>> Login Sostenitori :              | 
header-1

RSS 2.0
menu-1
fascismo_giarrettiera.jpg
Il fascismo è tornato, come Endemol
Stampa
  Text size
«Berlusconi: il G-8 all’Aquila», e subito a sinistra si sono accorti che il fascismo ha vinto. Bastava vedere «Annozero». Santoro e Travaglio, più tre direttori di giornali ebrei trombati, mogi come se avessero dovuto bere due litri d’olio di ricino. Ma c’è di peggio dell’olio di ricino, per l’antifascismo dei 21mo secolo: ed è quando il duce ti ruba il «format».
Più ancora che mogi, quelli erano affascinati: quello è più bravo di noi. Ogni giorno una sorpresa da tramortire i TG, da occupare «gli spazi» (televisivi).

«Mirabile», sussurra stregato Polito sul «Riformista», e spiega che «democrazia» e «demagogia» hanno la stessa radice, il «demos». Già si stanno adattando, a sinistra: ecco una lezione per i giovani. Anche nel fascismo vero, più che la forza delle colonne nere in autoblindo, fu decisiva la debolezza degli oppositori. Imparate, giovani generazione, come torna il fascismo nel nuovo format.

Potete impararlo in forma attenuata, neutralizzata: niente fucilate per le strade, niente sedi comunista incendiate. Tutto avviene in TV, virtuale e senza rischi per l’incolumità fisica. Ma l’elemento decisivo è lì: le «sinistre» che si dichiarano vinte, stregate dalla velocità dell’azione avversaria.

Eh sì, il «popolo», in fondo, è il Cavaliere. Lo ammettono. Si piangono addosso: abbiamo sbagliato tutto, guardate quanto siamo perdenti. Non sappiamo parlare alle masse, ossia all’audience.

Solo due giorni prima, i padri nobili dell’antifascismo s’erano convocati a Torino, patria del giacobinismo gobettiano, nel nome del Venerato Maestro Norberto Bobbio. Tutte le oligarchie riunite nella «Biennale dalla democrazia»: creata da Gustavo Zagrebelsky, l’uomo che Scalfaro, nel suo golpe di 15 anni fa, mise a capo della Corte Costituzionale. Il giurista che teorizza la democrazia controllata, perchè il popolo venga tenuto a freno.

Da quella sede, Napolitano-nota-spese aveva lanciato il suo alto monito: «In nome della governabilità non si vìoli la Costituzione», «la costituzione non è un rottame».

Parole sparate l’indomani sui grandi media: Napolitano dà l’altolà a Berlusconi! Un colpo durissimo! Chissà cosa risponderà Berlusconi?, si chiedevano.

Ma il Cavaliere mica ha risposto. Ha annunciato in TV l’ultima improvvisazione: farà il G-20 all’Aquila, fra i terremotati. E subito, la adunata di Naolitano-Zagrebelsky è apparsa un nuovo, malinconico Aventino: solo più scemo. Relegato sulla carta stampata, mentre Berlusconi conquista la TV.

Naturalmente la sua ultima trovata (non la chiamiamo «idea», per rispetto a Platone) è demenziale, costosissima per il contribuente. Per allestire il G-20 alla Maddalena (idea demenziale di Prodi) il Salame ha già speso 2 mila miliardi di vecchie lire, soldi nostri. Ma che importa?

All’Aquila si può fare, secondo lui: basta spostare qualche fondale, allestire un finto appartamento, come si fa a Mediaset negli studios, oggi «L’Isola dei Famosi», domani «i Grandi della Terra». Ai dettagli ci penserà Endemol, la paghiamo per questo.

Ma la sinistra è rimasta ammutolita. L’idea di mettere i Grandi fra i terremotati, sarà assurda, ma non si può criticarla: viene troppo bene in TV, è «così umana»... Lui sì che sa andare tra il popolo, sospirano gli sconfitti. Più ancora che sconfitti, conquistati.

Imparate, giovani. Effettivamente qui sono all’opera – così che possiate vederli – certi meccanismi del fascismo vero. Ma naturalmente, nella forma – nel format, senza nessuna sostanza. L’equivoco in cui non dovete cadere, giovani, è che del fascismo siano segnali essenziali le camicie nere, i pugnali fra i denti e le bombe a mano. Quelli erano i segnali tipici degli anni ’20, quando il fascismo era un movimento di reduci di guerra, di giovani uomini d’azione bruciati nelle trincee del grande massacro.

Il fascismo d’oggi è televisivo; non è destinato ad essere vissuto, ma guardato sul divano di casa. E’ più comodo, ma naturalmente non serve a cambiare nulla nel reale. E’ un passatempo.

Per questo Berlusconi licenzia i militanti fedelissimi, ma poco telegenici, e manda in politica veline, fa ministre delle scosciate in giarrettiera e paillettes, candida alle europee tulle le troiette sconosciute con cui ha avuto rapporti sessuali.

Dobbiamo riconoscerlo: sono quelle le nuove camicie nere, adatte alla conquista del potere nell’epoca del porno-spettacolo. La sinistra ha sbagliato ancora una volta, perchè era all’erta contro il ritorno di stivaloni e manganelli. Che non arriveranno mai, mai più.

Anche loro, del resto, non fanno che promuovere transessuali e invertiti, e non solo in TV. Ma se la mettiamo sulla porno-politica, le masse televisive a cui piacciono le veline sono più numerose di quelle a cui piace Vladimir Luxuria, e lo saranno sempre.

