilterra e Cina - fatta nascere proprio dai Kadoorie e dai Sassoon - sino al 1949, con l’avvento di Mao Zedong al potere - queste due famiglie, strettamente legate ai Rothschild - hanno scritto, in maniera molto “discreta” e quasi “occulta”, gran parte della storia cinese. Tuttavia Mao le espulse nel 1949 dalla Nuova Cina Comunista ed esse hanno dovuto attendere la morte del dittatore comunista (1976) per rimettere le mani in pasta negli affari economici della Repubblica Popolare Cinese, quando Nixon e Kissinger vennero in Cina a esportare il modello super/capitalistico statunitense anche nella Patria del Comunismo maoista, che era aperta economicamente (già con Deng Xiao Ping negli anni Settanta), molto di più che non il Comunismo sovietico, al Liberismo, ma sempre inquadrato politicamente - non in modo democraticamente liberale, come avveniva in Usa (almeno sino alla Presidenza Biden iniziata il 20 gennaio 2021 …) - da una cornice di regime poliziesco maoista fortemente autoritario e persino totalitario.


La famiglia Kadoorie oggi, con David Li, CEO della Bank of East Asia

In questi giorni abbiamo anche assistito a una specie di lotta “finale” tra due diversi rami del medesimo Giudaismo americanista: 1°) da una parte, Trump, appoggiato (da dietro le quinte) dai Lubavich, che sosteneva una concezione politica, piuttosto in chiave nazionale, sovranista e conservatrice o di “destra”; 2°) dall’altra parte, Biden, supportato (neppure troppo nascostamente) dai Rothschild/Rockefeller, partigiani del mondialismo internazionalista, del primato della finanza sulla politica e di un progressismo disumanamente spinto, che unisce gli aspetti più brutti del super/liberismo statunitense al totalitarismo cinese.

Ora veniamo al problema che stiamo trattando abitualmente oramai da 9 puntate …i Rothschild.

Gli affari dei Rothschild in tutta Europa (1820-25)

L’Austria di Metternich, nel 1820, vegliava affinché nell’epoca post-napoleonica in Europa non si diffondessero idee e movimenti, eccessivamente progressisti, liberali e democratici.

Tuttavia in Spagna, proprio nel 1820, si accendeva il fuoco di una guerra civile, in cui si affrontavano “destra” e “sinistra” con, in mezzo, il Re Ferdinando VII di Borbone (1808-1813; 1813-1833), al quale venne strappata la “Costituzione” dai liberali.

Allora, Ferdinando VII, chiese al Re di Francia Luigi XVIII (1814-1824) di aiutarlo militarmente, inviandogli una lettera il 22 giugno del 1820. La questione spagnola divenne ben presto una questione europea; infatti, Metternich allora si comportava come una specie di “Gendarme d’Europa” (un po’ come ha fatto l’America del nord dal 1944 sino a oggi); perciò non poteva non intervenire nella questione di Spagna, organizzando un “Congresso” di molti sovrani europei, per poterli convincere tutti assieme “collegialmente” riuniti a “Congresso”.

Il 20 ottobre 1822 si riuniva, dunque, il “Congresso di Verona”. Metternich assieme al suo Segretario personale, Friedrich von Gentz, accompagnava l’Imperatore d’Austria Francesco I (1804-1835) essi, inoltre, si portavano dietro il fido consigliere Salomon von (un “von”, un “de” o una “baronia” non si nega a nessuno) Rothschild della filiale bancaria di Vienna; infatti se avessero dovuto decidere di muover guerra ai rivoltosi di Spagna, avrebbero avuto bisogno di molti denari per organizzare un esercito e i denari, paradossalmente, non ce li aveva l’allora “onnipotente” Impero austriaco, ossia lo Stato o la Politica; ma la Casa Rothschild sparsa in tutta l’Europa che allora contava politicamente ed economicamente (Francoforte, Parigi, Londra, Vienna e Napoli), ossia la “Big-Bank” (creatrice dal “nulla”) e l’alta Finanza (proprio come sta succedendo oggi tra America e Cina).

Salomon di Vienna era molto amico del Consigliere e Segretario particolare di Metternich, Friedrich von Gentz († 1832), e tramite lui arrivava facilmente ad avere contatti col Principe austriaco, che a sua volta dal 1832 al 1848 influenzava l’Imperatore, la politica dell’Impero d’Austria e, dunque, l’Europa intera.

Gentz presentò Salomon ai delegati dell’Impero zarista russo, con i quali il Rothschild avrebbe stipulato, sùbito dopo, un prestito di 6 milioni di sterline…, che non accrescevano soltanto il profitto e il capitale commerciale (“haec omnia tibi dabo …”, l’avarizia) dei banchieri francofortesi, ma facevano crescere la loro autorità “morale” e anche “politica” (“si cadens in terram adoraberis me[37] ”, la superbia[38]) presso le più grandi Corti d’Europa, tra le quali ora gli “Scudi/Rossi” potevano annoverare pure la Santa Madre Russia con la sua Casa imperiale, alla quale però, circa 100 anni dopo aver annodato rapporti economici con essa, avrebbero fatto fare una brutta fine, avendo finanziato abbondantemente la Rivoluzione bolscevica dell’Ottobre 1917 … (cfr. A. Solgenitsin, Due secoli assieme, Napoli, Controcorrente, 2007, 2° volume, Ebrei e Russi durante il periodo sovietico).

