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Il «terrorista» con i figli in ostaggio
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Il presidente Obama ha deciso: Khalid Sheik Mohammed sarà processato da un tribunale civile a New York, anzichè dal tribunale militare di Guantanamo. Khalid Sheik Mohammed (familiarmente noto come KSM), anni 37, che in passato è stato autista di bin Laden, è a Guantanamo da oltre quattro anni, e s’è auto-accusato di essere la mente organizzatrice (mastermind) dell’attentato dell’11 settembre.

Ma non solo: si è detto autore anche di una trentina di attentati, alcuni solo progettati: dall’uccisione di Papa Giovanni Paolo II alla fabbricazione di antrace per conto di Osama, dal tentativo di far precipitare un aereo con una scarpa esplosiva sventato in Francia alla strage in due discoteche a Bali, dal progetto di assassinare Jimmy Carter e Bill Clinton all’idea di far saltare l’Empire State Building a New York e le Sears Tower a Chicago, il Big Ben a Londra, il ponte Da Verrazzano a New York, varie ambasciate americane in Indonesia, Australia e Giappone, interessi britannici ed israeliani in Turchia, un hotel di Mombasa frequentato dal personale della El-Al, nonchè il quartier generale NATO in Europa; senza dimenticare, en passant, un progetto per far saltare il canale di Panama e un piano per affondare navi militari americane nello stretto di Hormuz, eccetera, eccetera (1).

«Sono convinto che Mohammed sarà sottoposto all’esame più rigoroso da parte del tribunale. Lo vuole il popolo americano. Lo vuole la mia Amministrazione», ha detto a Tokyo il presidente Barack Obama. I media americani danno gran rilievo al fatto che KSM il mastermind e i suoi complici (quattro altri detenuti a Guantanamo) «Risponderanno delle loro azioni in una corte a pochi passi da dove sorgevano le Torri Gemelle».

«Spero che i procuratori chiedano la pena capitale», ha detto il segretario alla Giustizia Eric Holder, già pronto all’esecuzione. Certo le autorità USA si aspettano un processo altamente emotivo, capace di rinfocolare l’odio popolare per «i terroristi musulmani», e mostrare che giustizia è fatta. Che cosa di meglio di un reo confesso, per spiegare tutti i casi oscuri e discutibili del «terrorismo» dall’11 settembre in poi?

Ma un processo pubblico in un tribunale ordinario non avrà, magari, effetti collaterali indesiderati?

Già il solo fatto che venga processato, e infine liquidato, il solo ed unico malvagio ma geniale organizzatore-ideatore di tutti gli attentati del terrorismo islamico, non indurrà l’opinione pubblica a credere che «la guerra globale al terrorismo» sia giunta alla fine, e non valga più la pena di continuare la famosa caccia a bin Laden?

E poi ci sono le torture, pardon il «ventaglio completo di tecniche d’interrogatorio permesse» nell’America dei diritti umani, a cui KSM è stato sottoposto e grazie alle quali ha confessato: non getteranno un dubbio sul sistema giudiziario antitettorista USA?

Persino il sullodato sottosegretario alla Giustizia Holder ha ammesso di essere a conoscenza che KSM è stato assoggettato a 183 annegamenti simulati (waterboarding), ma si è detto sicuro del fatto che la tortura «non sarà un ostacolo al cammino della giustizia».

Il che significa probabilmente che all’imputato KSM sarà impedito – come nei famosi processi di Mosca staliniani – di denunciare in giudizio i «trattamenti permessi» che ha subìto. A questo scopo, occorrerà la collaborazione attiva dei media, che dovranno dimenticare la deposizione che sui trattamenti subiti KSM ha già riferito a delegati della Croce Rossa Internazionale che sono riusciti a contattarlo a Guantanamo nel 2006.

