>> Login Sostenitori :              | 
header-1

RSS 2.0
menu-1
Purgatorio.jpg
Eternità dell’inferno
Stampa
  Text size
Un lettore scrive a Luigi Copertino:

«Buongiorno,

Sto seguendo il dibattito nella sezione lettere
(L'eternità dell'inferno e le sue pene - Sull’“inferno vuoto”) sulle teorie teologiche dell’Inferno pieno o vuoto o dell’eternità o meno della durata delle pene. In un mio superficiale (= su internet) interessamento all’Ortodossia ho letto che per i cristiani orientali l’Inferno non è una condizione immutabile, ma anzi con la preghiere per le anime è possibile cambiarne condizione. Questo pensiero nasce dall’alta considerazione in cui gli orientali tengono l’Apocalisse: fino al giorno del Giudizio in cui vedremo se il nostro nome è nel Libro o meno, nessuna ‘condizione’ è definitiva.

Ci può essere così tanta distanza tra noi e gli Ortodossi? Non dovremmo condivedere lo stesso Depositum Fidei? Noi cristiani occidentali ignoriamo volutamente l’Apocalisse perché in contrasto con i nostri mistici? Ma non dovrebbe essere il testo mistico per eccellenza?

Grazie per l’attenzione,
Giulio G.
»

Per quanto ne sappiamo, ma potremmo sbagliarci, la posizione degli ortodossi sull’inferno non è molto diversa dalla nostra. E, a ben leggere la cosa, neanche quella sul purgatorio, benchè essi non ne hanno la nostra stessa concezione. Estraiamo da un testo in argomento proprio su internet:

«Gli ortodossi credono pure che chi rifiuta l’amore e la misericordia divina, si pone in uno stato tale che l’esperienza della presenza divina verrà percepita come insopportabile e dolorosa. Questo è l’inferno il quale, però non è un luogo di assenza di Dio ma uno stato umano in cui Dio non è goduto ma patito. Per questo tutte le antiche rappresentazioni del Giudizio Universale in Occidente e quelle che ancora oggi si dipingono in Oriente presentano i dannati immersi in un fiume di fuoco che sgorga direttamente dal nimbo della gloria divina di Cristo».

Questa concezione non è molto diversa da quel che affermano anche alcuni mistici cattolici. E’ l’uomo a costruirsi il suo inferno (o il suo paradiso) fin da qui sulla terra scegliendo tra l’apertura del cuore all’amore di Dio o la chiusura. Ci sono, come dicevamo, persino dei mistici che arrivano ad affermare che in qualche modo anche l’inferno è una manifestazione dell’amore di Dio, sia perché Egli, fedele a Se stesso ed alla sua promessa di rispettare la libertà della creatura, non toglie
l’essere alla creatura dannata, sia perché il «fuoco» infernale altro non sarebbe, secondo quei mistici, che lo stesso «Fuoco d’Amore» di Dio ma vissuto, per introversione e chiusura in sé, in maniera rovesciata dall’anima dannata. Quindi, stando a questi mistici, Dio non smette mai di amare la creatura, anche quella dannata. Ma la rispetta nella sua sciagurata scelta e non l’ammette (contro la volontà della creatura «non può» ammetterla) alla Visione Beatifica. E certamente Dio non gode della perdizione umana. Anzi, ne «soffre».

Questo non significa che l’inferno sia a tempo determinato. Forse nell’Ortodossia vi è un certo influsso neoplatonico non ben equilibrato con la Rivelazione e per questo essa è portata verso il concetto di apocastasi, di ricapitolazione di tutte le cose in Cristo. Che non è un concetto errato, anzi è apostolico e patristico. Ma per essere ben inteso non deve essere compreso come «riassorbimento» del tutto nell’indistinto, sicché anche gli inferii sarebbero riassorbiti. Questo è un modo gnostico di concepire l’apocastasi.

L’Apocalisse si chiude con espressioni come questa (Apocalisse 2210-15):

«Non mettere sotto sigillo le parole profetiche di questo libro, perché il tempo è vicino. Il perverso continui pure a essere perverso, l’impuro continui ad essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora. Ecco, Io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il principio e la fine. Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all’albero della vita e potranno entrare per le porte nella città. Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la manzogna!».

