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Dalla Fed 1.200 miliardi di dollari per salvare le banche d'affari
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Se lo scrivono anche loro…

MILANO
- Nel 2006, con i prezzi immobiliari che raggiungevano il loro apice, Citigroup e Bank of America erano le regine incontrastate del settore finanziario statunitense. Complessivamente, le dieci più grandi istituzioni finanziarie americane riportavano utili per 104 miliardi di dollari. Due anni dopo, al tempo della Grande Crisi, il collasso del mercato immobiliare obbligava queste stesse istituzioni a prendere in prestito 669 miliardi di dollari dalla Federal Reserve, una cifra che finora era rimasta segreta. Stando a Bloomberg News, il salvataggio del sistema finanziario da parte del presidente della banca centrale americana, Ben Bernanke, sarebbe costato agli Stati Uniti oltre 1.200 miliardi di dollari.

INIEZIONI GENEROSE - I dati sarebbero stati ottenuti dall'azienda di notizie e di fornitura di dati finanziari - fondata dal sindaco di New York, Michael Bloomberg - in base al Freedom of Information Act (legge sulla libertà d'informazione) e rivelano iniezioni di liquidità più che generose per gli istituti di credito finiti, in poche settimane, da profitti stellari a un passo dal baratro: Morgan Stanley, per avrebbe ricevuto, secondo i documenti, 107,3 miliardi di dollari, Citigroup 99,5 e Bank of America 91,4 miliardi di dollari.

ANCHE IN EUROPA - Ad avere beneficiato dei prestiti non sono state solo le istituzioni finanziarie americane: anche quelle europee sono state oggetto del programma di salvataggio. Anzi, almeno la metà delle 30 più grandi istituzioni ad aver ricevuto fondi sarebbero europee. Secondo Bloomberg, la Royal Bank of Scotland avrebbe incassato 84,5 miliardi di dollari mentre la svizzera Ubs 77,2 miliardi.

«NESSUNA PERDITA» - L'importo dei prestiti erogati dalla Federal Reserve a dicembre 2008 in base ai suoi sette distinti programmi di sostegno all'economia ammontava a 1.200 miliardi di dollari. Ovvero, tre volte le dimensioni del budget federale per quell'anno. Per fare un paragone, il Tarp (maxipiano di salvataggio del settore bancario americano approvato dal Congresso) aveva un valore totale pari a 700 miliardi di dollari. «Abbiamo concepito i nostri programmi d'emergenza per arginare la crisi e ridurre il rischio finanziario del contribuente americano», ha spiegato il vice direttore della divisione Affari Monetari della banca centrale americana, James Clouse, che ha voluto sottolineare come «quasi tutti i nostri programmi sono stati terminati. Finora non abbiamo riportato perdite e non ce ne aspettiamo in futuro». Bloomberg stima che i 1.200 miliardi di dollari erogati dalla banca centrale americana sarebbero stati sufficienti ad estinguere tutti i 6,5 milioni di mutui americani relativi a immobili il cui valore è inferiore all'importo del prestito.

Fonte >  Corriere.it



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