Khalid-Sheikh-Mohammed.jpgSecondo questa deposizione, KSM è stato denudato e sottoposto ad interrogatori in quello stato da donne, onde umiliarlo. E’ stato appeso al soffitto della cella nudo in posizione dolorosa per lunghi periodi, e irrorato d’acqua fredda [New Yorker, 8/6/2007 / MSNBC, 9/13/2007]. Durante uno di questi interrogatori, «delle persone mi hanno appiattito sul pavimento e tenuto in quella posizione. Mi è stato inserito un tubo nellano e mi ci è stata iniettata dentro dellacqua. Volevo andare alla toilette perchè mi sentivo come avessi la diarrea, ma solo dopo quattro ore mi è stato dato un secchio da usare come cesso. Sono stato sempre tenuto in piedi con le mani incatenate ad una sbarra del soffitto» [New York Review of Books, 3/15/2009].

Essendo apparso ostinatamente resistente a questi metodi, KSM il terrorista e la mente di Al Qaeda è stato trasferito (il 7 marzo 2003) in una prigione segreta della CIA in Polonia, che è stata identificata come la prigione Stare Kiejkutuy, presso la base militare aerea di Szymany  [New Yorker, 8/6/2007 / New York Review of Books, 3/15/2009].

Qui, «sono stato tenuto un mese in posizione eretta con le mani incatenate al soffitto... quando cadevo addormentato, tutto il mio peso gravava sulle manette, provocandomi ferite aperte e sanguinanti ai polsi».

I medici della Croce Rossa hano constatato cicatrici ai polsi del super-terrorista coerenti col trattamento che dice di aver subito.

«I miei piedi erano diventati gonfi in un mese di continua posizione eretta».

Nel mese del trattamento, KSM ha perso 18 chili. Dice infatti di aver ricevuto un vero pasto solo due volte, «come compenso della mia collaborazione». Tutte le altre volte, è stato nutrito con un liquido nutritivo «Ensure» ogni quattro ore.

«Se rifiutavo, mi aprivano a forza la bocca e mi iniettavano il liquido in gola».

Non gli è stato consentito di pulirsi dopo l’uso del bugliolo «perchè non collaboravo». E’ stato tenuto in ambienti a luce artificiale 24 ore al giorno. Gli interrogatori erano condotti da «tre esperti in interrogatori della CIA, sui 65, ma forti e ben addestrati».

Non l’hanno mai minacciato di morte: «Anzi, mi dicevano: ti portiamo sullorlo della morte e poi indietro».

Un medico era presente sempre, a questo scopo, durante gli interrogatori. Quando non collaborava, gli sbattevano la testa contro il muro fino a farlo sanguinare, oppure lo trattavano a waterboarding, o con getti d’acqua fredda (regolarmente una volta al giorno nel primo mese) [New York Review of Books, 3/15/2009].

Come ha detto KSM ai delegati della Croce Rossa Internazionale, «nel più duro periodo di interrogatori ho dato una quantità di false informazioni per soddisfarli in quel che, secondo me, volevano sentire dalla mia bocca. Sono sicuro che le false informazioni che sono stato costretto ad inventare hanno fatto perdere un sacco di tempo a loro, e hanno portato a molti allarmi falsi in USA» [New York Review of Books, 3/15/2009].

Astuto e malvagio come sempre, KSM. Irriducibile nemico delle libertà americane.

Ora, come possono gli inquisitori fidarsi a sottoporre KSM a un processo pubblico e regolare, con l’assistenza di un legale difensore e probabilmente affollato di giornalisti, con la sicurezza che KSM non solo non denuncerà le torture, ma non si rimangerà le sue auto-accuse? Che cosa lo può trattenere dal rivelare questi sgradevoli aspetti relativi alle sue confessioni?

