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L’Ucraina cambia spesso confini...
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«Una farsa organizzata da Mosca»: così il Governo non-eletto di Kiev ha bollato il referendum nel Donetsk, che ha visto un’affluenza enorme di persone decise a dire no – appunto – a Kiev. Il Governo di Kiev continuerà dunque la repressione: allo scopo, ha ingaggiato (lo ha rivelato il tedesco Bild am Sonntag) almeno 300 mercenari (pardon, contractors) della Blackwater, o Academi come si chiama adesso. La notizia è stata smentita dalla stessa Academi: «Non siamo più la Blackwater», minacciando querele (1). Il punto è che la polizia ucraina di prima o rifiuta di sparare sui concittadini, oppure è passata dall’altra parte: sicché Kiev ha mandato ad impedire il referendum «illegale» elementi della Guardia Nazionale, il nome con cui si è ribattezzato il Pravi Sektor più Svoboda (i neonazisti), ossia i tutori dell’ordine che hanno massacrato 48 civili nel sindacato di Odessa, strangolando e sparando alla nuca, e pestando quelli che cercavano di sfuggire alle fiamme.

Mandati a fare il lavoro sporco per l’Occidente, alcuni elementi della Guardia Nazionale hanno sparato, nella cittadina di Krasnoarmeisk, sulla folla che attendeva – disarmata – di votare, e fra cui alcuni hanno apostrofato quei personaggi in divisa. L’evento è stato ripreso coi telefonini dagli astanti, c’è forse un morto e sicuramente tre feriti: potete così anche voi godere questo momento alto della «espansione della democrazia», dove neonazisti in mimetica pagati da un Governo non eletto, sparano su gente in fila che vuole esprimere col voto la sua volontà.

нацисты пришли. Красноармейск, 11.05.2014. 18.00

Ma l’Occidente ad una sola voce (mentre i suoi media nascondono i video) strilla che quelli sono patrioti ucraini mandati dal solo Governo legittimo (di Kiev) a salvaguardare «l’unità nazionale» e «l’integrità dei confini», ovviamente inviolabili.

Già: ma quali sono, questi confini? Dove finisce il Paese unitario? L’Ucraina è la fisarmonica della storia, i suoi confini si sono ristetti ed espansi più volte, inglobando gruppi umani e linguistici diversissimi. Difficile dire che cosa è l’Ucraina, e se è un’entità nazionale che merita la sovranità. Un sito francese ci ha offerto una serie di carte e mappe, rivelatrici.

Cominciamo proprio dal principio: altissimo medioevo.



Nel 12° secolo, ci sono una quantità di principati slavi indipendenti. Fra questi emerge il principato di Galizia nell’Ovest.

Presto, il principato di Galizia si fonde col principato di Volinia (nel Nord-Est), come mostra la mappa qui sotto:



Qui sotto, la linea nera mostra i confini attuali dell’Ucraina. Come si vede, l’Est è ampiamente parte della Russia.



Il principato di Galizia-Volinia (che i nazionalisti ritengono il nucleo originale dell’ucrainicità) diventa lo Stato più potente dell’Europa orientale fra il tredicesimo e il quindicesimo secolo. La sua capitale è L’viv, o l’attuale Lvov.

E poi cosa accade? Sorpresa: la supposta culla dell’Ucrainicità diventa Polonia. Parte integrante della Polonia, essendo la sua popolazione cattolica. E resta Polonia per ben 4 secoli.

Poi, viene separata dalla Polonia, ma non di sua volontà. È un effetto collaterale della prima spartizione della Polonia – 1772 – tra Vienna, Mosca e Berlino.

La Polonia, che al momento della sua massima estensione era questa qui sotto:



...diventa così



La zona-culla dell’ucrainicità, la Galizia, con tre milioni di abitanti, diventa parte dell’Impero Absburgico. L’viv diventa una cittadina austriaca. E lo rimane per quasi 150 anni: fino al 1918, quando la disfatta nella prima guerra mondiale fa crollare l’Impero austro-ungarico. Nel frattempo, hanno luogo altre spartizioni della Polonia, dove lacerti della futura Ucraina divengono prussiani, austriaci, russi...



E L’ viv, che i nostri antenati chiamano, alla francese, Leopoli, diventa Lemberg



Ecco l’impero austro/ungarico nel 1911. Ed ecco le sue componenti etniche:



Alla fine della Grande Guerra segue un periodo di torbidi e lacerazioni, che passa come «rivoluzione ucraina». Tra il 1918 e il 1923 emerge sul territorio della Galizia un’effimera Repubblica Popolare Ucraina, con 5 milioni di abitanti, alleata ai sovietici moscoviti.





