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Viktor Schauberger e la teoria dell’implosione
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In tempi di così profonda crisi economica in cui tutto è annichilito e paralizzato, in cui ciascun tentativo di risoluzione viene vanificato dai «turcomanni dell’usura» e dai «giganti della malavita» della speculazione, sarebbe almeno doveroso, da parte di quei governi che di più sentono il morso asfissiante di questa laccio stretto intorno al loro collo, di poter trovare delle soluzioni alternative e di battere strade diverse per uscire da questo gorgo implacabile e mefitico.

Vediamo invece che una «casta» ristrettissima e miope di politici, di faccendieri e di tirapiedi continua a stare alla sequela di chi vuole affossare le economie reali, che vuole davvero la fame e la disperazione alla base di un ordine mondiale di folli e di criminali. Il tutto per continuare a raccogliere, in maniera indegna ed oscena, le poche briciole che cadono dalle opulentissime mense dei potenti per vivere una vita semivirtuale e piena di piccoli agi borghesi e decadenti. Tutti i princìpi che stavano alla base di ogni cosa sono stati ridotti allo stato di pura e semplice banalizzazione, o peggio resi ridicoli e sterilizzati.

Le cose non vanno meglio nel campo della Scienza che tutte le Massonerie, di ogni ordine e grado, pongono, insieme alla Ragione, sull’altare di un nuovo credo facendole diventare le nuove divinità del Nuovo Uomo non più creatura ma diventato Dio di se stesso e gonfiato del proprio cieco egoismo. La base della scienza è sempre stata quella di osservare i fenomeni naturali, cercare di capirne e carpirne i meccanismi, riprodurre cause ed effetti e quindi sfruttare i fenomeni a vantaggio del divenire umano: questo implica che qualsiasi teoria, qualsiasi costatazione in campo scientifico sono sempre in continuo divenire nulla mai è definitivo e totale e quello che oggi sembra un assunto indefettibile, domani grazie ed altri studi, ad altre osservazioni, ad altri esperimenti può tranquillamente essere relegato nel dimenticatoio e perdere tutta quella forza che poteva avere prima delle nuove scoperte.

Ma anche in questo campo dove il Divenire (del resto prerogativa essenziale di Dio e del suo essere fedele a se stesso) era sovrano, dove il «probando et riprobando» galileiano, erano i basilari princìpi informanti la realtà scientifica, si sta verificando uno strisciante , ma sempre più marcato atteggiamento assolutamente al di fuori di questa logica di base.

Gli Scienziati, spinti dalla loro superbia e dalla loro protervia e sicumera, in ultima analisi dal loro egoismo auto referente e divenuto quasi di natura divina, stanno chiudendosi in una specie di bozzolo in cui sembra che tutto quello che si doveva scoprire è stato scoperto e che, se delle nuove ricerche bisogna fare, queste non possono travalicare i concetti le teorie, o le linee generali di una visione della scienza sempre più ripiegata in se stessa, quasi intenta solo ad auto incensarsi.

Totale qualsiasi nuova teoria che divenga materia di studio e ricerca deve essere legata ai vecchi schemi ed ai vecchi concetti ormai diventati inamovibili: si veda quello che succede nella diatriba tra evoluzionismo ed anti evoluzionismo, sui concetti delle teorie della relatività formulate da Einstein, sullo studio dell’atomo e della fissione nucleare, sulla ricerca di nuove sostanze e terapie atte a curare malattie incurabili o nel campo dei tumori.

La creazione di protocolli standard, la ricerca orientata a senso unico sul fattore genetico dello sviluppo e della genesi dei fenomeni tumorali, praticamente obbligano i medici, pena la radiazione dall’ordine e l’interdizione della pratica della professione, a seguire terapie assolutamente prive di risultati ed assolutamente dannose. Inoltre si continua a curare per statistica come se tutti i casi fossero uguali e come se ogni essere umano fosse standardizzato e non ognuno un unicum irripetibile: come è possibile curare soltanto una singola cosa quando il corpo è invece un meraviglioso ed interdipendente insieme di cause ed effetti?

