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Siria: strage di medici e scienziati (sarà Al Qaeda?)
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Il dottor Issa al-Kholi è stato assassinato davanti a casa sua da un ignoto che gli ha sparato mentre usciva. Generale di brigata, Issa al-Kholi era soprattutto un medico di valore, direttore dello Hamish Hospital a Damasco dopo essere stato primario all’ospedale militare di Tishreen. Era uno specialista di artrite, formatosi in Romania e a Parigi. Aveva 57 anni. Lascia la moglie e quattro figli.

Il dottore è (per ora) l’ultima vittima di quella che pare una sistematica campagna di assassinio di scienziati, tecnici d’alto livello e intellettuali siriani, condotta nel quadro della insurrezione contro il regime di Damasco.

Issa al-Kholi
  Issa al-Kholi
Una lista (incompleta) delle vittime è stata resa nota dall’agenzia ufficiale SANA: Mayadeh Anees Sayyuf, professore all’università di al-Baath; Aws Abdul Karim Khalil, ingegnere e specialista nucleare; dottor Hassan Eid, primario di chirurgia toracica all’ospedale nazionale di Homs; il dottor Mustafa Mohammad Safar dell’ospedale di Bisan; Ruba Ibrahim, docente al Centro Nazionale di Studi d’Eccellenza; ingegnere Talal Ma’im al-Qatrib, dirigente della raffineria di Homs; Fatima Khalifa, donna ingegnere, dirigente della Compagnia Generale di Produzione di Elettricità di Mhardeh; ingegner Fira Kaddar, capo del Dipartimento Elettricità di Douma, e l’assistente tecnico Bassam Barakat.

Inoltre, ignoti terroristi (o insorti), nella provincia di Idleb nel nord della Siria, hanno incendiato la casa dello scrittore Mohammad Khaled al-Kudr, presidente locale della Arab Writers Union, distuggendone completamente la preziosa biblioteca. Al-Kudr era stato già in precedenza sequestrato e minacciato di morte.

Altri o forse gli stessi insorti (o terroristi) hanno fatto esplodere la casa del giornalista Nidal Hmeidi, corrispondente della TV libanese Al-Jadid TV; anche per lui è la seconda volta che è vittima di violenze. Aveva rifiutato le pressioni di un gruppo armato il quale voleva da lui che criticasse il regime siriano nei suoi reportages (A Terrorist Group Assassinates Brigadier General Dr. Issa al-Kholi in Damascus).

La campagna di omicidi in Siria ricorda molto da vicino la strage di scienziati e tecnici condotta sistematicamente nell’Iraq occupato (almeno 300 docenti e studiosi sono stati ammazzati uno per uno da esperti attentatori che ne conoscevano nome, attività e indirizzo) come strategia per decapitarne la classe colta, l’intelligenza capace di ricostruire un Paese; ed ancor più da vicino ricorda gli assassini mirati avvenuti di recente in Iran, per decapitare le teste pensanti del programma nucleare.

Parimenti, i ribelli anti-regime, i combattenti per la libertà e la democrazia in Siria o come li si vuol chiamare, sono passati ai grandi attentati-strage presuntamente condotti da terroristi suicidi, che sono stati e sono ancora una triste specialità della strategia della tensione in Iraq, dai tempi in cui si doveva aizzare l’una contro l’altra le componenti sciita e sunnita.

Due esplosioni hanno sterminato almeno 28 persone, e ferito 175, ad Aleppo: è la prima volta che questa importante città siriana viene coinvolta negli scontri, e la strage pare una risposta dei ribelli al fatto che la popolazione di Aleppo – massicciamente pro-regime – aveva appena accolto festosamente il ministro degli Esteri russo Lavrov, inneggiando al veto posto da Mosca al Consiglio di Sicurezza ONU. Il doppio attentato è stato rivendicato da un portavoce della Free Syrian Army.

