>> Login Sostenitori :              | 
header-1

RSS 2.0
menu-1
Robert_Baer.jpg
Agente CIA: «Ovvio che bin Laden è morto!»
Stampa
  Text size
Robert Baer è un ex agente operativo, un raro poliglotta e arabista della CIA. Il giornalista Seymour Hersh l’ha definito «forse uno dei migliori agenti sul campo in Medio Oriente». La sua figura (e il suo libro, «See no Evil») ha ispirato il  protagonista del film Syriana, impersonato da George Clooney.

Ebbene, nel presentare il suo ultimo libro alla National Public Radio (la sola emittente pubblica, ideologicamente molto indipendente e rispettata) Baer s’è preso gioco dei cosiddetti messaggi di bin Laden che arrivano periodicamente, nei momenti in cui occorre ricordare agli americani di continuare ad aver paura, perchè il Grande Nemico Inafferrabile sta ancora tramando attentati (1):

«Ho fatto un sondaggio fra i funzionari della CIA messi sulle sue tracce, e mi ha stupito apprendere che nessuno di loro, nessuno, sapeva se era vivo o morto. Non hanno idea. Come se quest’uomo fosse caduto fuori dalla terra».

«Certo che è morto, è ovvio. Dove sono i DVD?», ha chiesto Baer ironicamente (da anni Osama bin Laden manda solo messsaggi audio): «Sono tutte cose che si possono manipolare».

«Non si fa vivo. Quando mai nella storia uno Stato ha fatto guerra a un altro Stato o a un gruppo quando il capo è probabilmente morto?».

Robert Baer ha parlato di questo con Terry Gross, la giornalista che conduce lo show radiofonico «Fresh Air». Stava presentando il suo ultimo saggio, «The devil we know», dove tratta dell’Iran:

«Prima comprendiamo il paradosso iraniano - chi sono, cosa vogliono, come vogliono insieme umiliarci e lavorare con noi - prima capiremo come affrontare la nuova superpotenza iraniana».

Nel novembre 2007 Robert Baer - che ovviamente mantiene contatti approfonditi coi colleghi - ha posto pubblicamente in dubbio la versione ufficiale sull’11 settembre, spiegando che era possibile si fosse trattato di un «inside job», un lavoro interno.

Nel luglio 2008, sempre Baer ha rivelato ai media che la CIA aveva un accordo col Pakistan per sorvolare con droni il territorio e colpire bersagli umani sospetti, con la scusa della «caccia a bin Laden»; e che esiste un piano del Pentagono per mandare nelle aree tribali di Pakistan gruppi di incursori.

Oggi, Baer ha detto alla radio: «La cosiddetta guerra al terrore rischia di diventare eterna, se lo scopo continua ad essere la cattura  di bin Laden».

Ed ha messo in guardia sull’apertura di un altro fronte proprio in Pakistan, prossimo teatro di un conflitto «definito così vagamente che può muoversi dovunque».

Nel novembre 2001, il quotidiano Le Figaro (imbeccato evidentemente dai servizi francesi) rivelò che due mesi prima del fatale 11 settembre, per l’esattezza il 4 luglio, Osama bin Laden era arrivato a Dubai dove si era sottoposto a dialisi renale nell’ospedale americano di Dubai. Qui era stato visitato dal «capostazione» della CIA locale, nonostante fosse già ricercato per un grave attentato esplosivo all’ambasciata americana in Kenia. Washington smentì la storia, ma richiamò subito in patria il capostazione, colpevole di aver parlato dell’incontro ad orecchie indiscrete. I servizi francesi fecero filtrare la notizia per rivelare l’ambiguo ruolo della CIA nella creazione di Al Qaeda, e nel tentativo di sventare l’invasione dell’Iraq.

Già il 26 dicembre 2001 il giornale Pakistani Observer aveva dato notizia della morte di bin Laden per complicazioni polmonari.

In seguito, personaggi autorevoli, da Pervez Musharraf ad Hamid Karzai, dal capo dell’antiterrorismo FBI Dale Watson fino a Benazir Bhutto, hanno dato Osama per morto da tempo; la Bhutto, pochi giorni prima di restare vittima del tragico attentato, in una intervista televisiva accennò a «l’uomo che ha ucciso bin Laden» come fosse cosa nota nel suo ambiente.

Ma se il personaggio è trapassato, il mito vive e prospera, perchè certi poteri vogliono che continuiamo ad aver paura.

«Be afraid, be very afraid».

Proprio nei giorni scorsi, il 16 gennaio, il nome di bin Laden è riapparso sui media: non proprio lui, ma uno dei suoi numerosi figli, Saad. I beni del giovanotto in USA sono stati bloccati per decreto del Tesoro americano insieme a quelli di tre altri musulmani, tutti accusati di essere «agenti operativi di Al Qaeda con legami con l’Iran» (2).

