Tecnologia inglese: un disastro
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Il «traballante» ponte sul Tamigi, costato 34 milioni di dollari

Tra le motivazioni che hanno spinto gli inglesi a costruire a Londra un specie di gigantesco luna park per festeggiare l'arrivo del terzo millennio doveva essersi, chissà, una nostalgia dei vecchi fasti imperiali.
Con grande sfoggio di nuove tecniche tra l'altro hanno costruito una enorme ruota dalle cui cabine appese è possibile
ammirare il panorama della grande Londra.
Poi una struttura coperta di dimensioni colossali, in grado di ospitare 22 mila persone, ed un ponte sul Tamigi per collegare la zona di Greenwich con il centro finanziario di Londra.
Il ponte è destinato solo ai visitatori a piedi, un nastro d'acciaio dalle forme molto ardite che avrebbe dovuto consacrare
la moderna architettura unita indissolubilmente alla tecnica più ardita ed innovativa.
Tante aspettative si sono tramutate in una clamorosa sconfitta.
Ma la flemma degli inglesi ha saputo sopperire alle innumerevoli disavventure che ora andiamo a narrare.

Il pezzo forte esposto alla pubblica ammirazione era proprio il ponte pedonale in acciaio, lungo 320 metri, definito una «lama di luce», una «pura espressione dell'ingegneria strutturale».
Tanta meraviglia è stata aperta al pubblico il 10 giugno 2001; il giorno 23 dello stesso mese il ponte ha dovuto essere chiuso.
Il fatto è che, sotto i passi dei pedoni, il ponte oscillava lateralmente in modo tale da costringere la gente a camminare cercando di bilanciarsi. 
Questo però metteva «in fase» i passi e le oscillazioni: che sono salite d'intensità al punto da far cadere a terra i malcapitati.
Così il trionfo di un progetto da 32 milioni di dollari si è trasformato in una imbarazzante sconfitta dell'ingegneria strutturale britannica.
Nella patria della tecnica l'evento ha dato l'avvio a studi profondi e ricchi di riflessioni ad alto livello scientifico.
Tale Strogatz ha pubblicato un dotto studio sull'argomento partendo dalle sue conoscenze in fatto di comportamento
collettivo di oscillatori biologici (come avviene nelle lucciole, per esempio).
Strogatz ha esaminato lo strano comportamento collettivo della gente, che tende a sincronizzare i passi con le oscillazioni
del ponte inizialmente piccole ed appena percettibili.
Ma tanto impegno scientifico è servito ben poco ad ovviare al difetto.
Alla fine, il ponte per essere riaperto al pubblico ha dovuto essere imbottito di ammortizzatori attivi e passivi, con una ulteriore spesa di due milioni di dollari.
 
Quanto alla grande cupola, il Millennium Dome, è stata chiusa al pubblico il 31 dicembre 2000, poche ore prima che iniziassero le manifestazioni per il nuovo millennio.
La costruzione della grande cupola con 360 metri di diametro e 60 di altezza, era stata decisa nel 1994 dal governo conservatore con il finanziamento proveniente dalle lotterie.
Nel 1997 andarono al potere i laburisti che decisero di procedere.
Ma sin dal momento dell'inaugurazione la titanica  struttura si rivelò essere piena di problemi resi più difficili dalle critiche sollevate da ogni parte.
L'opera gigantesca non piaceva alla gente che alla fine del millennio ha cominciato finalmente ad esprimere, sia pure inconsciamente, un rifiuto verso le grandi opere dell'ingegneria e dell'architettura moderniste.

