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Gesù sposato… ci risiamo!
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Riporto la notizia:

«Nel corso di un convegno a Roma una storica della cristianità antica alla Harvard Divinity School ha presentato un frammento di papiro in copto nel quarto secolo che conterrebbe una frase mai esistito nelle Sacre Scritture: “Gesù disse loro: ‘Mia moglie’”. Il frammento è più piccolo di un biglietto da visita e contiene otto righe di scrittura in inchiostro nero leggibili solo con la lente di ingrandimento. “Lei sarà in grado di essere mia discepola”, sarebbe un’altra frase contenuta nel testo. A dare l’annuncio della scoperta, che ricorda le trame del Codice da Vinci di Dan Brown, è stata Karen King, la prima donna a occupare la cattedra più antica degli Stati Uniti. La provenienza del papiro resta un mistero e il suo proprietario ha chiesto di restare anonimo. In una intervista al New York Times e ad altri giornali americani, la King ha sottolineato che il frammento non deve essere preso come la prova che il Gesù storico fosse effettivamente sposato. Il testo sarebbe stato scritto secoli dopo la vita di Gesù e tutta la prima letteratura cristiana non sfiora la questione. La scoperta a suo avviso è interessante perchè “conferma antiche tradizioni secondo cui Gesù era stato sposato. Ce n’era una già nel secondo secolo - ha detto la studiosa di Harvard - legata al dibattito se i cristiani dovessero sposarsi e avere rapporti sessuali».

La professoressa in questione forse non è nota al grande pubblico, ma, guarda caso, è la stessa persona che ha avuto a che fare con «Il Vangelo di Giuda» e con i «vangeli» di Tommaso e di Filippo, nonché di Maria (Maddalena); ci troviamo niente meno che di fronte all’ispiratrice nascosta de «Il Codice da Vinci». È sempre importante capire da quale ambiente provenga la notizia. Detto questo, passiamo ad alcune riflessioni.

In premessa, stiamo parlando di uno scritto databile non prima del IV secolo. La datazione è requisito fondamentale per l’attendibilità storica di un testo, soprattutto perché nella fattispecie si dovrebbe fare i conti con la evidentemente contrastante immagine di Gesù, ricavata dalla elevatissima attendibilità storica dei santi Vangeli canonici, scritti e redatti in epoca vicinissima ai fatti. Non soltanto! documenti della storia antica per i quali decorre in assoluto il minor lasso di tempo tra copia ed originale e per i quali le suddette copie sovrastano per numero e qualità (concordanza dei riferimenti) qualunque altro plesso documentale dell’epoca e perfino successive. Quindi, per spodestare tanta autorità, occorre un testo altrettanto autorevole, altrimenti, siamo nel mondo della fantasia e delle eterne ed inconsistenti supposizioni.

La studiosa sembra sapere o ricordare tutto questo, ma al contempo pare anche glissare sull’argomento, con tipico sofisma giustificativo; come dicesse: il testo non vale come fonte su Gesù, perché evidentemente tardivo, ma tuttavia conferma altre antecedenti fonti, dello stesso tenore, che affermano questa «verità».

Dov’è il giochetto? Nel fatto che le non meglio precisate «antiche tradizioni» non sono nient’altro che evanescenti forzature di altrettante opinabili fonti; un vero castello di carte, crollata una, vanno tutte giù… ma l’eminente docente di Harvard sostiene che si tratta di fondamenta di cemento! Siccome le carte sono tante (messe lì a posta, si intende!) la casa regge sicuramente come se fosse «costruita sulla roccia». Il punto è che le carte restano carte e non potranno mai costituire valido sostegno.

Ebbene entriamo «in re». Il frammento mette in bocca a Gesù la parola moglie. Ora diamo una panoramica a tutta la «ricostruzione» della King, perché ne esce un quadretto interessante: i fratelli usano baciarsi ed in particolare Gesù ne avrebbe elargito uno alla Maddalena (Vangelo Tommaso e Filippo), che è da considerarsi la preferita da Gesù, depositaria di una «rivelazione superiore» (Vangelo di Maria). Da qui al Codice da Vinci, il passo è breve.

Ed ora, la nuova notizia: Gesù dice «mia moglie»! Chi? Ma chiaramente la Maddalena!!! Magnifico! È tutto provato, tutto provato se non fosse che… il legame sponsale tra Gesù e la presunta «moglie» non è provato da nulla (anche a voler ammettere l’uso della parola «moglie» in bocca a Gesù), perché non esistono altre serie argomentazioni letterali sul fatto che ad un matrimonio vero ci si riferisse; l’episodio del cosiddetto bacio tra Gesù e Maddalena, è frutto più di ipotesi che di veri rinvenimenti testuali: l’espressione "baciava" è invero certamente assente dal manoscritto (Vangelo di Filippo, che in realtà la conterrebbe)!!!

Inoltre, nel Vangelo di Filippo, quando si deve parlare di «moglie» non si utilizza mai, la parola compagna, cioè koinōnos, destinato alla Maddalena, ma l’equivalente copto (), pertanto la Maddalena non è mai apostrofata come tale; occorreva quindi «supplire» con qualche altro frammento…per chiudere il cerchio… Ed ecco, casualmente, spuntare il nostro odierno.

Ma… ammesso e non concesso che l’argomento testuale sia favorevole, dando inoltre per assodato che il significato copto della parola identificata e tradotta per «moglie», abbia una validità univoca (cioè non significhi altro che moglie; il che, invece, non è affatto pacifico, considerata la polivalenza di significato dei termini, motivo per il quale la stessa espressione possa indicare genericamente anche una compagna, un’amica e via dicendo), perfino in tal caso la traduzione dovrebbe essere contestualizzata, per essere validamente ed efficacemente compresa. Se infatti il vocabolo «moglie», in ambiente gnostico (e quello da cui provengono gli apocrifi citati è certamente gnostico), non è niente altro che segno di dilezione spirituale (del resto, anche nella mistica cattolica, ci sono le «spose» di Cristo,), allora nulla ci si dice più di ciò che già sappiamo. I legami spirituali sono allegoricamente resi con terminologia sponsale e, per la gnosi, questa congiunzione, finanche fisica, rappresenta un indice di progressivo avvicinamento alla conoscenza liberatrice.

Lo stesso «bacio» di certo possiede infatti un significato simile: costituisce l’atto del trasmettere la verità segreta, il percorso iniziatico, trasmesso di bocca in bocca e reciprocamente alimentato tra fratelli, con valenza esoterica e soteriologica, non certamente sessuale.

Aspettiamo quindi qualche altro nuovo scoop con il quale Harvard o qualche altra celebre Università dia argomenti probanti per dubitare e corrompere quel minimo di fede che resta nel qualunquismo dell’attuale mondo cattolico.
Chi usa la testa, non si lasci turbare: «non si turbi il vostro cuore, abbiate fede in Dio ed abbiate fede anche in Me»  (Gv 14,1).

Stefano Maria Chiari



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