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Obesità? Mangia che ti passa
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Dal rapporto OCSE sulle società del 2009: Chi passa più tempo a tavola, ingrassa meno. E’ la paradossale scoperta che si deduce da uno studio appena pubblicato dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (1).

Le tabelle elaborate dalla pubblicazione dell’OCSE utilizzano il concetto di Indice di Massa Corporea (Body Mass Index, BMI), un indicatore che si ricava dal rapporto tra peso in chilogrammi e altezza in metri elevata al quadrato. Se tale rapporto fornisce un valore tra 25 e 30, siamo in presenza di sovrappeso; se il valore supera 30, la diagnosi è l’obesità.L’analisi spiega come l’obesità sia la causa principale di disturbi quali ipertensione, colesterolo, diabete, malattie cardiovascolari, artrite e alcuni tipi di tumore.

La correlazione fondamentale e più curiosa che desideriamo sottolineare è proprio quella tra indice di massa corporea e minuti giornalieri dedicati ai piaceri della tavola. (2) Possiamo osservare come i francesi, che impiegano il maggior tempo a tavola, sono anche il popolo con uno degli indici di obesità minore. In Francia si dedicano alla convivialità quasi 140 minuti al giorno, il doppio del tempo di messicani, canadesi e americani. Vale la pena osservare che i francesi sono anche il Paese che dorme di più, quasi 540 minuti al giorno. Il francese medio si intrattiene a lungo tavola e dorme oltre un’ora in più dei coreani che, insieme ai giapponesi, sono in coda alla classifica. Eppure presenta uno degli indici di massa corporea minori, insieme al secondo posto nell’aspettativa di vita per le donne (84,4 anni, seconde solo alle giapponesi con 85,8 anni) e al terzo posto per gli uomini (77,3 anni, dopo gli svizzeri e gli islandesi, che hanno una longevità rispettivamente di 79,2 e 78,4 anni). L’Italia è al quinto posto. Gli Stati Uniti hanno una aspettativa di vita inferiore alla media OCSE, 80,7 anni per le donne (su una media di 81,7) e 75,2 per gli uomini (su una media di 76,0).



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Come dire - non è la sedentarietà il problema. Anzi pare che trattarsi bene, alla lunga, presenti i suoi vantaggi. Lo sanno bene i maschi italiani, che sono al primo posto per tempo libero a disposizione, con 80 minuti in più rispetto alle donne. La disuguaglianza nel tempo libero tra i sessi è una costante, ma in Italia le donne conservano la tendenza a delegare meno e a lavorare di più, soprattutto in ambito domestico.

L’osservazione che la proiezione grafica dei dati incrociati suggerisce immediatamente è quella sulla duplice ripartizione dei Paesi considerati. Da un lato abbiamo le nazioni europee, forti di abitudini alimentari che consentono il mantenimento di uno stato di salute fisica assolutamente apprezzabile. Dall’altro troviamo i Paesi anglosassoni, quelli cioè che hanno eletto progresso scientifico e velocità a norme di vita, e che sono i portatori dei tassi di obesità maggiori. Ne deriva dunque che, con ogni probabilità, non è il tempo il fattore qualificante, ma il regime alimentare in sé, quando è fondato sul rispetto ed il mantenimento delle proprie tradizioni culinarie e dei propri ritmi produttivi.



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Il dato che desta maggiore sconcerto è quello relativo agli Stati Uniti. Recenti studi medici stimano che in America i costi dell’obesità superano quelli combinati prodotti dall’abuso di alcol e fumo, essendo la prevenzione sanitaria coinvolta in una percentuale che varia tra il 5% ed il 7% della spesa pubblica, rispetto alla media degli altri Paesi anglosassoni calcolabile tra il 2% ed il 3,5%.

L’obesità in America incide poi per il 36% delle spese sanitarie, mentre i costi delle medicine per gli obesi sono maggiori del 77% rispetto alle persone normo-peso.

Gli Stati Uniti sono dunque un popolo di obesi conclamati, nonostante il consumo di pasti fugaci - o forse proprio per questo. Ma non è l’unico dato preoccupante. Gli Americani hanno smesso di crescere di statura. Gli Stati Uniti infatti sono il solo Paese dell’area OCSE in cui le donne e gli uomini tra i 20 e i 24 anni non sono più alti di quelli appartenenti alla fascia tra i 45 e i 49 anni. Tutti gli altri Paesi mostrano invece una crescita nell’altezza della seconda delle generazioni prese in esame.

E non vale  la teoria secondo cui gli americani hanno un ridotto margine di crescita poiché erano già in passato annoverati tra le popolazioni più alte. Infatti il restante numero di Paesi la cui fascia di popolazione tra i 45 e i 49 anni ha la stessa altezza dei suoi pari americani, presenta comunque una tendenza nella crescita dell’altezza della generazione successiva.