Ma quasi certamente gli inquisitori hanno provveduto. Gli Stati Uniti tengono in custodia i due bambini del super-terrorista e mastermind. Come ha rivelato la giornalista Olga Craig nel Telegraph di Londra il 9 marzo 2003 (2), «I ragazzini (Yusef al-Khalid, anni 9, e Abed al-Khalid, di 7) sono stati presi dalle autorità pakistane... ma poi portati in volo in America dove saranno interrogati sul loro padre. Gli interrogatori della CIA confermano che i ragazzi stanno ad un indirizzo segreto e vengono incoraggiati a parlare delle attività del loro genitore. “Li trattiamo con i guanti, guanti da bambini”, dice un funzionario. “Abbiamo psicologi dellinfanzia e ricevono le migliori cure”».

L’anonimo funzionario della CIA sentito dalla Craig aggiunge che è stato necessario impadronirsi dei bambini, perchè KSM «ha detto molto poco fino ad ora; siede come in stato di trance e recita versi del Corano....ma lui ci tiene molto ai figli. La promessa di liberarli e farli tornare in Pakistan può essere la leva psicologica di cui abbiamo bisogno per  spezzarlo».

Ecco dunque l’arma segreta. Gli hanno rapito i figli per spezzarlo. Glieli avranno fatti vedere piangenti e spaventati? Gli avranno detto che se «collaborava» li avrebbero restituiti sani e salvi alla famiglia in Pakistan, altrimenti sarebbero finiti male? Magari gli hanno semplicemente detto di non preoccuparsi, perchè i due ragazzini erano affidati alle cure dei famosi psicologi dell’infanzia che lavorano per la CIA?

KSM ha già assaggiato le cure dei medici che lavorano per la CIA, presenti ai suoi interrogatori: quelli capaci di portarlo «sullorlo della morte e poi indietro».

KSM ha confessato tutto, di aver addestrato i terroristi a pilotare gli aerei dell’11 settembre, e anche l’attentato alle discoteche di Bali, e tutti gli altri 28 attentati attribuibili ad Al Qaeda, più altri completamente immaginari.

Ora va al processo. Avrà un avvocato difensore, ci sarà una giuria e un pubblico. Dirà la verità, si rimangerà le confessioni, griderà che gli sono state estorte sotto tortura?

Dipende. Dopo quell’articolo del 2003, non si è più avuta alcuna notizia di Yusef e di Abed, che dovrebbero avere oggi 13 e 11 anni. Sono stati rimandati in Pakistan? O sono da quattro anni reclusi da qualche parte in USA, curati dagli psicologi della Central Intelligence Agency, affinchè il papà sappia che deve continuare a proteggerli, continuando ad accusarsi di tutto?

Anche Beria negli anni '30, qualche volta, preparava gli accusati a confessarsi in pubblico di antisovietismo, complotti e intelligenza col nemico, prendendo in ostaggio le mogli e i figli.

C’è un lato comico nella situazione: il presidente Obama è andato a fare al regime di Pechino la solita lezione sui diritti umani: «I diritti umani – ha detto Obama – dovrebbero essere garantiti a ognuno, anche alle minoranze etniche e religiose, tanto che vivano negli Stati Uniti, in Cina o altrove».

Ma non è il solo lato comico. Anche con l’imputato KSM così ben controllato, c’è in USA chi non si sente tranquillo ad offrirgli un regolare processo. Uno di questi è Rudy Giuliani, che era sindaco di New York l’11 settembre 2001 ed ha probabilmente più di una ragione perchè non siano sollevati troppo i veli sull’attentato (3).

Il processo pubblico «dà un vantaggio non necessario ai terroristie perchè dovremmo dare un vantaggio ai terroristi? – e pone rischi per New York», è andato a dichiarare in ben tre interviste, alla CNN, alla ABC e alla Fox News. Trattare il cervello del mega-attentato alle Twin Tower «come un assassino ordinario è un errore. Andrebbe trattato come un atto di guerra... In altri tempi, non avremmo processato la gente che ordinò lattacco a Pearl Harbor in un tribunale regolare alle Hawaii».

