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Chi stermina i cristiani in Iraq
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Come si sa, il 31 ottobre, la cattedrale cristiano-caldea di Sayedat al-Nayat è stata presa d’assalto da un gruppo estremista: costoro hanno prima detonato un’auto-bomba e quattro IED (Improvised Explosives Devices) prima di penetrare nella chiesa e prendere ostaggio i presenti. Sono seguite tre ore di combattimento con le forze di sicurezza irachene. Nella chiesa sono stati uccisi 41 cristiani, fra cui due sacerdoti. Fuori, 12 poliziotti; cinque innocenti sono stati uccisi dagli IED.

I media hanno immediatamente identificato gli aggressori come membri di un gruppo chiamato Islamic State of Iraq, naturalmente collegato ad Al Qaeda. Così diffondendo la sensazione che iracheni islamici (nel caso, sunniti) sterminano iracheni cristiani.

In realtà, cinque degli aggressori sono stati arrestati e – secondo testimoni oculari riportati da Economist – nessuno di loro parlava il dialetto iracheno. Ne hanno sentito uno parlare in arabo classico, ciò che rende difficile stabilire la nazionalità. Una rivendicazione, fatta giungere attraverso il canale TV Al-Baghdadia, con sede al Cairo (che trasmetteva dal vivo sul luogo del massacro), reclamava la liberazione di due donne copte in Egitto, che secondo i terroristi s’erano convertite all’Islam ma sarebbero tenute a forza in un convento. Il che fa credere (a meno che non si voglia far credere) che i terroristi siano egiziani. (Grenades in church)

Le autorità irachene hanno scoperto sui terroristi sei passaporti esteri, tre dello Yemen e tre egiziani. Inoltre le indagini hanno appurato che gli assalitori erano stati in grado di superare i checkpoint di sicurezza allestiti dalle truppe occidentali perchè erano travestiti da mercenari di compagnie di contractors straniere. Ma inoltre, esibivano falsi badge di identificazione, secondo la Reuters (‘Iraq Probes Church Raid; Says Attackers Disguised’ by Waleed Ibrahim, Reuters), che è altamente improbabile siano nella disponibilità di terroristi senza agganci con gli occidentali. Il governo collaborazionista ha approfittato del fatto per chiudere gli ufficio iracheni di Al-Baghadia, che ha la cattiva abitudine di fare interviste volanti all’uomo della strada iracheno, per lo più critiche del regime. (Iraq shuts Al-Baghdadia after bloody church attack)

La cattedrale copta attaccata è situata a Karada, un quartiere di Baghdad tradizionalmente misto di cristiani, sciiti e sunniti che hanno vissuto per anni, anzi per secoli, d’accordo.


La chiesa dell'attentato


Dall’invasione americana, Karada è stato teatro di atrocità dopo atrocità: nel marzo 2008, due IED vi hanno sterminato 68 passanti, e feriti 150. Nel settembre dello stesso anno, cinque auto-bombe esplosero uccidendo 27 innocenti e ferendone 84. Nell’estate del 2009, le chiese di Karada sono state prese di mira ripetutamente da attentati violentissimi, fra cui uno in luglio, che ne fa fatto 4 morti e 20 feriti. Nel gennaio 2010 un’auto-bomba ha massacrato altre 18 persone, e ferendone un’ottantina. Dopo il massacro della cattedrale, i musulmani del vicinato hanno espresso solidarietà e simpatia ai cristiani.