Naturalmente Salomon metteva in pratica la vecchia arte appresa da suo padre, il primo “Patriarca” degli “Scudi/Rossi”: Amschel Mayer, che fu messa in atto già a Waterloo nel 1815, quando i Rothschild riuscirono a far giungere per primi in Inghilterra la notizia della sconfitta di Napoleone I e della vittoria di Wellington, iniziando così la loro scalata al vertice del potere bancario di tutta Europa e poi del mondo intero (si pensi che oggi i soli Rothschild possiedono il 70 % della ricchezza del mondo intero; il restante 28 % lo posseggono i Rockefeller e le altre poche famiglie imparentate tra di esse e con i Rothschild).

Nel 1822, a Verona, Salomon, riuscì a sapere quel che bolliva in pentola tra Austria, Russia e Francia riguardo alla Spagna, avvantaggiando così le casse della propria famiglia, inviando immediatamente e prima di ogni altro informazioni utili ai suoi altri quattro fratelli, per mezzo di corrieri speciali (tra cui anche i piccioni viaggiatori, gli unici - assieme ai “pizzini” siciliani - che ancor oggi sono assolutamente sicuri e non intercettabili da Big-tech), permettendo ai suoi congiunti di potere speculare in borsa, ben sicuri su chi puntare gli investimenti e le scommesse vincenti e cosa suggerire, a coloro che, avrebbero puntato su quelle perdenti, illudendoli di essere vincitori, renderli “cornuti, mazziati e scontenti” … (cfr. Egone Conte Corti, La famiglia dei Rothschild, Milano, Arnoldo Mondadori, 1938, pp. 176-178).

Da Verona Salomon chiamò a raccolta James, che si trovava a Parigi e accorse sùbito, per cui il 23 novembre i due fratelli Rothschild s’incontrarono a pranzo con Metternich.

Poco dopo arrivava anche Carlo da Napoli[39], di modo che i tre poterono informarsi vicendevolmente - sulle faccende napoletane, veronesi e parigine - in vista di quello che sarebbe successo in Spagna dopo la chiusura del Congresso veronese, in cui si sarebbero decise le sorti del Re di Spagna e di cui la banca Rothschild avrebbe potuto far “tesoro” con le solite speculazioni in borsa a spese di Francia, Spagna e Austria[40].

Il Congresso di Verona si chiuse con la decisione di dar luogo a un intervento armato della Francia in Spagna (e pagato dai Rothschild) a pro del Re spagnolo Ferdinando VII di Borbone.

Da questo momento i Rothschild si focalizzarono specialmente sulla borsa di Parigi (dove operava James), poiché la guerra contro i rivoltosi spagnoli sarebbe stata guidata militarmente dalla Francia, con l’aiuto dell’Inghilterra (dove operava Nathan) e della Russia, ma sotto la supervisione austriaca (dove operava Salomon) e soprattutto di Metternich, il quale si era già consultato con i tre banchieri di Napoli, Parigi e Vienna per avere i mezzi economici con i quali fare la guerra: “si vis pacem, para poecuniam …”.

Tuttavia l’Inghilterra, economicamente avanzata e liberista, era riottosa a ottemperare i desiderata degli elementi politicamente più conservatori della Russia e dell’Austria, che avrebbero voluto servirsi della Francia per “restaurare” anche la Spagna. Ora Nathan, il più capace dei “Cinque Fratelli Inseparabili” (seguìto dal parigino James) operava a Londra (la City, ossia la Capitale del “super/capitale”) e, quindi, si trovava leggermente in difficoltà con le posizioni politicamente conservatrici dell’Austria, della Russia e della nuova Francia oramai “restaurata”, in cui operavano finanziariamente i suoi altri quattro fratelli (Napoli, in cui viveva Carlo, dipendeva dall’Austria). Dunque, “a lungo andare, anche tra i Rothschild non poteva mancare di sorgere un certo piccolo  dissidio, anche se superficiale” (Egone Conte Corti, cit., p. 179).

Salomone a Vienna, Amschel a Francoforte, James a Parigi e Carlo a Napoli, si schierarono col conservatorismo di Metternich; Nathan a Londra - pur non amandolo alla follia - dovette sposare il “progressismo moderato” albionico “politicamente liberale”, non potendosi alienare il governo britannico, ma era una questione di pura opportunità economica e di opportunismo politico, non era assolutamente una divergenza sostanziale tra “Scudi/Rossi”.

Il “numero due” dei cinque fratelli era oramai James di Parigi, che era diventato un mecenate (era divenuto persino amico intimo di Gioacchino Rossini, che allora spopolava in Europa, avendolo conosciuto personalmente all’Arena di Verona e avendolo poi ospitato a casa sua; insomma una specie di Soros ante litteram); inoltre si era installato nel meraviglioso palazzo che sino al 1815 era appartenuto al Maresciallo napoleonico, Joseph Fouché, ex Ministro della Polizia francese sotto l’imperatore Bonaparte e da lì iniziava a fare non solo il mecenate, ma pure a invitare al suo “salotto” la “buona” società parigina, che avendo conosciuto la rivoluzione napoleonica era abbastanza aperta alle opinioni liberali ed un po’ meno restia di quella austrica ad allacciare relazioni pubbliche con un borghese israelita come James Rothschild, anche se nominato “barone” e divenuto molto ricco; infine - nel 1823 - diventò amico intimo pure del Primo Ministro francese (dal 1821 al 1828), Jean Baptiste Villèle, cui prestava molto denaro non solo per la Francia ma anche per lui stesso, dai quali (Francia e Villèle) il Rothschild parigino traeva naturalmente molteplici profitti economici e politici.

