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Ottusità di massa
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Piangono i TG: secondo l’ISTAT, la famiglia italiana mediana «deve campare con 1.900 euro» al mese. Vien da dire: ancora così tanto?

Siamo il popolo meno scolarizzato d’Europa, i nostri lavoratori per lo più hanno la licenza media; il numero dei laureati diminuisce rispetto alla popolazione (e che laureati sono, poi); le nostre burocrazie pubbliche sono le più costose e le meno efficienti; i nostri giovani sono di un’ignoranza abissale eppure rifiutano anche i posti di commesso, perchè bisogna lavorare il sabato; la popolazione attiva è nettamente inferiore a quella dei Paesi civili. Insomma, siamo già Terzo Mondo, e ancora, bene o male, strappiamo stipendi da primo mondo. Quanto può durare?

In Italia si fa ancora ciao ciao con la manina. Voglio dire: basta che una telecamera compaia a piazza Montecitorio, e dietro il giornalista si forma subito una folla che resta lì impalata, si sposta per far vedere la sua faccia a mamma e ai parenti a casa, impacciata e confusamente sorridente, o con il cipiglio, come i nostri bisnonni contadini di cent’anni fa davanti alla macchina dei dagherrotipi. E fa ciao con la manina.

E’ una cosa che non si fa più nemmeno in Africa: rivela menti provinciali, primitive, con ritardi abissali.

Non dico in Europa. Chiunque abbia viaggiato in Francia, Germania o Gran Bretagna ha la sensazione che tutto, lo Stato, i servizi pubblici, i notiziari  TV, la piccola gente comune, il panettiere e il barbiere, siano di qualche gradino (o tanti) superiore alla nostra: più responsabile e più istruita, più ben educata, più civile e servizievole.

Persino in USA, dove ci sono ignoranze immense, anche l’ignorante operaio edile è straordinariamente competente nel suo mestiere e sa parlarne con competenza; la barista part-time, che ha i suoi problemi, si accorge subito se sei in attesa e perspicace e intelligente - e inoltre sorridente, nonostante i suoi  problemi personali  - ti chiede in cosa possa servire.
No, non può durare. E infatti non dura. Ancora l’ISTAT informa: in soli sei anni, il nostro reddito è calato del 13% rispetto all’Europa. Ancora nel 2000 guadagnavamo il 4% in più, oggi il 9% in meno.

Ciò è inevitabile e perfettamente giusto: nel mondo, di ignoranti come noi ce ne sono un paio di miliardi, e sono disposti a lavorare per 100 euro. Senza fare gli schifiltosi. E non parliamo dei colti: ho appena conosciuto una badante bulgara che ha la laurea in psicologia. Lavora nel Viterbese senza lamentarsi, se non della ottusità dei suoi padroni (ricchi ristoratori) che non hanno un solo libro in casa e trattano lei come una selvaggia, con una maleducazione insultante.

Intravedo il titolo de La Stampa: «Italiani sempre più poveri» - perchè più ignoranti, doveva aggiungere. Certo, cominciamo a vedere l’effetto Prodi-Visco, l’ipertassazione e il peso accresciuto delle caste rapaci. Ma bisogna cominciare a guardare in faccia la realtà, sgradevole e disonorevole: è la nostra ottusità che ci sta facendo arretrare. Una ottusità specificamente italiana, che è diventata la nostra immedicabile attitudine nazionale. E che è incurabile perchè, solo qui, si rivendica il diritto all’ignoranza e all’ottusità.

Stiamo arretrando, sprecando risorse materiali e umane, perchè ogni gruppo o cosca o casta si aggrappa ottusamente a privilegi anche minimi, in secessione mentale dal resto della comunità, anche a prezzo, alla lunga, di perdere tutto. Il personale Alitalia è un chiaro esempio di questo particolarismo stupido fino al suicidio; aggrappato ai suoi privilegi insostenibili rispetto alla concorrenza, fino all’ultimo incapace di fornire un servizio o anche solo un sorriso, incompetente fino al ridicolo - e presto, finalmente, senza stipendio (la cordata, cari fancazzisti, non si forma).