Sayed Hassan al-Husaayni, l’imam della moschea vicina alla chiesa colpita, ha condannato l’azione: «I cristiani sono nostri fratelli, e abbiamo vissuto con loro per secoli. Sono vittime di unorganizzazione terrorista, ma sono certissimo che i musulmani rispettano i loro fratelli. Siamo preoccupati che i cristiani abbandonino lIraq, inducendo nel mondo occidentale unopinione negativa dei musulmani iracheni». Lo sceicco Salim Al-Dayawie, capo della tribù Al-Dayawie (nella provincia meridionale di Maysan) ha promesso di attivare «gli elementi della nostra tribù in Baghad perchè proteggano i cristiani». (Iraq's Christians Vow to Survive -- With Muslim Help)


Mass at Our Lady of Salvation church for victims killed in an attack on the church, november 7


Come praticamente in tutti i casi di violenze, rapimenti, attentati ed assassinii avvenuti nell’Iraq occupato, mai le indagini delle forze occupanti o del governo collaborazionista hanno portato ad arresti, o fornito un quadro esplicativo degli eccidi. A Karada (ma questo vale per tutto l’Iraq) i terroristi ignoti, lungi dall’essere kamikaze, hanno fatto sistematico uso di auto-bombe e di IED. L’idea che questa sigla trasferisce ai media è che si tratti di ordigni improvvisati, che i militanti fabbricherebbero con materiali trovati qua e là, in depositi dell’esercito iracheno sconfitto. In realtà, si tratta di ordigni che usano esplosivi militari ad alto potenziale, con inneschi altamente sofisticati. Talvolta gli ordigni sono «rafforzati» con uranio impoverito (1).

Il compito di trovare e distruggere gli esplosivi e le vecchie armi dello sconfitto esercito iracheno fu assegnato, già dal 2003, alla Zapata Engineering, una ditta di contractor con doppia sede, in Nord Cartolina e a Tel Aviv: un contratto da 200 milioni di dollari, a cui se n’è aggiunto uno del genio militare USA, di 32 milioni. Nel 2005 tuttavia la collaborazione fra Zapata e il Pentagono è bruscamente finita: il 28 maggio di quell’anno, sedici dipendenti della ditta sono stati arrestati ad un posto di blocco dei Marines mentre, in un SUV di lusso, sparacchiavano, apparentemente anche contro i soldati americani. Da notizie di stampa, si è appreso che secondo i Marines (del Regimental Combat Team 8) gli uomini della Zapata portavano armi anticarro (non certo da difesa personale) e carabine da cecchino della Rafael Advanced Systems Ltd,. la primaria fabbrica israeliana di armamenti. Il portavoce della Zapata, tale Gail Rosenberg, sostenne che gli arrestati erano ex Marines essi stessi, e lamentò allora che i Marines avevano malmenato e umiliato gli ex colleghi denudandoli, e strappando loro dal collo i medaglioni coi simboli religiosi. I simboli religiosi erano stelle di David. (Marines detained 19 U.S. contractors after gunfire)

Del resto, il quartiere di Karada ha provato ampiamente i benefici dei contractor privati, che sembrano amare questo agglomerato come teatro delle loro imprese.

Nel 2007 mercenari dello United Resources Group hanno ucciso lì una passante irachena. Uomini della ALMCO, in un convoglio di quattro veicoli, hanno aperto il fuoco sui civili mentre passavano, ferendo una donna. La famosa Blackwater, che oggi ha cambiato nome in Xe, è tristemente nota nella zona per attività di terrore. Il quartier generale della Dyncorp è nelle vicinanze immediate di Karada, e la compagnia è nota per gli sparacchiamenti casuali operati dai suoi uomini contro auto civili irachene. Sono 27 le compagnie di mercenari che operano al soldo del Pentagono, e i suoi dipendenti sono arruolati nei più diversi Paesi.

Che cos’è lo Islamic State of Iraq? Secondo i media, un gruppo affiliato ad Al Qaeda, guidato da un certo Omar al-Baghdadi. Il fatto è che già nel luglio 2007, alla giornalista Tina Susman, il generale di brigata americano Kevin Bergner, confidò che era tutta un’invenzione della propaganda.

