Invecchiamento: acidità ossidata
06 Aprile 2011
Sulle cause dell’invecchiamento ancora si discute: il principio di entropia al quale siamo soggetti a causa del peccato, che è stato pienamente attivato in noi, per l’assenza del frutto dell’Albero della Vita, opera senza tregua la disgregazione del corpo di carne (1).
Ma, nella disfatta inevitabile della morte, che ricorda all’essere umano il suo destino fallace quando decide di allontanarsi da Dio (e per questo non eliminata nell’immediato da Cristo; sarà l’ultimo nemico ad essere vinto), si cela l’occasione propizia, che Dio concede, di trasformarsi con la grazia di gloria in gloria, per accedere alla vita eterna, dove non ci sarà né pianto, né lutto, né dolore, perché le cose di prima sono passate. Questo passaggio non è innocuo; occorre abnegazione fino all’oblio di sé, perché il ricordo di Dio domini incontrastato Signore del pensiero, della vita e dell’azione; in una parola, del cuore dell’individuo. La scienza quindi studia ed esamina gli esiti di una realtà che trae l’origine del suo esistere fuori dal semplice moltiplicarsi di meccanismi fisiologici; spiegare la morte e la vecchiaia senza sguardo soprannaturale equivale a disperarsi.
Denham Barman, nel 1956, teorizzò il ruolo fondamentale e nefasto dei radicali liberi nei processi degenerativi del nostro organismo. L’eccessiva ossidazione interna (stress ossidativi) sarebbe la causa prossima, a volte remota, dell’insorgere di numerose patologie, collegate all’invecchiamento.
Le cause sono note e sarebbero legate a:
fattori chimici (tutti i farmaci di sintesi chimica, le droghe, il fumo, l’alcool e tutte le sostanze inquinanti); fattori fisici (radiazioni da bassa frequenza, rumore, radiazioni ultraviolette e ionizzanti, campi elettromagnetici, radio frequenze, microonde);
fattori biologici (vaccini, parassitosi, malattie infettive);
fattori mentali (depressione, attacchi di panico, ansia, stress continuo);
fattori nutrizionali (disturbi alimentari, errata alimentazione).
Gli effetti sono quelli di un precoce avanzamento del processo degenerativo del corpo umano: vanno dalla perdita di memoria alla calvizie, dalla diminuzione di vitalità ed energie, alla comparsa delle odiate rughe.
Esiste, pertanto, tutta una letteratura medico-scientifica, che suggerisce le idonee terapie del caso. L’impatto con un igiene alimentare salutare è certamente quello più in voga. Si è riusciti anche a quantificare il necessitato fabbisogno dei cosiddetti antiossidanti, antagonisti dei radicali liberi, in grado di neutralizzarne l’azione. L’unità di misura prescelta, ORAC (oxigen radical absorbance capacity), prevede un dosaggio minimo giornaliero non inferiore alle 5.000 unità. Di seguito riporto alcuni indici di riferimento:
Cetrioli 1 = 36 unità Pomodori 1 = 116unità Albicocche 3 = 172 unità Spinaci crudi 1 piatto = 182 unità Melone tre fette = 197 unità Pera 1 = 222 unità Banana 1 = 223 unità Pesca 1 = 248 unità Mela 1 = 301 unità Melanzana 1 = 326 unità Uva bianca 1 grappolo = 357 unità Cipolla 1 = 360 unità Uvetta nera 1 cucchiaio = 396 unità Cavolfiore cotto una tazza = 400 unità Fagiolini cotti una tazza = 404 unità. Patata americana 1 = 433 unità Kiwi 1 = 458 unità Peperone 1 = 529 unità Uva nera un grappolino = 569 unità Avocado 1 = 571 unità Patata arrosto 1 = 575 unità Susina 1 = 626 unità Arancia 1 = 983 unità Succo di arancia 1 bicchiere = 1.142 unità Fragole una tazza = 1.170 unità Pompelmo rosa 1 = 1.188 unità Succo di pompelmo 1 bicchiere = 1.274 unità Cavoli di Bruxelles cotti 1 tazza = 1.384 unità Prugne nere 3 = 1.454 unità More 1 tazza = 1.466 unità Barbabietola cotta 1 tazza = 1.782 unità Spinaci cotti 1 tazza = 2.042 unità Cavolo verde cotto 1 tazza = 2.048 unità Mirtilli 1 tazza = 3.480 unità Succo di uva nera 1 bicchiere = 5.216 unità.
Ma la lista si allunga di giorno in giorno. Di seguito una notizia estrapolata da internet:
«Buone notizie per i golosi a cui piace stuzzicare qualcosa durante i film: i popcorn, ma anche molti cereali per la prima colazione, contengono ‘sorprendentemente grandi’ quantità di sostanze antiossidanti salutari chiamati polifenoli. I polifenoli sono una delle principali ragioni per cui la frutta e la verdura, ma anche alimenti come il cioccolato, vino, caffè e tè, sono diventati famosi per il loro potenziale ruolo nel ridurre il rischio di malattie cardiache, cancro e altre condizioni.
