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I valori dell’Occidente. Alcuni esempi.
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Ripensavo a Carl Bildt, il Ministro svedese che ha twittato: «La religione ortodossa è nemica dei valori occidentali». Le seguenti note intendono dimostrare quanto ha ragione, il luterano.

Homs derattizzata. I ratti che se ne vanno sono i ribelli islamisti: disfatti dall’esercito regolare di Assad, ridotti alla fame per mancanza di rifornimenti, dopo due anni di assedio hanno accettato di ritirarsi secondo un accordo mediato da Onu ed Iran. Circa duemila sono stati fatti salire su autobus del Governo, scortati da poliziotti di Assad in giubbotto antiproiettile; ciascuno ha potuto portare con sé l’arma individuale. Hanno dovuto rivelare dove avevano seminato le mine, e restituire diverse persone che avevano catturato nelle città sciite di Nubl e Zahara e a Kassab. Il convoglio è stato scortato da jeep bianche dell’ONU verso il Nord, o verso la Turchia o verso roccaforti di resistenza jihadista che ancora combattono. Lasciano una città –l’antica Emesa romana – distrutta fin dalle fondamenta.

La Reuters era presente ed ha intervistato un guerrigliero che ha detto di chiamarsi Abu al-Homsi: «Abbiamo continuato per mesi a premere sulla comunità internazionale che levasse l’assedio, ma non abbiamo avuto risposta. Abbiamo perso più di 2 mila martiri». Hanno perso la roccaforte principale, quella dove la popolazione (sunnita) era in gran parte con loro. La capitale della rivoluzione, si dice.

Qualche commentatore francese ha trovato che questa evacuazione analoga a quella concordata tra la Francia e la Siria per esfiltrare, nel febbraio 2012, i jihadisti insediatisi in un quartiere di Homs, Baba Amr. Lì 3 mila takfiristi con una quarantina di famiglie che li sostenevano avevano proclamato un emirato islamico; avevano sgozzato 150 abitanti per mancata adesione alla Sharia, tanto per dare una lezione; facendo fuggire il resto della popolazione.

Per l’Occidente, sono meglio di Assad


Al momento dell’accordo per esfiltrare i ribelli, si scoprì che essi erano inquadrati da una ventina di ufficiali francesi. L’accordo allora fu concluso da Claude Guéant, il ministro dell’interno di Sarkozy.

Niente in confronto al massacro di Ghouta, il 21 agosto 2013: gas nervini ammazzarono un numero di civili difficile da calcolare, c’è chi dice 281, chi 1729. Obama, Hollande, Cameron causarono le truppe di Assad. Adesso sappiamo per certo, grazie al giornalista Seymour Hershh, che furono i ribelli jihadisti ad usare il gas, allo scopo di provocare l’indignato intervento armato occidentale contro Assad.

I guerriglieri tagliagole avevano l’appoggio dell’Eliseo, quelli di Homs lamentano di non aver avuto appoggio sufficiente dall’Occidente: avevano qualche motivo per aspettarselo. L’amico islamico li chiama, invece, «ratti»; si capisce, è ostile ai valori dell’Occidente. Come ha ragione Carl Bildt!


Raqqa, Siria: cristiano crocifisso dai jihadisti. Non ha capito in tempo i valori dell’Occidente


Tanto più se si tiene conto che da qualche giorno, il presidente Obama (l’Occidente al cubo) ha riconosciuto lo status diplomatico alla Coalizione Nazionale Siriale, ossia alla Coalizione delle forze d’opposizione e rivoluzione al regime di Assad. Ha ricevuto alla Casa Bianca il capo di questa Coalizione, Ahmad Jarba, e gli ha concesso lo status di Governo regolare in esilio a questo gruppo di esiliati siriani finanziati dall’Arabia Saudita. La Coalizione suddetta non è riconosciuta da nessuno dei gruppi armati che si battono in Siria per creare lo stato islamico: Fronte Islamico di Liberazione, Fronte Islamico Siriano, Fronte Al-Nusra, Emirato Islamico di Iraq e del Levante, Armata Siriana Libera, nessuno. Poco male, stanno tutti affermando i valori dell’Occidente.

