06 Giugno 2010
Pesto e pieno di lividi, l’amico Joe Fallisi resta battagliero: «Sporgerò denuncia», dice subito.
Paul Larudee
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Ken O’Keefe
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I massacrati. Un pompiere, un politico, un elettricista, un campione di taekwondo, un fotogiornalista, uno studente...
Fallisi racconta le ultime, lunghissime ore, tutti ammassati all’aeroporto in attesa della partenza. I controlli persona per persona, infinitamente ripetuti. L’aria di minaccia e di violenze.
Parlavano gli israeliani?
«Per lo più sibilavano minacce. Uno di quei bestioni in kippà mi ha ordinato di sedermi, a un certo punto. Poichè mi rifiutavo, mi ha schiacciato giù sibilandomi, con lo sguardo pieno d’odio, in inglese: “Tu non sai cosa possiamo farti”. Voleva farmi capie il messaggio: possiamo ammazzarti per il più futile motivo, lo facciamo abituati all’impunità. In realtà, in quelle ore, si trattenevano dal farci peggio, per via degli ordini ricevuti. Si trattenevano visibilmente. Eran tutti giovanissimi, con la kippà; non stavano mai fermi, sibilavano minacce, gli occhi spiritati...».
Drogati forse?
«Magari drogati dalla loro ideologia, dalla loro impunità, dal delirio di essere gli eletti. Glielo insegnano nelle loro scuole talmudiche. Altro che integralismo islamico!».
Un’ultima immagine è rimasta a Joe Fallisi:
«Mi avevano già consegnato il passaporto – tutti i miei effetti se li sono tenuti, i ladri – avevo superato tutti i controlli paranoici, avevo davanti a me l’ultima porta, di là della quale c’era il pulmino che ci doveva portare all’aereo. L’uscita era sorvegliata da due soldatini askenazi e da un terzo, un falascià etiopico. L’ufficiale ha ordinato a quest’ultimo di scortarmi al pulmino. Mentre andavamo, ho sentito gli altri due sibilarmi dietro: “Yes, go with the nigger”, va’ col negro, ma col termine insultante. Mi son voltato, li ho fissati; i due askenazi mi hanno fatto l’ultimo gestaccio».
Ed ora cosa farai?
«Adesso contribuirò a raccogliere le testimonianze di tutti i partecipanti; tutti faremo denunce legali per le percosse, i furti, le umiliazioni subite».
Non servirà a nulla.
«Con il comandante Vangelis ci è venuto in mente di aprire un sito, nexttime20, la prossima volta venti. Venti navi, dobbiamo mettere insieme. E ci riusciremo. Dobbiamo riuscire a romperlo, l’assedio di Gaza. La prossima volta saremo una vera flotta».
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