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Kabbalah pura e spuria
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Il mio intervento sui codici ELS ha generato forse confusione; non si aveva intenzione di avallare ipotesi fantasiose dei rabbini, ma soltanto di dimostrare che tutto il mondo del magico può essere usato pro e contro con esiti completamente differenti rispetto alle premesse. Tutto questo, però, senza dare importanza sostanziale a fenomeni e risultanze che restano sempre al margine della nostra vita di Fede.

L’utilizzo delle lettere come chiave di comprensione della realtà, attraverso la corrispondenza numerica delle stesse, appartiene alla cosiddetta ghematriah. Questa può essere letta come parte di un più ampio fenomeno, quello della Kabbalah. Il termine cabala (scritto in diverso modo in italiano, in ebraico קבלה) può essere reso con tradizione; non si connota pertanto negativamente, se non nell’accezione talmudico-esoterica, che tuttavia ne costituisce al momento la versione ufficiale e preponderante, tanto da rendere impossibile la coincidenza ontologica tra cristiano e cabalista.

«Dio ha rivelato direttamente alluomo le fondamentali verità relative al rapporto tra la creatura ed il suo Creatore, e questo a partire dall’inizio dellesistenza delluomo. Ci fu prima una legge orale, quindi una legge scritta (legge mosaica e legge evangelica, ossia Antico e Nuovo Testamento). Si definisce, quindi, come tradizione giudaico-cattolicatutto linsieme di Verità immutabili che troviamo raccolte nella Sacra Bibbia, e di cui è stato depositario il popolo dIsraele fino alla venuta del Redentore; quindi, la Chiesa fondata sulla infallibilità del Magistero pontificio. La Rivelazione comprende anche verità naturali che la nostra ragione, se usata correttamente, può intuire con certezza, come lesistenza di un Dio trascendente, personale, perfetto e libero, che liberamente crea il mondo dal nulla - non certo emanandolo dalla propria sostanza; e quindi lesistenza di unanima spirituale, creata nellatto stesso del concepimento, non soggetta alla morte del corpo, e quindi immortale, la quale, dopo la vita terrena, dovrà rispondere dei suoi atti a Dio (remuneratore). Queste verità sono perfettamente dimostrabili dalla ragione umana, pur essendo metafisiche; per questo si può dire costituiscano la metafisica naturale dellintelligenza umana» (1).

Esiste quindi una Cabala buona, diversamente rivelata:

Orale, connessa con la stessa legge naturale comune a tutti i popoli, tramandata di generazione in generazione;

Scritta
(detta mosaica) che però ha inizio con Abramo (Patto dell’Alleanza), e che sarà arricchita nei secoli dai vari profeti e scrittori sacri;

Evangelica
, parola e vita stessa del Verbo incarnato, che vive ed attualizza la sua esistenza nel mistero della Chiesa.

Quanto al terzo ed ultimo elemento della Tradizione (Cabala buona), essa resta ed è mistero insondabile di ricchezza spirituale, alla quale attingere con permanente e costante meraviglia: il dogma di fede infatti, pur indicando una verità certa, non impedisce la scoperta inesauribile dell’eterno Essere, che va al di là di ogni nostra immaginazione. Per questo motivo, ogni esoterismo è inutile balbettare dell’uomo intorno all’incomprensibile, sterile approccio al trascendente, mediante meri espedienti umani; esso si distingue appunto dalla vera Fede, che invece, posta sulla roccia del dogma, lancia lo spirito all’incontro con Colui che è, svelando ciò che orecchio non può udire né occhio vedere, attraverso un percorso di approfondimento, che non ha termine. Per questo Gesù nel Vangelo ebbe a dire: «ogni scriba divenuto discepolo del Regno dei cieli è simile ad un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche» (San Matteo 13, 51-52).

Scorgendo i testi della cabala giudaica possiamo intravedere la deviazione costante di questa tradizione spuria dalla retta Rivelazione divina.

«… prima che le emanazioni fossero emanate e le creature create,
la semplice Luce Superiore colmava tutta l
esistenza.
Non esisteva nessun posto libero né di aria vuota e né spazio
,
ma tutto era colmo di quella semplice Luce del
’‘Ein Sof- Infinito’.
Non aveva distinzione
, né di inizio né di fine,
ma tutto era un
unica semplice Luce uguale in ununica uguaglianza
ed essa è quella che viene chiamata
Or Ein Sof- Luce Infinita’.
E quando si innalzò nel Suo semplice desiderio
, il creare i Mondi e
l
emanare gli emanati,
di far uscire alla luce la perfezione delle Sue azioni
, i Suoi Nomi ed i Suoi
Appellativi
,
il che fu la causa della creazione dei Mondi.