Nel gennaio del 1823, James, diventò la “gallina dalle uova d’oro” per la Francia e per l’Europa metternicciana, quando ci si decideva “irrevocabilmente” per la campagna bellica francese nella penisola iberica.

La Casa Rothschild finanziò la campagna spagnola, prestando soldi alla Francia e facendoglieli recuperare (naturalmente anche e soprattutto per se stessa) mediante un cospicuo risarcimento dei danni di guerra, che alla fine del conflitto sarebbe stato erogato dalla Spagna “liberata” alla Francia “liberatrice”. I Rothschild, nel frattempo avendo saputo al Congresso di Verona (9-14 ottobre 1822) dell’imminente soluzione bellica, avevano aperto una filiale anche a Madrid.

Tuttavia, nella capitale spagnola, i “Cinque Fratelli” (che sono dei gran “filantropi” e soprattutto uomini di profondo “idealismo” come oggi Bill Gates o George Soros), non avevano relazioni finanziarie soltanto con il Re iberico e il suo partito, ma naturalmente (per la par condicio) anche con l’opposizione (proprio come fecero a Waterloo con Napoleone e Wellington), tanto per non far torto a nessuno.

Addirittura, come ci svela Egone Conte Corti, “per mezzo di agenti e corrispondenti segreti, la Casa Rothschild, era in relazione anche con quel partito liberale, che avversava il Re di Spagna” (cit., p. 179).

Tuttavia, il principe Metternich, che non si fidava della purezza d’intenzione dei “Cinque Fratelli” banchieri; mediante i “servizi segreti” austriaci, riuscì a intercettare le lettere “riservate” dei Rothschild ai loro clienti spagnoli (sia pubblici che occulti) dell’una e dell’altra parte  .

“Il Cancelliere austriaco era indignatissimo con uno dei Rothschild [James, il parigino, ndr], che aveva preso contatti con i banchieri liberali spagnoli per finanziare il partito avverso al Re; invece gli altri fratelli si erano sempre mostrati molto conservatori, negando qualsiasi appoggio e contatto coi liberali” (Egone, cit., p. 180) per potere “conservare” (da buoni “conservatori”) l’amicizia dei Troni con i quali lavoravano, prestando a interesse bancario … filantropicamente disinteressato.

In realtà anche Nathan, vivendo a Londra, non poteva inimicarsi il partito “liberale/liberista” britannico e non poteva, dunque, essere troppo conservatore, come avrebbe voluto il Metternich. Dunque, il “rivoluzionario” dei “Cinque Fratelli Scudi/Rossi” non era soltanto il francese James, data la situazione creatasi in Francia dopo Napoleone e Luigi XVIII (1814-1824), ma anche (e forse soprattutto) il britannico Nathan, che rappresentava l’ala più progressista della famiglia, la quale ha sempre pescato e prestato (“sunt idem”) a “destra” e a “sinistra”, non essendo - politicamente e ideologicamente - né di “destra” né di “sinistra”, ma essendo - finanziariamente - aperta e “trasversale” a “destra” e a “sinistra”, come si addice a ogni buona banca e a ogni “retro/loggia”, purché essa guadagnasse (molto pragmaticamente e per nulla ideologicamente) con la prima e con la seconda.

Intanto, il 7 aprile 1823, la Francia interveniva militarmente in Spagna, il primo Ministro francese, Villéle, sebbene “mostrasse una certa diffidenza verso i banchieri francofortesi, nei quali scorgeva soprattutto avidi cacciatori di denaro” (Egone, cit., p. 180), tuttavia, per poter muover guerra, doveva chiedere un buon aiuto finanziario a James Rothschild, proprio il “fratello ribelle”, che aveva patteggiato anche con i rivoluzionari spagnoli, finanziando pure loro, affinché potessero rovesciare la monarchia iberica. Ebbene, nessun problema, “poecunia non olet”, ora per James si trattava a) di prestare (a interesse) alla Francia, che si sarebbe rifatta sul Re di Spagna a guerra finita e b) di guadagnare sia con i monarchici sia con i repubblicani spagnoli. Bisognava pensare agli affari, non agli ideali, questa è la “filosofia” dei Rothschild; infatti, i “Cinque Fratelli” hanno trovato finalmente la vera “pietra filosofale” alchemica, tanto ricercata dai cabalisti ed esoteristi di ogni epoca, che tramuta il ferro in … vero oro: prestare a usura (moderata) a tutti i Re (come a tutti i nemici dei Re) per diventare, poi i “padroni economici dei Re di questo mondo” e … dei loro nemici.