Viene il sospetto che tutto ciò, insieme ad aborto ed eutanasia, siano dei mezzi necessari per applicare le teorie maltusiane sulla riduzione della popolazione mondiale, per le élites mondialiste, ormai arrivata a livelli assolutamente insostenibili. Spesso chi fa delle scoperte eclatanti che, però, sono del tutto in contrasto con gli interssi della casta politica e dell’apparato militare industriale, subisce un vero e proprio linciaggio mediatico e la riduzione allo stato di non poter svolgere più, in nessuna parte del mondo, il proprio lavoro di ricerca: improvvisamente da grandi scienziati costoro diventano dei ciarlatani e degli imbonitori che osano contrastare la «Vera Scienza».

Faccio l’esempio di Fleischmann e Pons gli scopritori della fusione fredda i quali hanno pagato carissimo il loro profondo lavoro di creazione di una energia nuova, pulita ed a bassissimo costo solo perché i militari avevano bisogno delle scorie radioattive delle centrali nucleari per costruire le micidiali bombe ad uranio impoverito, che sono di una dirompenza e di una pericolosità sconvolgenti. A Fleischmann fu fatto bere del materiale fissile, del te al polonio, insomma, che gli causò tutta una serie di micro tumori diffusi, dai quali scampò solo grazie alla volontà divina.

Meglio non andò a Nikola Tesla, lo scopritore, tra le tantissime cose, della corrente alternata, a cui il «mostro sacro» Edison fece una guerra spietata: morì in miseria negli Stati Uniti, ma tutti i suoi studi furono sequestrati dall’Ente Federale di Investigazione (FBI) e coperti da segreto di Stato. Oggi Haarp è un sistema che mette in pratica, per scopi militari, le teorie di Tesla sulle onde elettromagnetiche per il controllo del clima e sulla genesi di terremoti e maremoti in ogni parte del mondo.

Viktor Schauberger
  Viktor Schauberger
Nel 1885 nacque ad Holzschlag una frazione di Alland, in Austria, un altro «genio» quasi del tutto sconosciuto Viktor Schauberger. Visse fin da piccolo a contatto con la natura e fu sempre molto attratto da essa: passeggiava per ore tra i boschi osservando incuriosito lo spettacolo che essi offrivano. Cresciuto, decise di diventare guardia forestale e fu assunto al servizio del principe Adolf Von Schaumburg-Lippe e divenne responsabile di ben 21000 ettari di foreste: ma quello che attirava la sua attenzione in maniera preponderante era il flusso delle acque che scorrevano negli alvei dei fiumi, dei torrenti di montagna. Vedeva nella natura un modello da «verstehen und abschreiben» capire e copiare. Osservando il comportamento delle trote nel loro habitat naturale fu colpito dalla loro assoluta immobilità nonostante la forte corrente che un torrente può avere. Data l’incontaminatezza dell’eco sistema poter scientificamente fare delle osservazioni era del tutto naturale e normale.

I dubbi che gli si creavano dalle osservazioni reali, lo spinsero a svolgere indagini più approfondite per studiare la forza che rendeva possibile un tale tipo di movimento naturale dei pesci, senza che ciò richiedesse nessun tipo di sforzo da parte loro. La soluzione la trovò nella struttura dell’acqua: l’acqua ha la massima densità, il cosiddetto punto di anomalia a + 4 °C. Le sue molecole raggruppate in strutture tridimensionali, insieme alla polarità elettrica le permettono di sciogliere le sostanze. Quando gela essa aumenta il suo volume del 9%, ma contemporaneamente, il suo peso diminuisce e diventa più leggera di quanto non sia allo stato liquido: nelle sorgenti di alta montagna l’elemento acqua raggiunge la massima densità.

