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Come avete potuto credere che Bossi sapesse fare il federalismo?
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«Il Nord che produce mugugna: questo non è federalismo», ci informa un articolo di La Stampa. E rincara: «Gli imprenditori vicini alla Lega delusi da Bossi».

Tra questi, Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato Lombardia: «Alla fine verrà fuori un brodino federalista così allungato che la cura sarà peggiore del male».

«Il sogno dellautonomia finanziaria è stato tradito», si lagna Mario Pozza, capo degli artigiani di Treviso.

«Sbbiamo sempre concepito il federalismo come la possibilità di lasciare sl territorio una parte delle imposte che paghiamo», dice Sergio Rebecca della Confcommercio bresciana, «ma questo fisco municipale va nella direzione opposta: non diminuisce limposizione complessiva, anzi aggiunge nuovi balzelli locali che penalizzano tutte le mprese, sia lIMU o la tassa di soggiorno».

Già, gli imprenditori vicini alla Lega scoprono che il federalismo municipale impapocchiato da Calderoli si tradurrà per loro in un aggravio fiscale di un ulteriore mezzo miliardo di euro l’anno. Oltre ai 55 miliardi che ogni anno il Nord paga in tasse al centro-sud.

Benvenuti, imprenditori vicini alla Lega. Vorrei porvi però una semplice, modesta domanda: che cosa ha potuto farvi credere, anche solo per un attimo, che un Bossi, un Calderoli, fossero davvero in grado di realizzare il federalismo in Italia? Il federalismo è una delle forme istituzionali e di governo più sofisticate e complesse; che cosa ha potuto farvi illudere che fosse alla portata di gente che fa della rozzezza e dell’incultura il suo stile di vita e di potere, il suo vanto?

Bossi è un diplomato per corrispondenza della Scuola Radio Elettra, è il primo uomo politico che abbia sostituito l’argomentazione oratoria col bofonchiamento inarticolato, e dicono che si fidi, come consigliere d’ultima istanza, del suo autista, in quanto ancora pù istintivo di lui.

Calderoli è un ex-dentista (i maligni dicono un odontotecnico), e la sua competenza giuridica istituzionale è confermata dalla legge elettorale presente, che il Calderoli stesso chiama una porcata, ma che è molto peggio: è la fine del voto democratico in Italia.

Non è impossibile che questo pregiato think-tank sia arricchito da consulenze estemporanee del Trota: vi pareva davvero credibile che da tutto questo potesse nascere un federalismo adeguato ai vostri sogni e bisogni?

Se i capi leghisti fossero stati seri nel loro proposito federalista, ve ne sareste accorti da un fatto:  che sarebbero andati a studiare le istituzioni della vicina Svizzera, che è federale da 900 anni, e che è un asserito modello per tutti i nordisti. Avrebbero mostrato l’umiltà di imparare da chi ha più esperienza; avrebbero aperto un vasto ed alto dibattito sul modello elvetico o sul modello statunitense, altro Stato federale dalla nascita, e sulla loro applicabilità alla nostra situazione.

Avrebbero almeno tirato fuori qualche citazione del lombardissimo Cattaneo. Invece no.

La realtà è che hanno sottratto il tema federalista ad ogni dibattito trasparente (per la serie tipicamente leghista: ci pensiamo noi, a voi), e invece sono andati a discuterlo, più o meno surrettiziamente, con i Cuffaro e i Lombardo, ossia coi caporioni siculi e del Sud in generale, per convincerli a non fare resistenza. E come? Con l’aum-aum del conviene anche a voi. E volete che da questo aum-aum venisse fuori il federalismo?

Che questi tipi avessero la competenza per approntare le infrastrutture conoscitive e legislative necessarie al federalismo (per esempio bilanci pubblici locali e regionali non falsi o almeno aggiornati; o escogitare i metodi per determinare i costi standard, o definire le funzioni fondamentali delle Regioni, Provincie e Comuni senza sovrapposizioni e conflitti di competenze), era palesemente al di sopra delle loro possibilità intellettuali e culturali.

E la cosa si vede ad occhio nudo, mica ve l’avevano tenuta nascosta: voi li avete votati proprio perchè si presentano come rozzi, superficiali. Perché? Forse perché dicevano pane al pane, ossia parlavano come voi. Forse perché avete scambiato la loro rozzezza per fattività sbrigativa.

Ma domandatevi come mai abbiate potuto cadere in questo equivoco fatale. Come mai voi produttori, a capo di imprese spesso avanzate, e comunque in grado di capire la convenienza dell’aguzzare l’ingegno, vi siete fatti rappresentare – e volontariamente – da ignoranti furbastri e pressapochisti, per il solo fatto che sbraitavano o bofonchiavano minacciosi di Roma Ladrona.

Domandatevelo con urgenza, imprenditori del Nord, perché la risposta vi condanna – proprio voi – come classe dirigente.

Con Berlusconi, con Bossi, era il Nord avanzato, istruito ed onesto, anzi creativo, come dicevano nella Milano da bere, che prendeva il potere sulla politica. A Milano un’imprenditrice come la Moratti, al Turismo l’imprenditrice Brambilla, a capo di tutto il massimo imprenditore di successo, e la Lega che accaparra voti al Nord, perchè fatta di gente pratica e sbrigativa, e in più furba…

Guardate il risultato, e rispondetevi.




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