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Sionismo e Terzo Reich (seconda parte)
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L’Accordo sul Trasferimento

La parte centrale della collaborazione Tedesco-Sionista durante l’era hitleriana fu l’Accordo sul Trasferimento, un patto che permise a decine di migliaia di Ebrei tedeschi di emigrare in Palestina con la loro ricchezza.

L’Accordo, noto anche come l’ Haavara (parole ebrea per «transfer»), fu concluso nell’agosto del 1933 a seguito di dialoghi tra gli ufficiali tedeschi e Chaim Arlosoroff, segretario politico dell’Ente (Agency) Ebraico, il centro palestinese della Organizzazione Mondiale Sionista. (32)

Attraverso questo insolito accordo, ogni Ebreo diretto in Palestina depositava denaro in un conto speciale in Germania. Il denaro fu usato per acquistare attrezzi agricoli fatti in Germania, materiale da costruzione, pompe, fertilizzanti etc che  furono esportati in Palestina e là venduti dalla Società Haavara di proprietari ebrei in Tel-Aviv.

Il denaro derivante dalle vendite veniva dato all’emigrante ebreo, al suo arrivo in Palestina, in un importo corrispondente al suo deposito in Germania. Attraverso l’Haavara si riversarono in Palestina merci tedesche che in breve tempo vennero integrate con un accordo- baratto per cui le arance della Palestina venivano scambiate contro mattoni tedeschi, automobili, macchinari agricoli ed altre merci.

L’Accordo quindi servì allo scopo sionista di portare coloni ebrei e capitale di sviluppo in Palestina e simultaneamente all’obiettivo tedesco di liberare il Paese da un gruppo estraneo indesiderato.

Alcuni delegati presenti al Congresso Sionista di Praga nel 1933 dibatterono con vigore  i meriti dell’Accordo. Alcuni temettero che il patto avrebbe minato il boicottaggio economico degli Ebrei internazionali contro la Germania. Ma ufficiali sionisti rassicurarono il Congresso.

Sam Cohen, una figura chiave dietro gli accordi Haavara, sottolineò come l’Accordo non fosse vantaggioso economicamente per la Germania. Arthur Ruppin, uno specialista della emigrazione della Organizzazione Sionista, che aveva contribuito a negoziare il patto, fece rilevare come «l’Accordo per il Trasferimento (Transfer Agreement) non interferisse in nessun modo con il movimento del boicottaggio, poiché nessuna nuova valuta sarebbe fluita in Germania come risultato dell’Accordo»(33)

Il Congresso Sionista del 1935, che ebbe luogo in Svizzera, siglò in modo schiacciante il patto. Nel 1936, l’Ente Ebraico – Jewish Agency-  (il «governo ombra» sionista in Palestina) prese il controllo diretto  dell’ Ha’avara, cosa che rimase effettiva fino a che la Seconda Guerra mondiale impose il suo abbandono.

Alcuni funzionari Tedeschi si opposero all’accordo. Il Console generale tedesco a Gerusalemme, Hans Döhle, per esempio, criticò aspramente l’Accordo in varie occasioni durante il 1937. Sottolineò quanto esso costasse alla Germania valuta estera, valuta che i prodotti esportati in Palestina attraverso il patto avrebbero portato, se fossero stati venduti altrove.

La vendita di merci tedesche verso la Palestina col monopolio Haavara attraverso l’Ente Ebraico naturalmente fece arrabbiare gli uomini d’affari tedeschi e gli Arabi della zona. Il sostegno ufficiale tedesco al Sionismo poteva portare ad una perdita di mercati tedeschi nel mondo arabo. Anche il governo britannico si risentì dell’accordo. (34)

Un bollettino interno del Ministero degli Esteri del giugno 1937 riferiva dei «sacrifici di valuta estera» che risultavano dall’Haavara. (35)

Un memorandum interno del dicembre 1937 del Ministero degli Interni tedesco fece una revisione sul forte effetto dell’Accordo per il Trasferimento: « Non c’è dubbio che l’intesa Haavara abbia contribuito in modo estremamente significativo allo sviluppo molto rapido della Palestina dal 1933. L’Accordo non solo ha fornito la fonte più grande di denaro (dalla Germania!) ma anche il gruppo di immigranti più intelligente ed infine portò al Paese le macchine e i prodotti industriali per lo sviluppo».

