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Chi ha colpa della fame
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L’Europa ha 3,5 milioni di ettari di terreni di prima qualità non coltivati: causa la PAC, Politica agricola Comunitaria, che paga i contadini perchè li lascino incolti. Timore di surplus e soprattutto, del dogma liberista. La produzione agricola europea, fatta da lavoratori decentemente pagati, non è «competitiva».

Ora che avanza nel mondo la carestia, che il grano è rincarato del 120% e il riso dell’80%, Le Monde (1) dice che «è urgente rimettere a cultura» questi  terreni, che sono il 10% delle terre fertili europee. Purtroppo, non si riesce a fare urgenza alle stagioni, ci vuole un anno perchè il grano cresca. L’industria, si sa, è più veloce.

Infatti la Cina perde il 3% di terreni coltivabili l’anno, divorati dall’industrializzazione e dell’urbanizzazione, dai grattacieli mega-galattici, stadi olimpici, cementificazione, discariche. Adesso, i raccolti granari in tutto l’Estremo Oriente sono minacciati dalla «ruggine nera», un fungo che distrugge i raccolti. Una vecchia peste nera che sembrava sconfitto da nuovi ibridi resistenti, ma oggi il fungo è mutato, diventando a sua volta resistente (2). La hybris trova la sua retribuzione.

L’India, dopo aver raggiunto l’autosufficienza alimentare negli anni ‘70 per una politica di Stato (autarchia, tradizionale del dirigismo economico), oggi è ridiventata un importatore netto. La sua «crescita» industriale non ha impedito che il 30% di raccolti indiani continuino ad essere perduti per mancanza d’infrastrutture: ai contadini indiani si spacciano sementi OGM, ma non si accorda loro quel che necessita davvero, silos moderni (il più dei raccolti è mangiato dai topi), sistemi d’irrigazione, strade veloci e refrigeratori o catene del freddo per lo smercio della produzione. Ciò conferma che la finanza non ha voluto investire nell’agricoltura, troppo lenta nel dare profitti.

Ciò vale anche e soprattutto per i cosiddetti «aiuti allo sviluppo», gestiti dalla Banca Mondiale secondo i dogmi del liberismo finanziario. Benchè nel mondo il 75% della popolazione sia rurale (e povera: contadino e povero è una identità), questi ricevono solo il 4% degli aiuti allo sviluppo. Un altro 4% viene da finanziamenti pubblici.

«La Banca Mondiale è uno dei responsabili primari della situazione attuale», scrive Le Monde, e spiega i processi mentali-ideologici della lesina alla gente dei campi nei Paesi poveri. Siccome in USA ed in Europa il 4% della popolazione, sui campi, nutre l’altro 96%, quello è il modello da perseguire dovunque, nel nome dell’efficienza. Il 75% per cento di rurali devono un giorno o l’altro andare in città, nelle industrie, è inutile puntare su di loro come coltivatori. Per la Banca Mondiale, l’agricoltura è sempre stata, nel Terzo Mondo, un’attività residuale.

Nel frattempo, il Fondo monetario imponeva - fra le sue omicide «ricette di risanamento» - l’abbandono di colture per l’autoconsumo: via il sorgo, il miglio e la cassava, producete arachidi e cacao, che hanno un «valore» sui «mercati»; e servono a fare cassa, con cui pagare i debiti alle banche. Il tutto è aggravato dalle liberalizzazioni imposte dai GATT (Accordi Generali sul Commercio e le Tariffe), da cui è nato il super-poliziotto del liberismo globale, il WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio).

Come spiega l’Executive Intelligence Review (3), «La regola di fondo del WTO è semplice: con il pretesto di favorire il libero commercio e l’accesso ai mercati mondiali, alle nazioni è proibito di mantenere le proprie riserve alimentari, di garantirsi l’autosufficienza alimentare, di garantire l’esistenza alle attività agricole proprie e di applicare dazi alle importazioni».

La pretestuosità dell’assunto è comprovata dal fatto che gli scambi internazionali di cereali, nonostante tutto, sono esigui: il 7% della produzione mondiale per il riso, il 17% per il frumento (il che ha una parte non piccola nei rincari). Per aumentare gli scambi e la «competitività», il WTO vieta ai Paesi di tenere scorte.

Ancora hybris: la natura (Dio, la provvidenza) ha reso gli alimenti di base - riso e grano - essenzialmente conservabili. Sono, per natura, «scorte» secche. Il riso, amido puro, addirittura migliora con gli anni.

Ora, capi del settore agricolo europei e giapponesi hanno tenuto una conferenza-stampa congiunta per allarmare l’opinione pubblica delle nuove imposizioni che il WTO ha in serbo.