Chi più e chi meno, si capisce. Per esempio, da poco il comandante dell’Armata Libera Siriana, Ahmed Nehmeh, è stato catturato dai valorosi combattenti di Jabhat al-Nusrah (che un tempo avremmo chiamato Al Qaeda: ma era prima che si schierassero con i valori dell’Occidente), e nelle mani di costoro, ha cominciato a confessare. Ha confessato che nel novembre scorso, quando i ribelli hanno perso la cittadina di Khirbet Ghazaleh nei sobborghi di Daraa, è perché le truppe di Nemeh si ritirarono ed abbandonarono la battaglia nel bel mezzo di un attacco siriano; «Il ritiro me l’hanno ordinato i paesi donatori»: cioè Usa e «paesi occidentali», più l’Arabia Saudita, che stanno pagando le spese per la liberazione della Siria. Duqneu le nazioni donatrici erano preoccupate che Al-Nusra avesse l’egemonia della ribellione, e così hanno dato gli ordini a Nemeh di ritirare i suoi uomini, perché i siriani dessero la batosta che poi hanno dato ai qaedisti. «Gli ordini mi sono stati trasmessi tramite ufficiali giordani», ha confessato. http://news.antiwar.com/2014/05/07/syria-rebel-commander-confession-blames-donor-countries-for-rout/

Giunge notizia che il presidente Obama vuol far consegnare ai combattenti mercenari jihadisti in Siria centinaia di missili anti-aerei a spalla, di quelli che, messi in mano ai guerriglieri afghani, hanno fatto meraviglie contro l’aviazione sovietica in Afghanistan. Qualcuno si domanda: ma la Cia sarà poi in grado di controllare l’uso di questi missili a spalla? Non sarà che li vedremo apparire in mano a qualche jihadista europeo, a puntarli su aerei passeggeri in decollo da Fiumicino o da Skyphol?

Sono infatti migliaia i ragazzi europei, di famiglie musulmane immigrate, che sono andati – ben pagati del resto – a combattere il regime Assad in Siria. E stanno tornando con le pive nel sacco, e con le armi... I servizi segreti occidentali non paiono aver contrastato i reclutamenti. A chi si preoccupava dei jihadisti che stanno partendo a frotte dal Belgio, il ministro degli esteri belga Didier Reynders ha dichiarato alla tv Bel-RTL, il 26 aprile 2013: «Forse un giorno gli si eleverà (ai jihadisti europei) un monumento come eroi di una rivoluzione». E se lo dice un ministro di Bruxelles, dovete credergli: Bruxelles è una delle più rilevanti centrali di formazione dei valori occidentali.

Dunque non fatevi ingannare dalle apparenze: barbuti, inturbantati urlanti martiri della Sharia, crocifissori di cristiani, massacratori di sciiti possono – a vostra insaputa – essere combattenti per i noti valori dell’Occidente. Per esempio:

Boko Haram – la CIA sa cos’è

Dall’ultimo notizia: «7 maggio 2014- Un nuovo attacco degli estremisti islamici di Boko Haram al confine tra la Nigeria e il Camerun ha fatto “centinaia di morti”. Il quotidiano nigeriano The Punch ha scritto che l’attaccoè avvenuto nella notte a Gamboru Ngala, nello Stato di Borno, e che sono state uccise 300 persone. Gli islamisti hanno fatto irruzione nella città a bordo di alcuni blindati. Intanto salea undici le ragazze vittime di un nuovo sequestro di gruppo da parte dei miliziani jihadisti nello Stato federato di Borno, Nigeria nord-orientale. A renderlo notoè stato un portavoce delle autorità di Gwoza, cittadina situata a una decina di chilometri dal confine con il Camerun. La zonaè notoriamente una roccaforte del movimento ultra-islamico edè la stessa in cui il 14 aprile i guerriglieri avevano rapito altre 276 studentesse nel liceo di Chibok».

Ora, uno si domanda come mai dei convinti islamisti pensino di promuovere la loro religione ammazzando «centinaia» di negri per volta a casaccio, sequestrando centinaia di ragazzine. Eppure proprio pochi giorni fa il capo di Boko Haram in persona, da un video, ha annunciato testualmente: «Ho preso le vostre ragazze e le venderò al mercato, come vuole Allah». Come vuole Allah?! Ma dove, precisamente, Allah ordina di vendere al mercato delle studentesse?

Misterioso Boko Haram, che attacca poveri villaggi a bordo di blindati e corazzati, che non sono propriamente veicoli che è possibile rubare in un parcheggio incustodito. Qualcuno glieli fornisce. E questi analfabeti diventano capaci di guidarli, e sono pure forniti di armamenti molto moderni....Vuoi vedere che sono i blindati saccheggiati dagli arsenali di Gheddafi?

Sono anni che Bush jr. ha fondato una entità chiamata ACRI, Africa Crises Response Initiative, allo scopo di fare da contrappeso all’egemonia crescente che la Nigeria, stato troppo grosso (90 milioni di abitanti) e troppo ricco (petrolio), stava cominciando ad esercitare negli Stati neri vicini, specialmente verso la Liberia, intoccabile santuario di Washington. Si trattava inoltre di battere la presa della Cina sull’Africa nera. Quale miglior motivo che porre le basi per un «intervento umanitario» onde salvare le centinaia di ragazzine? Giusto un anno dopo l’ACRI, infatti, Washington ha creato anche l’AFRICOM, ossia il comando militare Usa per l’Africa. E compare il misterioso Boko Haram.