« Il maggior vantaggio del patto – riportava il memorandum-  è stata l’emigrazione di un gran numero di Ebrei in Palestina, che per quanto riguarda la Germania è il Paese più favorevole per questo obbiettivo».

Ma il documento anche notava gli importanti lati negativi evidenziati dal Console Döhle e dagli altri. Il Ministro degli Interni – proseguiva- aveva concluso che gli svantaggi dell’Accordo ora superavano di gran lunga i vantaggi e che, quindi, doveva essere terminato. (36)

Solo un uomo poteva risolvere la controversia. Hitler in persona fece una revisione della politica nel luglio e settembre 1937 e di nuovo nel gennaio 1938 ed ogni volta decise di mantenere l’accordo Haavara. L’obiettivo di rimuovere gli Ebrei dalla Germania- concluse- giustificava gli svantaggi. (37)

Il Ministero dell’Economia del Reich fu di aiuto nell’organizzare un’altra Società di Trasferimento: la International Trade and Investment Agency (l’Ente di Commercio Internazionale e di Investimento) o Intria, tramite la quale degli Ebrei in Paesi stranieri potevano aiutare gli Ebrei tedeschi ad emigrare in Palestina. (38)

Altri Paesi europei smaniosi di incoraggiare l’emigrazione ebrea conclusero accordi con i Sionisti, sul modello di Ha’avara. Nel 1937 la Polonia autorizzò la Società per il Trasferimento Halifin (in polacco= scambio)

Nella tarda estate del 1939, la  Cecoslovacchia,  la Romania, l’Ungheria e l’Italia avevano firmato simili accordi. Lo scoppio della guerra nel settembre 1939, tuttavia,  impedì un’implementazione su larga scala di questi accordi. (39)

Le conquiste dell’ Haavara 

Tra il 1933 e il 1941, circa 60.000 Ebrei tedeschi  emigrarono in Palestina attraverso l’ Ha’avara ed altri accordi tedesco-sionisti, ovvero il 10 per cento della popolazione ebraica della Germania del 1933. (Questi Ebrei tedeschi costituivano ca il 15 percento della popolazione ebraica nella Palestina del 1939)

Alcuni emigrati Ha’avara trasferirono considerevole ricchezza personale dalla Germania alla Palestina. Come ha notato lo storico ebreo Edwin Black: «Molte di queste persone, specialmente alla fine degli anni ’30, avevano il permesso di trasferire vere repliche delle loro case e aziende – proprio repliche della loro stessa  esistenza». (40)

L’importo totale trasferito dalla Germania alla Palestina, attraverso l’ Ha’avara, tra l’agosto 1933 e la fine del 1939, fu di 8.1 milioni di sterline o 139.57 milioni di marchi tedeschi (l’equivalente di più di 40 milioni di dollari). Questo importo includeva 33.9 milioni di marchi (13.8 milioni di dollari) forniti dalla Reichsbank (banca del Reich) in relazione all’Accordo. (41)

Lo storico Black ha stimato che un’ addizionale  di 70 milioni di dollari è probabile sia fluita in Palestina  attraverso accordi commerciali corollari della Germania e speciali transazioni bancarie internazionali

I fondi tedeschi avevano un forte impatto su un paese sottosviluppato come era la Palestina degli anni ’30- ha sottolineato.

Molte e rilevanti imprese industriali furono costruite con il capitale dalla Germania, inclusi gli impianti idrici Mekoroth e l’azienda tessile Lodzia.  L’influsso dei beni di Ha’avara e del capitale, concluse Black, «produsse una esplosione economica nella Palestina ebrea» e fu «un fattore indispensabile nella creazione dello Stato di Israele.» (42)

L’Accordo Ha’avara contribuì enormemente allo sviluppo ebreo in Palestina, cosi indirettamente alla fondazione dello Stato di Israele.