La decisione di trascinare KSM davanti a un tribunale normale «è unaltra dimostrazione che Barak Obama ha deciso che non siamo più in guerra contro i terroristi», ha detto Giuliani, che poi ha aggiunto: un processo regolare crea «opportunità strategiche per gli imputati, la possibilità di tirare in lungo con manovre legali, il trasferimento del processo ad altra sede, e accresce la possibilità di una assoluzione»: Dio non voglia, perchè come sapete, nei regolari processi, al contrario di quelli staliniani, l’assoluzione non è esclusa per principio.

Karl Rove, che fu lo stratega elettorale di Bush jr., e Tom Ridge, che è stato capo del ministero dell’Homeland Security nella precedente Amministrazione, sono corsi a Fox News a dichiarare che il processo a KSM «può essere un pretesto per perseguire lAmministrazione Bush». I due sono comprensibilmente preoccupati (4).

«Il processo darà a KSM un podio di grande visibilità; sono sicuro che aspetta questo momento da sempre», ha dichiarato al New York Times tale Jarret Brachman: «Avrà la possibilità di mettere sotto accusa lintero sistema» (5).

Anche  Brachman va capito: quello è il sistema da cui trae pane e lavoro, visto che il New York Times lo indica come «consulente di antiterrorismo per diverse agenzie di Stato», nonchè autore di un voluminoso saggio dal titolo «Global Jihad». Brachman, già agente della CIA, ex direttore del «Combating Terrorism Center» di West Point, teorizza l’espansione di Al Qaeda in Africa, ed ha appena pubblicato un articolo ben pagato sulla prestigiosa rivista Foreign Policy (del Council on Foreign Relations) dal titolo «Il prossimo Osama». E’ ovvio che si senta inquieto: e se risultasse che non ci sarà un prossimo bin Laden, che la guerra al terrorismo è finita?

Brachman dice tuttavia una grande verità: il processo pubblico a KSM può tradursi in un atto di accusa di tutto «il sistema».

Sarà un processo da seguire con attenzione e, forse, con amaro divertimento.