Ecco dunque «il Villéle, sebbene indottosi con grave riluttanza a dipendere dai Rothschild; mentre, invece - come diceva lui stesso - sarebbe stato ben felice di “cavarsi dalle mani di quella gente”, tuttavia si trovava costretto a ricorre a loro per un prestito alla Francia di 23 milioni al 98%, come offrivano i Rothschild, essendo queste allora le migliori condizioni ottenibili sul mercato delle banche [o meglio dei “bankster” come diceva Ezra Pound, ndr]» (Egone, cit., p. 180); insomma … “sopra la banca la Patria campa, sotto la banca la Patria crepa”.

Inoltre, ci spiega Egone Conte Corti, “i Rothschild facevano tutto il possibile per estendere il mercato di questo prestito francese in tutta l’Europa” (cit., p. 181). Ecco come pian piano essi sono diventati i veri “padroni occulti” di tutta l’Europa e poi, nel secolo XX, anche degli Stati Uniti d’America (e dunque di tutto il mondo), che ora nel dopo-Trump (20 gennaio 2021) dovrebbero essere rimpiazzati dalla Cina, secondo le indicazioni date da Klaus Schwab a Davos il 27 gennaio 2021, da Bergoglio a Roma (assieme ai Rothschild e ai Rockefeller) il 20 dicembre 2020, non senza essersi prima accordato con Xi Jin Ping nell’autunno del 2020 (alla faccia del povero cardinale Zen).

Villéle, difronte alla dura realtà, “senza oro niente guerra / sine oro ullo bello”, dimenticava ogni “pregiudizio” e ogni “stereotipo”, rinunciava agli ideali e ai princìpi “rinunciabili” (i politici, dopo Machiavelli, hanno sempre avuto princìpi molto fermi, ma se qualcuno che contava non fosse stato d’accordo con essi, sarebbero stati sempre pronti a rivederli, anche se con molta fermezza) e si metteva (non solo lui, ma pure la Francia intera) nelle mani dei Rothschild, che sarebbero stati ancora una volta gli unici veri vincitori assoluti di tutte le guerre, i “Padroni dei padroni”, avendo prestato a tutti (vincitori e vinti) e non avendo perso neppure un solo uomo e un solo capello, nella “guerra dell’oro contro il sangue” … altrui ...

L’esercito francese arrivò a Cadice in Spagna, dove i rivoltosi avevano imprigionato il Re, ma non era affatto necessario attaccar battaglia, bastava “ungere” i rivoluzionari, non con la “grazia soprannaturalmente santificante”, ma con i “soldi materialmente edificanti” dei Rothschild, ed ecco che “miracolosamente” le porte del castello di Cadice si aprirono e, il 23 giugno del 1823, i Francesi poterono liberare il Re di Spagna.

“Il Re di Spagna” - scrive Egone Conte Corti - “doveva la sua liberazione dalle mani dei propri sudditi, appartenenti al partito liberale, soprattutto al potente aiuto economico di Casa Rothschild. Luigi Antonio di Borbone-Francia Duca d’Angoulême (in carica dal 1775 al 1830), che aveva assediato militarmente Cadice doveva alla medesima Casa se aveva potuto liberare il Re e rientrare vincitore a Parigi” (cit., p. 183).  Oramai i Rothschild spopolavano a Parigi, il “bel mondo” della nobiltà francese non li schivava più come faceva prima, ma accorreva alle feste che James dava nel suo bel palazzo al numero 40 di Rue Laffitte, che fu del Maresciallo Joseph Fouché, ove molti artisti erano accolti dal nuovo mecenate e filantropo, James Rothschild, al quale il Re francese conferì la “Croce … (ironia della sorte per un israelita) della Legion d’onore”.

Per non tediare eccessivamente il lettore mi fermo qui, la prossima puntata vedremo le gesta dei Rothschild a Vienna e a Francoforte nel 1823 e cercheremo di arrivare sino alla grande crisi economica del 1830, che attanaglierà l’Europa intera, mettendo un tantino in difficoltà (soltanto temporaneamente) persino i “Cinque Fratelli inseparati”.

d. Curzio Nitoglia

Fine Della Nona Puntata

Segue



[1] BRX = Bergoglio, Rothschild/Rockefeller, Xi Jin Ping.

[2] NOM = Nuovo Ordine Mondiale.

[3] Cfr. Klaus Schwab, The World Economic Forum And Transnational Networking, 2020; Id., Governare la quarta rivoluzione industriale, Milano, Franco Angeli, 2019; Klaus Schwab - Thierry Malleret, Covid-19: The Great Reset, Davos, Forum Publishing, 2020; I. Bifarini, Il Grande Reset. Dalla pandemia alla nuova normalità, Torrazza Piemonte, Proprietà Libraria Riservata, 2020; I. Auken, Benvenuti nel 2030, dove la proprietà privata e la privacy non esistono, Davos, World Economic Forum, 30 novembre 2016.