Ma gli esempi sono infiniti, anche ai livelli presuntivamente alti: la cosca universitaria che ha strappato l’autonomia solo per truccare i concorsi, assegnare cattedre a parenti in micragnosi do-ut-des, e intanto abbandona la didattica e la ricerca a docenti a contratto che paga 3 mila euro l’anno - non è molto diversa, come ottusità autolesionista, dalle tifoserie che mettono a ferro e fuoco strade e piazze, picchiano e ammazzano gratuitamente.

I barricadieri di Napoli che gettano nella spazzatura la loro città, la sua fama e il suo turismo, sono un esempio di idiozia senza uguali nel pianeta, che fa vergogna alla presunta vispa intelligenza napoletana.

Sono stupidi gli aggressori gratuiti di extracomunitari; scambiano un romeno con un rom. Di una stupidità specifica, solo italiana per restrizione mentale e sovrappiù d’ignoranza, per primitivismo e arretratezza.

Ottuso, in questo modo specificamente italiano, è Berlusconi che per furbescamente salvare Rete4  regala una vittoria all’opposizione dopo solo 15 giorni di governo, rivelando lo sfaldamento iniziale della sua maggioranza, e peggio. Proprio mentre il suo chiaro dovere di governo sarebbe chiamare tutti a superare i loro particolarismi per il bene comune, egli si ritaglia un vantaggio particolare. I suoi ministri serii (Tremonti, Brunetta) hanno bisogno di eliminare sprechi e inefficienze della amministrazione pubblica, perchè i fondi aggiuntivi possono venire solo dalla sua razionalizzazione; devono perciò colpire interessi consolidati e privilegi indebili, in nome di un principio morale; e lui, il capo del governo, prova a mantenersi un privilegio indebito pro domo sua. Si può essere più ottusi? Ebbene sì, si può.

La magistratura napoletana, come sapete, ha messo agli arresti il personale del nuovo commissario alla monnezza Bertolaso; che esista uno stato d’eccezione evidente, che richiede misure d’eccezione, a quei magistrati non importa nulla. Loro non fanno parte dell’Italia ingolfata di rifiuti, ma di una Svezia ideale, da raccolta differenziata e linda: incriminano dirigenti che - data l’emergenza - aprono le ecoballe e le mandano in discarica senza tante storie. Omissione d’atti d’ufficio, falso in atto pubblico eccetera: ogni dirigente che voglia far qualcosa in Italia si macchia di almeno questi due «reati», il rispetto assoluto delle procedure burocratiche essendo fatto apposta per giustificare il far nulla.

«Applichiamo solo la legge», dicono i giudici; ovviamente non è vero, per 15 anni non hanno applicato alcuna legge, quando governava la sinistra. Lo fanno adesso perchè governa Berlusconi, perchè Bertolaso è efficiente, e - soprattutto - perchè per l’emergenza il governo ha provato a creare una superprocura ad hoc, sottraendo ai giudici ordinari (e inadempienti) la «competenza»: la casta s’è sentita scavalcata, ed ha reagito. Usando la «legge» esattamente come la camorra usa l’intimidazione e gli incendi dei cassonetti.

Ancora una volta: è la difesa di proprie prerogative e privilegi spinta fino alla rovina, all’autolesionismo - perchè dopotutto, nella rumenta fino al collo ci stanno anche loro, devono lavorare in ufficetti luridi dove manca la carta e la fotocopiatrice è guasta. Non si può chiamare che ottusità. Ciò che la rende specificamente italiana, è che questa ottusità non si vergogna di rivelare la propria mancanza d’intelletto e la propria meschinità morale, la propria piccolezza di vedute, la propria imprevidenza: anzi la ostenta. Solo da noi la casta giudiziaria può, a norma di legge, dare un contributo decisivo all’inciviltà generale.

