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Il cuore oscuro d’Italia
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«Caro direttore Blondet, caro dottor de Fina,
hanno ricominciato
; mafia? Io non ci credo. Senza conclusioni affrettate, si può pensare che serva ad un obiettivo ben specifico: militarizzare la nazione contro... ignoti. Certo che somiglia tanto alla strategia della tensione. Per rafforzare un governo debole e creare, con lallarme, un consenso che non cè. Allepoca cera lo spauracchio comunista, ora il movimento anti-banche e anti-euro. Spaventiamo la nazione e stringiamoci tutti intorno al Monti delle larghe intese e dellipercompromesso storico. Ma sono sempre gli stessi poteri che si muovono. Poi magari mi sbaglio ed è mafia veramente. Ma se si inizierà coi depistaggi, ho paura dei corsi e ricorsi storici.
Dio ci aiuti.
Vi saluto caramente

G. P.»



Forse è un po’ troppo presto, non le sembra?, per denunciare un delitto di Stato nel crimine di Brindisi, il ritorno alla strategia della tensione. Ma è il suo immediato sospetto, ampiamente condiviso in rete e a cui ha dato voce anche Beppe Grillo, a richiedere una diagnosi.

Qualche anno fa ha provato ad enunciarla, per i suoi lettori inglesi il giornalista dell’Independent trasferitosi da noi, Tobias Jones, descrivendo quel che sta sotto la pelle di una società che ama presentarsi come cordiale e solare, piacevolmente intenta alla buona cucina e al tifo calcistico, e si dice fatta di «brava gente»; e invece è disseminata dalle ferite di guerre civili irrisolte, cosparsa di cadaveri eccellenti, di attentatori impuniti e di illegalità enormi con cui si convive, magari approfittandone; piena di bellezze artistiche, ma dove resistono ignoranze neanderthaliane e tribalismi primitivisti, quasi che la civiltà non ci avesse mai nemmeno sfiorato. Attentissima all’estetica del vestito, ma contenta di una TV di orrida volgarità e bassezza.

Una società dove – lo dice Jones – «appena lo cose si fanno serie scoppia una bomba». Dove un criminale viene sepolto in un sarcofago di una chiesa vaticana. Dove i golpe non li fanno i colonnelli, ma i presidenti della repubblica, ovviamente in piena «legalità». Dove i politici tutti insieme, maggioranza e opposizione, calpestano la volontà popolare continuamente e in mille modi, senza temere la sanzione popolare. Dove le leggi «si applicano ai nemici, ma per gli amici si interpretano». Dove la Polizia non sa (o non vuole) condurre indagini esaustive. Dove ogni entità del potere ha scheletri nell’armadio e nefandezze da nascondere.

Un Paese con una magistratura che ha gettato la sua autorità a forza di parteggiare, e dove le sentenze di primo grado sono rovesciate al terzo; sicchè è alla fine impossibile, il delitto non viene quasi mai seguito dal castigo, nè si ha mai una sentenza indiscutibile, una inchiesta di strage chiusa e completata, un omicidio di cui si sia accertato l’omicida.

Fra gli esempi orribili che Jones riporta, ne ricordo uno apparentemente veniale: il caso del calciatore Juan Sebastian Veron, a cui la Lazio fornì un passaporto falso per farlo passare da italiano. «La soluzione, come sempre, fu di sfumare il diritto e il torto, di cambiare le regole secondo la convenienza dei regolatori» (in quel caso, i club di calcio poterono mettere in campo tutti gli stranieri che volevano, a metà stagione). «Limpunità, sia degli uomini daffari, sia dei politici o delle società di calcio, è lo stato naturale dellItalia».

Quasi dimenticavo: il titolo del libro di Jones è The Dark Heart of Italy, il cuore buio dell’Italia.

È esattamente questo il nostro cuore, e il solo dilemma è se sono le istituzioni corrotte fino all’inverosimile ad averci reso così, oppure siamo stati noi, come collettività, ad aver reso le nostre istituzioni quelle che sono. Perchè, una volta ammesso che è «normale», appena scoppia una bomba stragista, additare i poteri forti ed occulti, bisogna pur aggiungere che nel «popolo» non mancano frange che bramano l’omicidio come atto politico e ne sono capacissime, esseri dell’età della pietra che ammazzano le fidanzate quando queste li lasciano, organizzazioni criminali con i santini nei portafogli e capaci di ferocie inimmaginabili, messicane, dallo scioglimento dei cadaveri di bambini nell’acido fino alle esecuzioni con pietrate in testa. Il cuore buio d’Italia ha due ventricoli.

Per il momento, ad occhio e croce, la strage di Stato mi pare improbabile per un motivo: Brindisi è un teatro troppo locale (una strategia della tensione avrebbe scelto Roma o Milano), e fa sospettare motivazioni meramente locali. Non escludo nulla, nemmeno che un figlio adolescente di un boss locale abbia voluto prendersi una vendetta contro la scuola o una fidanzatina, o una «ragazzata».

Data la perduta capacità educativa della nostra società, i barbari che abbiamo vezzeggiato, viziato e mai punito, e ingozzato di merendine a tre anni, sono rimasti barbari anche a 18; barbari impastati di insensibilità, di egoismo, vili e lubrichi, senza carattere e quasi senza linguaggio, bulli o vittime tremebonde di bulletti da quattro soldi.

Forse esagero, ma sono convinto che quando uno scrive sul muro con lo spray «Cricetina ti amo», può anche fabbricare una bomba con le bombole del gas e farla scoppiare: «Cricetina ti odio». È lo stesso sentimentalismo animalesco, sub-umano, insensibile al prossimo, in fondo.

Il cuore buio d’Italia.



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