[4] La famiglia dei Rockefeller sembra avere lontane origini israelitiche. Secondo alcuni storici, anticamente, si sarebbe chiamata “Roggenfelder”, che deriverebbe da due parole di origine germanica: “Feld”, che significa “campo” e “Rohr” che vuol dire “canna o giunco”, in pratica “campo di canne”; di essa si trovano notizie già nel XVI secolo e sarebbe stata originaria della cittadina tedesca di Neuwied; nel 1722 con il nome attuale di Rockefeller si spostò dalla Germania nell’America del nord e precisamente nel New Jersey; tuttavia essa venne alla ribalta solo verso la metà dell’Ottocento, con John Davison Rockefeller (1830-1937). I Rockefeller s’imparentarono con i Morgan nel 1806, tramite gli Avery; mentre tramite i Davison, verso la fine dell’Ottocento, si sarebbero imparentati ai Meyer, agli Oppenheimer, ai Behrens e tramite loro, successivamente, anche con i Rothschild. Per altri autori invece il cognome Rockefeller sarebbe composto di due nomi: Roch o Aroch, che significa “capo, testa” e Feller, che significa “pellicciaio, lavorante di pellami”. Altri storici, infine, dicono che i Rockefeller non sarebbero geneticamente israeliti; tuttavia essi si sono certamente imparentati con i Rothschild, per cui i figli dei Rockefeller, che hanno sposato le figlie dei Rothschild, sono sicuramente israeliti. Cfr. P. Ratto, I grandi alleati dei Rothschild. Rockefeller e Warburg. Le famiglie più potenti della terra, Bologna, Arianna Editrice, 2019; Id. I Rothschild e gli altri, Bologna, Arianna Editrice, III ed., 2020). I due personaggi più noti al pubblico della famiglia Rockefeller sono John Davison Rockefeller III (1906-1978), che ha diretto la Rockefeller Foundation dal 1931 al 1970 e fu un membro importante del Council of Foreign Relation (CFR); tuttavia il grande “patriarca” della famiglia Rockefeller è David (1915-2017), cofondatore del Bilderberg Group e della Trilateral Commission, nonché Presidente del CFR dal 1970 al 1985 (cfr. D. Estulin, Il club Bilderberg, Bologna, Arianna Editrice, 2009).

[5] L’attuale Segretario del Partito Comunista Cinese, è nato a Pechino nel 1953 ed entrato attivamente nel vertice della politica cinese nel 1999.

[6] Recentemente è morto d’infarto a soli 54 anni Benjamin Rothschild. L’unica cosa che questa famiglia, la quale da sola possiede il 70% delle ricchezze del mondo intero, non sia riuscita ancora ad avere è l’immortalità. Ecco spiegata la smania attuale del “Transumanesimo” di trovare qualcosa che geneticamente, tramite l’intelligenza artificiale, dia l’immortalità all’élite o perlomeno una vita lunghissima e senza malanni o affanni; ma tutto ciò è una pura utopia, come quella di Icaro che voleva raggiungere il sole, volando con ali di piume tenute assieme dalla cera, la quale, però, si sciolse “al calor del sol” e il povero Icaro si schiantò “al sol”.

[7] I. Safarevic, Il socialismo come fenomeno storico mondiale, Mosca, 1977; tr. it., Milano, La Casa di Matriona, 1980; rist. Milano - Viterbo, Effedieffe, 1999.

[8] Gilad Atzmon, L’Errante. Chi? Un’inquietante introspezione nella psicologia ebraica, sine loco, Editore Zambon, 2012, p. 155. Vedi tutto il capitolo XIV, pp. 155-163.

[10] G. Atzmon, cit., p. 156.

[11] Uno dei due pensatori principali cui si rifà la Mont Pelerin Society è Charles-Alexis De Tocqueville (Parigi 1805 - Cannes 1859), che nella sua giovinezza, attorno al 1820, fu influenzato da Rousseau, Voltaire e Montesquieu, ma poi, andando negli Stati Uniti nel 1831, scrisse il famoso libro La democrazia in America, pubblicato in due parti, nel 1835 e nel 1840, in cui criticava gli eccessi della Rivoluzione francese e rivalutava quella americana, nel 1848 si avvicinò al Cattolicesimo/liberale, appoggiò la Repubblica Romana di Mazzini, Armellini e Saffi, schierandosi contro Pio IX).

Il secondo è lord John Emerich Edward Dalberg-Acton (1834-1902), un uomo politico liberale e uno storico di origine inglese, nato a Napoli, “convertito” al Cattolicesimo, tuttavia approdato, ben presto, al Cattolicesimo/liberale, scrisse molto su i rapporti tra Stato e Chiesa, nel solco della separazione tra le due società perfette di ordine temporale e spirituale. Egli entrò in contatto con Ignatz von Döllinger (1779-1890) a Monaco di Baviera nel 1850. Nel 1864 si schierò pubblicamente contro il “Sillabo” di Pio IX. Nel 1869 fu eletto alla Camera alta di Londra col titolo di lord Aldenham e venne a Roma al Concilio Vaticano I ove si schierò contro l’infallibilità pontificia; però a differenza di Ignaz von Döllinger (†1890), che si scisse da Roma nel 1871 fondando la setta dei “Vecchi Cattolici”, lord Acton non uscì dalla Chiesa, la quale aveva pur messo numerosi suoi scritti all’Indice nel 1870-71; tuttavia rischiò di essere scomunicato dal cardinale britannico, Manning, però il Vaticano preferì lasciar correre e minimizzare per non creare nuove frizioni con l’Inghilterra. Nel 1870 Acton rientrò in Inghilterra e insegnò a Cambridge a partire dal 1895, nel 1902 morì in Baviera a Tegernesse. Sono usciti postumi alcuni suoi scritti (v. Discorsi sulla Rivoluzione francese, 1906) in cui esponeva la sua teoria filosofica favorevole alla politica “liberal” degli Stati Uniti d’America, che avrebbe dovuto essere abbracciata anche dalla “Vecchia Europa”. In italiano sono stati scritti numerosi saggi su di lui dal professor Furio Ferraresi con l’Editrice “La Rosa” di Torino nel 2000 e con Laterza di Bari nel 2001.

