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Denunciamo il fallimento della stampa ufficiale nel silenziare la gravità del contesto e delle atrocità commesse da Israele contro Gaza
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Mentre le nazioni di Europa e Nord America l’11 novembre stavano commemorando i caduti innocenti di guerre passate e presenti, Israele prendeva di mira dei civili. Il 12 di novembre, all’inizio di una nuova settimana, i lettori sono stati inondati da toccanti letture sulle perdite di soldati, passate e presenti. In tutto questo, non c’era il minimo riferimento al fatto che nelle guerre dei nostri giorni la maggior parte delle perdite di innocenti riguardi i civili.

Quella mattina del 12 di novembre poi, non c’era quasi nessun accenno agli attacchi militari contro Gaza, proseguiti poi per tutta la settimana. Un rapido passaggio di rassegna stampa conferma la cosa, che sia la CBC, il Globe ed il Mail, la Montreal’s Gazette ed il Toronto Star. Idem per il New York Times e per la BBC.

Stando al resoconto del Palestinian Centre for Human Rights (PCHR) di domenica 11 novembre, nelle precedenti 72 ore erano stati uccise nella Striscia di Gaza 3 civili palestinesi, 2 dei quali bambini; oltre a due membri della sicurezza palestinese. 4 morti si sono verificate per effetto dei colpi dell’artiglieria israeliana tirati su giovani che giocavano a calcio. Altri 52 Palestinesi sono stati feriti – 6 sono donne e 12 bambini. (Ma il conto dei morti Palestinesi è salito, da quando abbiamo iniziato a scrivere).

La stampa che riferisce delle uccisioni, si focalizza quasi esclusivamente sulle uccisioni dei membri della sicurezza palestinese. Per esempio, un articolo dell’Associated Press divulgato dal notiziario mondiale della CBS il 13 di novembre ed intitolato “Israele medita di riprendere a Gaza le uccisioni mirate di militanti”, non fa la minima menzione di civili feriti od uccisi. Semplicemente definisce le uccisioni come assassini mirati. Il fatto che i danni non voluti riguardino decisamente i civili, indica che Israele non è poi così impegnata, come invece sostiene, nel portare avanti uccisioni mirate, mentre è impegnata nel portare avanti uccisioni collettive, commettendo una volta di più il crimine di punizioni collettive.

In un’altra notizia AP sul notiziario CBS del 12 di novembre si legge che i missili sparati da Gaza aumentano la pressione sul governo israeliano e viene mostrata la foto di una donna israeliana che guarda verso un buco nel soffitto del suo salotto. Neanche in questo caso una foto od una riga che parli dei feriti e dei morti di civili a Gaza. Sulla stessa lunghezza d’onda un titolo BBC del 12 di novembre suona così: “Israele colpita da una nuova ondata di missili sparati da Gaza”. La stessa tendenza si evidenzia sulla stampa ufficiale europea.

Le notizie si concentrano in modo preponderante sui missili lanciati da Gaza, nessuno dei quali ha causato perdite accidentali umane mentre non si focalizzano sulla miriade di bombe lanciate su Gaza, che hanno invece prodotto numerose perdite fra i civili. Non ci vuole un master in scienza della comunicazione per capire che nella migliore delle ipotesi abbiamo davanti una stampa sbilanciata e nella peggiore che manipola disonestamente notizie e lettori.

Da far notare poi, che gli articoli che parlano delle perdite Palestinesi lo fanno aggiungendo che le operazioni condotte da Israele sono la risposta ai razzi sparati da Gaza od alle ferite riportate dai propri soldati, anche se la cronistoria ne colloca la scintilla al 5 di novembre quando un ragazzo di 20 anni di nome Ahmad al-Nabaheen – con problemi mentali – fu ucciso dai soldati Israeliani mentre vagava nelle vicinanze della frontiera. Il personale medico fu costretto ad attendere 6 ore prima di avere il permesso di poterlo recuperare, e si sospetta che sia morto a causa di tale ritardo. Successivamente, l’8 di novembre, un bambino di 8 anni che giocava a calcio davanti casa è stato ucciso dai colpi d’arma da fuoco di soldati IOF entrati con carri armati ed elicotteri dentro al territorio di Gaza.

