Con mio stupore, Tommaso d’Aquino mi disse subito che sì, la pena di morte andava ripudiata nei tempi moderni, e che ben facevano i poteri pubblici italiani, e la Chiesa, a ripudiarla.
Ascoltò, come gliele riferivo, le argomentazioni contrarie di Socrate; approvò vivamente la sua tesi, secondo cui lo Stato contemporaneo non ha affatto rinunciato a dare la morte, ma ha solo passato questa competenza dal ministero della Giustizia alla Sanità («verissimum! Bene dictum!»).
Ma alla fine sostenne che l’abolizione della pena capitale giudiziaria, nel ventesimo secolo, era addirittura provvidenziale.
Noi: come! Proprio tu sei diventato buonista?
Eppure a tuo tempo hai definito la pena capitale. «indispensabile», «salutare», e l’hai giustificata con l’argomento teologico.
Tommaso: non io, ma il Salvatore stesso ha giustificato la pena.
Ges&…