Altrove, sempre nell’Apocalisse (21, 8), è scritto:

«Ma per i vili e gl’increduli, gli abietti e gli omicidi, gl’immorali, i fattucchieri, gli idolatri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. E’ questa la seconda morte».

Ancora (Apocalisse 20, 10-15):

«E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli... Furono aperti dei libri. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere... Poi la morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco».

L’Apocalisse, dunque, è chiara a proposito della definitività ed irrevocabilità della dannazione, sicché non è chiaro dove il lettore abbia letto quanto dice in relazione agli ortodossi. I quali, è vero, non ammettono un purgatorio perlomeno come lo ammette la Chiesa cattolica. Però anch’essi sostengono che nell’aldilà l’anima passa per «stazioni di passaggio» nelle quali i demoni le tentano.

I mistici cattolici, spesso, affermano che le anime purganti sono tormentati dai demoni e, al tempo stesso, consolate dagli angeli custodi. Come si vede, forse, si tratta di modi umanamente diversi per indicare le stesse, per noi inattingibili, realtà metafisiche. Anche San Gregorio di Nissa parlava, poi, di un fuoco purgante benché non si capisca se si riferisse a qualcosa di simile al nostro purgatorio.

Il punto, forse, della questione sta nel fatto del giudizio particolare, immediatamente dopo la morte. Questo giudizio fissa già per sempre la sorte della creatura, che nel Giudizio Universale sarà soltanto riconfermata in una sorta di conoscenza universale in Dio, e dunque di tutti circa tutti, delle singole sorti escatologiche. I due Giudizi, particolare ed universale, in altri termini, coincidono nella sostanza della, diciamo così, «sentenza». L’anima del defunto non può più accumulare meriti di Grazia e resta, per così dire, «fissata» in quanto, di bene o di male, ha fatto in vita. Solo le preghiere dei vivi possono aiutarla, questo è vero!, ma soltanto laddove essa necessita di purificazione e non certo laddove essa ha scelto irremidiabilmente di rifiutare la Luce di Dio.

Luigi Copertino


Home  >  Cattolicesimo                                                                             Back to top


La casa editrice EFFEDIEFFE, diffida dal riportare attraverso attività di spamming e mailing su altri siti, blog, forum i suddetti contenuti, in ciò affidandosi alle leggi che tutelano il copyright ed i diritti d’autore.


 
Nessun commento per questo articolo

Aggiungi commento


La Dittatura Terapeutica
L’unica ed estrema forma di difesa da questo imminente, sottovalutato, tragico pericolo particolarmente grave per l’Italia, è la presa di coscienza
Contra factum non datur argomentum
George Orwell con geniale e profetico intuito, previde l’oscuramento delle coscienze, il tramonto della civiltà, l’impostura e apostasia dalla verità che viviamo, quando scrisse “nel tempo...
Libreria Ritorno al Reale

EFFEDIEFFESHOP.com
La libreria on-line di EFFEDIEFFE: una selezione di oltre 1300 testi, molti introvabili, in linea con lo spirito editoriale che ci contraddistingue.

Servizi online EFFEDIEFFE.com

Archivio EFFEDIEFFE : Cerca nell'archivio
EFFEDIEFFE tutti i nostri articoli dal
2004 in poi.

Lettere alla redazione : Scrivi a
EFFEDIEFFE.com

Iscriviti alla Newsletter : Resta
aggiornato con gli eventi e le novita'
editorali EFFEDIEFFE

Chi Siamo : Per conoscere la nostra missione, la fede e gli ideali che animano il nostro lavoro.



Redazione : Conoscete tutti i collaboratori EFFEDIEFFE.com

Contatta EFFEDIEFFE : Come
raggiungerci e come contattarci
per telefono e email.

RSS : Rimani aggiornato con i nostri Web feeds

effedieffe Il sito www.effedieffe.com.non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata", come richiede la legge numero 62 del 7 marzo 2001. Gli aggiornamenti vengono effettuati senza alcuna scadenza fissa e/o periodicità