«Nonostante gli sviluppi ultimi sui mercati delle merci agricole, che sollevano gravi preoccupazioni sulla sicurezza alimentare», ha detto Jeann-Michel Lemetayer, presidente del Council of Agricoltural Producers (COPA), «il WTO sta andando verso un accordo commerciale che avrà per effetto gravissimi tagli alla produzione agricola UE. L’Unione Europea è già il più grande importatore del suo fabbisogno alimentare. Ma diverrà ancora più dipendente dalle importazioni per una serie di alimenti essenziali: carne bovina e suina, pollame, burro, zucchero, frutta, uova e verdure. Solo per la carne di manzo, la produzione UE dovrebbe calare di 800 mila tonnellate, pari alla produzione totale di carne della Gran Bretagna».

I poverissimi non ne hanno alcun vantaggio. Soffriranno sempre più la concorrenza delle grandi agricolture industriali estensive (USA e Brasile) e del Cartello dei Grani, l’oligopolio mondiale che ha la Cargill come capofila. Non è un caso se i Paesi poverissimi sono diventati dipendenti dalle importazioni in modo quasi totale, incoraggiati a ciò dal dogma liberista e dai prezzi bassi degli anni scorsi, che hanno rovinato le agricolture locali. L’Africa è dipendente dal riso, che in Africa non cresce.

Ma non si creda che i poteri globali stiano traendo le giuste conclusioni dalla crisi mondiale del cibo. La loro conclusione è: è arrivato il grande momento degli OGM.

L’Herald Tribune (4) si rallegra perchè lo spettro della fame «fa diminuire le resistenze contro i grani geneticamente modificati», presentati come la soluzione ad aumenti rapidi di raccolti intensificati.

Pura e semplice menzogna, come ha dimostrato un esperimento condotto per tre anni alla University of Kansas dal professor Barney Gordon, direttore del dipartimento di agronomia. Gordon ha scoperto che la soya geneticamente modificata produce il 10% meno della soya naturale (5).

Ha piantato la soya OGM della Monsanto, modificata ingegneristicamente per resistere al diserbante Roundup della Monsanto, e a fianco, soya naturale della varietà più simile.

Risultato: 70 «bushel» di raccolto per cro per la semente OGM, contro 77 bushel per la naturale. Gordon ha scoperto anche che il raccolto OGM è migliorato (avvicinandosi a quello naturale) quando ha aggiunto nel suolo del manganese: ciò che lascia intendere che la modificazione genetica indebolisce la capacità della pianta di utilizzare micro-elementi essenziali. Il che non è strano, perchè la hybris suole sconvolgere ordini sottili, ignoti ai titani del denaro e del potere.




1) Nicolas Baverez, «Agriculture, richesse des nations», Le Monde, 22 aprile 2008; Frédéric Lemaitre, «La revanche de l’agriculture», Le Monde, 22 aprile 2008.
2) Christiane Galus, «Une épidémie de rouille noire, redoutable parasite du blé, menace les grands pays céréaliers d’Asie», Le Monde, 21 aprile 2008. Il fungo, chiamato Puccinia Graminis, potrebbe essere stato diffuso come arma, per favorire specie resistenti OGM?: « Pendant la guerre froide, il était considéré comme une arme biologique par les Américains et les Soviétiques. Lors de sa dernière apparition aux Etats-Unis, en 1974, il a détruit 40% de la récolte de blé. A la suite de cet événement, l’agronome américain Norman Borlaug, lauréat du prix Nobel de la paix en 1970, a développé plusieurs variétés de blé capables de résister à la rouille noire. Mais en 1999, une mutation apparue sur le champignon a rendu cette défense inopérante». Può minacciare anche l’Italia: «La rouille noire reste dangereuse, occasionnellement, dans les régions à étés chauds d’Europe centrale et orientale, et pour les blés durs du sud de l’Europe».
3) «EU and Japanese farm leaders warn against WTO deal», LarouchePac, 21 aprile 2008.
4) Andrew Pollack, «In lean times, biotech grains are less taboo», Herald Tribune, 21 aprile 2008. «In Britain, the National Beef Association, which represents cattle farmers, issued a statement this month demanding that ‘all resistance’ to such crops ‘be abandoned immediately in response to shifts in world demand for food, the growing danger of global food shortages and the prospect of declining domestic animal production’ ».
5) Geoffrey Lean, «Exposed: the great GM crops myth», Independent, 20 aprile 2008. «Last week the biggest study of its kind ever conducted - the International Assessment of Agricultural Science and Technology for Development - concluded that GM was not the answer to world hunger. Professor Bob Watson, the director of the study and chief scientist at the Department for Environment, Food and Rural Affairs, when asked if GM could solve world hunger, said: ‘The simple answer is no’ ». «Monsanto said yesterday that it was surprised by the extent of the decline found by the Kansas study, but not by the fact that the yields had dropped. It said that the soya had not been engineered to increase yields, and that it was now developing one that would».


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