Ma la storia dell'Inghilterra è piena di insuccessi tecnici clamorosi.
Prima delle due guerre mondiali abbiamo il disastro del Titanic, mal costruito e peggio ancora pilotato durante il viaggio inaugurale che sarebbe dovuto essere un trionfo e che si trasformò in tragedia.
Ma i disastri peggiori accaddero dopo la seconda guerra mondiale.
L'industria inglese, in settori come quello aeronautico e quello elettronico, subito dopo la seconda guerra mondiale, superava anche gli Stati Uniti.
Nella chimica, dopo la distruzione dei colossi tedeschi, per almeno un decennio contesero il primato agli Stati Uniti.
Tutto era poi sostenuto da una solida struttura di ricerca, basata sulla collaborazione delle università e su istituti privati e pubblici di provate capacità.
Inoltre la necessità di mantenere la guida del Commonwealth richiese la prosecuzione di una politica di aggiornamento degli armamenti, la cui consistenza avrebbe dovuto reggere il confronto con quelli americani e russi.
La storia dei fallimenti dei tentativi degli inglesi per mantenere il rango di grande potenza è anche la storia patetica della fine dell'Inghilterra come potenza militare e industriale.
Gli inglesi non riuscirono ad inserirsi nella gara tra Stati Uniti ed Unione Sovietica per il predominio dello spazio: il loro vettore, il Blue Streak, non divenne mai operativo.
Con l'errore commesso nella costruzione della fusoliera del Comet persero la possibilità di competere nella produzione dei grandi aerei di linea dell'aviazione commerciale.
Si dovettero accodare alla Francia per la costruzione dell'aereo supersonico Concorde, un splendido aereo del quale tuttavia gli americani decretarono il fallimento opponendo una serie di ostacoli burocratici negli aeroporti USA.
Il Comet della ditta De Havilland (uscito con la sigla DH106) era stato concepito ancor prima della fine della guerra, su indicazione di un Comitato di coordinamento presieduto da Lord Brabazon.
Il primo prototipo volò nel luglio 1949 ed entrò in servizio nel 1952.
Nella versione con i motori Rolls-Royce Avon il Comet ebbe un grande successo commerciale.
Ma nel gennaio 1954, dopo l'ennesimo incidente, avvenuto presso l'isola d'Elba, i Comet vennero tenuti a terra per verificare  la resistenza della fusoliera.
Dal 1952 al 1971 si ebbero 20 incidenti con quasi 500 morti.

Qualcuno direbbe che si è trattato di un tributo pagato al progresso.
Questo fu necessario per arrivare a capire i molti difetti dell'aereo.
Alcune date:
- 1903 cricche di fatica nell'albero dell'elica del velivolo dei fratelli Wright ritardano il primo volo;
- 1944 - 45 perdita di 20 bombardieri Vickers da parte della RAF.  Aumento generalizzato dei problemi di fatica dovuto a strutture metalliche, incremento della velocità di volo;
- 1954 perdita di due Hawker Comet in volo;
Si scoprì che la struttura dell'aereo cedeva per «fatica», uno fenomeno che non era stato preso in  considerazione durante il progetto.
Il Comet 4, che superava questo gravissimo errore di progettazione, divenne operativo nel settembre 1958, quando nel frattempo gli americani stavano per mettere in servizio il Boeing 707, il quadrigetto che era stato progettato utilizzando l'esperienza del Comet e che lo sostituì.
Per gli inglesi fu un colpo mortale poiché non ebbero più la forza di competere con l'industria aeronautica americana.
Nel settore dei vettori missilistici gli inglesi partirono in fretta cercando di copiare il vettore americano Atlas con il loro Blue Streak, la cui costruzione venne decisa nel 1955 ed annullata nel 1960, per essere sostituita con il programma Skybolt di progettazione statunitense.
Anche questo vettore venne abbandonato nel 1961.
Per molti anni gli inglesi cercarono, senza successo, di far adottare il Blue Streak come vettore per il lancio dei satelliti europei.
Ma i francesi opposero sempre una strenua resistenza a questa soluzione sia per ragioni tecniche che per ragioni politiche, poiché la Gran Bretagna sabotava la formazione dell'Europa.
Infine la Francia, con il successo dei vettori Diamant prima, ed Ariane poi, troncò ogni possibilità di sviluppo dell'industria missilistica inglese in fatto di grandi vettori spaziali.
Per tutti i settori industriali gli inglesi ebbero percorsi caratterizzati da esiti analoghi.

