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I servizi segreti sapevano che Saddam non era una minaccia
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Dichiarazioni di un diplomatico ai parlamentari britannici

Un ex diplomatico, al centro degli eventi nella corsa alla guerra contro l’Iraq, ha rivelato ieri che il governo ha una “traccia cartacea” che potrebbe portare alla luce nuove informazioni sulla legalità dell’invasione.

Carne Ross, primo segretario del Foreign Office presso le Nazioni Unite a New York fino al 2004, ha dichiarato ai membri del Parlamento: “Molti fatti relativi alla corsa verso questa guerra, che dovrebbero essere conosciuti, devono ancora venire alla luce, ed il pubblico ha il diritto di conoscerli.” Ci sono anche valutazioni del comitato congiunto dei servizi segreti che non sono stati rivelati, ha dichiarato Ross al comitato selezionato della pubblica amministrazione della Camera di Comuni.

Ross ha dichiarato che l’indagine svolta dai servizi segreti aveva “espresso chiaramente” che Saddam Hussein non costituiva una minaccia significativa al Regno Unito, come affermato al tempo dai ministri, e che l’applicazione di sanzioni più dure avrebbe fatto crollare il suo regime.

Ha aggiunto anche di aver tentato di informare i ministri dei suoi timori riguardo all’aumentare delle spinte verso la guerra, prendendoli da parte durante le loro visite a New York o durante brevi conversazioni in auto durante il tragitto verso l’aeroporto.

Ma ha anche dichiarato che era ben cosciente che parlare troppo spesso o troppo apertamente di queste sue preoccupazioni circa la politica del governo avrebbe potuto danneggiare la sua carriera dandogli una reputazione di “ingenuo piantagrane”.

La testimonianza di Ross, trasmessa in collegamento video da New York, è arrivata pochi giorni dopo che Jack Straw, al tempo ministro degli esteri, si è avvalso del primo veto, secondo la legge sulla libertà di informazione, per proibire la pubblicazione delle minute del gabinetto relative alla decisione di entrare in guerra.

“Sono fortemente convinto che non ci sia stata la corretta trasparenza ed il necessario controllo su quanto è accaduto in Iraq” ha aggiunto Ross.

“Dovrebbe esserci una inchiesta pubblica o parlamentare sul processo decisionale che c’è stato. Hutton e Butler non sono in alcun modo sufficienti per questo scopo ed è una disgrazia che il governo faccia finta che lo siano… se avessimo quei sistemi di trasparenza e controllo sarebbero meno necessarie le fughe di notizie ed altri comportamenti devianti dei funzionari pubblici.”

Ross è stato uno dei quattro “informatori” che ieri hanno testimoniato davanti al comitato.

Gli altri tre sono Katharine Gun, ex traduttrice al Quartier Generale Governativo per le Comunicazioni, che ha rivelato come l’organizzazione stesse controllando i telefoni dei paesi contrari alla guerra all’Iraq; Brian Jones, l’esperto di armi chimiche con maggiore anzianità nel Gruppo Servizi Segreti Militari; e infine Derek Pasquill, ex dirigente del Foreign Office che ha reso noti i documenti relativi all’interpretazione dei fatti ed ai gruppi mussulmani ostili al Regno Unito e che ricevevano denaro dal governo.

Jones e Ross non hanno mai trasmesso informazioni alla stampa: Jones invece si lamentò con il suo superiore perché riteneva che il dossier dei servizi segreti sulle armi di distruzione di massa era stato volutamente esagerato. Gli fu però risposto che c’era “una parte di informazioni segrete che non poteva essergli rivelata” perché troppo confidenziale.

Ross ha dichiarato alla commissione che, quando il dossier sulle armi di distruzione di massa fu pubblicato e lui ebbe modo di vedere la differenza tra la presentazione datane dal primo ministro (Tony Blair, n.d.t.) ed i contenuti, “pensò che i servizi segreti stavano per essere crocifissi”.

Ebbe però modo di rendersi conto che molti parlamentari, con soltanto poche eccezioni, sostenevano il governo. “Ritengo che voi, signori (i parlamentari) siate stati intenzionalmente o accidentalmente ingannati, e che non ci sia stata attenzione su questi episodi. Penso che ci sia stato un grande lassismo e questo non incoraggerà la gente come o i miei colleghi a fidarmi di voi,” ha dichiarato.

Tony Wright, presidente della commissione, si è dichiarato d’accordo con questa accusa. “Penso che lei abbia assolutamente il diritto di censurare l’operato del parlamento che, a mio parere, a tenuto una condotta pessima su questo argomento, belando (sic!) senza fine sulla necessità di un’inchiesta ma fallendo penosamente nell’insistere per ottenerne una,” ha affermato.

Gordon Brown ha promesso di avviare un inchiesta dopo che tutte le truppe saranno tornate dall’Iraq.

David Hencke, corrispondente da Westminster

Tradotto da Arrigo de Angeli per EFFEDIEFFE.com

Fonte >
Guardian.co.uk | 20 marzo


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