Suo padre era incaricato del trasporto dei tronchi tagliati degli alberi dalle grandi altezze fino a valle, dove le segherie provvedevano a lavorarli: conoscendo bene il suo mestiere, egli effettuava il trasporto solo di notte e preferibilmente quando c’era la luna piena in quanto, secondo la sua esperienza, di giorno l’acqua esposta ai raggi del sole, quindi riscaldata, era come se divenisse «pigra» e assumesse un atteggiamento di una dormiente. Di notte era come se si risvegliasse e tornasse ad assumere una grado di vitalità molto più elevato e sfruttando questa condizione si riuscivano a trasportare tronchi di peso specifico molto superiore alla media.

Le trote nella loro immobilità nel gorgo della corrente, se fiutavano un pericolo velocemente risalivano la corrente medesima, nuotando in senso contrario ad essa. Siccome l’acqua di un torrente di montagna, sottoposta a controlli di temperatura, risultava essere più fredda vicino alla sorgente del corso d’acqua e, man mano che si allontana da questo luogo, la sua temperatura aumenta gradatamente.

Per spiegare il fenomeno della immobilità assunta dalle trote decise di compiere un esperimento: individuato un punto in cui una trota era solita stazionare e passare molto tempo, fece versare 100 litri di acqua riscaldata a 500 metri più a monte del luogo preso in considerazione. Il torrente aveva un determinato flusso di portata d’acqua al secondo, quindi la modestissima quantità d’acqua riscaldata versata in esso non poteva assolutamente alterare in qualche modo la sua temperatura.

La trota, che fino a quel momento era rimasta del tutto tranquilla, subito dopo lo sverso dei 100 litri d’acqua, cominciò ad agitarsi in maniera anomala e, nonostante frapponesse degli sforzi per restare nello stesso posto, fu portata dalla forza della corrente verso il basso e riuscì a risalire la medesima solo dopo un po’ di tempo per tornare al punto di partenza. Quindi la temperatura era estremamente importante ed anche una lievissima alterazione di essa incide sul comportamento dell’acqua e conseguentemente anche dei pesci in essa nuotanti.

Le osservazioni scientifiche condotte da Schauberger rilevarono un comportamento strano che assumevano alcuni tipi di pietre: durante le notti fredde e di luna piena alcuni tipi di pietre di forma ovaloide risalivano in superficie dal fondo di un laghetto, attirandosi e respingendosi con un movimento circolare; al contrario pietre di forma diversa che restavano invece tranquillamente sul fondo del medesimo lago. Il fenomeno era spiegabile a causa della composizione metallifera delle pietre soprattutto silice (SiO2) e silicati che si andavano a combinare con il freddo che aumenta l’energia lievitazionale biomagnetica. Quindi temperatura e presenza di metalli creavano fenomeni cinetici e di attrazione e repulsione delle pietre che avevano queste caratteristiche: era la continuazione di quanto suo padre poneva in essere quando trasportava i tronchi la notte in quanto la temperatura più fredda favoriva lo spostamento di tronchi, anche di quelli il cui peso specifico era maggiore.

Schauberger seguendo le teorie enunciate da Keplero sul movimento planetario che influenza direttamente anche il movimento dei fluidi (maree, bradisismi) collegò il movimento delle trote a queste teorie cosmiche e prese a formulare il principio d’implosione: l’umanità e con essa la scienza e la natura procedono in modi differenti e diversi, quasi fossero posti su piani sfalsati. La scienza segue una linea retta a cui è riconducibile il concetto di esplosione, qualcosa cioè che dall’interno erompe in maniera eclatante verso l’esterno. La natura invece segue regole che prevedono movimenti dall’esterno verso l’interno seguendo una linea spirale concentrica cioè seguendo il principio d’implosione e questo moto è la base della vita.

