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Vaccino o arma biologica? Emergenza in Ucraina
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Il 14 agosto scorso, a Washington, la polizia arrestò un uomo di nome Joseph Moshe sostenendo che, pazzo terrorista, aveva minacciato di mettere una bomba alla Casa Bianca. L’arresto ebbe aspetti paradossali : per otto ore Moses si rifiutò di uscire dalla sua Volskswagen rossa, standosene calmissimo al volante mentre gli agenti lo inondavano di cinque canistri di lacrimogeno e di abbondante spray al pepe. Alla fine si lasciò catturare (1).

In realtà, l’uomo non aveva espresso alcuna  minaccia contro il presidente (e lo prova il fatto che ad arrestarlo non è stato il Secret Service che protegge il presidente, ma l’FBI). Ma alcuni giorni prima aveva chiamato durante un radio-show su temi sanitari - «Dr. A True Ott» - trasmesso da Republic Broadcasting: asserendo di essere un microbiologo, aveva detto di poter provare che un vaccino, usato per l’influenza suina, e prodotto da Baxter Biopharma Solutions, era in realtà un’arma biologica mascherata.

Joseph Moshe aveva raccontato che il vaccino, prodotto da Baxter in un suo laboratorio in Ucraina, conteneva un coadiuvante o additivo «concepito per indebolire il sistema immunitario», oltrechè  RNA replicato dal virus della Spagnola (la pandemia che nel 1918 ucise 18-22 milioni di persone) per causare un eccidio di massa. Moshe annunciò che avrebbe reso pubblica la sua denuncia.

Il mattino dopo, accortosi che la sua abitazione era sorvegliata, Joseph Moshe saltò in macchina con pochi effetti personali e cercò - essendo di doppia cittadinanza - di rifugiarsi nel consolato israeliano; l’FBI lo bloccò prima, e come si è detto il braccio di ferro durò otto ore. Caso significativo, sul luogo del blocco i federali fecero intervenire un grosso veicolo nero, che aveva montato sul tetto qualcosa come un’antenna a microonde, probabilmente per neutralizzare un cellulare o altro apparecchio di trasmissione con cui Moshe avrebbe potuto contattare i media, o un avvocato, o chiunque potesse soccorrerlo.

Parecchi siti complottisti si sono occupati del caso, cercando di ricavare qualche informazione aggiuntiva. Si è scoperto che effettivamente Moshe è un biologo esperto di virus infettanti dei vegetali, con diverse pubblicazioni scientifiche al suo attivo (profilo). Si è ventilato che sia un agente o ex-agente de Mossad, e la sua inattaccabilità ai lacrimogeni sarebbe dovuta ad una immunità a questo tipo di armi che viene data (con un vaccino?) agli agenti israeliani.

Fatto è che Moshe, una volta catturato, non è stato ammanettato, perchè non era accusato di nulla. A quanto pare, poche ore dopo, è stato espulso o mandato in Israele, dove dovrebbe trovarsi ancora.



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Joseph Moshe prima dell’arresto, impassibile sotto i lacrimogeni



Lasceremmo questa storia nel girone del complottismo allarmistico screditato (c’è già abbastanza allarmismo per l’influenza suina), se non fosse per un particolare. Moshe aveva detto che il falso vaccino, in realtà arma biologica, era stato prodotto da un laboratorio della Baxter in Ucraina.

Ebbene: proprio l’Ucraina è il teatro di una preoccupante pandemia, che dapprima si presenta come un’influenza, ma poi peggiora dopo una settimana, palesandosi come una gravissima infezione polmonare virale (2).

Segnalata prima nella regione di Ternopil (dove le prime notizie parlavano di febbre tifoide), si sta spandendo rapidamente nella zona di Lvov e di Ivano-Franivsk, mettendo a letto decine di migliaia di ucraini. Al 29 ottobre scorso, i morti erano una quarantina, e alcune centinaia gli ospedalizzati.  Le scuole sono state chiuse e il governo sta per dichiarare lo stato di emergenza. Un quarto dei medici che sono stati a contatto coi pazienti si sono ammalati. Apparentemente, è una malattia atipica che nessuno sa come trattare, e che qualcuno già chiama «pneumonic plague», peste polmonare (cosa che non è). La pandemia ha messo in allarme la sanità della vicina Polonia. Le autorità locali hanno escluso che si tratti del virus dell’influenza suina che ha fatto parecchie vittime in Messico, H1N1.

Che dire? La farmaceutica Baxter (sede centrale a Deerfield, Illinois) è già stata colta con le mani nel sacco a distribuire un vaccino contaminato, e potenziale arma di distruzione di massa. Ne ha parlato persino la stampa italiana:

«Secondo la difficile ricostruzione dell’accaduto, operata da alcuni giornalisti, la filiale austriaca della multinazionale Baxter avrebbe inviato campioni del virus influenzale stagionale H3N2 inquinati con il virus vivo dell’aviaria H5N1 a svariati laboratori in Germania, Slovenie e della repubblica Ceca».

«Il fatto è accaduto all’inizio dell’anno, ma solo a metà febbraio il laboratorio Biotest (Repubblica Ceca) si è accorto dell’inquinamento dopo la morte inspiegabile dei furetti su cui stavano facendo dei test con il materiale fornito dalla Baxter».

«Il virus vivo dell’aviaria non sarebbe stato soltanto capace di causare una pandemia, ma avrebbe potuto incrociarsi con il virus stagionale con cui era mescolato, unendo l’alta infettività del H3N2 con il carattere letale del H5N1».