E’ ancora una volta una politica elitaria, per pochi. Che «il popolo non capisce». Il popolo, intendiamo, che guarda «Amici». E per cui «Il Grande Fratello» non evoca Orwell, ma il loft dei palestrati, dei tronisti e delle tamarre.

Certo, il format-fascismo è radicalmente truffaldino: non ci sarà battaglia del grano – e ci mancherà il grano e la grana – e nemmeno la bonifica pontina. Le caste restano al loro posto, così come il parlamento dei mille miliardari. Le speranze dei comuni mortali restano affidate più che mai ai concorsi a premio con «l’aiutino» in prima serata, le adunate sono sostituite dalle trasmissione sceme ad oltranza tipo «Domenica In», con la gente disposta a star seduta in poltrona per ore – ma l’effetto è identico a quando le masse erano disposte ad aspettare in piedi per ore in attesa del Fuehrer.

Truffaldino, falso, ma «così umano», televisivamente parlando, da essere invincibile.

E poi, scusate, il liberismo finanziario non è ancora più truffaldino? Qui truffano tutti, l’intera politica è una mascherata, che nasconde poteri reali ed ipocriti. Con quale faccia si può rinfacciare la truffa a Berlusca? La demagogia? Il populismo? Sono parole troppo grosse, per un format di Endemol. Richiamano una storia magari sanguinosa, che è del tutto passata. Non sono adatte per un «set» che sarà modificato domani cambiando le luci e sostituendo i fondali.

Questo regime finto – come ha riconosciuo Santoro, coi suoi comici ed ex-direttori, tutti mogi nella ridotta-format di Annozero – durerà decenni, come il fascismo vero di cui è l’imitazione falsa e senza concretezza. Basta che ogni giorno Berlusca improvvisi qualche scemenza, che tolga spazio al format avversario.

Come nel vero fascismo delle origini, c’è dentro tutto, che accontenta tutti: allora massoni, cattolici, liberal-fascisti, ebrei in sciarpa littoria, oggi quasi uguale. Nel nuovo fascismo c’è persino l’antifascismo costituzionale, quello di Kippà Fini.

Il popolo – pardon, l’audience – di sinistra finirà per votare Fini, già lo ama ogni giorno di più, affascinata dal suo politicamente corretto, ossia dal suo nullismo un po' passatista, ma benvestito. Del resto, «Annozero» ha condotto la sua ultima puntata anti-Salame celebrando Montanelli, un conservatore devoto ad Agnelli, Mediobanca e dei danarosi di lunga data in genere. Che triste mascherata.

Solo una cosa può vincere il totalitarismo delle veline: l’irruzione cruda della realtà, il ritorno al reale con la sua violenza, le vere ferite nella vera carne.

Il fascismo fu travolto dalla guerra mondiale, dal dissanguamento di valorosi senza scarpe in Russia; l’8 settembre morì la patria, oggi sostituita da Mediaset e RAI.

Speriamo che, sotto le telecamere, al G-20 L’Aquila sia scossa da un terremoto del settimo grado; che i «grandi» debbano farsi soccorrere tra le macerie vere di una vera natura, subissati dai tele-giornalisti che gli chiedono: «E’ contento che l’hanno salvata?». «Pianga davanti al microfono», «Cosa ha provato»? «E’ felice dei soccorsi rapidi ed efficaci?».

Il fascismo in giarrettiera è pieno di complici, i giornalisti sono già passati da quella parte. Non c’è stato bisogno di olio di ricino, nè di incendiare l’Avanti. E’ che l’Avanti è scomparso, e nessuno lo rimnpiange.

Forza sisma.

Crudele? Sì, ma sarebbe bello. Dev’esserci ancora la realtà, da qualche parte.



Home  >  Politica interna                                                                                 Back to top


La casa editrice EFFEDIEFFE, diffida dal riportare attraverso attività di spamming e mailing su altri siti, blog, forum i suddetti contenuti, in ciò affidandosi alle leggi che tutelano il copyright ed i diritti d’autore.

 
Nessun commento per questo articolo

Aggiungi commento


La Dittatura Terapeutica
L’unica ed estrema forma di difesa da questo imminente, sottovalutato, tragico pericolo particolarmente grave per l’Italia, è la presa di coscienza
Contra factum non datur argomentum
George Orwell con geniale e profetico intuito, previde l’oscuramento delle coscienze, il tramonto della civiltà, l’impostura e apostasia dalla verità che viviamo, quando scrisse “nel tempo...
Libreria Ritorno al Reale

EFFEDIEFFESHOP.com
La libreria on-line di EFFEDIEFFE: una selezione di oltre 1300 testi, molti introvabili, in linea con lo spirito editoriale che ci contraddistingue.

Servizi online EFFEDIEFFE.com

Archivio EFFEDIEFFE : Cerca nell'archivio
EFFEDIEFFE tutti i nostri articoli dal
2004 in poi.

Lettere alla redazione : Scrivi a
EFFEDIEFFE.com

Iscriviti alla Newsletter : Resta
aggiornato con gli eventi e le novita'
editorali EFFEDIEFFE

Chi Siamo : Per conoscere la nostra missione, la fede e gli ideali che animano il nostro lavoro.



Redazione : Conoscete tutti i collaboratori EFFEDIEFFE.com

Contatta EFFEDIEFFE : Come
raggiungerci e come contattarci
per telefono e email.

RSS : Rimani aggiornato con i nostri Web feeds

effedieffe Il sito www.effedieffe.com.non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata", come richiede la legge numero 62 del 7 marzo 2001. Gli aggiornamenti vengono effettuati senza alcuna scadenza fissa e/o periodicità