Si tratta di un aspetto che l’OCSE non esita a considerare come un chiaro indicatore della mancanza di miglioramenti nella salute e nelle condizioni sociali che determinano un avanzamento del reale benessere della popolazione.

Inoltre gli USA sono il quarto Paese con il minor tasso di spesa sociale, cifra che sale solo nel caso in cui vengano computate anche le tassazioni straordinarie a scopi sociali e gli  investimenti sociali finanziati da privati. Infatti nonostante gli Stati Uniti risultino, ancora in base ai dati del 2006, uno dei Paesi con il più alto reddito nazionale netto pro capite (che è il prodotto nazionale netto meno le tasse), superati solo da Lussemburgo e Norvegia, un bambino americano su cinque vive in condizioni di povertà, cioè di carenza alimentare, un dato che è superato solo da Polonia, Messico e Turchia.

Registriamo la tendenza opposta in Francia, che è uno dei soli cinque Paesi OCSE dove la disuguaglianza di reddito e la povertà si è ridotta a partire dalla metà degli anni Ottanta fino ai primi anni del 2000, in virtù di un investimento sociale in programmi pubblici che è di gran lunga più alto della media del 24% del prodotto nazionale registrata dall’Organizzazione. In particolare evidenza troviamo le spese relative alla cura dei bambini, comprensive di nursery e strutture in grado di fornire assistenza alle madri, per cui la Francia si pone al terso posto dopo Islanda e Danimarca.

Sovrappeso e obesità sono in netta crescita nei Paesi dell’OCSE, ed equamente distribuiti tra i sessi, ad eccezione della Grecia, dove ne sono più afflitti gli uomini, e del Messico e della Turchia che, viceversa, vedono l’aumento del peso coinvolgere in misura maggiore le donne. Sono coinvolte tutte le fasce della popolazione, ma in particolare i gruppi svantaggiati a livello socio-economico, ed all’interno di questi ad essere colpite sono soprattutto le donne.

Il tasso di obesità americano è raddoppiato negli ultimi vent’anni, è triplicato in Australia e nel Regno Unito, che si posiziona al terso posto, alle spalle di Messico e Stati Uniti. Un quarto della popolazione inglese risulta in sovrappeso.

L’obesità non risparmia neanche bambini e adolescenti. E’ obeso un terzo dei ragazzini spagnoli tra i 13 e i 14 anni e un terzo degli inglesi nella fascia dai 5 ai 17 anni. In aggiunta, i teenager inglesi soffrono gravi tassi di alcolismo. Una ragazzina su tre tra i 13 e i 15 anni dichiara di ubriacarsi regolarmente. La percentuale maschile è del 32%, inferiore soltanto a quella dei ragazzi danesi (34%).

Piuttosto sorprendentemente, dato il ridotto tasso di obesità nazionale, ¼ della fascia dai 5 ai 17 anni dei ragazzi italiani è in grave sovrappeso, complici una  progressiva adozione di abitudini alimentari scorrette e non sottoposte a controllo, e l’abbandono dei figli davanti alla televisione, che si conferma, dopo cibo e sonno, la principale attività con cui impegnare il tempo libero, non solo quello degli adolescenti.



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La TV assorbe il 48% del tempo libero in Messico, il 44% negli Stati Uniti, il 41% in Gran Bretagna, per scendere al 34% in Francia e al 28% in Italia. Le nazioni anglosassoni, fruitrici assidue di trasmissioni televisive, sono anche quelle dove la socializzazione, intesa come incontro tra amici ma anche come partecipazione ad eventi, è più bassa. Solo il 16% degli americani ed il 7% degli inglesi incontra amici nel tempo libero, mentre solo il 2% degli americani ed il 10% dei britannici prende parte a manifestazioni di sorta. Di contro, la Turchia sembra essere la nazione più socievole, con il 35% del tempo libero dedicato all’intrattenimento tra amici.

La divisione tra Paesi mediterranei e Paesi anglosassoni si ripropone in maniera netta anche per quanto riguarda i rapporti sessuali degli adolescenti. Un quarto dei quindicenni intervistati confessa di aver avuto esperienze sessuali precoci, che sono prevalenti nei maschi dei Paesi mediterranei e nelle ragazze dei Paesi dell’Europa del nord.

L’aspetto che accomuna tutti i Paesi è la scarsa attività fisica. L’esercizio fisico rappresenta appena il 13% dell’impiego del tempo libero, ma anche qui ci sono notevoli differenze: ad una percentuale del 13% dedicata allo sport da parte degli spagnoli corrisponde un 8% di italiani e francesi. Solo il 5% degli americani fa sport nel tempo libero.

Milena Spigaglia




1) Organization for Economic Cooperation and Development, “Society at a Glance 2009 - OECD Social Indicators”.
2) Catherine Rampell, “Obesità and the Fastness of Food”, New York Times, 5 maggio 2009.



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