Una circolare del Ministero degli Esteri tedesco del gennaio 1939 riportava, con qualche timore, che «il trasferimento della proprietà ebrea fuori dalla Germania [attraverso l’accordo Ha'avara] contribuiva non poco alla costruzione di uno Stato ebreo in Palestina. (43)

Ex funzionari della Società Ha’avara in Palestina confermarono questa visione in uno studio dettagliato  dell’Accordo di Trasferimento, pubblicato nel 1972: «L’attività economica resa possibile dal flusso di capitale tedesco e i trasferimenti Haavar  ai settori pubblici e privati furono di massima importanza per lo sviluppo del Paese. Molte nuove industrie e imprese commerciali vennero fondate nella Palestina ebrea e numerose società che sono grandemente importanti persino oggi nell’economia dello Stato di Israele, devono la loro esistenza all’Haavara.» (44)

Il Dr. Ludwig Pinner, un funzionario della Società Ha’avara a Tel Aviv durante gli anni ‘30, successivamente commentò che gli immigrati Ha’avara, eccezionalmente competenti, contribuirono in modo decisivo allo sviluppo sociale, economico, culturale e scolastico della comunità ebraica di Palestina. (45)

L’Accordo per il Trasferimento fu l’esempio più vasto di cooperazione tra la Germania di Hitler e il Sionismo Internazionale.

Attraverso questo patto, il terzo Reich di Hitler  fece più di ogni altro governo durante gli anni ’30, per sostenere lo sviluppo ebreo in Palestina.

I Sionisti offrono Alleanza Militare ad Hitler 

Nei primi di gennaio del 1941 una organizzazione sionista, piccola ma importante, presentò una proposta formale ai diplomatici tedeschi a Beirut, per una alleanza politico-militare con la Germania in guerra. La proposta fu fatta dalla base radicale «Fighters for the Freedom of Israel,» (Combattenti per la Libertà di Israele), meglio nota come la Gang Stern o Lehi.

Il suo leader,  Avraham Stern, aveva da poco rotto con i nazionalisti radicali del  «National Military Organization» – Organizzazione Militare Nazionale- (Irgun Zvai Leumi) sull’atteggiamento del gruppo verso la Gran Bretagna, che in effetti aveva messo all’indice un ulteriore insediamento ebreoin Palestina. Stern considerava la Gran Bretagna come il maggior nemico del Sionismo.

Questa notevole proposta sionista «per la soluzione della questione ebraica in Europa e la partecipazione attiva alla NMO [Lehi] in guerra accanto alla Germania», vale la pena che venga menzionata: (46)

Nei loro discorsi ed affermazioni, gli statisti più importante della Germania Nazionalsocialista hanno spesso enfatizzato come un Nuovo Ordine in Europa richiedesse come perquisito una soluzione radicale della questione ebraica, a mezzo di una evacuazione («Una Europa libera da Ebrei» - «Jew free Europe»)

L’evacuazione delle masse ebree dall’Europa è una precondizione per risolvere la questione ebraica. Tuttavia il modo in cui può essere totalmente realizzata è attraverso l’insediamento di queste masse nella patria del popolo ebreo, la Palestina e con lo stabilire uno stato ebraico nei suoi confini storici.

L’obbiettivo della attività politica e degli anni di lotta del «Movimento Libertà per Israele» - the Israel Freedom Movement-, l’Organizzazione Militare Nazionale  in Palestina (Irgun Zvai Leumi), è di risolvere il problema ebraico in questo modo e cosi liberare completamente e per sempre il popolo ebraico.

La  NMO ( l’Organizzazione Militare Nazionale), molto in sintonia con la volontà del governo del Reich Tedesco e i suoi funzionari nei confronti delle attività sioniste all’interno della Germania e il programma di emigrazione sionista, prende visione che:

1. Possono esistere interessi comuni tra un Nuovo Ordine Europeo basato sul concetto Tedesco e le aspirazioni autenticamente nazionali del popolo ebraico, come impersonificato dalla NMO

2.E’ possible la cooperazione tra la Nuova Germania ed una comunità ebraica rinnovata e di popolo [Hebr_ertum ].

3. L’instaurazione dello storico stato ebraico su una base nazionale e totalitaria, unito da un trattato con il Reich Tedesco, sarebbe nell’interesse di mantenere e rafforzare la posizione di potere della futura Germania nel vicino Oriente.

Sulla base di queste considerazioni e alla condizione che il Reich Tedesco riconosca le aspirazioni nazionali del  Movimento Libertà per Israele sopramenzionato, l’NMO in Palestina si offre di prendere parte attivamente nella guerra a fianco della Germania.

Questa offerta dell’NMO potrebbe includere attività militare politica e informative all’interno della Palestina e, dopo certe misure organizzative, anche all’esterno. Inoltre gli Ebrei di Europa sarebbero addestrati militarmente ed organizzati in unità militari sotto la guida e il comando della NMO. Potrebbero prendere parte ad operazioni di combattimento allo scopo di conquistare la Palestina, se dovesse venire formato questo fronte.