«Dopo un lungo silenzio la multinazionale ha ammesso un inquinamento accidentale. Tuttavia sono in diversi a chiedersi se era veramente accidentale. Anche perché tutti sanno che una pandemia può svilupparsi solo se il virus dell’aviaria si combina insieme a un virus influenzale umano, perciò l’unica cosa a cui dovevano stare attenti era non mescolare i virus. I laboratori che maneggiano virus come quello dell’aviaria hanno misure e protocolli di sicurezza tali che è praticamente impossibile che “scappi” un virus. E la Baxter aderisce ai protocolli “biosafety level 3 (BS3)”, i più rigorosi».

«Baxter International ha fatto sapere che la contaminazione è stato il risultato di un errore successo nel laboratorio di Orth-Donau, Austria. Christopher Bona, il direttore della comunicazione globale bioscientifica, ha affermato che il virus liquido non era un vaccino e che è stato sviluppato solo per motivi di sperimentazione».


In natura, il virus dell’aviaria non ne vuol sapere di ibridarsi col virus umano dell’influenza. Che qualcuno in Illinois abbia voluto dargli un «aiutino»? Di fatto, Baxter sta brigando per ottenere l’autorizzazione a un suo vaccino (CELVAPAN) che per la prima volta può essere prodotto in massa e in breve tempo, mentre per i normali vaccini occorrono mesi. Ha già ottenuto la pre-autorizzazione dalla UE. In caso di grave pandemia, la pratica farebbe istantanei passi da gigante. 

Come si noterà, le strane spedizioni di vaccini della Baxter avvengono per lo più nell’Est Europa, fra Cekia, Austria e Ucraina. In Polonia, nel 2008, a 350 polacchi senza-tetto fu inoculato un vaccino sperimentale (dietro compenso di 3-4 euro), e 21 di loro morirono. Furono arrestati medici e infermieri (3). Secondo le poche notizie filtrate, era un vaccino convenzionale contaminato da «un medicamento contro l’influenza aviaria».

Composizione molto simile: era il vaccino-arma letale della Baxter, o di Novartis come pure s’è detto? Fatto sta che la Baxter è soggetta a ripetute denunce per aver deliberatamente contaminato suoi preparati con sostanze pericolose, allo scopo di abbassare i costi: per esempio, la sua eparina (fluidificatore ematico) è stata mescolata a una pseudo-eparina ricavata da intestini bolliti di maiale, l’iper-solfato solfato di coindritina, che hanno prodotto gravi e a volte mortali reazioni allergiche nei pazienti.

Una giornalista austriaca, Jane Burgmeister, ha denunciato la Baxter per quell’«errore umano» del vaccino mescolato con il virus dell’aviaria, suggerendo che lo scoppio di una seria pandemia indurrebbe l’Organizzazione Mondiale della Sanità di dichiarare l’allarme «livello 6», che imporrebbe la vaccinazione obbligatoria di massa, con vaccini testati e non testati, dato il pericolo imminente. Ciò che creerebbe i presupposti di profitti miliardari per le farmaceutiche. La documentata denuncia della Baxter si può leggere qui: http://www.unfictional.com/pdf/baxter-lawsuit.pdf .

Aggiungiamo che l’errore umano invocato da Baxter suona falso, per un’azienda che ha il livello BS3: troppi sistemi di sicurezza dovevano essere scavalcati, troppo personale doveva essere sbadato o reso complice. A meno che l’ordine non sia partito dalla direzione generale. Perchè Baxter non ha mandato ai vari laboratori dell’est Europa qualche fiala sbagliata: stiamo parlando qui di 72 chili di un liquido composto da virus geneticamente modificati e vivi della H5N1, virus dell’aviaria), spediti come vaccino.

Più di un sospetto viene dall’enorme allarme mediatico attorno alla «pandemia» suina: «E’ morta una bambina di 7 anni a Napoli!», e le mamme angosciate affollano ospedali, studi medici e pronti soccorsi, invocando vaccini.

Non viene detto che in Italia una «normale» influenza si porta via ogni anno, per complicazioni, 8 mila vittime. In USA, il presidente ha dichiarato l’emergenza nazionale per mille morti di suina; eppure, i dati del Center for Disease Control dicono che ogni anno muoiono in USA, per complicazioni da influenza, 36 mila pazienti. Ma con lo stato d’emergenza, possono passare decreti d’emergenza... (4).

Silenzio invece sui primi morti non da influenza, ma da vaccino (5). Al 24 ottobre, erano almeno uno (una donna di 65 anni) in Ungheria, dove lo Stato (dieci milioni di abitanti) ha comprato e sta somministrando 6 milioni di dosi di un vaccino sommariamente testato. E due in Svezia: un uomo sulla cinquantina (poche ore dopo aver ricevuto il vaccino Pandemix di Glaxo SmithKlyne) ed un’altra donna di 65. Le autorità svedesi sconsigliano la vaccinazione agli «anziani malati».

Magari Joseph Moshe sapeva davvero qualcosa, dopotutto?





1) «Joseph Moshe (MOSSAD Microbiologist): «Swine flu vaccine is bioweapon», www.theflucase.com, 21 agosto 2009.
2) «Number of victims to unknown virus growing! State of emergency to be imposed in Ukraine?», MIGNews, 30 ottobre 2009.
3) Matthew Day, «Homeless people die after bird flu vaccine trial in Poland», Telegraph, 2 luglio 2009.
4) Sharyl Attkisson, «Swine Flu Cases Overestimated?», CBS News, 21 ottobre 2009.
5) «Europe H1N1: Premiers Décès Liés A La Vaccination Contre La Grippe Porcine - Les fabricants de vaccins attribuent le taux plus élevé d’effets secondaires aux taux plus élevés d’adjuvants», Planète non-violence, 24 ottobre 2009.


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