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I tre cervelli
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Scoperte scientifiche recenti forniscono il conforto alle intuizioni della Tradizione cristiana e della Rivelazione; in particolar modo confermano come la vera terapia per una buona salute, che interessi tutto l’uomo, corpo, anima e spirito, risiedano nei rimedi da sempre indicati dalla Chiesa. Soffermiamo l’attenzione sulle evidenze scientifiche che mettono in risalto l’esistenza di tre diversi «centri pensanti» presenti nel corpo umano: il cervello, l’intestino ed il cuore.

«La chiave di stress, ansia e tensione è nella pancia». Qui, infatti, si trova un vero e proprio secondo cervello, con importanti funzioni che si riflettono sull’intero organismo. Ne è convinto Michael D. Gershon, esperto di anatomia e biologia cellulare della Columbia University, che ha presentato ieri a Milano la teoria dei due cervelli.

Un’idea che poggia su solide basi scientifiche - spiega l’esperto americano - basti pensare che l’intestino, pur avendo solo un decimo dei neuroni del cervello, lavora in modo autonomo, aiuta a fissare i ricordi legati alle emozioni e ha un ruolo fondamentale nel segnalare gioia e dolore. Insomma, l’intestino è la sede di un secondo cervello.

A lungo l’intestino è stato considerato una struttura periferica, deputata a svolgere funzioni marginali. Ma la scoperta di attività che implicano un coordinamento a livello emozionale e immunologico ha rivoluzionato questo pensiero - spiega Umberto Solimene dell’Università di Milano, direttore del centro collaboratore OMS per la medicina tradizionale.

42-18591503.jpg Nella pancia troviamo infatti tessuto neuronale autonomo. E non a caso le cellule dell’intestino - aggiunge Gershon - producono il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere. L’intestino rilascia serotonina in seguito a stimoli esterni, come immissione di cibo, ma anche suoni o colori. E a input interni: emozioni e abitudini. Insomma questo neurotrasmettitore è come un direttore d’orchestra, che manovra le leve del movimento intestinale, dice il ricercatore americano, autore di un best seller su «The Second Brain».

Studi su cavie geneticamente modificate, ma anche in vitro, hanno dimostrato l’esistenza di un asse pancia-testa. Per Gershon è la prima a dominare, almeno in certi campi. La quantità di messaggi che il cervello addominale invia a quello centrale è pari al 90% dello scambio totale, sostiene il ricercatore. Per la maggior parte si tratta di messaggi inconsci, che percepiamo solo quando diventano segnali di allarme e scatenano reazioni di malessere.

Quanti - dice - hanno sperimentato la sensazione delle «farfalle nello stomaco» durante una conversazione stressante o un esame? E’ solo un esempio delle emozioni della pancia, come nausea, paura, ma anche dolore e angoscia. Il sistema nervoso enterico comunica con quello centrale. E quando l’intestino soffre, ad esempio per la sindrome del colon irritabile, la persona ne risente anche a livello psichico. Dunque stress e ansia pesano sull’intestino e ne alterano il funzionamento.

Ma è vero anche il contrario: dieta e disordini intestinali sono collegati a variazioni dell’umore. Insomma, nella pancia c’è un cervello che assimila e digerisce non solo il cibo, ma anche informazione ed emozioni che arrivano dall’esterno, dice Solimene. E che copre un’area vasta: il tessuto intestinale srotolato ha dimensioni di 200-250 metri quadri, ed è abitato da 10.000 miliardi di cellule batteriche. Per trattare i disturbi funzionali del tratto gastroenterico varie tecniche di meditazione si sono dimostrate utili.

«Forse anche perché - dice Gianpaolo Buzzi, psichiatra dell’Università di Pavia - chi medita con regolarità tende anche a seguire una dieta sana ed equilibrata, ricca di fibre e liquidi» (1). La scoperta (già di qualche tempo) non fa che ribadire le intuizioni di precedenti rimedi tradizionali.

L’idea infatti non è estranea alla medicina cinese; leggiamo dal web: «Il ‘Tan Tien’, così è chiamato il centro del nostro corpo fisico, è il più grande contenitore di energia che il corpo possiede. Immaginate la vostra mente, il cervello superiore, come un generale che invia le istruzioni al suo comandante in capo, per muovere il suo esercito. Nel corpo umano tutti gli organi interni (tranne gli organi sessuali) possono immagazzinare quantità di energia, ma il Tan Tien è la più grande batteria nella quale è necessario riporre la nostra linfa vitale. In tutte le discipline dell’International Healing Tao, è di fondamentale importanza, alla fine delle meditazioni, assorbire tutta l’energia generata all’interno del Tan Tien. Inoltre il nostro secondo cervello ci permette di ‘salvare in memoria’ tutte le esperienze della sessione di allenamento, per ripartire dal punto in cui si è finito, e non dover ricominciare sempre da capo» (2). Cosa che trova un riscontro pressoché in tutte le culture antiche.

Anche la filosofia indiana non ignora questo aspetto, se è vero, che anatomicamente, nella zona del basso ventre, almeno due chakra possono essere ritenuti responsabili del passaggio di energia nel corpo umano: il Svadhishthana, che presiede l’attività sessuale e corrisponde alla vitalità e vivacità ed il Manipura Chakra, il chakra della forza di volontà individuale, del carisma e dell’efficienza. Del resto anche Platone, non individuava forse tre anime nell’uomo: concupiscibile, irascibile e razionale?

