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Corona è in galera. E Mussari, perché no? E Draghi, Monti, D’Alema sono a piede libero
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Se qualcuno insinua che i rapporti fra Montepaschi e il PD siano men che onesto, «Li sbraniamo», ha minacciato Bersani. Ti piace vincere facile, eh, Segretario? Mica hai alle calcagna dei procuratori come la Boccassini, che ha fatto il diavolo a quattro bruciando le tappe per ottenere una condanna di Berlusconi prima delle elezioni. Tu, e il tuo PD, potete contare su pubblici accusatori pieni di delicatezza, di tatto e di riserbo. E senza fretta. Son già 5 anni (cinque) che si sa che Mussari, con Montepaschi, ha comprato Antonveneta pagandola 9 miliardi quando ne valeva 6, e dunque che qualcosa puzzava: qualcosa di grosso, miliardi spariti. Ma solo adesso i procuratori di Siena, Grosso e Nastasi, hanno aperto il fascicolo, dopo le notizie giornalistiche su quel tesoretto di 2 miliardi di euro parcheggiati in una banca londinese, «l’incongruo e mai giustificato sovraprezzo per l’acquisto di Antonveneta con cui sfamare gli appetiti della politica», secondo Repubblica. Senza fretta, per non turbare le elezioni politiche. Esemplare comportamento di neutralità dell’ordine giudiziario, una volta tanto.

I due pm hanno addirittura affisso un cartello sulla porta dell’ufficio. massimo riserbo:

Il procuratore e i sostituti procuratori non rilasceranno dichiarazioni in relazione alle indagini in corso

Siamo sicuri che, stavolta, non ci saranno fughe di notizie spifferate alla stampa, verbali completi d’interrogatorio che cadono non si sa come nelle mani di giornalisti amici della procura, né tantomeno golose e piccanti intercettazioni magari senza rilievo penale ma sputtananti per gli intercettati, e propalate da Repubblica o Il Fatto. Questo silenzio è bello, nobile e degno della maestà della Giustizia italiana.

Facciamo solo notare che Fabrizio Corona, quel paparazzo palestrato è un po’ mascalzone, sta in galera, con condanna di 7 anni e 10 mesi, per una tentata estorsione contro un calciatore che nemmeno s’è querelato; estorsione ammontante – certo le vostre signorie giudiziarie sorrideranno – a 27 mila euro. Ora, Mussari ha fatto sparire 2 mila milioni di euro; possiamo sperare, per la proporzione, nell’ergastolo?

Sembra inoltre che questi 2 miliardi («la madre di tutte le tangenti» secondo Repubblica), siano rientrati in Italia grazie alla «sequenza di scudi fiscali, ai suoi diretti beneficiari o intermediari. Politici, appunto. Banchieri. Manager». Ma quanto ci ha rotto i timpani la Sinistra morale, contro gli scudi fiscali di Tremonti, e gli scudati che riportavano i capitali in Italia, secondo la detta Sinistra, pagando troppo poco di penale? Ora sembra che siate stati voi, la Sinistra morale, a godere degli scudi fiscali di favore. Avete aizzato il nostro sdegno contro «capitalisti evasori», questi cattivi cittadini che si sottraggono al dovere morale e patriottico di farsi tosare, ed ora viene fuori che i capitalisti evasori (e tangentisti) siete voi.

Lo so, Bersani Segretario, che potete «sbranarci», se vi diamo dei tangentisti evasori da miliardi e capitalisti parassiti divoratori di soldi pubblici: siete coperti da tutte le parti, dal Colle a Bankitalia avete chi vi protegge dagli scranni più alti e più potenti. E avete dalla vostra il delicato silenzio delle procure, da cui non esce una notizia che sia una. Mica come il caso Ruby Rubacuori, qui si tratta di voi, gli austeri ex-comunisti. Nessun accanimento dei giornali.

Eugenio Scalfari, il fondatore di Repubblica, ha definito la faccenda dei 2 miliardi parcheggiati a Londra «un panna montata», da non esagerare. Significa che stavolta gli avvisi di reato non arriveranno a mezzo stampa, prima sul Corriere che all’accusato, come accadde a Berlusconi. Qui, non si sentiranno al telefono olgettine confidarsi quel che hanno fatto alle seratine eleganti, né faccendieri intercettati mentre ghignano pensando agli affari che faranno col terremoto.

«Il PD fa il partiti, Montepaschi fa la banca». Giusto. Però in nove anni, risulta, Montepaschi ha finanziato il PD con 670 milioni (1300 miliardi di vecchie lire). Quanti sono i finanziamenti che non risultano? Il Pd nomina 13 membri della Fondazione su 16. E mentre lei, Bersani, nega che il suo partito abbia qualcosa a che fare con Monte dei Paschi, Massimo D’Alema lo conferma con questa frase: «Noi, e per noi intendo il Pd di Siena, Mussari lo abbiamo cambiato un anno fa con tutto il consiglio d’amministrazione».

