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Gli Usa adottano il drone kamikaze
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Trasportato in uno zaino, è videocontrollato e può essere usato per azioni rapide nei territori più insidiosi

Un'immagine dello «Switchblade», il drone kamikaze
Un'immagine dello «Switchblade», il drone kamikaze
WASHINGTON – Lo hanno definito – impropriamente – il drone kamikaze. Ma il nome rende bene l’idea di un mini-velivolo radiocomandato, utilizzabile da un solo soldato, in grado di colpire con precisione una postazione nemica.

L'AEREO NELLO ZAINO - L’esercito americano alla fine di giugno ha firmato un contratto da 4,9 milioni di dollari per la fornitura di dozzine di “Switchblade” che saranno impiegati dalle truppe in Afghanistan. Il mini-drone, che pesa due chilogrammi ed è trasportato in un grosso zaino, è lanciato da un piccolo tubo che fa da rampa. Spinto da un piccolo motore elettrico, è dotato di una videocamera che trasmette immagini in tempo reale al soldato che lo controlla. In questo modo il militare può verificare la presenza di una minaccia e neutralizzarla usando lo “Switchblade”. Il velivolo si schianta sul bersaglio e fa detonare la carica esplosiva che trasporta. Per aumentare l’effetto sorpresa, il soldato può spegnere il motore nella fase finale: il robot-kamikaze plana silenzioso come un aliante sul bersaglio.

RISPOSTA RAPIDA - Il drone è stato adottato dall’Us Army che ritiene sia un valido supporto per le pattuglie impegnate nel teatro afghano. Se una pattuglia finisce sotto attacco può essere costretta a chiedere l’intervento dell’aviazione o di un drone da combattimento. Ma spesso la risposta non può essere così veloce e richiede comunque l’attivazione di una catena di comando. Il “Switchblade” consente, invece, all’unità di reagire in modo veloce. Inoltre, affermano gli ufficiali, l’aeretto può ridurre il rischio di colpire innocenti.

LA FLOTTA USA - Il Pentagono dispone ormai una flotta di 7 mila droni. Ci sono quelli d’attacco come il "Reaper" oppure quelli per la ricognizione a lungo raggio come il “Global Hawk” schierato anche in Italia, nella base di Sigonella. E poi i velivoli che svolgono il ruolo di esploratori per le unità terrestri. In questi ultimi tre anni i droni armati si sono anche trasformati nel lungo braccio della Cia, che li ha impiegati con successo nella caccia ai terroristi dal Pakistan allo Yemen.

Guido Olimpio

Fonte >
  Corriere.it



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