C’è un rimedio? Certo che c’è. Essere ottusi fino alla propria rovina non è un destino: è la scelta deliberata della via facile, l’adesione ai propri interessi più prossimi e immediati  a scapito di quelli generali.   La cura sarebbe il contrario: stare in guardia, ciascuno, contro i propri istinti incivili, cogliere ogni occasione per imparare da chi ne sa di più anzichè deriderlo, recuperare la dignità del ragionare di larghe vedute contro la «furbizia» di cui ci vantiamo. Dobbiamo imparare le virtù che ci mancano. E qui sorgono le difficoltà.

Da una parte, ci manca la pressione obbligante di una classe dirigente «esigente», cioè moralmente qualificata ad esigere dalla gente di migliorarsi. Dall’altra, c’è la corale chiusura mentale di massa, la presunzione accecata di saperne già anche troppo, di fare anche troppo. Lo vedo anche nelle mail che ricevo. Non in tutte per fortuna, ma in troppe.

Questo sito, che già in qualche modo seleziona, è letto da troppe persone di cui salta agli occhi la mancanza di cultura generale, di attitudine ad interrogarsi, a imparare, ad avere flessibilità e apertura mentale. Troppa gente è ormai incapace di eseguire quel vecchio e facile gioco della Settimana Enigmistica: unire i puntini numerati per far risaltare una figura complessa. Riporto qui una mail come esempio di ciò che intendo. Le minuscole e la punteggiatura sono quelle originali:

«mi scusi ma lo sa che sono almeno 6 anni (diconsi sei anni) che lei e i personaggi che prende a riferimento giornalisti del W.p. e h.t., dite che gli usa atteccheranno l’iran, beh prima o poi succederà se non altro per farvi contenti. va bene fare controinformazione, però usare sempre toni catastrofistici alla lunga si perde di credibilità non trova? sempre complotti sempre sotterfugi, sempre manovre oscure, si parla crolli di borsa, crolli dei mercati, fallimenti bancari, iper inflazione, mah sinceramente sente queste cose da decenni, ma poi siamo sempre qui a raccontarcele, per lei che è fervente cattolico è un po come la fine dei tempi, prima o poi arriverè».

Il peggio qui non è l’imprecisione, il pressapochismo della scrittura, la vacuità mentale. Il peggio vero, rovinoso per chi scrive, è questo: che costui crede che in questi sei anni non sia successo niente di ciò che abbiamo previsto con molto anticipo, perchè «siamo sempre qui a raccontarcele». Che il petrolio sia passato da 27 a 140 dollari il barile, il che cambia per sempre il nostro sistema di vita; che ci siano in corso due guerre con truppe nostre; che effettivamente i mercati siano crollati  e grandi banche davvero siano fallite; ed effettivamente sia già in atto l’inflazione (i prezzi di alimentari e gasolio dovrebbero dirgli qualcosa) - e che tutte le crisi stiano convergendo in una colossale crisi sistemica, a lui non consta. E chi lo segnala, esercitando una capacità di previsione che a lui manca per ignoranza, fa solo «catastrofismo», anche se magari è uno dei tanti che hanno visto calare il loro potere d’acquisto di 13 punti rispetto alla media europea.

Non è capace, per mancanza di fantasia, nemmeno di imparare sulla propria carne: giorno per giorno si adatta - ci adattiamo - a una vita sempre più misera, ogni giorno meno ambiziosa e con meno possibilità. Questo lettore non sa connettere i puntini, e questo non sarebbe il peggio - possiamo farlo per lui, aiutarlo. Ma il peggio è la sua aria di sufficienza, il suo non riconoscere a nessun altro alcuna superiorità su di lui.

E questo a rendere incurabile l’ignoranza, e quella specifica ottusità italiana: l’indocilità, ossia il rifiuto di imparare - di migliorare - proclamato come diritto.


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