Fino ad ora, tuttavia, non si sapeva che i cereali ed il grano, considerati salutari per il loro contenuto di fibre, fossero anche un’ottima fonte di polifenoli. Spiega Joe Vinson che ha guidato lo studio: All’inizio i ricercatori pensavano che la fibra fosse il principio attivo di queste prestazioni nei grani interi, il motivo per il quale si può ridurre il rischio di cancro e di malattie coronariche. Ma di recente è emerso come i polifenoli siano potenzialmente più importanti. I cereali per la prima colazione, pasta, cracker e snack salati costituiscono oltre il 66% del grano intero nella dieta degli Stati Uniti. Vinson, chimico presso l’Università di Scranton in Pennsylvania, ha ammesso che il grano intero produce antiossidanti comparabili per grammo a frutta e verdura. Questo è il primo studio ad esaminare la totalità di antiossidanti fenolici nei cereali per la prima colazione e snack, perché gli studi precedenti avevano misurato solo gli antiossidanti liberi.
I polifenoli sono un gruppo di sostanze chimiche trovate in molti frutti, verdure e altre piante, come le bacche, noci, olive, uva e foglie di tè. Conosciuti come antiossidanti, eliminano i radicali liberi dal corpo, evitando così danni alle cellule e tessuti del corpo. Vinson ha anche osservato che l’uva passa ha la più alta quantità di antiossidanti per porzione. I cereali a base di crusca e frumento in generale non hanno più antiossidanti del grano dei cereali, ma hanno più fibre. Anche le farine di grano intero hanno antiossidanti in quantità molto elevate; mentre il grano intero degli spuntini (snack, pop-corn, ecc.) li ha in quantità leggermente più basse, ma con un più alto livello di antiossidanti» (2).
Tuttavia c’è chi sostiene che il vero problema del nostro organismo sia quello di eliminare debitamente le scorie accumulate. Questa (acidificazione), più dello stress ossidativo, sarebbe la ragione vera del lento procedere verso la morte e della generazione endogena di eventi patologici.
La scoperta risale alla dottoressa Lynda Frassetto dell’Università della California in San Francisco, la quale, nel 1996, dimostrò che, con l’avanzare dell’età, in particolare dopo circa i 45 anni, perdiamo gradualmente i tamponi alcalini - i cosiddetti bicarbonati - nel nostro sangue. Intorno ai 90 anni, la perdita a livello ematico ammonta al 18 % .
Dell’argomento già trattammo. Rinviamo a quanto già scritto in merito. Qui proponiamo soltanto un breve approfondimento. L’acidificazione del PH del plasma (determinato essenzialmente dai processi metabolici legati alla nutrizione) porta con sé l’esigenza di eliminare l’eccesso di scorie, mediante l’impiego di minerali alcalinizzanti, quali il calcio, ad esempio. Questa sarebbe una delle cause dell’osteoporosi. Esemplificativamente, potremmo affermare che un’alimentazione eccessivamente acidificante contribuirebbe non poco all’indebolimento delle ossa, da un lato, ed all’ostruzione dei vasi sanguigni, dall’altro (infatti per mantenere il PH costante nel sangue, i rifiuti acidi (liquidi) vengono trasformati in acidi solidi, come colesterolo ed acidi grassi, che hanno, però, la pericolosa attitudine di ispessire le pareti arteriose e far perdere la loro naturale elasticità).
Di seguito una tabella per alcalinizzare l’organismo.
Comunque si affronti la questione, restano ferme alcune verità fondamentali. L’avvalersi di un’alimentazione errata (troppa carne, formaggi) contribuisce non poco al peggioramento del nostro stato di salute, sia dal punto di vista dell’acidificazione del corpo, sia da quello della produzione di radicali liberi. In un caso come nell’altro, il ricorso alla sana astinenza cristiana (astinenza dagli alimenti di origine animale) resta una abitudine spirituale dalla notevoli e positive ricadute fisiche.
L’astinenza, bilanciata col digiuno, consente all’individuo un recupero di energie ed una capacità di maggiore smaltimento dei rifiuti tossici che ostruiscono il benessere. Oltre all’alimentazione, però, conta molto anche l’atteggiamento morale e mentale della persona. Anche in questo, il cristianesimo si mostra all’avanguardia coi tempi e con le più recenti scoperte scientifiche. La preghiera e la pratica delle virtù cristiane costituiscono l’unico e più razionale modo di vivere foriero dell’eterna salute: quella dello spirito, in primis, e quella del corpo, come conseguenza e come mezzo d’offerta a Dio (per la sua gloria e per amore del prossimo).
La preghiera infatti, quando è autentico rapporto con Cristo Signore, disinnesca tutti quei processi interiori di iperacidificazione e di stress ossidativo, lesivi per chiunque e che trovano fertile terreno in una vita abituata al vizio ed al peccato. Approfondirò in seguito la questione nel dettaglio. Nel frattempo approfittiamo di questa santa Quaresima, per cambiare il nostro cuore, renderlo vera dimora dell’Altissimo e rigenerare le nostre energie fisiche e nervose, per poter offrire tutto noi stessi come olocausto d’amore al Signore. Un sacrificio è ben accetto, se sono presentate le primizie, le parti nobili, le parti grasse, saporite e succulente… se diamo a Dio i rimasugli di quanto ci resta, a seguito di purificazioni da Lui permesse, a causa di nostri errori e peccati (eccessi nella gola, eccessi nel fumo, nell’alcool, nel sesso; vita disordinata, stress, ecc…), ci resta ben poco da offrire. Ma, nonostante questo, la croce sta a dirci che Dio ama il nostro nulla.
Stefano Maria Chiari
1) C’è ancora disputa teologica sul ruolo dell’Albero della Vita dopo il peccato; l’accedere ad esso, nonostante il peccato, avrebbe significato una vita perpetua senza morte? Questo sembrerebbe evincersi dal dato testuale; oltre non mi spingo, lo farò in altro tempo, a Dio piacendo. 2) Pop corn e snack hanno enormi quantità di antiossidanti
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