Segretario, doveva dar retta a Renzi: D’Alema è da rottamare. Anche perché si potrebbe rivangare il passato di D’Alema come banchiere: quella Banca del Salento, ossia della Puglia dove D’Alema ha il fedelissimo bacino elettorale che cambiò nome, divenendo «Banca 121» che si legge «one-to-one» perché Massimo voleva fa’ l’Amerikano, si credeva un genio della finanza come Warren Buffet, e lanciarla nel vasto mondo dei derivati, e che subito Montepaschi comprò, certo per autonoma decisione non suggerita dal Maximo: fatto sta che dopo che il MPS stabilì di acquistare la Banca 121, i dirigenti della banca pugliese decisero di vendere dei prodotti truffa ai fedelissimi clienti (1) per aumentare artificialmente il valore della loro azienda; così, una banca che valeva 800 miliardi di lire fu acquistata dall'MPS pagandola 2400 miliardi, tre volte il valore.

Quindi è un vizietto, quello di pagare troppo le banche acquisite?

Allora, D’Alema o’Amerikano era – una sfortunata coincidenza – presidente del consiglio: recidivo? E un certo ingegner De Bustis, suo amico e manager della 121, divenne direttore generale di Montepaschi.

E il bello è che il signor De Bustis, anche dalla poltrona MPS, continuò a vendere i «prodotti finanziari» della banca 121, che erano delle truffe pure e semplici: tanto che persino la benevola magistratura, alla fine, ha condannato Montepaschi, che aveva in pancia «121», a rifondere 400 milioni di euro a centomila risparmiatori truffati (del Salento, ignari di cosa significava One-to-One). Ma il tutto senza sfiorare l’onore e l’autorità oracolare di D’Alema. Né intaccare la sua altezzosa moralità, né la inspiegata ricchezza di regatista proprietario di yacht.

È questo che più colpisce, segretario: sì, Fabrizio Corona è in galera. Come mai D’Alema è a piede libero? Come mai Mussari non è ancora in carcere, anzi si gode gli 800 milioni di buonuscita da Montepaschi?

Capisco, nessuno può esser privato della libertà personale fino a condanna definitiva. Ma perché, poniamo, un Lele Mora è stato messo in galera preventiva per un anno e mezzo, per un’accusa da cui alla fine è stato assolto? Sembra persino, Segretario, che metà degli ospiti delle carceri italiani siano in attesa di giudizio, dunque siano in prigione innocenti. Mica ci vanno leggeri, i procuratori, con la libertà personale altrui. A patto però che non siano comunisti…

Mussari in galera preventiva, magari, comincerebbe a cantare. È proprio per questo che il Pool Mani Pulite, Di Pietro in testa, incarcerava i democristiani e i socialisti a tutto spiano: perché spaventati dalla cella «facessero i nomi» voluti: Craxi, Berlusca, Forlani... Si fece così per smantellare il potere democristo-craxiano. Perché adesso no?

E mica solo Mussari. Per esempio, per simmetria, qualche procuratore zelante dovrebbe metter dentro – in via preventiva – l’attuale governatore di Bankitalia, Ignazio Visco. Bankitalia doveva controllare MPS; Visco ha appena dichiarato che «a Siena ci hanno nascosto i documenti» delle spericolate operazioni, ed ecco che salta fuori un documento di ispettori di Bankitalia, datato 9 novembre 2010, da cui si apprende che Bankitalia sapeva già tutto allora. Dunque, dentro il dottor Visco: falsa testimonianza. Come Lele Mora. È un vero peccato che a trovare questo documento sia un blog chiamato Linkiesta, e non la Procura, né i pagatissimi funzionari di Bankitalia: (Bankitalia, ecco il verbale dell’ispezione 2010 su Mps)

Ma non basta. Allora, il responsabile di Bankitalia si chiamava Mario Draghi. Gli ispettori segnalarono a lui le irregolarità constatate in Montepaschi. Come mai Draghi, invece che in galera, è al vertice della Banca centrale europea e si fa il suo nome per il Quirinale? Se la giustizia esistesse com’è esistita per Fabrizio Corona, dovrebbe attualmente essersi dato alla latitanza, ricercato dall’Interpol.