L’esplosione racchiude in sé il concetto di involuzione, di demolizione (si pensi a quello che succede quando deflagra una carica esplosiva e quale tipo di forza distruttiva possa sprigionare), distruzione; al contrario l’implosione è costruzione, evoluzione, vitalità che nasce spontanea e fa fiorire qualsiasi tipo di crescita vitale. In natura entrambe le forze sono presenti e si manifestano in maniera palese: entrambe sono espressione della bipolarità elettrica che è alla base di qualsiasi legame molecolare o atomico: nonostante questo ciò che predomina, in natura, è la forza di implosione; anche la forza di demolizione ha però un carattere positivo essendo una continua forza di riciclo essa provvede a scomporre gli organismi morti e la loro reintegrazione in nuove e diverse forme di vita organica.

Nell’inverno del 1918, come conseguenza della guerra mondiale da poco terminata, a Linz c’era una grande penuria di combustibili ciò creava grossi problemi economici a tutta la regione: il principe Adolf von Schaumburg-Lippe era paradossalmente davanti a questa brutta situazione. Aveva una grande quantità di tronchi da trasportare e molto legname, in montagna, da poter abbattere: il grosso problema era come trasportare a valle questo prezioso materiale. Schauberger costruì uno scivolo di legno a sezione ovale, con andamento sinusoidale lungo ben 50 chilometri. Far galleggiare i tronchi in questo apparato richiedeva una continua presenza di acqua fredda, ma il movimento dei tronchi tendeva a riscaldare la massa d’acqua presente nello scivolo a causa dell’attrito. Quindi attraverso una serie di valvole l’acqua veniva ricambiata costantemente: quella riscaldata era sostituita da nuova acqua fredda prelevata da torrenti ed immessa nello scivolo. Tutti i grandi scienziati storsero il naso e manifestarono apertamente il loro scetticismo, ma nonostante tutto, quanto concepito da Schauberger funzionò alla perfezione ed i tronchi arriarono a valle per essere lavorati. Fu nominato consulente statale per gli impianti di trasporto con un cospicuo stipendio superiore a quello degli altri colleghi pieni di titoli accademici altisonanti; non mancarono gelosie e complotti ed allora lui decise di ritirarsi dall’incarico. Passò a lavorare con l’imprenditore Steinhard per il quale costruì molti impianti di trasporto per i tronchi in Austria, Jugoslavia e Turchia.

Gli studi condotti da Schauberger trovano una forte opposizione da parte delle autorità accademiche le quali non capiscono la portata delle sue osservazioni e l’applicazioni pratiche che, a ricaduta, possono avere sulla vita di tutti i giorni. Per lui forzare l’acqua in canali e condotte cilindriche significa fare un gravissimo errore in quanto la si priva di tutta la sua energia potenziale: le dighe causano un impatto ambientale molto negativo sul territorio circostante e poi l’acqua viene intrappolata in condotte cilindriche e sottoposta ad enormi pressioni, e letteralmente scagliata contro le pale delle turbine causa la dissoluzione dell’ossigeno che viene così centrifugato all’esterno. Al termine di questo scempio, di questa disintegrazione fisica e energetica l’acqua viene scaricata nei corsi d’acqua con gravissime conseguenze sull’ecosistema acquatico e sulla vita dei pesci.

Egli prospetta soluzioni alternative del tutto nuove e meno negative ed arriva a progettare un impianto che consente la produzione di un’ottima acqua (Edelwasser) incredibilmente con la stessa composizione chimica e biologica specifica delle acque di sorgente e ciò partendo da acque non certamente pregiate come quella piovana, o marina, anche sporche:

«La sterilizzazione secondo tutti i tipi abituali di clorazione avviene con l’ossigeno in status nascendi che col tempo può provocare danni ai tessuti e la formazione di cancri nelle persone, negli animali e nelle piante. Con il mio metodo, la sterilizzazione e la depurazione sono effettuate con tubi ad alta tensione oppure con i cosiddetti tubi a capillare doppio a torsione e la rigenerazione avviene in apparecchiature speciali. L’apparato aveva una camera a sezione ovale dove l’acqua era raffreddata a 4 °C, fatta ruotare in un vortice ad alta velocità con aggiunta di minerali e anidride carbonica».


