le scrivo per farle notare, a proposito dell'abuso di potere sistematico della magistratura, l'intervista ad Antonio Ingroia a Ballarò:
Fondamentalmente non aggiunge nulla di nuovo a ciò che lei ha sempre sostenuto nei suoi articoli: tuttavia mi sorprende molto come questa risma di personaggi possa comparire in televisione, parlando molto spesso a nome della magistratura, ed esporre senza freno la loro visione del Diritto, distorto non in questioni di dettaglio, ma propriamente nelle sue millenarie fondamenta.
Io sono uno studente di ingegneria, perciò non ho conoscenze specifiche nel campo se non qualche infarinatura da letture di piacere, o addirittura da film hollywoodiani(di cui mi ha colpito molto "The Conspirator" di Robert Redford, che, qualora non l'avesse visto, glielo consiglierei).
Seguendo il discorso sul processo "presuntivo" con cui si intende perseguire l'evasione fiscale, un "Alto Commissariato"(la terminologia ricorda molto quella sovietica) avrebbe il potere di espropriare beni a presunti evasori, sui quali grava l'"onere della prova". Da profano, non vorrei sbagliarmi, ma nel diritto romano questo dovrebbe gravare sull'accusa, mentre per l'imputato si dovrebbe mantenere il principio della "presunzione di innocenza". Stando al discorso fatto da Ingroia l'ottica viene ribaltata completamente.
Qui non si tratta di sentenze di processi, né di corrispondenze private, ma di un magistrato, autoproclamatosi portavoce della propria categoria, che in una emittente pubblica manifesta di ignorare, forse volutamente, i principi del diritto. Dove sono i giuristi? Dov'è l'ordine degli avvocati? Non si è levata una sola dichiarazione di sdegno dai suoi colleghi per quella che dovrebbe essere, a mio parare, una lesione vera e propria dell'immagine della magistratura: altroché i manifesti sulle BR nelle procure!
Sono pronto a scommettere che all'interno di quella casta non è l'unico a sostenere questa forma di diritto sovietico.
Le porgo i miei Cordiali Saluti
Davide B.
Condivo tutte le sue domande: dove sono i giuristi? Gli avvocati? Dov’è il Consiglio Superiore della Magistratura? Temo la risposta: sono esattamente come Ingroia. Oltretutto la loro volontà di rovesciare l’onere della prova sull’accusato, deriva direttamente dalla loro incapacità, incompetenza e mancanza di voglia di faticare: io procuratore ti accuso, e poi le prove della tua innocenza le dai tu. Intanto ti metto in galera e ti sequestro i beni... È più comodo, le prove non devo trovarle io magistrato, che non so come fare. Infatti Ingroia ha fallito tutte le sue grandi inchieste. Della “trattativa Stato-mafia”, nonostante tutte le intercettazioni e il “pentito” Ciancimino che gli ha dato corda, non ha cavato un ragno dal buco. Effettivamente è diritto sovietico, ma qualcosa del genere ventilò, tempo fa anche Caselli: invitò gli avvocati a non esagerare nel difendere quelli che lui imputava, perché nelle cause di mafia, disse, “lo Stato è la parte debole”. Visto che lei è giovane, le dò un consiglio: esca al più presto da questo paese. Scelga la libertà.
Maurizio Blondet
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