>> Login Sostenitori :              | 
header-1

RSS 2.0
menu-1
L’India sceglie Rafale
Stampa
  Text size
L’Italia, come noto, ha scelto gli F.35 americani: 131 esemplari per 16 miliardi, anche se il governo italiano ignora quale sarà il prezzo finale, dato che l’F-35 ha manifestato 13 gravissimi difetti e deve praticamente essere riprogettato. (Trillion-Dollar Jet Has Thirteen Expensive New Flaws)

Naturalmente, senza avionica (segreto amero-israeliano da non condividere coi servi) nè i ricambi, da pagare a parte.

L’India invece ha deciso di acquistare 126 caccia Rafale della francese Dassault per 9,11 miliardi di euro. Diciotto saranno acquistati direttamente, mentre gli altri 108 saranno assemblati in India, affare da cui il Paese si attende ricadute di valore pari a circa la metà del contratto. S’intende che il contratto non è ancora firmato, e sono sempre possibili sorprese all’ultimo minuto. I francesi restano prudenti. Ma una fonte indiana spiega la scelta così: «Larmata dellaria indiana è unarmata che fa la guerra, aveva bisogno di un aereo che abbia dimostrato la propria operatività».

La scelta indiana ha un notevole portata politica. Anzitutto, Dassault ha vinto la gara dove l’altro competitore era il Typhoon, anche detto Eurofighter, aereo multinazionale a partecipazione britannica – che appariva il favorito. Le offerte indiscrete di caccia americani (dall’F-16 al disgraziato e costosissimo F-35) sono state bocciate dall’India fin dall’aprile 2011.



Sembra ieri quando il governo indiano era apparso ingenuamente felice di essere elevato da Washington al livello di quasi-alleato nella Guerra Globale contro il Terrorismo (islamico), promozione non da poco per il grosso Paese che aveva perduto il suo protettore internazionale (URSS) ed era sempre in stato di guerra contro il Pakistan, e perennemente minacciato dalla Cina. Gli USA avevano fatto balenare una promettente e leale collaborazione – paritaria, da potenza a potenza – nel nucleare militare, proprio mentre minacciavano apertamente di sottrarre al nemico Pakistan le sue testate atomiche (preoccupano Israele). Ma dal 2006, gli indiani hanno avuto ampio tempo di disilludersi: l’Amministrazione Obama ha trattato Delhi non da potenza, ma da satellite sud-asiatico; o addirittura sudamericano, nel senso della grossolanità offensiva con cui gli USA trattano i loro servi minori: al punto che Washington annunciò anni fa di aver «deciso» (per degnazione) di vendere degli F-16 all’India, senza nemmeno prendersi la briga di chiedere prima all’India se li voleva. (Walker's World: Obama is losing India)

Risultato, il riavvicinamento indiano alla Russia, storico fornitore di armamenti all’India, con l’acquisto di una trentina di MiG29. Ma in questa nuova gara vinta da Dassault, nessun MiG. E anche questo può voler dire qualcosa.

Questa messa da parte degli americani da parte di Delhi si accompagna all’ostentata violazione da parte dell’India del severissimo embargo americo-israeliano decretato contro l’Iran: Delhi anzi ha accettato di pagare il petrolio iraniano in oro, per scavalcare le difficoltà monetarie dovute alle sanzioni decretate da Usrael.

Un delegazione indiana s’è (ostentatamente?) recata a Teheran per accordarsi sul come continuare a comprare greggio iraniano: Delhi ne importa attualmente per il 12% del suo consumo, 12 miliardi di dollari l’anno. Risultato: l’India ha accettato di pagare l’Iran in oro. ('India to buy Iran oil in gold not dollars') In questo modo, i due Paesi aggirano l’imminente congelamento degli attivi della Banca Centrale di Teheran.

Gli indiani condurranno la compravendita attraverso la UCO Bank di Calcutta (il cui consiglio d’amministrazione è composto da rappresentanti della Banca Centrale indiana e da membri del governo indiano), e la Halk Bankasi, la settima banca turca per dimensioni. L’una e l’altra non sono banche private, bensì di Stato: il che non pare aver effetti devastanti sulle rispettive economie (notoriamente in crescita tumultuosa), e presentare invece il vantaggio di assecondare i governi in operazioni come questa, cariche di senso politico.