E i documenti degli ispettori erano sottochiave; nelle casseforti di Bankitalia di cui non solo Draghi aveva le chiavi; anche la dirigente Anna Maria Tarantola aveva accesso al referto... come mai la Tarantola non è stata messa in carcere in attesa di giudizio, ma invece Mario Monti l’ha nominata al vertice della Rai, con emolumento ultra-milionario? Questo è altamente sospetto: che c’entra una banchiera con la Rai? E Mario Monti è il governante-tecnico che ha consegnato a Montepaschi quasi 4 miliardi di soldi pubblici, scongiurando così che il PD (pardon, la Fondazione) dovesse perdere il controllo della greppia dissestata facendo entrare nuovi soci-capitalisti nel sancta sanctorum di D’Alema-Amato-Bassanini-Berlinguer chiamato Monte dei Paschi?

Facciano i Di Pietro, i procuratori di Siena. Hanno paura di sbagliare a sbattere dentro costoro, che magari risultano innocenti? Eppure i testimoni a carico ci sono, si fanno avanti spontaneamente. Come l’ex sindaco Pierluigi Piccini di Siena: «Il Pd ha sempre governato il Monte dei Paschi. L’ingerenza è stata ed è notevole. L'indipendenza della banca dalla politica è una barzelletta che purtroppo non fa più ridere». Piccini fa nomi e cognomi. «Giuliano Amato, Luigi Berlinguer, Massimo D’Alema che voleva far sposare il Monte con la Bnl». Ma anche Matteo Renzi, «perché anche lui ne ha approfittato».

Ma queste cose Piccini le dice ai giornali, non ai procuratori. I magistrati non l’hanno convocato. Non gli interessa? Non sappiamo. I procuratori indagano in perfetto silenzio, e senza fretta. Fanno rogatorie all’estero. Hanno messo il cartello:

Il procuratore e i sostituti procuratori non rilasceranno dichiarazioni in relazione alle indagini in corso

Tante volte i procuratori hanno accusato (e incarcerato) imputati sulla base dell’induzione: «Non poteva non sapere». Come mai, invece, per Mario Monti si adotta il motivo che «poteva non sapere»? Draghi poteva non sapere. Visco e Tarantola potevano non sapere. La Fondazione poteva non sapere. D’Alema, idem. Bersani non sa, e ce lo assicura lui: tutto è avvenuto a sua insaputa, come Scajola.

Un po’ di galera preventiva li farebbe parlare. Accusare altri. Accusarsi a vicenda, chissà.

Invece sono tutti lì a piede libero, con le loro cariche e i loro bonus miliardari, e con l’onore intatto. Capisco, sono più importanti di Corona e di Lele Mora, e anche pezzi più pesanti del Cavaliere, quel leggerone. Too big to jail? Ma no, non sempre. Quando il governatore di Bankitalia si chiama Antonio Fazio, può essere messo dentro in attesa di giudizio, e alla fine condannato a 2 anni e 1,3 milione di euro di multa per aggiotaggio, e «ostacolo nelle operazioni delle autorità di vigilanza». Nientemeno.

E invece Monti, Draghi, Visco e Tarantola no? Non hanno forse ostacolato «le operazioni dell’autorità di vigilanza» insabbiando tutto l’enorme scandalo per anni? Monti non è forse complice nel dissesto di Montepaschi, avendola tenuta a galla con intero introito fiscale della IMU da noi pagata? E perché Monti non fa pagare l’IMU alle banche, mentre le fa pagare alla Chiesa italiana? Ha detto che le Fondazioni bancarie non devono pagare l’Imu «perché usano i soldi per fare del bene». E la Chiesa no? Un interrogatorio in carcere potrebbe aiutarlo a spiegare questa differenza.

Perché tutti questi sospetti farabutti sono liberi in attesa di giudizio?

Verrà poi mai, il giudizio tanto atteso, che dovrebbe chiarire queste commistioni fra il Partito Morale e la tangente da 2 miliardi parcheggiata dalla sua banca all’estero? I procuratori di Siena hanno già fatto capire che non eleveranno accuse formali se non dopo le elezioni, per non influire sul risultato.

Che delicatezza. Surtout pas de zèle, come raccomandava Talleyrand ai suoi impiegati al ministero degli Esteri. La procura di Siena, cosa credete?, sta indagando. Indagini difficili, complesse, lunghe per definizione.

Solo che, dopo le elezioni, il PD sarà al potere e al governo, con Monti ministro e Draghi magari al Quirinale. E Repubblica che nel suo Fondatore ha già definito questa orrenda faccenda, questo delitto da 2 o 4 miliardi (o 14 come dice Grillo?) come «panna montata». Non so perché, ma sono convinto che l’indagine aperta appena adesso, con 5 anni di ritardo, dalla procura di Siena finirà smorendo, a poco a poco dimenticata, fino alla prescrizione o al non luogo a procedere. Ci sono già degli esempi (2). Senza interrogatori di pezzi grossi carcerati preventivamente, senza testimoni sollecitati a ricordare dalle manette, senza controllori istituzionali obbligati dalle Fiamme Gialle a fornire la documentazione d’accusa, come volete che vada a finire?