Schauberger accanto al suo motore ad implosione


Lo studioso sta diventando famoso ed attira da una parte una sempre maggiore ostilità della «Casta Scientifica» che lo bolla da ciarlatano, ma attira anche l’attenzione di Mussolini e contatti vengono stabiliti anche con emissari francesi, rumeni e bulgari. Il 10 luglio 1934 l’industriale Ludwig Roselius gli organizza un incontro con Hitler a Berlino: fu di breve durata, ma il Führer si dimostrò molto interessato ai suoi progetti ed alle sue teorie: discute con lui sui princìpi fondamentali dell’ingegneria, dell’agricoltura, della silvicoltura e dell’acqua.

Lo scienziato è convinto di poter mettere le sue conoscenze e capacità al servizio del Reich: progetta attuatori per aerei, eliche e motori silenziosi per sottomarini, navi e turbine silenziose mosse da nessun’altra energia se non quella dell’acqua. I suoi progetti ed i suoi studi su una nuova agricoltura e nuove forme di energia alternativa, ottengono un cospicuo finanziamento.

Inizia anche una collaborazione fattiva e proficua con due «mostri sacri» delle costruzioni aeree militari tedesche: Ernst Heinkel e Willy Messerschmitt con i quali studiò tutta una serie di motori e di tipi innovativi di eliche, oltre che alcuni prototipi segretissimi avveniristici.

Qui dobbiamo notare che il regime nazionalsocialista era estremamente attento a tutto quello che riguardava ogni forma di scienza e di innovazione che essa potesse apportare, non solo al potenziale bellico tedesco, ma anche a qualsiasi settore della vita sociale: meccanica, fisica, chimica, genetica trovavano sempre molta attenzione ed un grande tipo di incoraggiamento nella nuova Germania che Hitler pensava di costruire. E questo tipo di attenzione non poteva essere assolutamente limitato dalle solite chiusure mentali di caste consolidate. Spesso, gli ambienti ufficiali ed i circoli scientifici volevano comunque porre dei limiti ed ingessare la scienza privandola del necessario slancio innovativo o della carica dirompente che nuove teorie potevano dare al superamento di barriere quasi sempre stantie e molto poco proiettate verso nuovi campi di studio e di scoperta. Insomma la scienza non doveva avere limiti come la nuova Germania non doveva avere più confini ristretti.

Inutile negare che tipo di risultati hanno dato gli studi del gruppo di Peeneműnde guidati Von Braun all’ingegneria aerospaziale, o che nei laboratori tedeschi si sintetizzarono i sulfamidici ben prima della scoperta, da parte di Fleming, della penicillina: cioè un assurdo realizzare una sostanza di sintesi prima di aver trovato quella naturale. Dobbiamo ricordare che gli studi dell’Angelo della Morte, il dottor Josef Mengele sui gemelli e sulla genetica di riproduzione assistita costituiscono dei contributi scientifici di altissimo livello allo studio della genetica umana.

Nel 1943 Schauberger fu posto a capo di un gruppo di tecnici e fisici – alcuni tedeschi altri selezionati con estrema cura tra i deportati dei vari campi di concentramento tedeschi. Il lavoro di questa ristretta e avanzatissima équipe avveniva tra i reticolati e le baracche del campo di concentramento di Mauthausen Gusen. Le condizioni erano sicuramente molto migliori di quelle in cui lavoravano i prigionieri del campo di Dora dove venivano sperimentate e costruite le famose Vergeltungswaffen (arma della vendetta) V1 e V2. Qui si lavorava alla costruzione della Wunderwaffe o arma miracolosa in grado di sovvertire l’andamento della guerra mondiale con caratteristiche del tutto innovative e di assoluto primato tecnologico: almeno 50 anni avanti a tutti i contendenti.