Lord Acton, a sua volta, influenzò molto lord William Ewart Gladston (1809-1898), che fu un fiero avversario del Regno delle due Sicilie e dei Borboni. Carlo Alianello (La conquista del Sud, Milano, Rusconi, 1972) asserisce che il Gladston intervenne, per conto dell’Inghilterra e specialmente di lord Palmerson.

Lord Henry John Temple Palmerston (1784-1865), diresse la politica estera britannica per circa 40 anni, essendo stato Segretario agli Affari Esteri britannici dal 1824 al 1851 con qualche piccolo intervallo e poi Primo Ministro dal 1855 al 1865, anche lui era un politico di tendenza liberale e progressista (come Gladston e Acton), fautore di un interventismo britannico all’estero fortemente aggressivo e di un colonialismo molto poco umano - basti pensare che quando l’Inghilterra aggredì la Cina per la “Guerra dell’Oppio” (1840/42), il Ministro degli Esteri era proprio Palmerston, amico dei Kadoorie e dei Sassoon, di lord Acton e di lord Gladston, tutti “liberal”, progressisti e nemici giurati del conservatore Benjamin Disraeli (che fu a sua volta Primo Ministro britannico nel 1868 per un solo anno e poi dal 1874 al 1880). Palmerston, Acton e Gladston furono grandi stimatori di Edmund Burke, il teorico della “Rivoluzione … conservatrice” … (cui si sono ispirati i teo/conservatori statunitensi e anche italiani) e il propugnatore delle Rivoluzioni estere (oggi si direbbe “colorate” o “primaverili” …), favorite dall’Inghilterra in tutta Europa, come ad esempio il Risorgimento italiano. Palmerston interferì pesantemente nelle vicende dell’unificazione d’Italia, finanziando il cosiddetto Risorgimento in funzione antipapale e antiborbonica. Gli storici spiegano che, nell’Ottocento, la Gran Bretagna aveva il monopolio dello zolfo (che allora era l’equivalente del petrolio odierno) siciliano. Tuttavia, quando il Re delle Due Sicilie, nel 1816, escluse l’Inghilterra dallo sfruttamento monopolistico delle zolfatare sicule, affidandolo alla Francia, che pagava il doppio dell’Inghilterra; allora Palmerston riuscì a piegare la Francia a rompere il contratto con il Regno delle Due Sicilie e a ricomporlo con il Regno Unito. Infine, sempre Palmerston finanziò - con 3 milioni di Franchi francesi - l’impresa dei mille (1860/61) capitanata da Garibaldi, che passò lo Stretto di Messina e approdò a Marsala con il denaro dell’Inghilterra, la quale divenne così definitivamente l’usufruttuaria dello zolfo siciliano, … alla faccia dell’Unità d’Italia. (Cfr. Giuseppe Buttà, I Borboni di Napoli, Napoli, Tipografia del giornale “La Discussione”, 1877; Giacinto De Sivo, Storia delle Due Sicilie, Trieste, Brenner, 1868).

[12] Quest’ultimo ha preso la decisione di bombardare la Siria nel settembre del 2013; tuttavia con l’elezione di Trump nel 2016 alla Presidenza degli Usa, il lavoro di bombardiere è stato continuato sino a oggi da Israele, guidato da Bibi Netanyahu.

[13] Alan Greenspan è un economista statunitense, che ha ricoperto la carica di Presidente della Federal Reserve (Banca Centrale degli Usa) dal 1987 al 2006, durante le Presidenze di Reagan, Bill Clinton, Bush padre e figlio. Greenspan è nato il 6 marzo del 1926 a Manhattan, da Herbert Greenspan e Rose Goldsmith (entrambi di origine ebraica), fa parte del Partito repubblicano e dal 1982 al 1988 è stato Direttore del CFR.

[14] Cfr. A. Solgenitsin, Due secoli assieme, Parigi, Fayard, 2003; tr. it., Napoli, Controcorrente, 2007, 2° vol., Ebrei e Russi durante il periodo sovietico, in cui l’Autore documenta e prova la “preponderanza” dell’elemento ebraico nelle Rivoluzione sovietica, distinguendo bene “preponderanza” da “totalità”.

[15] Si noti l’affermazione di Milton Friedman, secondo cui la Chiesa ha “trattenuto” l’usura giudaica e non l’ha favorita come sostiene Pietro Ratto (I Rothschild, Bologna, Arianna Editrice, 2018). Quest’azione di “Kathékon”, “Qui detineat”, ossia “colui che trattiene”, impiegata da San Paolo (II Tess., II, 3-4), e giocata dalla Chiesa, a partire da Giovanni XXIII ha subìto un’inversione a 180 gradi, diventando evidente a tutti grazie alla recente riunione in Vaticano dei banchieri “inclusivi” e dal volto umano (Rothschild/Rockefeller), sotto la direzione di Bergoglio, che ha aperto pure le porte alla piena collaborazione dell’alta finanza e dell’ecumenismo panteistico del Pachamama con la Cina di Xi Jin Ping (“BRX”), che sta per rimpiazzare l’America come prima superpotenza mondiale, dando luogo al Nuovo Ordine Mondiale, condotto da una nuova Troika: Cina maoista/liberista; Alta Finanza dei Rothschild e Panteismo bergogliano.