Il procuratore e i sostituti procuratori non rilasceranno dichiarazioni in relazione alle indagini in corso

In altre parole, per loro si tratta di far passare a’ nuttata. Vedete, è per questo che chiamo Bersani comunista; perché al potere, farà quello che hanno fatto i caporioni sovietici, della Germania est, della Cina, del Nord-Corea: silenzio assoluto sulle loro magagne. Sparizione di testimonianze, e magari di testimoni. Insabbiamento mediatico e giudiziario, entrambi volonterosi e spontanei. Consociativismo sigillato senza pericolo di rivelazioni scomode, coperto di sopra e di sotto e dai lati: com’è stato per Montepaschi per decenni quando c’era al potere il Cavaliere, figurarsi dopo.

Sappiamo tutto di Ruby Rubacuori. Sappiamo tutto sulle amicizie del Celeste Formigoni e delle sue vacanze pagate dai faccendieri. Una procura ci ha persino informato che forse è esistita la trattativa stato-mafia, anche se non è riuscita a darne una prova conclusiva; non hanno avuto esitazione a intercettare al telefono un ex ministro con il capo dello stato: bel coraggio, ancorché incapace e senza risultati, e s’è visto che non gli succede niente ai procuratori, anche quando esagerano in direzioni proibite coi loro teoremi…

Con Bersani (Montepaschi) al governo non sapremo più nulla di quel che è accaduto. E peggio: non sapremo nulla di quel che faranno in futuro, con le stesse persone sospette ai massimi vertici del governo e delle istituzioni. Se ci prenderanno dalle tasche altri 2 o 3 o 15 miliardi di euro (e lo faranno: «L’Europa ce lo chiede») e li porteranno all’estero per farsi una mazzetta in nero, non lo sapremo mai. Se verseranno gli introiti fiscali a banchieri loro complici ed oltretutto idioti e incapaci come s’è dimostrato Mussari, mica ce lo diranno. E se lo yacht da regata di D’Alema se l’è comprato coi soldi suoi o con le sue avventure bancarie, non riusciremo mai a stabilirlo. Ci dimenticheremo di chiederlo. Vedremo solo che attorno a noi la gente diventa più povera, i consumi calano ancora, i disoccupati crescono, i malati di SLA non hanno più gli assegni pubblici, la pensione si allontana per i settantenni; ma ci diranno che dipende dai taxisti, che non si sono liberalizzati; dagli evasori, a cui però l’amati nostro governo sta’ dando una caccia senza quartiere; e dal fatto che continuiamo ad usare il contante invece di aprire un conto a Montepaschi e comprare i meravigliosi prodotti finanziari One-to-One... Saremo governati dalla Sinistra Morale. La Sinistra Santificata. Anzi, la Sinistra Santificante, che trasforma qualunque delinquente comune in Venerato Maestro, con il suo tocco magico.

E allora, almeno, scarcerate Fabrizio Corona. E forse persino il Trota va’ riabilitato, al confronto.





1) Sulla natura di questi «prodotti», dalle caratteristiche ingannevoli con rendite fisse promesse dell'8,50 all’anno e margini di rischio estremamente elevati, cito una intervista del 2004 ad Alfredo Mantovano, ex magistrato pugliese, poi sottosegretario AN alla giustizia: vennero collocati, al fine di aumentare l’appetibilità della banca 121, i prodotti My Waye 4You, per circa 150 milioni di euro. E poi i fondi strutturati per i quali c’era la denominazione ingannevole di Btp-Tel o Btp on-line come se avessero caratteristiche simili ai titoli di Stato. I risparmiatori che sono stati ingannati e spogliati «Sono 11.700 solo a Brindisi, Lecce e Taranto. Per queste tre province si parla di 325 milioni di euro soltanto per quei fondi denominati come Btp. La stragrande maggioranza pensava di fare un investimento corazzato, pensionati che avevano nella Banca del Salento un rapporto pluridecennale. Vedendosi proporre titoli denominati in quel modo non si sono posti il problema dei rischi. In moltissimi casi non è stato neppure fatto sottoscrivere loro il foglio con Le avvertenze sul rischio». Il reato è «truffa. D’Alema però poteva non sapere».
2) Un esempio di volonteroso insabbiamento di GIP e procuratori su vicenda connessa (ancorchè complicatissima) si trova in questa lettera aperta all’Agenzia Italia, dal titolo: «Federcontribuenti chiede l’arresto immediato di Giuseppe Mussari».


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