Importanza della conferenza di Mons. Williamson sull’enciclica “Libertas” di Leone XIII
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Il 16 giugno del 2107 mons. Richard Williamson spiegherà a Roma, in Via Napoli 58 (angolo via Nazionale), alle ore 20.00 l’Enciclica Libertas di Leone XIII (20 giugno 1888)

Il tema è attualissimo. Infatti poter fare il male è un difetto della libera volontà umana, che per sé tende al bene.

Cos’è la libertà

Occorre distinguere la “LIBERTÀ FISICA”, che è l’assenza di costrizione nel corpo (son libero di muovermi o di restare fermo), dalla “LIBERTÀ PSICOLOGICA”, che è l’assenza di costrizione dell’anima razionale e libera, ossia è il libero arbitrio, che se viene utilizzato per il bene è vera “LIBERTÀ MORALE”, ma se è impiegato per il male è falsa libertà o “LICENZA” (o meglio licenziosità). Perciò la libertà è una facoltà (potenza o capacità) di agire, che di per sé tende al bene, ma l’uso (atto o azione) di tale capacità o facoltà, se è indirizzato al male, diventa una deficienza di libertà. Infatti fare il male è come essere malati, ossia è un segno che siamo in vita, ma è una deficienza di buona salute della vita (agire bene).

Il libero arbitrio o la libertà psicologica è la capacità di agire e di scegliere il bene, se sceglie il male rovina la natura della vera libertà. Quindi la libertà umana deve essere diretta dalla legge naturale e divina, che comanda il bene e condanna il male.

Quindi la vera libertà è nella scelta del bene. La libertà morale, che consiste nell’essere liberi o immuni da ogni costrizione (legge), in maniera assoluta esiste solo in Dio; invece nell’uomo c’è l’immunità da questa o quella legge, ma non da ogni legge (come vorrebbero falsamente i liberali). Quindi la libertà morale umana è limitata dalla legge divina e naturale. Perciò l’uomo può volere a suo arbitrio psicologicamente (fare il bene o il male) o fisicamente (muoversi o star fermo), mentre moralmente la sua libertà è subordinata alla legge naturale e divina e al fine ultimo della vita (buon uso del libero arbitrio)(1), altrimenti diventa licenza (cattivo uso del libero arbitrio).

Il male del mondo odierno è il liberalismo che confonde la libertà con la licenza di poter fare il male. La libertà non è più una facoltà o capacità della volontà umana, ma diventa il fine ultimo e assoluto dell’uomo. Per cui tutto è lecito, anche fare il male. Il bene diventa ciò che piace o fa comodo, la maggiorana fa le leggi anche se contrastano con quelle di Dio. Per esempio la libertà di professare ogni religione, anche quelle false, è una falsa e nociva libertà, che concede all’errore e al male un diritto che non hanno, al massimo l’errore e il male possono essere tollerati de facto e mai de iure, in ogni caso la tolleranza è un segno d’imperfezione e non un bene in sé, per esempio son costretto a tollerare il mal di denti sino a che non trovi il dentista che strappi il dente cariato e dolente.

Leone XIII insegna che la libertà è il dono più grande fatto all’uomo, che è un animale razionale e quindi libero poiché sorpassa la materialità. Purtroppo la nozione di libertà è stata totalmente distorta dalla filosofia moderna.

La nozione liberale della libertà conduce all’anarchia o per reazione ad essa alla tirannia.

Il Liberalismo si fonda sul falso concetto di libertà

Il Liberalismo ha tre gradi: 1°) “Liberalismo assoluto”, che rigetta totalmente Dio sia in privato che in pubblico; 2°) “Liberalismo moderato”, che rigetta Dio solo nella sfera pubblica (Liberalismo/cattolico), sicché in privato si può essere credenti, ma in pubblico no; 3°) “Liberalismo dal volto umano”, che accetta la Chiesa a condizione che essa si adatti e si aggiorni al mondo moderno, è la “mano tesa” dall’errore al Cristianesimo.

Il Liberalismo concepisce la libertà come indipendenza assoluta dell’uomo da ogni legge e da Dio e dello Stato dalla Chiesa. Da questo errore iniziale ne derivano altri: 1°) la “Democrazia moderna”, secondo cui la maggioranza stabilisce ciò che è bene o male a suo capriccio; 2°) il “Separatismo” tra Chiesa e Stato (“libera Chiesa in libero Stato”); 3°) l’ “Indifferentismo” in materia di religione e di culto (libertà per le false religioni, che al massimo possono essere tollerate in pratica e non per principio); 4°) l’ “Astensionismo” dello Stato in materia economica (“lasciar fare all’iniziativa privata” o individualismo assoluto liberista).

Nell’Ottocento in Francia si cercò di cattolicizzare il Liberalismo (Lamennais, Lacordaire, Montalembert…), ma la Chiesa intervenne, ammonì e poi condannò (Gregorio XVI, Enciclica Mirari vos, 1832; Pio IX, Enciclica Quanta cura e l’annesso Syllabus, 1864; Leone XIII, Encicliche Immortale Dei, 1885 e Libertas, 1888; Pio XI, Encicliche Quas primas, 1925 e Mortalium animos, 1928).

Conclusione

Mons. Williamson spiegherà l’Enciclica Libertas valendosi dei due Schemi a colori, i quali saranno proiettati su un maxi schermo.


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Vi consiglio di portare con voi gli schemi stampati, che vi aiuteranno a capire questi concetti e a tirare la lezione pratica che “bisogna fare il bene ed evitare il male”.

d. Curzio Nitoglia



1) Cfr. S. Tommaso d’Aquino, S. Th., I, q. 83.