Ecco allora restrinse Se Stesso
, Ein Sof, nel punto di mezzo, il quale, in
esso
, è precisamente nel centro
e restrinse quella Luce

e si allontanò verso i dintorni dei lati del punto centrale.

Ed allora rimase posto libero
, aria e spazio vuoto
proprio dal punto di mezzo.

Ed ecco questa restrizione era in un
unica comparazione
nei dintorni di quel punto di mezzo
, vuoto.
Così che quello spazio era circolare da tutte le sue parti in comparazione

assoluta.

Ed ecco dopo la restrizione
,
quando allora rimase il posto dello spazio e l
aria libera e vuota
precisamente nel mezzo della Luce di Ein Sof
,
ecco che già c
era un posto
nel quale gli emanati

e le creature ed i creati ed i compiuti potessero essere.

Ed allora proseguì dalla Luce Ein Sof una singola linea

dall
Alto al basso,
che si svolge scendendo dentro quello spazio.

E per mezzo di quella linea emanò
, e creò, e formò e fece
tutti i Mondi
, tutti.
Prima di quei quattro Mondi

c
era ununico Ein Sof ed Il Suo Unico Nome, in ununità meravigliosa e
celata,

che non c
è forza persino negli angeli che Gli sono vicini
ed essi non hanno la realizzazione dell
Ein Sof,
perché non c
è nessun intelletto che è stato creato che possa realizzarLO,
dato che Esso non ha posto
, e non ha confini e non ha Nome.
L’ARI
» (kabbalista del 16° secolo).

Da quel che leggiamo intuiamo una visione del creato, non come atto libero del Creatore che dà vita ed esistenza a qualcosa, altro da Sé, ma come emanazione dal Creatore, in conseguenza di un movimento interno, una sorta di trasformazione del nulla in essere collocabile però in Dio stesso. Siamo molto vicini alle teorie esoteriche del panteismo e del monismo. Chiaramente collocare il Nulla dentro Dio, significa impoverire l’Essere perfettissimo, negandone la pienezza totale e completa, che ne costituisce con l’autosussistenza la peculiarità caratteristica: Dio, in quanto possibilità infinita di essere non sarebbe tale se avesse delle carenze e non sarebbe tale se dovesse mutuare tale potenza di essere dall’esterno e non in Se stesso.

Al contrario, secondo i cabalisti, Dio, in quanto essere personale (Elohim) discenderebbe proprio dall’atto creativo, quale (si confronti con quanto riportato nello Zohar) generazione per separazione degli opposti; siamo in pieno esoterismo monista.






L'Albero della Vita, sintesi dei più noti e importanti insegnamenti della Cabala, costituisce una raffigurazione astratta e simbolica della realtà. L’esistente è costituito da dieci entità, Sefirot, ordinate lungo tre pilastri verticali e paralleli: tre a sinistra, tre a destra e quattro nel centro, collegate tra loro da 22 canali (corrispondenti ognuno alle 22 lettere dell’alfabeto ebraico). Tali Sefirot sono considerate emanazioni (luci increate, manifestazioni allusive dell’energia divina) che fungono da pilastri fondamentali del reale, percepibili oltre l’apparente molteplicità del vivente.

Il diagramma delle Sefirot, si moltiplica in maniera indefinita; la creazione stessa è rintracciabile in quattro differenti livelli, generati dal diverso influsso delle Sefirot:

‘Atzilúth (mondo dell’emanazione);
Ber’à (mondo della creazione);
Yetzirà (mondo delle forme);
‘Asiyá (mondo della produzione o della fabbricazione).

Attenzione però: all’uomo resta precluso l’accesso al Divino, che resta al di là dell’esperienza tangibile. Chiaramente questo è condivisibile soltanto in parte: l’uomo è infatti chiamato a vivere la vita di Dio, con la possibilità, data dalla natura e dalla Grazie di conoscerLo e di amarLo, senza tuttavia poter mai penetrarne l’Essenza.

Secondo la cabala, l’anima è infinitamente distante dal Creatore perché è priva del desiderio di arrecarGli piacere. Da questa scissione anzi sorge la molteplicità del reale; tutti i mondi furono creati e divisi in due sistemi antagonisti: i quattro mondi di Luce ABYA e i quattro mondi oscuri ABYA, caratteristica particolare del primo, mondi di luce, è di conferire piacere, mentre quella del secondo, i mondi oscuri, è di riceverlo.