Ora – segnala Debka File – le sue fonti ritengono che la Cina seguirà la stessa strada, pagando l’Iran in oro. Cina ed India insieme assorbono il 40% dell’export iraniano. Entrambe hanno enormi riserve di oro. Si pensa che la Russia metta in piedi una simile struttura per gli scambi con l’Iran. La Corea del Sud ha già chiarito che non intende partecipare all’embargo anti-iraniano.

La scelta indiana del Rafale è dunque una «dichiarazione di indipendenza» politica e militare, che gli USA – data la mentalità paranoica corrente nei quartieri alti – considererà come un atto ostile, da far pagare: anche ai francesi, che osano far concorrenza all’F-35. S’intende che il Rafale è davvero un aereo eccezionale, riconosciuto come tale dai massimi esperti britannici – ed è tutto dire. (FLIGHT TEST: Dassault Rafale - Rampant Rafale)



Ma le qualità operative non sono certo al primo posto nel decidere commesse di questo tipo. Se ne ha un indizio nello scandalo scoppiato in Svizzera a proposito dell’ultimo acquisto militare: gli elvetici avevano scartato il Rafale per preferirgli, nell’autunno 2011, lo svedese SAAB JAS39 Gripen.

Ma ora, una lettera anonima (però fin troppo ben documentata) inviati ai parlamentari della Commissione per le politiche di sicurezza e ad alcuni giornalisti, ha rivelato particolari discutibili della trattative, nonchè devastanti e incontrovertibili dati tecnici sulla inferiorità del SAAB Gripen. Ora è stata nominata una commissione d’inchiesta per veder chiaro nella faccenda, che porterà probabilmente alla cancellazione del contratto con SAAB (già nota per aver favorito il suo aereo con mazzette e tangenti in Sudafrica). E il Rafale rientra implicitamente in concorso. Infatti la Dassault s’è affrettata a comunicare agli svizzeri nuove condizioni d’offerta per il suo caccia, ad un prezzo ridotto – il contratto con l’India permette infatti risparmi di scala. («Les accusations sur le choix du Gripen sont précises»)



Il che ci riporterebbe alla «scelta» italiana dei 131 F-35, al contrario di quella indiana, una vera dichiarazione di dipendenza e servilismo. E chi era il ministro responsabile della scelta? Sembra di ricordare un tale La Russa. Insospettabile uomo d’onore, come disse Antonius di Brutus.



L'associazione culturale editoriale EFFEDIEFFE, diffida dal copiare su altri siti, blog, forum e mailing list i suddetti contenuti, in ciò affidandosi alle leggi che tutelano il copyright.   


 
Nessun commento per questo articolo

Aggiungi commento


La Dittatura Terapeutica
L’unica ed estrema forma di difesa da questo imminente, sottovalutato, tragico pericolo particolarmente grave per l’Italia, è la presa di coscienza
Contra factum non datur argomentum
George Orwell con geniale e profetico intuito, previde l’oscuramento delle coscienze, il tramonto della civiltà, l’impostura e apostasia dalla verità che viviamo, quando scrisse “nel tempo...
Libreria Ritorno al Reale

EFFEDIEFFESHOP.com
La libreria on-line di EFFEDIEFFE: una selezione di oltre 1300 testi, molti introvabili, in linea con lo spirito editoriale che ci contraddistingue.

Servizi online EFFEDIEFFE.com

Archivio EFFEDIEFFE : Cerca nell'archivio
EFFEDIEFFE tutti i nostri articoli dal
2004 in poi.

Lettere alla redazione : Scrivi a
EFFEDIEFFE.com

Iscriviti alla Newsletter : Resta
aggiornato con gli eventi e le novita'
editorali EFFEDIEFFE

Chi Siamo : Per conoscere la nostra missione, la fede e gli ideali che animano il nostro lavoro.



Redazione : Conoscete tutti i collaboratori EFFEDIEFFE.com

Contatta EFFEDIEFFE : Come
raggiungerci e come contattarci
per telefono e email.

RSS : Rimani aggiornato con i nostri Web feeds

effedieffe Il sito www.effedieffe.com.non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata", come richiede la legge numero 62 del 7 marzo 2001. Gli aggiornamenti vengono effettuati senza alcuna scadenza fissa e/o periodicità