Possiamo capire molto meglio le preoccupazioni di Churchill davanti ai rapporti dell’intelligence britannica quando, tra la battaglia di El Alamein e quella al saliente di Kursk, e visto anche il non proprio lusinghiero esordio degli americani dopo lo sbarco in Marocc al passo di Kasserine, fu davvero tentato di accettare un tentativo di composizione del conflitto con l’Asse lanciato dal ministro degli esteri di Franco, il conte Jordana. (1) I rapporti parlavano di armi innovative montate su vettori non convenzionali: bome atomiche comprese.

Questa «Fliegende Untertasse», fu sperimentata vicino a Praga nel febbraio 1945. «Raggiunse in tre minuti un’altezza di 15.000 metri e una velocità orizzontale di 2.200 km l’ora, era stata costruita secondo un modello che avevo elaborato nel campo di concentramento di Mauthausen» così dice Schauberger ricordando quell’esperimento qualche anno dopo nelle sue memorie. E prosegue:

«A mia conoscenza la macchina fu distrutta per ordine di Keitel poco prima della fine della guerra. A questa vicenda erano interessati anche molti tecnici dell’industria dell'armamento che [...] mi invitarono ad esporre i principi della produzione di una zona atomica a pressione ridotta che si sviluppa in pochi secondi quando si fa muovere l’aria o l’acqua in senso radiale e assiale, in presenza di un gradiente di temperatura decrescente».

Cose davvero avveniristiche che varrebbe veramente la pena riprendere in mano ed approfondire per cercare di superare l’impasse dovuta sia alla crisi economica, sia alla sempre maggior scarsezza di fonti energetiche tradizionali e sempre molto inquinanti. Ovviamente non siamo in grado di sapere cosa accada tra le mura dei protettissimi laboratori di ricerca americani e se questi studi davero avanzatissimi siano stati sviluppati in maniera adeguata: sicuramente certe tecnologie saranno indirizzate a senso unico solo verso progetti di sempre nuove e più micidiali armi da guerra. Nessuno sa se i famosi UFO altri non siano che prototipi costruiti e realizzati sulle teorie e sui progetti motoristici di questo geniale innovativo scienziato austriaco. Per ora sappiamo soltanto che Dyson ha realizzato aspirapolvere e cilindri filtranti autopulenti basati sui vortici controrotanti frutto degli studi di Viktor Schauberger.

Alla fine della guerra gli americani lo tengono in isolamento assoluto per impedire che cada nelle mani dei russi: i suoi materiali di studio furono in parte confiscati dagli americani ed in parte caddero in mano ai russi. Grande interesse destavano i suoi studi sull’energia atomica; in questo campo le strade scelte da americani e tedeschi erano assolutamente differenti. Viktor Schauberger così si esprime in materia:

«Attraverso le mie ricerche ho gradualmente imparato a riconoscere le energie atomiche “costruttive”. Vorrei menzionare che le energie atomiche tenute segrete dagli Americani, non mi hanno mai interessato e che sono pronto ad impegnarmi per iscritto a non occuparmi in futuro, né a livello teorico né a livello pratico, di queste forze distruttive. Le energie atomiche da me studiate sono fondamentalmente diverse da quelle degli Americani. Con le energie atomiche pregiate da me studiate non c’è esplosione né fuoco; al contrario il prodotto di decadimento è acqua e le definisco quindi energie atomiche di “prima classe”. Con le energie atomiche di “seconda classe” applicate dagli Americani, il prodotto di decadimento è fuoco».

Una volta liberato dopo lunghi interrogatori sul suo apporto all’apparato bellico tedesco, Schauberger continuò il suo lavoro, portando alla produzione alcuni dei suoi progetti basati sul flusso dell’acqua. Nel 1952, presso l’Università di Stoccarda, Schauberger affermò che i test furono effettuati dal Professor Franz Popel, a nome del governo della Germania occidentale, per validare le sue idee basate sul concetto del flusso dell’acqua. Le prove furono quindi eseguite su tubi in rame appositamente progettati da Schauberger, che avevano una forma conica, a spirale e rigata, le sue idee ebbero una conferma positiva.