Il punto è che da anni la CIA gestisce campi di indottrinamento e di addestramento militare nelle terre di mezzo tra i porosi confini di Niger, Chad e Camerun: attira giovanotti di ambienti miserabili, deprivati e disorientati (non ne mancano in Africa) e li convince che possono farsi una carriera lavorando per Allah a distruggere l’ateo governo nigeriamo e stabilire la giusta shariah.

Sicché appare l’incredibile Boko Haram. Che è anche l’imprendibile Boko Haram, che dopo le sue stragi scompare oltre i porosi confini, con le sue armi rese dalla Libia liberata, screditando ogni giorno di più il Governo della Nigeria agli occhi della popolazione, che si sente indifesa. Infatti strano: Boko Haram non vuole conquistare e convertire, vuole spaventare, terrorizzare la popolazione. Non sembra il modo più intelligente di propagandare la Fede. Ma è il modo più intelligente per precipitare un intervento bellico occidentale — per salvare le ragazzine. È la campagna in corso, ci partecipa anche la moglie di Obama: «Bring back our girls». Una campagna mondiale: fate qualcosa, occidentali! (Boko Haram: A CIA Covert Operation; America’s Destabilization Plots Against Nigeria–GreenWhite Coalition)

E gli occidentali, perbacco, risponderanno: i valori dell’Occidente sono calpestati. È dal 2009 che l’Armata USA si prepara «per un possibile smembramento della Nigeria». Smembrare la Nigeria? Eh sì: troppo grossa. Si prenda nota delle fasi: primo, esacerbare l’odio e il sospetto fra i cristiani nigeriani e gli islamici con la strategia della tensione operata da Boko Haram. secondo: internazionalizzare la crisi, ormai intrattabile e incontenibile e mostrata l’impotenza del Governo Nigeriano, onde tutti vedono che l’intervento umanitario è una necessità morale. Terzo, lo smembramento del Paese sotto mandato ONU. Se non ci credete, leggete qui: l’articolo è del 2009, e prevedeva ciò che sta avvenendo oggi sotto i vostri occhi indignati di occidentali.

In fondo è lo stesso metodo usato con tanto successo in Iraq (aizzando sciiti contro sunniti), in Siria (idem), in Ucraina (cattolici contro ortodossi, russo contro polaccofoni): spaccare gli Stati lungo le linee di frattura etnico-religiose.

È – lo riconoscete? – il Piano che Oded Jinon delineo nella rivista Kivunim del Congresso sionista Mondiale. La Nigeria dovrà aspettare: il piano americano ha come termine le elezioni nigeriane previste nel 2015. Fino ad allora, Boko Haram provocherà un crescendo di violenza, stragi e rapimenti e stupri, da rendere necessari interventi e smembramento: due Nigerie piccole, una con la Shariah. Entrambe insignificanti.

Stando così le cose, come non applaudire il Ministro degli esteri svedese Carl Bildt? «È la religione ortodossa la massima minaccia alla civiltà occidentale». Non Boko Haram, non Al Qaeda, non i jihadisti tagliagole in Siria che crocifiggono i cristiani: la religione ortodossa . «La linea anti-occidentale di Putin è basata sul profondo tradizionalismo delle idee ortodosse».

Era ora che qualcuno lo dicesse, finalmente. Ecco una piccola galleria di ortodossi russi di Odessa, giustamente puniti dagli eroi di Maidan: da quelli cioè che ardono dal desiderio di unirsi all’Europa, sono divorati dalla passione di entrare nella NATO e farsi indebitare dal FMI, i quali tutti già li accolgono a braccia aperte.



Un’impiegata del Sindacato ad Odessa. Era incinta. Gli europeisti spediti da Kiev per liberare la città russa di Odessa dai russi l’hanno strangolata con il cavo della lampada da tavolo.



Vari nemici dei valori occidentali





Donna violentata poi bruciata. Per far vincere i valori occidentali...



Vi diamo queste foto raccapriccianti, giusto perché i media occidentali non le hanno pubblicate: fra i valori occidentali c’è quello di non rivoltarvi lo stomaco mentre andate da McDonald’s. I nostri media parlano di 46 morti ad Odessa., I loro media parlano di 300, anche fatti a pezzi nelle cantine dell’edificio poi dato alle fiamme per nascondere la strage. I nostri media continuano a parlare di «ribelli filo-russi» ad Odessa e a Donetsk; tacendo che non si tratta di filo-russi, ma di russi. I russi sono lì da 300 anni. E Odessa è stata fondata da Caterina di Russia.