1) Ecco l’elenco delle confessioni firmato da KSS, come riportato il 15 marzo 2007 dal quotidiano The Australian: «I hereby admit and affirm without duress to the following: 1. I swore Bay'aat (ie allegiance) to Sheik Osama Bin Laden to conduct jihad of self and money, and also Hijrah (ie expatriation to any location in the world where Jihad is required). 2. I was a member of the al-Qa'ida Council. 3. I was the media operations director for al-Sahab, or «The Clouds», under Dr Ayman al-Zawahiri. Al-Sahab is the media outlet that provided al-Qa'ida-sponsored information to al Jazeera. 4. I was the operational director for sheikh Osama bin Laden for the organising, planning, follow-up, and execution of the 9/11 operation under the military commander, sheik Abu Hafs al-Mastri Subhi Abu Sittah. 5. I was the military operational commander for all foreign operations around the world under the direction of sheik Osama Bin Laden and Dr Ayman al-Zawahiri. 6. I was directly in charge, after the death of sheik Abu Hafs al-Masri Subhi Abu Sittah, of managing and following up on the cell for the production of biological weapons, such as anthrax and others, and following up on dirty bomb operations on american soil. 7. I was emir (ie commander) of Beit Al Shuhada (ie the Martyrs' House) in the state of Kandahar, Afghanistan, which housed the 9/11 hiajackers. There I was responsible for their training and readiness for the execution of the 9/11 Operation. Also, I hereby admit and affirm without duress that I was a responsible participant, principal planner, trainer, financier (via the military council treasury), executor and/or a personal participant in the following:
1. I was responsible for the 1993 World Trade Centre Operation. 2. I was responsible for the 9/11, from A to Z. 3. (REDACTED). 4. I was responsible for the Shoe Bomber Operation to down two American airplanes. 5. I was responsible for the Filka Island Operation in Kuwait that killed two American soldiers. 6. I was responsible for the bombing of a nightclub in Bali, Indonesia which was frequented by British and Australian nationals. 7. I was responsible for planning, training, surveying and financing the New (or Second) Wave attacks against the following skyscrapers after 9/11: a. Library Tower, California. b. Sears Tower, Chicago. c. Plaza Bank, Washington state. d. The Empire State Building, New York City. 8. I was responsible for planning, financing and follow-up of Operations to destroy American military vessels and oil tankers in the Straights of Hormuz, the Straights of Gibraltar and the Port of Singapore. 9. I was responsible for planning, training, surveying and financing for the Operation to bomb and destroy the Panama Canal. 10. I was responsible for surveying and financing for the assassination of several former American presidents, including President (Jimmy) Carter. 11. I was responsible for surveying, planning and financing for the bombing of suspension bridges in New York. 12. I was responsible for planning to destroy the Sears Tower by burning a few fuel or oil tanker trucks beneath it or around it. 13. I was responsible for planning, surveying and financing for the operation to destroy Heathrow Airport, the Canary Wharf Building and Big Ben on British soil. 14. I was responsible for planning, surveying and financing for the destruction of many night clubs frequented by American and British citizens on Thailand soil. 15. I was responsible for surveying and financing for the destruction of the New York Stock Exchange and other financial targets after 9/11. 16. I was responsible for planning, financing and surveying for the destruction of buildings in the Israeli city of Elat by using airplanes leaving from Saudi Arabia. 17. I was responsible for planning, surveying and financing for the destruction of American embassies in Indonesia, Australia and Japan. 18. I was responsible for surveying and financing for the destruction of the Israeli embassy in India, Azerbaijan, the Philippines and Australia. 19. I was responsible for surveying and financing for the destruction of an Israeli El-Al Airlines flight on Thailand soil departing from Bangkok Airport. 20. I was responsible for sending several Mujahadeen into Israel to conduct surveillance to hit several strategic targets deep in Israel. 21. I was responsible for the bombing of the hotel in Mombasa that is frequented by Jewish travellers via El-Al airlines. 22. I was responsible for launching a Russian-made SA-7 surface-to-air missile on El-Al or other Jewish airliner departing from Mombasa. 23. I was responsible for planning and surveying to hit American targets in South Korea, such as American military bases and a few night clubs frequented by American soldiers. 24. I was responsible for financial, excuse me, I was responsible for providing financial support to hit American, Jewish and British targets in Turkey. 25. I was responsible for surveillance needed to hit nuclear power plants that generate electricity in several US states. 26. I was responsible for planning, surveying and financing to hit NATO Headquarters in Europe. 27. I was responsible for the planning and surveying needed to execute the Bojinka Operation which was designed to down 12 American airplanes full of passengers. I personally monitored a round-trip Manila-to-Seoul Pan Am flight. 28. I was responsible for the assassination attempt against US President (Bill) Clinton during his visit to the philippines in 1994 and 1995. 29. I shared responsibility for the assassination attempt against Pope John Paul the second while he was visiting the Philippines. 30. I was responsible for the training and financing for the assassination of Pakistan's President (Pervez) Musharaf. 31. I was responsible for the attempt to destroy an American oil company owned by the Jewish former Secretary of State, Henry Kissinger, on the Island of Sumatra.». Dopo eliminato un così vulcanico pianificatore, il terrorismo islamico non sarà più quello di prima.
2) Olga Craig, «CIA holds young sons of captured al-Qa'eda chief», Telegraph, 9 marzo 2003.
3) Joseph Berger, «Giuliani Criticizes Terror Trials in New York», New York Times, 15 novembre 2009.
4) «Some Fear Bush Administration Could Become Target in 9/11 Trial». Foz News, 14 novembre 2009.
5) Mark Mazzetti, «Portrait of 9/11 ‘Jackal’ Emerges as He Awaits Trial», New York Times, 14 novembre 2009. L’imputato viene chiamato «lo Sciacallo», tanto per predisporre il pubblico.



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