Ma le cose sono più complicate di così: in quegli anni, tra gli attuali confini ucraini si battono le truppe bianche (zariste) di Denikin, i rossi di Trotsky, i nazionalisti di Petliura, i collaborazionisti coi tedeschi (che hanno occupato Kiev fino al 1918) uniti sotto il Governo fantoccio di un etmano in costume cosacco; non mancano gli anarchici, che instaurano una repubblica auto-gestita ucraina sotto il loro capo carismatico, Nestor Makhno (nella mappa, opera di anarchici iberici, si chiama «zona de insurreciòn anarquista»). Gli anarchici si alleano a Trotzky e alla sua Armata Rossa per debellare i bianchi di Denikin; dopodiché, giustamente vengono massacrati da Trotsky: fine della repubblica ucraina autogestita.



Qui sopra, i gruppi linguistici inglobati nella Polonia fino al 1939. Come si vede, Lvov è diventata Lwow. È la Polonia che ha ancora le sue mire nella spartizione dell’Ucraina, e spera di ottenere – aiutando gli americani nella destabilizzazione anti-Putin – un certo premio. E siccome la Ucraina è uno Stato fallito, risanarla con miliardi di euro, messi sul conto della UE.



Le potenze vincitrici daranno l’area alla Polonia nel 1919, col trattato di Saint-Germain en Laye (1919). E di nuovo la Galizia resterà Polonia fino al 1939, l’epoca dell’invasione nazista-staliniana. Lvov è la terza città polacca, e il suo più importante centro culturale e scientifico (a Lvov viene scoperto il vaccino per il tifo nel 1933).

1939: In base al patto segreto Ribbentrop-Molotov, Stalin ed Hitler si spartiscono la Polonia.



Fra il 1929 e il 1933 la collettivizzazione forzata della terra provocò milioni di morti nel territorio ucraino sotto controllo staliniano: lo Holodmor, il genocidio ucraino, opera suprema di Lazar Kaganovic, ebreo e numero 2 del Cremlino, che nessuno ha mai chiamato in causa (si preferisce parlare di «crimine di Stalin»). Ragion per cui, quando avanzarono le truppe del Terzo Reich, tra il 1941 e il’44 almeno 30 mila ucraini si arruolarono nella Waffen SS in funzione anti-bolscevica ed anti-russa. Altre decine di migliaia aderirono all’Esercito Insurrezionale Ucraino di Stepan Bandera, dapprima filo-tedesco, poi anti-nazista e insieme anti-sovietico.

Sotto la protezione nazista iniziale, l’Esercito di Bandera operò una accurata pulizia etnica della minoranza polacca, in vista della creazione di un’Ucraina razzialmente pura:

«50.000-100.000 polacchi persero la vita, i rimanenti fuggirono. I guerriglieri banderisti si distinsero per inaudite barbarie, massacrando anche donne e bambini (colpi d'ascia, spellamento di persone ancora vive, amputazioni ed altre terribili torture)» da Wikipedia. Le atrocità che i loro eredi hanno commesso ad Odessa, come si vede, sono un marchio di fabbrica.

Nonostante gli sforzi banderisti, ancora una forte componente di «ucraini» sono in realtà parlanti polacco. Ecco qui sotto la mappa. Come si vede, la zona polofona coincide più o meno con i «patrioti» filo-americani che vogliono entrare nella NATO.



Le formazioni paramilitari clandestine di Bandera continuarono a battersi anche dopo la «pace», ossia contro l’occupante sovietico. Nel 1946, il potere sovietico stroncò la rivolta inviando in Siberia mezzo milione di ucraini. Ma le azioni di guerriglia, ormai ridotte ad attentati («terrorismo») continuarono fino al 1950.

Gli attuali confini dell’entità chiamata Ucraina sono il frutto della vittoria di Stalin e dell’URSS nella seconda guerra mondiale. La Crimea gliel’ha regalata Kruscev nel 1954, come si sa: è sempre stata parte della Russia. L’Ucraina ebbe un seggio all’ONU per volontà di Stalin, a cui faceva comodo avere due seggi: una decisione che, quando è collassata l’URSS, ha dato la base «legale» all’indipendenza ucraina. Alla entità coi confini a fisarmonica.




1) Sono stati i servizi tedeschi a passare la notizia al giornale Bild. «The Bild am Sonntag newspaper, citing a source in intelligence circles, wrote Sunday that Academi employees are involved in the Kiev military crackdown on pro-autonomy activists in near the town of Slavyansk, in the Donetsk region. On April 29, German Intelligence Service (BND) informed Chancellor Angela Merkel’s government about the mercenaries’ participation in the operation, the paper said, RIA Novosti reported. It is not clear who commands the private military contractors and pays for their services (...) «Citing unnamed German security sources, Bild am Sonntag said the CIA and FBI agents were helping Kiev end the rebellion in the east of Ukraine and set up a functioning security structure...».



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