«Il presunto capo di un gruppo iracheno affiliato ad Al Qaeda, è stato dichiarato non-esistente da ufficiali USA. I quali hanno chiarito che si trattava di una persona immaginaria creata per dare una faccia irachena ad una organizzazione terroristica straniera». (US says Iraqi rebel is an invention, Los Angeles Times, 20 luglio 2007).

Abu Omar al-Baghdadi
   Abu Omar al-Baghdadi
Del resto, a marzo 2007, Abu Omar al-Baghdadi era stato dichiarato catturato, mentre a maggio fu dichiarato ucciso, e il suo presunto cadavere venne perfino mostrato alla TV di Stato irachena.

«Estato utilizzato un attore iracheno per leggere le dichiarazioni attribuite a Baghdadi, da ottobre indicato come il leader delloStato Islamico in Iraq’, ha detto il generale di brigata dellesercito USA Kevin Bergner».

Come si vede, l’attribuzione degli attentati anticristiani a un gruppo musulmano è intorbidata da molta disinformazione, e da aperte falsificazioni. E come mai gli americani hanno bisogno di dare una faccia irachena ad una formazione terroristica straniera? Tale organizzazione è stata formata da chi, e a quale scopo?

E infine: qual’è la fonte che ha attribuito immediatemente l’eccidio dei cristiani allo Islamic State of Iraq mentre la sparatoria era ancora in corso?

Rita Katz
   Rita Katz
Il ben noto SITE di Rita Katz, figlia di un ebreo iracheno impiccato da Saddam Hussein come spia del Mossad, ex militare nel glorioso Tsahal, ed oggi infaticabile produttrice (pardon, scopritrice) di messaggi di Al Qaeda su internet. Diverse organizzazioni di arabi-americani hanno querelato la Katz di avere spiato le loro riunioni e le loro moschee, violando la privacy. I media però continuano a prendere la Katz Mossad come fonte certa: quando dice che un eccidio è stato commesso da Islamic State of Iraq, per la CNN, il Washington Post e tutti gli altri giornali e TV euro-americani lo Islamic State of Iraq è il colpevole, ed esiste sicuramente.

Il Mossad è presente in Iraq fin dai primi giorni dell’occupazione, con mercenari, esperti di repressione, consiglieri militari e d’intelligence per gli americani e il governo. A pochi mesi dall’occupazione, già apriva in Baghdad un Israeli Center of Middle Easterns Studies, che la stampa irachena ha denunciato come una facciata dei servizi ebraici. Una settimana dopo l’apertura del centro israeliano, la sede dell’ONU a Baghdad veniva distrutta da una gigantesca esplosione: Teheran, in una valutazione ufficiosa dell’agenzia Mehr, accusò CIA e Mossad di essere dietro all’attentato, che provocò il ritiro dell’intera delegazione ONU il quale aveva tentato di giocare un ruolo costruttivo nel Paese occupato. (CIA and Mossad Hand Behind UN Office Blast in Baghdad)

Gente del Mossad è stata filmata mentre viaggiava su SUV corazzati per la capitale irachene (Video Shows Attack On ‘Israeli Mossad SUV’ In Baghdad, by CBS News).

La resistenza irachena ha ucciso quattro agenti sionisti nel 2005, mentre rubavano opere d’arte archeologiche e piazzavano un’auto-bomba.

Il grand ayatollah Sayyed Ali Khameni, nell’aprile 2009, ha accusato agenzie USA e sioniste degli attentati contro pellegrini sciiti (fra cui molti iraniani) avvenuti a Baghdad e al santuario di Al Kadhemiya (Diala) in quei giorni. I morti furono 130 (2). (Khamenei accuses “U.S. and Zionist” intel. agencies of involvement in blasts)

E’ evidentemente in corso, e da anni, una tragica e impunita strategia della tensione che mira a gettare l’uno contro l’altro sunniti e sciiti, cristiani e minoranze etniche in Iraq, onde giungere alla sua divisione, secondo le direttive elaborate dallla rivista ebraica Kivunim (Direttive, appunto) già negli anni ‘80.

