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Verso il sacerdote OGM
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Secondo il mito biblico, i sacerdoti del tempio ebraico erano discendenti di Aronne, il fratello di Mosè e primo «Cohen» (sacerdote in ebraico). Ora una ricerca genetica ha stabilito che, invece, il gene di Aronne era solo uno fra diversi lignaggi maschili senza relazione fra loro, i cui progenitori vissero qualche migliaio di anni orsono.

Sembra la scoperta dell’acqua calda: difficile che una supposta e mitica purezza genetica si conservi durante tremila anni. Ma la notizia rivela qualcosa di molto più inquietante: la continua e ben finanziata ricerca per selezionare la razza sacerdotale necessaria, secondo i razzisti giudaici, per rendere «efficace» il sacrificio nel nuovo Tempio ricostruito.

William Boykin
   Michael Hammer
La scoperta dei lignaggi genetici «sarcedotali» multipli è annunciata da Michael Hammer, genetista delle popolazioni dello Arizona Research Laboratory, divisione della facoltà di biotecnologia all’università dell’Arizona, insieme a Karl Skorecki, del «Technion» (Israel Institute of  Technology) che lavora anche per il Rambam Medical Center di Haifa, con colleghi dell’università di Tel Aviv.

E’ lo stesso gruppo che, dieci anni fa, annunciò di aver identificato «il gene dei cohanim» nel DNA di certi maschi ebrei, il supposto «marker» che indicava la discendenza da un unico Aronne. Il carattere era stato chiamato «Cohen Y» o «Aplotipo modale Cohen». Oggi, dicono costoro, «riusciamo ad usare una molto più vasta batteria di marcatori del DNA e perciò ad intravvedere la storia (razziale) del sacerdozio ebraico a più alta risoluzione».

L’alta risoluzione (per così dire) ha consentito di precisare la distribuzione geografica del gene Cohen e, appunto, separare le varie linee genetiche dei sacerdoti antichi. Il più «esteso» aplotipo Cohen comparirebbe quasi nel 30% dei cromosomi Y (maschili) sia degli askenazi sia dei sefarditi, mentre è «praticamente assente nei non-giudei». (New Genetic Research Indicates Jewish Priesthood Has Multiple Lineages)

«La nuova scoperta», dice Hammers, «rinnova l’interesse ad analizzare i cromosomi di altre popolazioni, specie di quelle che proclamano di discendere dalle tribù perdute di Israele».

Questo miscuglio di scientismo tecnologico e di mitoligismi ricorda da vicino il nazismo magico ed esoterico della Thule Gesellschaft, che cercava l’origine della razza germanica. I razzisti ebrei cercano i loro puro antenato per scopi rituali: rendere «valido» il rito dello sgozzamento dell’agnello, da ripetere prossimamente in Israele.

Non è chiaro se la nuova scoperta renda più difficile la selezione del sacerdote, o al contrario la faciliti, consentendone la creazione con incroci sessuali accurati fra individui con il cromosoma «giusto», sul tipo di quelli tentati dalle SS esoteriche nella Operazione Lebensborn. O magari attraverso manipolazioni genetiche, tipo Monsanto: a compiere il rito fatale sarà un gran sacerdote OGM?

Quel che è certo è il razzismo mistico-scientista del professor Karl Skorecki. Egli racconta di aver avuto l’ispirazione per le sue ricerche in una sinagoga di Toronto, 15 anni fa, quando «un Cohen sefardita fu chiamato a leggere la Torah», precisamente il passo in cui Mosè designa il fratello Aronne come sacredote, carica che Aronne passerà ai figli. «Ho pensato: se questo è vero, può essere comprovato sperimentalmente come ipotesi scientifica». Ed ha cominciato la ricerca col professor Hammers e gli istituti di Haifa e Tel Aviv.

La ricerca partiva dall’ipotesi che i cohanim devono avere un comune insieme di marcatori genetici più frequenti che nella popolazione ebraica generale. L’oggetto della ricerca puntava sul cromosome Y, che determina il sesso machile e, per di più, consiste quasi interamente di DNA non-codificante, che passa perciò da padre a figlio senza «contaminazioni»: il presuento gene sacerdotale deve dunque esistere nelle generazioni attuali di maschi ebrei identico all’antenato maschio originario.

William Boykin
   Karl Skorecki
Skorecki ha selezionato 106 Cohen (tali di cognome), e in 97 di essi ha trovato un corredo di sei marcatori cromosomici comuni. Le mutazioni neutrali constatate comprovavano (secondo la non comprovata teoria dell’«orologio genetico») che i 97 avevano un comune antenato  un centinaio di generazioni prima, ossia ai 3 mila anni fa in cui è datato il racconto dell’Esodo dall’Egitto.

Skorecki sostiene di aver scoperto anche che gli askenazi (ebrei europei ) e i sefarditi (palestinesi e nordafricani) avevano antenati comuni, e poi le due comunità si sarebbero separate oltre un  migliaio di anni fa: dunque gli askenazi non sarebbero khazari turco-mongoli?

Così, così. «Il 40% degli askenazi sembrano discendere da quattro ‘madri fondatrici’ vissute in Europa mille anni fa, la prova che tutte le comunità ebraiche condividono una stessa origine patrilineare proveniente dal Medio Oriente».

Donne kazare si sarebbero congiunte con «padri» ebrei dopo la conversione del popolo mongolico all’ebraismo, nell’800 dopo Cristo? E’ una conclusione politicamente molto opportuna per gli askenazi d’oggi: la scienza li accerta «veri ebrei».

Skorecki ha anche scoperto che un certo marchio genetico insolito si trova nella metà ed oltre dei Levi di ascendenza askenazi: «Discendono da un singolo uomo vissuto circa mille anni fa tra il Caspio e il Mar Nero, che è la localizzazione del regno Khazaro». (Scientist works with stem cells during day, solves Jewish genealogy riddles in spare time)

«Io stesso sono un Cohen, anche se di origine europea più recente», assicura Skorecki.

Con la sua scienza, Skorecki ha scoperto una cosa anche più straordinaria: che i Lemba (una tribù di negri sudafricani), i quali dichiarano di essere discendenti da un sacro antenato venuto dall’Oriente, possiedono effettivamente geni ebarici. O forse arabi, visto che non è ancora tanto facile distinguere ad alta risoluzione. Il fatto è che i Lemba osservano restrizioni della dieta (tipo kosher) e praticano la circoncisione.

Una prossima tribù perduta di Israele da portare in massa in Israele sionista, dove faranno la vita degli etiopici «ebrei», portati nella loro presunta patria solo per subire discriminazioni e umiliazioni.



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