Ora dopo ora, emerge che la strage è stata accuratamente pianificata. Forse per attrarre Mosca nella trappola, spingendola all’intervento armato per proteggere i suoi russi di Odessa (non filo-russi: russi). Forse anche per terrorizzare i russi onde abbandonino Odessa in massa: la stessa cosa fecero gli israeliani, massacrando a caso un intero villaggio chiamato Deir Yasin, gettando i corpi di donne e bambini palestinesi nei pozzi — e provocando così il primo, grande esodo-fuga di palestinesi dalle loro terre e dalle loro case.

E non crediate che gli assassini ucraini siano disposti ad ammettere d’essersi lasciati prendere la mano. Qui avete la foto, da lei postata su Facebook, della deputata Lesia Orobets, del partito Patria, quello della Timoshenko (un terzo dei seggi, rivaleggia con Svoboda e gli altri neonazi), ritenuto «moderato».


La sera stessa del massacro le balla deputata ha festeggiato così il suo 32mo compleanno: affiancando la sua foto d’oggi con quella di quando aveva 16 anni.

«I tempi cambiano. I princìpi restano immutabili». Valori dell’Occidente, è chiaro. A questo, 4773 ucraini hanno decretato «mi piace». Nel resto della sua pagina Facebook la bella parlamentare moderata ha scritto: «...Odessa ha spezzato tutti i sogni di Putin. Voleva i porti. Presto non potrà più vendere il suo gas. Dobbiamo ancora recuperare la Crimea».



Quando avvengono stragi a freddo come queste – come in Siria, come in Nigeria, come ad Odessa – con questo particolare accanimento sui corpi umani, teste troncate usate come palloni, donne siriane ammazzate con un crocifisso in bocca, innocue impiegate strangolate, fatte a pazzi nei sotterranei, schiacciate, cadaveri esibiti nello scempio – voi ingenui potreste vedere qui l’irrompere di una furia anticristica, o il tralucere del satanico («Omicida fin dal principio»), dell’idra che esulta nel carnaio. Invece no: è una delle vittorie dei valori dell’Occidente.

Giusto per capire meglio: «Le Pussy Riots ricevute in Campidoglio a Washington».

Carl Bildt ha ragione: ballare il rock nella cattedrale di Mosca dissacrandola è appunto un valore, anzi un dovere della civiltà occidentale. Una lotta giusta contro l’ortodossia, che si oppone ai nostri valori.

In Gran Bretagna, la lobby gay ha avviato una campagna per epurare le parole «man» e «men» dal discorso, e tutti i pronomi come «her» (di lei) e «his» (di lui) che hanno una carica sessista. Adesso la frase «andò nel suo letto» va scritta così: «Ze went to hir bedroom». Questi sono i valori dell’Occidente, ragazzi. Imparate, perché tali valori sono in continua evoluzione. Progrediscono.

Non adeguarsi può essere pericoloso. Giovedì 8 maggio, sul Foglio del neocon Ferrara, è apparso un lungo articolo che fa la mappa di «chi in Germania tifa per Putin». Il foglio israeliano lamenta che, mentre la stampa «è molto più netta nella critica a Putin», nei dibattiti tv si lasciano apparire degli analisti che – inaudito – sostengono che «una voce in capitolo Mosca deve averla» nella questione ucraina; ci sono talk-show dove (è vergognoso a dirsi) «le ragioni della Russia vengono spiegate con cura», dove riemerge un mai sopito «antiamericanismo». Dove «più profondo ancora, emerge un più comprensivo anti-occidentalismo: Kultur contro Zivilisaton», dove le Zivilisation sarebbe quella che finanzia i tagliagole islamici, addestra i tagliagole di Kiev e riceve le Pussy in Campidoglio, insomma i valori occidentali contro cui, ci dice Bildt, l’Ortodossia si erge da nemica.

Insomma, si domanda il Foglio: sulla questione ucraina, la Germania profonda da che parte sta? Non con l’Occidente, sospetta il giornale neocon; rendendo noto che anche gli ebrei che contano a Washington on le pensano così. E dà ampia rigatura ad un tal Clemens Wergin, editorialista della Welt: «Sono sicuro che sia legittimo porsi un quesito sul mio Paese: si è forse riaperta la questione tedesca?».

Domanda grave. Specie se si ricorda come è stata risolta a suon di bombe la questione tedesca dell’altra volta, da Washington. Anche se la certa idea di Occidente oggi imposta è sostenuta senza sfumature né compromessi quasi esclusivamente da gente che si chiama Kagan, Nudelman, Vinocur, Ferrara, Wolfowitz, Ledeen, Gad Lerner, è cosa che rende pensierosi. Possibile che i soli titolati a far l’esame di occidentalismo siano della gente che ha respirato il Talmud fin dall’infanzia?




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