Anche un rapporto del Tribunale Russell per i diritti umani ha dichiarato che «la violenza settaria che dilania lIraq non è un effetto indesiderato dellinvasione ed occupazione USA, ma parte integrante di essa. Gli USA non hanno semplicemente fallito nel ristabilire la sicurezza e stabilità; le hanno deliberatamente minate nello sforzo di divide et impera’...». (Destroying Iraqi culture, erasing collective memory)

Sarebbe auspicabile che nel cattolico Avvenire, così accanito nel segnalare le persecuzioni di musulmani contro cristiani, si leggesse ogni tanto anche qualche documento non direttamente fornito dalla propaganda.

Ad esempio: secondo il ben informato Jonathan Azaziah (un giornalista ebreo d’origine irachena, con entrature nel Paese),

«i cristiani caldei sono sotto violento attacco da parte di operativi del Mossad e mercenari sionisti-cristiani a Ninive, Irbil, Al-Hamdaniya, Bartella, Talaaskaf, Batnaya, Bashiqa, Elkosheven, Aqrah, e Mosul», perchè «le autorità americane sono state avvertite dai loro padroni israeliani che la popolazione cristiana dellIraq è stata essenziale nella lotta contro loccupazione britannica e la monarchia-fantoccio prima della rivoluzione nazionale del 14 luglio 1958; esse sono state consigliate che leliminazione della minoranza cristiana come entità anti-occupazione sarebbe stata altrettanto essenziale».

Secondo Azaziah è sempre il Mossad ad aver «lanciato la campagna di assassinii di massa contro gli intellettuali iracheni, con lomicidio di 530 scienziati e docenti universitari, diversi dei quali erano cristiani assiri e caldei». (Media Disinformation and the Nature of the Iraqi Resistance)

Nonostante tutto, ancora nel 2005 ben 300 mila iracheni, sciiti, sunniti e cristiani, hanno partecipato ad una grande manifestazione per l’unità nazionale.




1) Di fatto, Israele ha ultimamente usato auto-bombe e IED particolarmente sofisticati per firmare i suoi ultimi e più clamorosi attentati, come l’assassinio dell’esponente di Hezbollah in Siria, ucciso il 12 febbraio 2008 a Damasco (la bomba era nascosta nel poggiatesta del guidatore), e nell’agosto 2003, per la strage della moschea sciita dell’Imam Ali di Najaf (più di 84 morti, fra cui l’ayatollah Sayyed Muhammad Baqir al-Hakim, fiero denunciatore delle atrocità dell’occupante americano). Gli americani accusarono Al-Zarkawi, la cui esistenza è stata tutt’altro che dimostrata. Anche l’assassinio del primo ministro libanese Rafik Hariri, secondo Hezbollah un’operazione israeliana, fu opera di uno IED particolarmente sofisticato. Tali ordigni sono fabbricati dalla israeliana Rafael Systems.
2) Si aggiunga la forte presenza israeliana nel Kurdistan iracheno, come consiglieri militari e di spionaggio dei separatisti Peshmerga. Come ha rivelato Wayne Madsen, israeliani di origine irachena hanno cominciato a comprare terreni e immobili nel Kurdistan, specie attorno al presunto sepolcro del profeta Giona a Mossul, del profeta Daniele a Kirkuk e del profeta Nahum ad Al Quash. Ebrei religiosi hanno reclamato - fuori dal Kurdistan e in altre regioni dell’Iraq - il supposto santuario del profeta Ezechiele nella provincia di Babel (presso Najaf), e la pretesa tomba di Esdra a Misan (Bassora), in pieno territorio sciita iracheno. L’espansionismo isareliano, che legge nella Bibbia l’estensione di Eretz Israel dal Nilo all’Eufrate, ritiene questi luoghi parti integranti del fututro Grande Israele. (Israel hopes to colonize parts of Iraq as ‘Greater Israel’)


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