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Caste all’arrembaggio
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Come fumatore, merito una medaglia. Pagherò di più le sigarette (che già costano 8 mila lire al pacchetto) ma salverò la Cultura. L’aumento è dovuto, leggo dai giornali, «alla senatrice del Pdl Ombretta Colli, che ha presentato un emendamento alla finanziaria perché lETI (Ente teatrale Italiano) non venga soppresso e la copertura finanziaria venga reperita con un incremento delle accise sui tabacchi».

«LETI è una delle poche istituzioni legate alla cultura che chiude con un bilancio in attivo – spiega Ombretta Colli – e non può essere penalizzato in un calderone dove vengono catalogati enti che non sono così virtuosi. LETI è il più grande ente per il teatro, che raccoglie istituzioni storiche e prestigiose che abbiamo il compito di sostenere».

L’ente possiede tre teatri, che sono in rovinosa perdita da decenni perchè danno spettacoli che la gente non vuol vedere. Ma ora noi fumatori lo salviamo dalla meritata liquidazione.

L’ente che i malvagi definiscono inutile non sarà dunque abolito. «Daltra parte, la soppressione determina un risparmio di appena 165mila euro allanno», mi tranquillizzano i giornali.

Appena.

Se penso che Sarkozy rischia la poltrona all’Eliseo per l’accusa di aver ricevuto 150 mila euro come contributi elettorali dalla miliardaria dell’Oréal – il costo di un bilocale in periferia a Milano – provo disprezzo per i francesi: quanto sono attaccati al soldo, questi taccagni...

Loro fanno finanziarie lacrime e sangue, ma ancora niente rispetto ai tedeschi e agli inglesi. I loro governanti sono tutti lì a ripetere che bisogna diventare tutti più poveri, che i loro statali avranno dei tagli di paga da far impallidire.

Invece noi, possiamo dirlo con orgoglio, stiamo assistendo all’arrembaggio generale contro i taglietti della Finaziaria Tremonti. E a poco a poco, dei tagli non resta più niente.

«Governo e maggioranza hanno ritirato lemendamento sulla RAI che prevedeva il taglio del 20% della spesa per il personale RAI non dipendente e la compressione del lavoro dipendente per almeno 1.200 persone».

Antonio Azzollini (Pdl)
   Antonio Azzollini (Pdl)

L’emendamento, presentato in commissione Bilancio al Senato dal relatore Antonio Azzollini (Pdl) ricalcava la proposta lanciata dal ministro leghista Roberto Calderoli, che ha ottenuto il via libera del Consiglio dei ministri». Ma è un salvataggio bipartisan: anche la «sinistra» ci sta, la RAI non si tocca.

Piuttosto, perchè non togliere la tredicesima ai poliziotti da 1.200 al mese? L’idea è stata davvero avanzata dallo stesso Azzolini che ha salvato gli stipendi RAI, e poi ritratta: secondo me anche questa è una manovra della «maggioranza»

Giorgia Meloni
   Ministro Giorgia Meloni

Il 7 luglio, nel parlamento che tutti ci rappresenta, c’è stato persino un pestaggio, perchè qualcuno ha provato a sventare una regalia alla corrente Alemanno, che stava per passare inosservata. (AN, certi del Pdl) per far odiare Tremonti. Tutto per creare la sensazione che i tagli sono insopportabili, ingiusti, e indicano pessimismo cosmico. Giorgia Meloni, ministra della gioventù (in Germania non esiste un ministero della gioventù: si vergognino!) stava per ritagliare dalla finanzaria 12 milioni di euro per «sostegno alle comunità giovanili». In vecchie lire, 24 miliardi.

A rompere il silenzio è stato Antonio Martino, stessa coalizione della Meloni, che però s’è alzato e – fra lo sbalordimento della sua parte politica, ed anche dell’altra che non aveva emesso nemmeno un sospiro – ha detto: «Non si buttano così milioni in un momento di crisi. Si vogliono mettere le mani nel barile del porco salato». A questo punto anche la Mussolini, «Presidente della Bicamerale per l’infanzia» (ce l’avete, voi francesi, una bicamerale per l’Infanzia? Schiattate d’invidia!) è saltata su: «Prima si pensi ai bambini e poi ai gruppettari e ai centri sociali».

Franco Barbato
   Francesco Barbato (PD-IdV)

Ma il peggio l’ha detto Francesco Barbato, IDV: «La Meloni, con questo ddl per le comunità giovanili, vuole finanziare la sua corrente, quella di Alemanno e del suo assessore regionale Lollobrigida che gestirà questi finanziamenti». Risulta poi che questo Lollobrigida, che darà a sua capocchia i soldi dei contribuenti ai centri sociali per fare elettorato al Pacifici-Alemanno, è marito della sorella della ministra Merloni. La famiglia non si tocca: Barbato, per aver detto la verità, s’è beccato un pugno da una masnada di deputati della «destra sociale» in yarmulke.