Nel principio della Creazione c’era una sola anima comune: la Luce (piacere) ed il corpo corrispondente (desiderio), Adam. Questi erano uniti in adesione col Creatore e, per questo, hanno ricevuto la massima delizia. Quest’anima comune non era in grado di superare istantaneamente il proprio desiderio naturale di godere per il proprio piacere (tale era la grandezza del desiderio!) quindi essa fu frantumata in una miriade di frammenti (anime). Su questi frammenti era più facile lavorare per neutralizzare il desiderio egoistico di godere. A questo punto si spiega il perché della reincarnazione, quale percorso catartico per giungere alla liberazione dalla schiavitù del piacere proprio e si spiega anche la struttura del creato, come bilanciamento tra desiderio e piacere, differentemente ripartito tra i diversi mondi, proporzionalmente distanti da Dio, nella misura della loro materialità, concepita come desiderio di ricevere piacere, Kli. Quindi reincarnazione e conseguente svalutazione del corpo umano e del creato materiale, come una sorta di degenerazione del divino.

«Il vaso (‘Kli’) è creato in un modo tale che esso contenga i desideri per tutti i piaceri che esistono nella Luce. Dopo il Tzimzum’, restrizione, ed a causa della rottura dei vasi, si formarono un certo numero di vasi separati ognuno dei quali si muove da uno stato (mondo) allaltro, il che conduce alla separazione (morte). Mentre viviamo in questo mondo, ognuno deve rendere gli attributi del proprio vaso simili alla Luce: ricevere una misura corrispondente di Luce e riunirsi agli altri vasi (anime) per formare un singolo vaso riempito completamente di Luce (piacere). Questo stato futuro viene chiamato Gmar Tikun’ (la fine della correzione)’ (2), quindi eterno ritorno allunica anima esistente, confusione panteistica delle singole individualità, che si perderanno per sempre nellindistinto divino, del quale costituiscono in certo modo (e niente meno) che una sorta di completamento’ ».

Si tratta a ben vedere di una costruzione inaccettabile, perché prescinde dalla totale bontà del Creatore e dalla reale incapacità di Dio di dare vita al male (entrato nel creato per rifiuto del bene da parte delle creature e come assenza di bene); secondo la Cabala, invece, il male è uno spazio nel nulla di Dio.

Inaccettabile! Se pensiamo a Dio come realmente è: Essere personale e senza imperfezioni.

In sintesi possiamo concludere questo nostro intervento ricordando che: (3) la tradizione vera riconosce Dio come personale e trascendente, sorgente di ogni bene, che ci dona Suo Figlio, e con Lui la Sua Chiesa, per la nostra salvezza eterna. La Cabala spuria, invece, fa dell’uomo e del mondo qualcosa di divino, del quale Dio non sarebbe che un’emanazione. Ovviamente, per tale Cabala, non può avere alcun senso l’esistenza della Chiesa. Queste due opposte dottrine possono essere messe a confronto e così schematizzate:

 

a) Esistenza di un Dio personale, intelligente e libero, trascendente il mondo.

 

a) Immanenza e risoluzione di Dio nel mondo. Ateismo o panteismo che divinizza il mondo

b) Dio causa l’esistenza dell’uomo e del mondo senza nulla presupporre.

 

b) Il mondo e l’uomo sono emanazioni della sostanza della divinità.

 

c) È Dio che offre all’uomo, per grazia,
la possibilità della divinizzazione.

 

c) L’uomo è divino in forza della propria natura. L’uomo è Dio.

 

d) L’uomo, perduta la sua primitiva divinizzazione, può recuperarla aderendo a Gesù Cristo, Dio fatto uomo, il quale,

in virtù della sua Passione, Morte e Resurrezione, gli restituisce la grazia divina.

d) L’uomo trae la propria divinità da se stesso, ma Cristo può indicargli la strada. L’uomo è gnostico di per sé. Gesù, primo gnostico, è un paradigma della glorificazione dell’uomo.

 

e) Gesù Cristo ha istituito nella Chiesa,
il suo Corpo Mistico, un mezzo di salvezza dell’uomo, il quale, di per sé, viene all’esistenza nello stato di peccato, incline alla rovina.

 

e) L’uomo, essendo divino, si salva da sé, e non ha bisogno della Chiesa, e ancor meno di una Chiesa contrapposta al male e al peccato.

 

f) Esistono in virtù dell’ordine stabilito
da Dio due realtà; una, naturale e profana, non salva, l’altra, sacra e soprannaturale, conduce alla salvezza.

 

f) La Chiesa non è necessaria per la salvezza dell’uomo, e quindi non esiste altra dimensione che quella umana e mondana.

Stefano Maria Chiari

 


1) Influsso dello gnosticismo ebraico in ambiente cristiano di Mienvielle.
2)
Concetti di base nella Kabbalah, Dipartimento Italiano dei Bnei Baruch.
3)
Influsso dello gnosticismo ebraico in ambiente cristiano di Mienvielle

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