Insiste molto sulla protezione del pianeta da violenze causate dalla cattiva abitudine di seguire sempre il metodo dell’esplosione invece che quello dell’implosione. Nel rapporto sequenziale tra opposte polarità che creano una carica scarica di energia sul pianeta ovviamente la differenza di tensione elettrica tra terra ed atmosfera è assolutamente fondamentale. Tra le due polarità occorre interporre un isolante: insite molto sulla «pelle» che deve ricoprire la terra: essa deve avere sempre su di sé un manto vegetale, il terreno non deve mai restare nudo ed esposto al conflitto tensionale tra polarità opposte. Già allora stava denunciando il ciclo assolutamente perverso innescato sul nostro pianeta: la deforestazione va ad inficiare la qualità dell’acqua, un’acqua privata della sua carica di positività ed un uso smodato di concimazione chimica generano dei prodotti agricoli non sani e quindi dannosi agli organismi umani. Quindi bisogna reintegrare il ciclo biologico favorendo un gradiente di temperatura positivo che permetta la ottimale penetrazione dell’acqua nel terreno per innescare un circolo virtuoso nell’ecosistema. Il disboscamento selvaggio cambia il tipo di evaporazione.

«L’acqua non passa più attraverso gli alberi (organismi viventi) e la quantità di acqua fornita dagli oceani non è più temperata dalla traspirazione delle foreste. La falda freatica si abbassa, gli alberi non riescono più a captare le sostanze nutritive che distribuiscono alla vegetazione più bassa, il vapore acqueo sale a livelli superiori dove è maggiormente esposto a raggi ultravioletti e gamma che dissociano le molecole d’acqua separando l’ossigeno dall’idrogeno. L’idrogeno sale, l’ossigeno si deposita verso il basso e l’acqua scompare, un vero e proprio “corto circuito biologico”. Le conseguenze le vediamo: variazioni atmosferiche repentine, bruschi aumenti della temperatura, salinità eccessiva del terreno, siccità in certe zone e inondazioni in altre. L’unica soluzione è un rimboschimento massiccio del pianeta».

Certo queste parole pronunciate negli anni cinquanta fanno davvero venire i brividi se si guarda al degrado a cui attualmente la terra è sottoposta grazie al continuo uso di mezzi assolutamente inadeguati alla sua corretta gestione.

Nel 1958 Schauberger fu avvicinato da Karl Gerchsheimer probabilmente uomo del Counter Intelligence Corps americano, contrario alle teorie di Von Braun che seguiva «l’esplosione» e molto attirato, invece, da quelle dello scienziato austriaco. Lo mise in contatto con Robert Donner e lo invitarono a raggiungere Red River in Texas per poter continuare a sviluppare i suoi progetti ed i suoi studi. Schauberger vi trascorse tre mesi durante il periodo estivo: il contratto prevedeva che non sarebbe rimasto negli USA più a lungo. Scrisse parecchi articoli e definì parecchi schizzi e modelli di macchine.

Forse ci furono incomprensioni e malintesi; alla fine lui ed il figlio Walter decisero di rientrare in Europa il 19 settembre ed il 25 dello stesso mese morì a Linz. Un velo di mistero avvolge la sua scomparsa.

Luciano Garofoli




1) Nessuno parla mai di questo tentativo serio di conciliazione ed arbitrato del conte Jordana che aveva veramente tentato sicuramente Mussolini, che ne parlò con l’ambasciatore giapponese a Roma ed anche Stalin. Mussolini a Feltre ebbe un colloquio molto burrascoso con Hitler al quale propose un’uscita onorevole tranne armistizio dell’Italia dal conflitto mondiale.


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