Contro la Finanziaria scioperano «i lavoratori dellIstituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (Ispesl)», che sarebbe «lunico Ente di ricerca in Italia con vaste competenze nel settore della prevenzione e della sicurezza dei lavoratori, nellambito della manovra finanziaria varata dal Consiglio dei ministri del 25 maggio». E’ stato sciolto in quanto ritenuto inutile, e le sua competenze sono andate all’INAIL (l’ente anti infortuni). Protestano «i suoi 1.300 dipendenti» e 540 precari che fanno il lavoro dei 1.300 dipendenti.

Milletrecento: e chi lo sapeva che ne occorressero tanti. Ma saranno salvati: se sono stati salvati 1.200 dipendenti RAI, perchè non loro? Imparate, tedeschi, dalla generosità italiana.

Scioperano pure i diplomatici. Sono i più pagati del mondo, e giustamente non vogliono rinunciare alle loro prebende e ai grassi ammenicoli che le gonfiano (indennità di missione, indennità di sede disagiata, eccetera: si soffre troppo a fare il diplomatico ad Algeri). «Siamo pronti ormai a giungere alla misura estrema, e per noi inusuale, dello sciopero, cui la Carriera, in servizio a Roma ed allestero, aderirebbe con grande convinzione». Poveri lo diventino gli altri italiani, noi no.

E’ l’arrembaggio. I governatori delle regioni sono un tutt’uno contro i tagli; nessuno distinzione fra «destra» e «sinistra», e nemmeno fra regioni «virtuose» e regioni malavitose.

Formigoni ed Errani  ( «virtuosi») sostanzialmente difendono i loro colleghi criminali, portavoce di camorra, mafia e ndrangheta; quei governatori che pagano i loro assessori 450 mila euro l’anno, li mandano in pensione a 40 anni con enormi liquidazioni e persino 5 mila euro per il funerale. In Lombardia un bambino in asilo-nido costa 7 mila euro l’anno, in Sicilia16 mila: ma non vorrete mica licenziare le insegnanti di asilo nido, mica siamo in Francia, mica guardiamo agli spiccioli.

Sulle regioni «virtuose», ci sarebbe poi da intenderci. Non è che sono davvero meglio amministrate; è che nel nord la cittadinanza si amministra da sola abbastanza decentemente, e gli amministratori non hanno bisogno di faticare: è una società organizzata, che paga le tasse, che non minaccia i sindaci e i governatori con la lupara, non costruisce palazzoni abusivi in piazza Duomo (come fanno ad Agrigento coi templi greci), non ha l’abitudine di chiedere favori ai politici... Pardon, mi correggo. In Lombardia c’è la Compagnia delle Opere, 35 mila aziende che pagano una tangente a Comunione e Liberazione e così possono «lavorare con la Regione».

Quella virtuosa di Formigoni, principale agente pagatore anche nella ricca Lombardia: un pagatore fastoso, che non guarda al centesimo (la sua ambasciata a Bruxelles costa 3,5 milioni per 1.600 angusti metri quadri – il Molise, per dire, con 330 mila abitanti, a Bruxelles ha speso 1,6 milioni per i suoi 550 mq).

Si apprende che ora la Lega – che possiede le due regioni virtuose e limitrofe, Piemonte e Veneto – usa i tagli della finanziaria per «affamare la Compagnia delle Opere» ossia togliere l’elettorato pagato di Formigoni. I leghisti protestano perchè Formigoni, anche quest’anno, ha regalato 234 mila euro al Meeting di Rimini: che, come si sa, si tiene in Lombardia. C’è dietro un disegno, dicono i giornali: i leghisti vogliono tagliare i fondi al «sistema Formigoni».

Giancarlo Galan
   Ministro Giancarlo Galan

Il che ci rallegrerebbe, se non fosse per un dubbio: con quale «sistema» la Lega vuol sostituirlo. Il dubbio è lecito, visto che il ministro dell’Agricoltura Giancarlo Galan ha dovuto minacciare di dimettersi per rifiutare uno sgravio alle aziende agricole morose sulla multa per le quote latte (multa già pagata dal governo, 1,8 miliardi di euro di noi contribuenti). Il migliaio di allevatori interessati  devono restituire con ratei estremamente favorevoli, anche in 30 anni. Non vogliono, chiedono sgravi. E «il figlio di Bossi, Renzo, sul pratone di Pontida il 20 giugno scorso, aveva promesso di ottenere qualcosa per gli allevatori morosi».

Galan s’è opposto alla Trota. E’ facile capire come andrà a finire: il responsabile e competente dovrà cedere di fronte al coglione incompetente, perchè la Trota è la Trota. E adesso anche il secondo figlio di Bossi entra in politica, con la benedizione del Papà. Si chiamerà il Gozzo, pare.
Invidiateci francesi, voi che non avete voluto più il Delfino di Francia: almeno era un mammifero,  e intelligente dicono.