Ne deriva che il ferimento di 4 soldati israeliani verificatosi al confine il 10 di novembre era la conseguenza di una catena di eventi iniziata con l’uccisione di civili palestinesi, e non la causa scatenante.

Noi, i firmatari, siamo ritornati da una visita condotta di recente alla Striscia di Gaza, alcuni di noi – grazie ai social network – sono in contatto con dei Palestinesi che vivono a Gaza. Per due notti a fila gli attacchi con droni, F16 ed i bombardamenti indiscriminati di vari obbiettivi all’interno delle aree densamente popolate di Gaza hanno impedito ai palestinesi di chiudere occhio.

Lo scopo era univoco: terrorizzare la popolazione. Ed è stato raggiunto, come abbiamo saputo dai resoconti. Se non fosse per i messaggi su Facebook, non avremmo la minima idea dello stato di terrore nel quale vivono i civili Palestinesi a Gaza. Tanta, troppa è invece la consapevolezza che il mondo ha del terrore e dello shock che stanno provando i cittadini di Israele.

Il riassunto di una relazione inviata da un medico canadese trovatosi a Gaza e che ha prestato aiuto nel pronto soccorso dell’ospedale a Shifa, ci dice: “I feriti erano tutti civili con lacerazioni multiple da schegge: ferite al cervello, al collo, pneumotorace, rotture della milza, perforazioni intestinali, schiacciamenti di vari organi ed amputazioni da trauma. Tutto ciò operando senza monitor, senza stetoscopi e senza macchine ad ultrasuoni... A causa del gran numero di civili feriti, quelli che non si trovavano in pericolo di vita sono stati rispediti a casa per essere visitati la mattina successiva. Le ferite da schegge erano sporche: piccole schegge e grandi danni interni... gli antidolorifici, la morfina in primis, scarseggiavano”.

Sembra che per il New York Times, la CBC o la BBC, questi fatti non rivestano la minima importanza.

Deformazione e disonestà non sono novità per la stampa occidentale quando deve trattare dell’oppressione dei palestinesi, mentre Israele procede indisturbata nei suoi crimini contro l’umanità con la piena accettazione e l’appoggio finanziario, militare e morale dei governi di USA, Canada ed Unione Europea.

Al momento Netanyahu sta raccogliendo presso la diplomazia occidentale il consenso necessario a condurre altre operazioni militari contro Gaza. Temiamo possano essere i preliminari di una nuova operazione stile Piombo Colato. Gli eventi recenti sembrano confermare che sia già all’opera una tale volontà di far crescere il conflitto, la conta dei morti infatti sale. Di fronte a tali crimini, la mancanza di una reazione offesa da parte del pubblico è la conseguenza diretta del modo sistematico con il quale i fatti vengono distorti ed i crimini camuffati.

Vorremmo esprimere la nostra indignazione per la criticabile informazione che i media ufficiali stanno dando dei fatti. Invitiamo i giornalisti a rifiutarsi di essere complici di questa politica che opera una sistematica mistificazione.

Invitiamo tutti i cittadini ad informarsi attraverso i media indipendenti e a dar voce alla propria coscienza in qualsiasi modo sia loro possibile.

Hagit Borer, U.K.
Antoine Bustros, Canada
Noam Chomsky, US
David Heap, Canada
Stephanie Kelly, Canada
Máire Noonan, Canada
Philippe Prévost, France
Verena Stresing, France
Laurie Tuller, France

Traduzione per EFFEDIEFFE.com a cura di Massimo Frulla

Fonte > 
MondoWeiss



La presente traduzione è da noi commissionata a traduttori di nostra fiducia ed effettuata appositamente per EFFEDIEFFE.


 

 
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