[16] Cfr. A. Fumagalli, Creatività al potere. Da Hollywood alla Pixar, passando per l’Italia, Torino, Lindau, 2013.

[17] Ciò ha portato alla rottura dell’Antico Patto con Dio da parte degli Ebrei carnali e materiali e alla stipulazione di un Nuovo ed Eterno Patto di Dio con tutti gli uomini in Gesù Cristo, i quali aspirano al Regno dei Cieli e non al regno di questo mondo. Friedman evidenzia molto bene l’opposizione radicale tra Cattolicesimo, Talmudismo e Calvinismo, che oggi sta per essere rimpiazzato dal Maoismo/super-capitalistico. Il primo (Cattolicesimo romano) cerca innanzi tutto la gloria di Dio e l’aldilà senza disprezzare la materia, ma non dandole il primato; mentre, gli altri due: Giudaismo e Americanismo (come il Maoismo di Xi Jin Ping), vogliono la propria gloria e il regno nell’aldiquà, dando il primato alla materia e alle ricchezze temporali sino a negare lo spirito e l’aldilà. Quindi, asserisce Friedman, il capitalismo ha fatto prosperare l’Ebraismo ed ha impedito al Cattolicesimo romano e alle visioni del mondo non-ebraiche e autoritarie di trionfare e imporsi.

[18] La libertà - secondo la dottrina liberista - consiste: “nell’emancipazione e indipendenza dell’uomo da Dio, dalla società, dallo Stato, da Dio e dalla sua Chiesa. […]. Nella sfera sociale il Liberalismo si manifesta come Democrazia a oltranza (popolo sovrano), come Separatismo nei rapporti tra Chiesa e Stato (libera Chiesa in libero Stato), in materia di religione e di culto come Indifferentismo, in materia economica come Astensionismo dello Stato (lasciar fare all’iniziativa privata). […]. I Cattolici-liberali, cercarono di cristianizzare il Liberalismo, fondamentalmente avverso alla Religione rivelata, ma invano” (Pietro Parente, voce “Liberalismo”, in Dizionario di teologia dommatica, Roma, Studium, IV ed., 1957, p. 239-240, ristampa Effedieffe 2018).

[19] Il Magistero della Chiesa ha condannato costantemente, e quindi infallibilmente (v. Pio IX, Lettera Tuas libenter, 1863), il Liberalismo e il Cattolicesimo-liberale sin dal loro nascere (v. Gregorio XVI, Enciclica Mirari vos, 1832; Pio IX Enciclica Quanta cura con l’annesso Syllabus, 1864; Leone XIII, Enciclica Immortale Dei, 1885 e Libertas, 1888; Pio XI, Enciclica Quas primas, 1925; Pio XII, Discorso ai dirigenti del Movimento Universale per una Confederazione Mondiale, 6 aprile 1951; Id., Radiomessaggio al mondo intero, 24 dicembre 1944; Id., Discorso agli uomini di Azione cattolica, Nel contemplare”, 12 ottobre 1952; Id., Discorso al V Congresso Nazionale dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, “Ci riesce, 6 dicembre 1953).

[20] Cfr. Rom., XV, 9 : «Ti celebrerò tra le Nazioni pagane»; Apoc., XIV, 6 : «Un Vangelo eterno da annunziare ad ogni Nazione».

[21] G. Atzmon, L’Errante. Chi?, cit., pp. 155-163, passim.

[22] Cfr. Antonio Martino, Milton Friedman. Una biografia di un intellettuale, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2005.

[23] Edmund Burke fu un politico e un pensatore britannico, di origine irlandese ma anglicano praticante, pur se critico delle persecuzioni anticattoliche in Irlanda. Fu inoltre un convinto Whig (liberale) e un fermo avversario dei Tory (conservatori). Nacque il 12 gennaio 1729 a Dublino in Irlanda e morì il 9 luglio 1797 a Beaconsfield nel Regno Unito. Egli appoggiò le richieste delle Colonie americane contro il Re britannico Giorgio III; tuttavia fu molto critico anche verso gli eccessi della Rivoluzione francese, divenendo così uno dei principali esponenti del “Conservatorismo/liberale”, ossia di quella corrente di pensiero che rifiutando le esagerazioni della Rivoluzione francese del 1789, rivalutava la “Rivoluzione conservatrice”, cioè non tanto la cruenta “Prima Rivoluzione inglese” (1644-1649), quanto la pacifica “Gloriosa Seconda Rivoluzione inglese” (1688-1689). Egli fu iniziato alla Massoneria nel 1769 a Londra, nella Loggia Jerusalem n. 44 ma fu un severo censore del radicalismo degli Illuminati di Baviera che si erano scissi dalla Massoneria tradizionale.

[24] Paul Wolfowitz, Richard Perle, David Roomsfeld, Dick Cheney rappresentano “gli Dei della guerra preventiva democratico/americana”.