Frattanto, «nasce la corrente rosa del Pdl con il sì del Cavaliere». Se Bossi ha le sue trote, Berlusconi ha le sua veline e (censura). Carfagna, Prestigiacomo e Gelmini hanno una corrente con lo scopo di opporsi ai tagli di Tremonti; il Berlusca le sostiene, perchè anche a lui i tagli di Tremonti non piacciono. Fanno male al suo ottimismo, che egli vuole inconcusso.

Gli eventi economici disastrosi (il fallimento di alcuni Stati europei, poniamo), e in generale la realtà, non piegano il Salame.

«Scegli lItalia per le tue vacanze, perché è un Paese unico, fatto di cielo, di sole e di mare, ma anche di storia, di cultura e di arte’, un Paesestraordinario che devi ancora scoprire. Impiega le tue vacanze per conoscere meglio lItalia, la tua magica Italia’».

L’avrete sentito compitare questo messaggio originalissimo, con l’accento brianzolo. Avrete magari pensato a una imitazione della Guzzanti. No, è proprio lui che fa pubblicità all’Italia. Gliel’ha chiesto l’altra sua lecchina, la Brambilla dalle belle gambe, per risalire nelle sue grazie. Mai contenta di adulare, la Rossa ha detto: «Ela prima volta che un presidente del Consiglio mette a disposizione la propria voce e la propria autorevolezza, scende in campo direttamente per promuovere il proprio Paese». La propria autorevolezza, sottolineo.

Torme di turisti nel mondo sono già in viaggio, sedotti dalla voce autorevole ed euforica del brianzolo, andranno a vedere i palazzoni che nascondono i templi siculi, saranno derubati dai trattoristi romani, godranno le scritte sui muri e la spazzatura che si riaccumula a Palermo e a Napoli, nei treni coi cessi straboccanti pagheranno la multa (50 euro) perchè hanno sì comprato il biglietto «ma non lhanno timbrato»; e salveranno la nostra economia. La voce del Salame vale, come ha detto lui, almeno due punti di PIL. Sicuro. Sicchè si può demolire la finanziaria, evitare ogni serio taglio ai parassiti che affollano la Pubblica Amministrazione nei suoi numerosi  strati
spenderecci.

Come sempre, le caste inadempienti e incapaci quando non sono criminali, saranno pagate a piè di lista, con gli applausi delle loro clientele. Perchè non sono sole. Hanno dietro milioni di poveracci che da loro hanno avuto almeno un posticino, anche da precario. E’ il loro elettorato, che crede di salvarsi salvando i mascalzoni.

Come notava Wilfredo Pareto già nel 1902:

«La spoliazione dello Stato non incontra spesso una resistenza molto efficace da parte degli spogliati; ciò che finisce talvolta per arrestarla è la distruzione di ricchezza che ne consegue e che può portare la rovina del Paese. La storia ci insegna che più di una volta la spoliazione ha finito con luccidere la gallina dalle uova doro».

Se era così nel 1902, volete che cambi oggi? Aspettiamo la morte della gallina dalle uova d’oro:
quella dei cittadini produttivi, e contribuenti. Per adesso, questi  resistono. E pagano. Ma per quanto tempo resisteranno ai rincari, alla perdita di servizi sociali (le Regioni non li forniranno più, devono prima pagarsi le clientele, e le ambasciate  nel mondo), all’esazione fiscale?

Ultima notizia:

I salari in Italia sono i più bassi d’Europa, mentre gli italiani del settore privato lavorano più ore che i giappopnesi.

Dai giornali:

«Salari a rilento ma si lavora più che in Giappone. Crescita dei salari a rilento in Italia, e perfino in lieve calo negli ultimi anni mentre le retribuzioni si attestano a livelli inferiori alle medie dellOCSE. I dati sono contenuti in diverse tabelle pubblicate dallente parigino, relativamente al 2008: in Italia in termini assoluti il livello medio del salario a orario pieno viene indicato a 39.789 dollari lanno, e a 30.794 dollari se ricalcolato a parità di potere di acquisto con gli altri Paesi. Nella media OCSE in valori assoluti il salario annuale a tempo pieno è invece di 47.015 dollari, e 41.435 dollari a parità di potere di acquisto. In Germania rispettivamente 47.054 e 36.835 dollari, in Francia 49.631 e 36.347 dollari. Peraltro non è che in Italia si lavori poco secondo unaltra tabella OCSE. Anzi, più che in Giappone: nel 2009 in media le ore lavorate per occupato nella penisola sono state 1.773, contro 1.714 del Giappone e anche più alte che le 1.768 ore degli Stati Uniti. Va tuttavia rilevato che in questaltra tabella il record assoluto sulle ore lavorate spetta curiosamente alla Grecia, un Paese non certo rinomato per ritmi di lavoro serrati: eppure secondo lOCSE vanta 2.119 ore lanno per persona occupata, il valore più elevato forse perché manca il dato della Corea del Sud, dove nel 2008 si erano registrate 2.256 ore lavorate».

Magic Italy, come dice lui.



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