La partecipazione indiretta del Movimento Libertà per Israele –NMO- nel Nuovo Ordine della Europa,  già nello stato preparatorio, unito ad una soluzione radicalmente positive del problema degli Ebrei Europei sulla base delle aspirazioni nazionali del popolo ebreo sopramenzionato, rafforzerebbe enormemente la fondazione morale del Nuovo Ordine agli occhi di tutta la umanità.

La cooperazione del Movimento Libertà per Israele –NMO  sarebbe anche conforme al discorso recente del Cancelliere del Reich Tedesco,  in cui Hitler sottolineò che avrebbe utilizzato qualsiasi combinazione e coalizione per poter isolare e sconfiggere l’Inghilterra.

Non c’è traccia di una risposta tedesca. Molto improbabile che ci fosse comunque una accettazione di questo perchè a questo punto la politica della Germania era decisamente pro-araba. (47)

E’ degno di nota che il gruppo di Stern cercasse di concludere  un patto con il Terzo Reich in un tempo in cui circolavano già ampiamente le storie per cui Hitler fosse incline a sterminare gli Ebrei.

Apparentemente Stern o non credeva a quelle storie oppure era desideroso di collaborare con il nemico mortale del suo popolo per favorire la costruzione di uno stato ebreo. (48)

Un membro importante del Lehi (ovvero gruppo Stern) nel tempo in cui il gruppo fece la sua offerta, fu Yitzhak Shamir, che successivamente prestò servizio come  Ministro degli Esteri di Israele e quindi, a lungo negli anni ’80 e fino a giugno1992, come Primo Ministro.
In qualità di capo delle operazioni del Lehi, postumo alla morte di Stern nel 1942, Shamir organizzò numerosi atti di terrore incluso l’assassinio nel novembre del 1944, di Lord Moyne, Ministro Britannico del Medio Oriente e nel settembre 1948 quello del mediatore svedese delle Nazioni Unite, Conte  Bernadotte

Anni dopo, quando a Shamir fu chiesto in merito all’offerta del 1941, egli confermò di sapere della alleanza proposta dalla sua organizzazione alla Germania in guerra. (49)

Conclusioni 

Nonostante l’ostilità di fondo  tra il regime di Hitler e la comunità ebraica internazionale, gli interessi dei Sionisti Ebrei e Nazionalsocialisti Tedeschi coincisero per molti anni.

In collaborazione con i Sionisti per una soluzione umana e reciprocamente desiderabile di un problema complesso, il Terzo Reich era disposto a  fare sacrifici negli scambi esteri,  deteriorare le relazioni con la Gran Bretagna  e irritare gli Arabi. Durante gli anni ’30,  veramente nessuna nazione fece di più per promuovere sostanzialmente gli obiettivi ebreo-sionisti di quanto fece la Germania di Hitler.

(fine)

By Mark Weber

Fonte > Institute for Historical Review

Traduzione Cristina Bassi (www.thelivingspirits.net)

 


Note

32.On the Agreement in general, see: Werner Feilchenfeld, et al., Haavara-Transfer nach Palaestina (Tübingen: Mohr/Siebeck, 1972).; David Yisraeli, "The Third Reich and the Transfer Agreement," Journal of Contemporary History (London), No. 2, 1971, pp. 129-148.; "Haavara," Encyclopaedia Judaica (1971), vol. 7, pp. 1012-1013.; F. Nicosia, The Third Reich and the Palestine Question (Austin: 1985), pp. 44-49.; Raul Hilberg, The Destruction of the European Jews (New York: Holmes and Meier, 1985), pp. 140-141.; The Transfer Agreement, by Edwin Black, is detailed and useful. However, it contains numerous inaccuracies and wildly erroneous conclusions. See, for example, the review by Richard S. Levy in Commentary, Sept. 1984, pp. 68-71.

33.E. Black, The Transfer Agreement (1984), pp. 328, 337.