Nel settore dell'impiego pacifico dell'energia nucleare spesero somme ingenti ed alla fine dovettero ripiegare su progetti americani.
Nel settore ferroviario oggi gli inglesi possono vantare le peggiori ferrovie d'Europa.
Le privatizzazioni, invece di alleviare i problemi li hanno peggiorati, ed il governo ha dovuto riprendersi l'intero comparto con la prospettiva di spendere almeno dieci miliardi di Euro per riportare gli impianti ad un livello accettabile.
Pur disponendo di una elevata tecnologia, come testimoniato dalla loro eccellenza nei motori, nell'elettronica, nella metal-lurgia e nelle materie plastiche, essi non furono tuttavia in grado di conquistare i mercati che si aprirono nel dopoguerra.
A causa dell'influenza del sistema politico gli inglesi, finita la guerra, non furono in grado di pianificare i loro sforzi.
Essi chiesero e pretesero l'applicazione puntuale e meticolosa delle regole della democrazia.
Cacciarono nel dimenticatoio la professionalità e la lungimiranza della loro classe dirigente, ancora legata ai vecchi ma non logori schemi aristocratici.
Essi iniziarono la stessa decadenza che colpì la democrazia ateniese, dove i capitali di investimento venivano tassati per distribuire continue regalie ai meno abbienti.
E' noto che Atene, dotata di un'altissima tecnologia, non poté compiere nessuna delle grandi imprese che invece furono
realizzate dal sistema industriale e politico di Roma.
Gli inglesi vollero avere l'assistenza medico-ospedaliera gratuita ed una serie di provvidenze sociali il cui costo non poteva essere pagato dalla loro scarsa produttività.
Per di più pretesero anche di essere onesti, e questo, quasi certamente, fu il colpo fatale che ricevette la loro economia.
Ma come non è facile capire il percorso della tecnica italiana nel dopoguerra ed il suo scarso legame con la crescita industriale ed economica del Paese, altrettanto difficile è rendersi conto delle cause che stanno dietro la caduta industriale di una nazione come l'Inghilterra, tuttora ad altissima  tecnologia.
Possiamo cercare di enumerare le cause accertate, tutte sicuramente concorrenti alla disfatta inglese, ma nessuna di queste può essere riconosciuta come decisiva.

L'industria inglese fu completamente votata alla produzione militare durante la seconda guerra mondiale.
Le difficoltà della riconversione alla produzione civile furono enormi.
Un ruolo negativo fu certamente quello che svolse la politica inglese, tutta rivolta alla soluzione dei problemi sociali in una società per sua natura conservatrice e poco dinamica.
La Gran Bretagna è tutt'ora il Paese d'Europa per certi aspetti socialmente più arretrato.
La  vicinanza con altri popoli europei, imposta dai mezzi di comunicazione di massa e dagli scambi molto accresciuti, si tradusse in una grande richiesta di democrazia sostanziale che tolse di mezzo la vecchia classe dirigente aristocratica e quindi «permanente».
Le continue alternanze dei governi con la guida dei laburisti e dei conservatori si tradussero in un continuo mutare dei programmi di intervento del governo, così che fu impossibile pianificare alcunché.
Poiché continuarono egualmente a fare programmi, e ad iniziarli per interromperli ad ogni successivo cambio di guida politica, il tutto si risolse alla fine in uno sperpero colossale di pubblico denaro, sperpero che venne aggravato dall'onestà e dal rigore dei pubblici amministratori.
Infatti, paradossalmente, una certa dose di tangenti avrebbe almeno permesso di inserire nel ciclo economico capitali destinati alla pura totale distruzione.


professor Raffaele Giovannelli