Questo bagaglio di conoscenze non è ignorato dalla tradizione cristiana, tanto che molti tra i monaci esicasti, contrariamente ai suggerimenti della meditazione taoista e dello yoga indiano (in special modo «tantrico»), sconsigliavano durante la preghiera di fissare l’attenzione sul ventre, perché, considerandolo luogo delle energie istintive e primordiali, della sensualità e del piacere e ritenevano fosse pericoloso liberarne l’essenza senza averne il domino da parte delle facoltà superiori; essi, saggiamente, indicavano il cuore come sede preferibile alla quale direzionare il pensiero orante. Difatti anche il cuore, al pari dell’intestino, è considerato da parte della scienza (come accennato) una sorta di altro cervello.

«Quando viene concepito un bambino, il cuore umano inizia a battere prima che il cervello si sia formato e ciò sembra un ‘paradosso’, ma non è cosi perchè il cuore ha un piccolo e proprio cervello formato da circa 40.000 cellule nervose, e da esso viene emanato il più ampio CEM (Campo Elettro Magnetico) del corpo Il campo elettrico del cuore, che viene misurato dall’elettrocardiogramma (EGC) è all’incirca 60 volte più grande in ampiezza di quello generato dalle onde cerebrali, dei due cervelli nella testa, registrate da un elettroencefalogramma (EEG)».

«La componente magnetica del campo del cuore è all’incirca 5.000 volte più potente di quella prodotta dal cervello, non è impedita dai tessuti e può essere misurata anche a distanza dal corpo con uno Strumento a Superconduzione di Interferenze Quantiche (SQUID), basato su magnetometri. La dimensione del CEM Toroidale varia da un minimo  di 2,5 ed un massimo di 3 mt., con asse verticale centrato nel cuore. Questo CEM, generato dai cromosomi contenuti nelle cellule nervose di questo piccolo cervello del cuore, permea ogni cellula dell’organismo e può agire come un segnale sincronizzatore per tutto il corpo in maniera analoga all’ In-Form-Azione portata dalle onde a radiofrequenza delle Radiotrasmittenti, TV, ecc. Ormai è stato sperimentato e dimostrato che questa energia (CEM Toroidale) non solo è trasmessa internamente al cervello di sopra nella testa a e di sotto a quello enterico nell’intestino, ma è anche recepibile da altri soggetti che si trovino nel suo raggio di azione-comunicazione che è di massimo 3 mt., di diametro».

«Ogni organo del corpo emette un proprio CEM di intensità e frequenza diversa a seconda del tipo di organo ma tutti questi CEM sono sincronizzati dal campo del Cuore. […] E’ stato anche rilevato che le chiare modalità ritmiche nella variabilità della cadenza del battito cardiaco sono distintamente alterate-modificate dall’esperienza di differenti emozioni = emo-azioni = movimento del sangue. Questi cambiamenti derivanti dalle emozioni, nelle onde elettromagnetiche, fanno variare la frequenza del battito, la pressione sanguigna e quella sonora prodotta dall’attività del ritmo cardiaco, sono anche percepiti da ogni cellula del corpo ad ulteriore supporto del ruolo del cuore quale globale e interno segnale di sincronizzazione fisiologica di ogni organo e sistema con i ritmi del cuore. Questo Campo Elettro Magnetico del cuore è sempre (ogni secondo della vita dell’essere) colloquiante con il Campo Elettro Magnetico dell’Uni-Verso e scambia quindi informazioni con Lui» (3).

Quanto riportato confermerebbe forse l’orientamento di chi riconduce l’origine delle malattie ad una delle due cause:
1) psicosomatica, oppure
2) da intossicazione.
L’insorgenza della malattia sarebbe quindi sempre frutto o di una cattiva e non adeguata reazione a stimoli (o accadimenti) esterni di diversa natura ovvero di una eccessiva contaminazione interna, dovuta all’assunzione di qualche sostanza nociva non eliminata in tempo o comunque debitamente (è il caso di cattiva alimentazione, in senso lato; di abuso di alcolici, di droghe, fumo e via dicendo).

Questo ben si sposa con l’ottica cristiana, ove la malattia - salve le ipotesi di «vittimazione» delle grandi anime (che è offerta di sé al Signore, in purità di vita e di intenzioni) per il bene delle anime, come il caso di San padre Pio, per esempio - è sempre conseguenza del peccato. Quindi il male fisico è originato dalla mancata osservanza delle regole divine, sempre di natura spirituale, ma che hanno notevoli ricadute anche di ordine pratico e fisico. Anche il mangiar troppo è peccato e causa di malattie! Il rimedio, contro ogni male, è la perfetta adesione alla volontà divina, a Cristo Signore.

Per giungere a questo, l’anima deve purificare se stessa e liberarsi dalle scorie del superfluo e del peccaminoso e lo deve fare principalmente pregando e digiunando. La preghiera libera da ogni male, perché è essenzialmente unione con Dio, che è sommo Bene: dove c’è luce, le tenebre si dissolvono. Pregare è amare, lasciandosi invadere dall’Amore. Il digiuno purifica il corpo, lo disintossica, gli dona nuova energia, aiutandolo ad eliminare le sostanze nocive.

Inoltre, destrutturando l’«io» (che instaura necessariamente fin dall’infanzia un rapporto esistenziale con il cibo), lo rende capace di abnegazione e di sacrificio, al fine di poter amare veramente ed in profondità. Queste armi, come già avemmo occasione di sottolineare, sono, come è evidente, efficacissime contro ogni sorta di male di qualunque ordine, sia esso fisico, oppure spirituale o morale.

Quindi il rinnovato invito per chiunque volesse davvero attingere alla Fonte del benessere vero, è quello di pregare sempre e a lungo e di digiunare spesso.

Stefano Maria Chiari



1) Da www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2004/05_Maggio/24/cervello.shtml
2) Da www.taoyoga.it/secondo_cerv.htm
3) Da www.mednat.org/cervello/cervello_cuore.htm


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