Pochi giorni prima, due simili attentati indiscriminati a Damasco avevano ucciso 26 persone. Fonti americane, citate dalla pubblicazione USA McClatchy, hanno attribuito gli attentati di Damasco ad «Al Qaeda in Iraq», che sta organizzando trasferte di sangue in Siria (U.S. officials: Al Qaida behind Syria bombings).


Addestramento di ribelli nella città settentrionale di Idlib


Ayman Al-Zawahiri
  Ayman Al-Zawahiri
Per fortunate coincidenza, è apparso ed è stato diffuso un video del secondo (o terzo?) capo di Al Qaeda, Ayman Al-Zawahiri, dove il barbuto e inturbantato personaggio – riapparso dopo un lungo silenzio – fa appello a tutti gli arabi perchè sostengano la lotta dei ribelli che in Siria vogliono rovesciare il «canceroso e pernicioso regime di El-Assad».

Non è la prima volta che Al Qaeda addita come nemici dell’Islam militante regimi che, per coincidenza, sono invisi anche alla NATO, agli USA e ad Israele. È accaduto anche in Iraq, dove Al Qaeda non ha mai torto un capello ad un solo soldato americano, ma ha sparso fiumi di sangue di sciiti in attentati suicidi alle loro moschee.

Il nuovo video di Al-Zawahiri, della durata di 8 minuti, è stato scoperto e diffuso dal ben noto SITE Intel Group, la lucrosa ditta basata in USA, e fondata dalla nota Rita Katz, che sorveglia i siti estremisti islamici in rete.

Anche le fonti del regime siriano confermano che elementi di Al Qaeda sono filtrati attraverso la frontiera col Libano nel Paese; molti di loro sono «combattenti per la libertà in Libia», armati ed assistiti dalla NATO per portare la democrazia da Bengasi a Tripoli (dove hanno creato campi di prigionia e centrali di tortura).

Abdulhakim Belhadj
  Abdulhakim Belhadj
Si sa che lo scorso novembre Abdulhakim Belhadj, il capo del Lybian Islamic Fighting Group anti-gheddafi (un militante che ha combattuto con Al Qaeda in Iraq) ha incontrato in Turchia i capi della Free Syrian Army promettendo loro di inviare in Siria addestratori ed offrendo loro denaro.

Difatti le autorità libanesi, invitate dall’ambasciatore siriano a Beirut a vigilare su queste infiltrazioni, il 7 febbraio hanno bloccato un aereo cargo sospetto, che è risultato pieno di «armi e dollari americani, passaporti speciali, carte di credito e altro materiale d’intelligence». L’aereo era partito da un aeroporto statunitense e aveva fatto scalo in Brasile. Cittadini libanesi, destinatari del carico, sono stati messi agli arresti: sarebbero esponenti di gruppi estremisti salafiti (Destined for Syria’s rebel Al Qaeda terrorists?).

Al Qaeda, naturalmente.

Come noto, le forze armate del regime sono impegnate in dure battaglie nella città di Homs, dipinta dai media occidentali come la città martire per la democrazia, sottoposta a crudeli e insensati bombardamenti. Ma proprio ad Homs sono operativi elementi delle SAS britanniche e commandos del Katar nonchè, pare, della Turchia, che tentano di fare della città di Homs una testa di ponte come quella che a Benghasi preparò la liberazione della Libia da Gheddafi. Homs è in mano alla Free Syrian Army, che ha cominciato una pulizia etnica dei cristiani e degli alawiti.

Ad Homs sono presenti reporter del francese Le Monde che documentano l’eroico sforzo di liberazione degli insorti (A Homs, avec les forces de l'Armée syrienne libre).

Il recente rapport della Missione della Lega Araba in Siria, pur non risparmiando aspre critiche al regime, ha documentato la mano della CIA, del Mossad e dell’MI6 britannico dietro molte delle violenze in Siria (Resoconto della Lega Araba fornisce la prova che dietro le violenze in Siria ci sono CIA, MI6 e Mossad).

Al Qaeda, come volevasi dimostrare.



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