Papà bin Laden non avrebbe certo approvato, lui fiero sunnita, questa complicità del figlioletto con un regime sciita di cui era acerrimo e ricambiato nemico.

A rendere più strano il tutto, la sibillina notizia dell’AFP dice che i quattro «sono stati tutti detenuti dalle autorità iraniane nel 2003», secondo funzionari USA.

Tutto fa brodo per ravvivare i brividi dell’11 settembre: «Be afraid, be very afraid». E magari per proseguire la ricerca di bin Laden nei dintorni di Teheran.

Nel campo degli attentati false flag, le sparizioni sono del resto cosa normale (molto più rare le ricomparse). Proprio in questi giorni difatti è scomparsa in India, senza lasciar tracce, una testimone di primaria importanza per il mega-attentato di Mumbai del novembre: Anita Rajendra Uddaiya, la donna di 47 anni che disse di aver visto i dieci terroristi venire dal mare su un battello pneumatico a motore di tipo militare, e aver preso terra nella baietta di Badhawar Park, a Colaba, piccolo villaggio ai margini di Bombay dove la donna viveva.

Anita, sorpresa da quell’insolito arrivo, aveva persino scambiato qualche parola con loro (le avevano risposto di farsi i fatti propri).

Dopo il mega-attentato, con sparatorie in 13 diversi luoghi e 170 cadaveri sparsi sul terreno, la donna era stata portata dalla polizia al Sir JJ Hospital (una clinica del governo) a riconoscere fra i cadaveri quelli dei supposti terroristi. Non si sa che risultati abbia dato il riconoscimento.

Si sa che Anita Rajendra è misteriosamente e improvvisamente sparita domenica 11 dicembre, perchè la famiglia ha denunciato la sua scomparsa alla stazione di polizia di zona (3). Dei terroristi che la signora ha visto, uno solo è vivo, quel Mohammed Ajmal Amir, alias Kasab, ripreso dalle videocamere di sorveglianza con un braccialetto indù al braccio, e che - secondo i servizi indiani che tutt’ora lo detengono in esclusiva - ha parlato accusando il Pakistan.




1)
«Ex CIA operative discusses ‘The devil we Know’», NPR, 20 gennaio 2009.
2) «US Treasury targets bin Laden son, Al Qaeda with Iran ties», AFP, 16 gennaio 2009.
3) «Mumbai terror attack prime witness missing», Headlines India, 14 gennaio 2009.


Home  >  Americhe                                                                                          Back to top


La casa editrice EFFEDIEFFE ed il direttore Maurizio Blondet, proprietari
dei contenuti del giornale on-line, diffidano dal riportare su altri siti, blog,
forum, o in qualsiasi altra forma (cartacea, audio, etc.) e attraverso attività di spamming e mailing i suddetti contenuti, in ciò affidandosi alle leggi che tutelano il copyright ed i diritti d’autore. Con l’accesso al giornale on-line riservato ai soli abbonati ogni abuso in questo senso, prima tollerato, sarà perseguito legalmente anche a nome degli abbonati paganti. Invitiamo inoltre i detentori,a togliere dai rispettivi archivi i nostri articoli.
 
Nessun commento per questo articolo

Aggiungi commento


La Dittatura Terapeutica
L’unica ed estrema forma di difesa da questo imminente, sottovalutato, tragico pericolo particolarmente grave per l’Italia, è la presa di coscienza
Contra factum non datur argomentum
George Orwell con geniale e profetico intuito, previde l’oscuramento delle coscienze, il tramonto della civiltà, l’impostura e apostasia dalla verità che viviamo, quando scrisse “nel tempo...
Libreria Ritorno al Reale

EFFEDIEFFESHOP.com
La libreria on-line di EFFEDIEFFE: una selezione di oltre 1300 testi, molti introvabili, in linea con lo spirito editoriale che ci contraddistingue.

Servizi online EFFEDIEFFE.com

Archivio EFFEDIEFFE : Cerca nell'archivio
EFFEDIEFFE tutti i nostri articoli dal
2004 in poi.

Lettere alla redazione : Scrivi a
EFFEDIEFFE.com

Iscriviti alla Newsletter : Resta
aggiornato con gli eventi e le novita'
editorali EFFEDIEFFE

Chi Siamo : Per conoscere la nostra missione, la fede e gli ideali che animano il nostro lavoro.



Redazione : Conoscete tutti i collaboratori EFFEDIEFFE.com

Contatta EFFEDIEFFE : Come
raggiungerci e come contattarci
per telefono e email.

RSS : Rimani aggiornato con i nostri Web feeds

effedieffe Il sito www.effedieffe.com.non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata", come richiede la legge numero 62 del 7 marzo 2001. Gli aggiornamenti vengono effettuati senza alcuna scadenza fissa e/o periodicità