[25] Si veda il problema dei finanziamenti da parte dell’alta finanza ebraica della Rivoluzione bolscevica; per esempio, Jacob Schiff offrì 20 milioni di dollari a Lenin. Nel 1949, un anno dopo la sua morte, i bolscevichi hanno depositato nella sua Banca (Kuhn, Loeb & Company) 600 milioni di rubli (v. New York Journal American, 3 febbraio 1949).

[26] Cfr. Yair Sheleg, Ha’aretz 1 settembre 2006; v. http://www.haaretz.com/hasen/spages/757767.html

Cfr. Meron Rapport, Ha’aretz, 12 settembre 2006: «Comandante dell’esercito Israeliano: “abbiamo sganciato sul Libano oltre 1 milione di bombe a grappolo”» v. http://www.haaretz.com/hasen/spages/761781

[27] B. L. Madoff, detto Bernie, nato a New York il 29 aprile 1938, è un ex banchiere, condannato per una delle più grandi truffe finanziare della storia, era molto conosciuto nella Comunità ebraica di New York, è stato arrestato l’11 dicembre 2008 per un ammanco di circa 65 miliardi di dollari (corrispondenti a 60 miliardi di euro). In Italia la sua truffa ha coinvolto la banca Unicredit per un ammanco di 75 milioni di euro; in Gran Bretagna la HSBC ha perso circa un miliardo di dollari; la banca anglo/americana Fairfield Greewinch Group addirittura 7, 5 miliardi di dollari.

[28] Alan Greenspan impersona il nume del buon prestito a rischio, con interesse ultra-usuraio legalizzato.

[29] La Banca Centrale Europea è stata diretta, sino al 2019, da Mario Draghi, che, prima di esser nominato Presidente della Banca d’Italia, è stato un alto manager dalla banca ebraico-americana Goldman & Sachs.

[31] Aristotele e San Tommaso d’Aquino distinguono l’Economia o virtù di prudenza del focolare domestico, che regola i rapporti ad intra tra moglie, marito e figli e ad extra tra la famiglia e il risparmio per far quadrare il bilancio delle entrate e delle uscite, dalla Crematistica, Affaristica o Pecuniativa, che è l’arte di arricchirsi sempre più. Friedman non si è mai occupato della famiglia, anzi l’ha avversata essendo stato favorevole, da vero liberale/libertario, al divorzio, all’aborto, al libero amore e alla libera droga e all’arte di far spendere agli altri senza aver di che pagare e di arricchire se stessi mediante la banca e l’usura. Egli non può essere, perciò, definito un “economista”, ma più esattamente un “affarista” non nel senso spregiativo del termine, ma in quello etimologico e della filosofia perenne.

[32] La Ragioneria è la scienza che studia la regolamentazione delle funzioni amministrative e del controllo della contabilità di un’impresa, di un ente o di un’azienda. Friedman si è occupato di “teoria quantitativa monetaria” (Carlo D’Adda, Enciclopedia dell’Economia, Milano, Garzanti, 1992, voce “Friedman”, p. 513) e quindi non può essere chiamato filosofo, ossia colui che studia l’essere per partecipazione e risale all’Essere per essenza, ma “ragioniere” ossia chi si occupa e studia i conti e il valore della moneta, senza nessun disprezzo per i ragionieri, che se sono onesti tanto bene fanno alla Società civile.

[33] La guerra mondiale all’arabo/fascismo è iniziata l’11 settembre del 2001 con l’auto-attentato delle “Tre Torri Gemelle” come pretesto per aggredire l’Iraq, proprio come oggi (21 agosto 2013) si prende a pretesto per bombardare la Siria l’uso dei gas chimici fatto dai ribelli a svantaggio del regime di Bashar al-Assad.

[34] La crisi finanziaria è iniziata in Usa nel 2008 e si è riversata in Europa portandola a uno stato di miseria talmente grave, che potrebbe preludere ad una rivolta civile.

[35] I “teo/con” sarebbero i “neo/con” americani trapiantati in Italia, che correggono il neo conservatorismo liberale con un pizzico di “teo/logia”, ma kantiana e quindi soggettivisticamente modernista, come Marcello Pera e soci (v. Il Foglio di Giuliano Ferrara e Cristianità di Giovanni Cantoni, Massimo Introvigne, Marco Respinti e Marco Invernizzi).

[36] In ebraico la parola shoah significa “catastrofe” e non “olocausto” come oggi comunemente si dice.

[37] Cfr. Mt., IV, 1 ss.

[38] Cfr. I Giov., II, 16 e Rom., VII, 18 ss.

[39] Se i Rothschild hanno aperto una filale bancaria a Napoli, significa che la “capitale economica italiana”, allora (inizio del XIX secolo), non era Milano, neppure Roma, Torino o Firenze, ma Napoli; nell’arretratissimo e poverissimo Regno delle Due Sicilie …

[40] Si noti anche che, se - apparentemente - la decisione riguardo alle sorti della Spagna furono prese nel 1822 dall’Austria, dalla Francia, dall’Inghilterra e dalla Russia; in realtà, esse poterono essere attuate solo grazie al consiglio e all’aiuto disinteressatamente filantropico della Banca Rothschild …


 
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