34.On opposition to the Haavara in official German circles, see: W. Feilchenfeld, et al., Haavara-Transfer nach Palaestina (1972), pp. 31-33.; D. Yisraeli, "The Third Reich," Journal of Contemporary History, 1971, pp. 136-139.; F. Nicosia, The Third Reich and the Palestine Question, pp. 126-139.; I. Weckert, Feuerzeichen (1981), pp. 226-227.; Rolf Vogel, Ein Stempel hat gefehlt (Munich: Droemer Knaur, 1977), pp. 110 ff

35.W. Feilchenfeld, et al., Haavara-Transfer (1972), p. 31. Entire text in: David Yisraeli, The Palestine Problem in German Politics 1889-1945 (Israel: 1974), pp. 298-300.

36.Interior Ministry internal memo (signed by State Secretary W. Stuckart), Dec. 17, 1937, in: Helmut Eschwege, ed., Kennzeichen J (Berlin: 1966), pp. 132-136.

37.W. Feilchenfeld, et al, Haavara-Transfer (1972), p. 32.

38.E. Black, Transfer Agreement, pp. 376-377.

39.E. Black, Transfer Agreement (1984), pp. 376, 378.; F. Nicosia, Third Reich (1985), pp. 238-239 (n. 91).

40.E. Black, Transfer Agreement, p. 379.; F. Nicosia, Third Reich, pp. 212, 255 (n. 66).

41.W. Feilchenfeld, et al., Haavara-Transfer, p. 75.; "Haavara," Encyclopaedia Judaica, (1971), Vol. 7, p. 1013.

42.E. Black, Transfer Agreement, pp. 379, 373, 382.

43.Circular of January 25, 1939. Nuremberg document 3358-PS. International Military Tribunal, Trial of the Major War Criminals Before the International Military Tribunal (Nuremberg: 1947-1949), Vol. 32, pp. 242-243.

44.Werner Feilchenfeld, et al., Haavara-Transfer nach Palaestina (Tübingen: Mohr/Siebeck, 1972). Quoted in: Ingrid Weckert, Feuerzeichen (Tübingen: Grabert, 1981), pp. 222-223.

45.W. Feilchenfeld, et al., Haavara-Transfer nach Palaestina (1972). Quoted in: I. Weckert, Feuerzeichen (1981), p. 224.

46.Original document in German Ausw_rtiges Amt Archiv, Bestand 47-59, E 224152 and E 234155-58. (Photocopy in author's possession).; Complete original German text published in: David Yisraeli, The Palestine Problem in German Politics 1889-1945 (Israel: 1974), pp. 315-317. See also: Klaus Polkhen, "The Secret Contacts," Journal of Palestine Studies, Spring-Summer 1976, pp. 78-80.; (At the time this offer was made, Stern's Lehi group still regarded itself as the true Irgun/NMO.)

47.Arab nationalists opposed Britain, which then dominated much of the Arab world, including Egypt, Iraq and Palestine. Because Britain and Germany were at war, Germany cultivated Arab support. The leader of Palestine's Arabs, the Grand Mufti of Jerusalem, Haj Amin el-Husseini, worked closely with Germany during the war years. After escaping from Palestine, he spoke to the Arab world over German radio and helped raise Muslim recruits in Bosnia for the Waffen SS.

48.Israel Shahak, "Yitzhak Shamir, Then and Now," Middle East Policy (Washington, DC), Vol. 1, No. 1, (Whole No. 39), 1992, pp. 27-38.; Yehoshafat Harkabi, Israel's Fateful Hour (New York: Harper and Row, 1988), pp. 213-214. Quoted in: Andrew J. Hurley, Israel and the New World Order (Santa Barbara, Calif.: 1991), pp. 93, 208-209.; Avishai Margalit, "The Violent Life of Yitzhak Shamir," New York Review of Books, May 14, 1992, pp. 18-24.; Lenni Brenner, Zionism in the Age of the Dictators (1983), pp. 266-269.; L. Brenner, Jews in America Today (1986), pp. 175-177.; L. Brenner, "Yitzhak Shamir: On Hitler's Side," Arab Perspectives (League of Arab States), March 1984, pp. 11-13.

49.Avishai Margalit, "The Violent Life of Yitzhak Shamir," New York Review of Books, May 14, 1992, pp. 18-24.; Lenni Brenner, Zionism in the Age of the Dictators (1983), pp. 266-269.; L. Brenner, Jews in America Today (1986), pp. 175-177.; L. Brenner, "Skeletons in Shamir's Cupboard," Middle East International, Sept. 30, 1983, pp. 15-16.; Sol Stern, L. Rapoport, "Israel's Man of the Shadows," Village Voice (New York), July 3, 1984, pp. 13 ff.


 
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