>> Login Sostenitori :              | 
header-1

RSS 2.0
menu-1
Saint-Yves d’Alveydre: il profeta delle sette (2)
Stampa
  Text size
Le Opere

Di sicuro Saint-Yves non è un innovatore. Non possiamo nemmeno affermare che sia originalissimo nel suo modo di pensare e di lavorare per costruire il nuovo imperium mundi. Risente molto di influenze di grandi personaggi come Comenius che già alla metà del 1600 aveva preparato e tracciato il piano strategico di cui le sette avevano bisogno per poter lavorare e realizzare la Grande Opera. Il piano, lo ricordiamo, prevedeva la costituzione di cinque grandi aree sovranazionali ognuna delle quali doveva avere una nazione guida di riferimento. Sopra questi grandi aggregati, ci sarebbe stata una struttura governativa unica, la quale attraverso una serie di consigli (o sinedri), avrebbe fatto sì che al mondo non fossero nate più controversie tra le varie nazioni e tra le varie persone. L’armonia e la felicità avrebbero regnato su un’umanità liberata dal bisogno, dell’ignoranza, dalla superstizione, dalla falsa Chiesa e dalla falsa figura di Dio che questa aveva imposto in modo abietto e graduale.

Tutta la struttura doveva avere una forte base teologica nuova che avrebbe informato e permeato di sé l’intero il sistema. Ovviamente era previsto lo smantellamento delle strutture statuali e religiose allora esistenti sia a livello nazionale sia sovranazionale; via quindi le monarchie cattoliche, via l’impero d’Austria, braccio armato della Chiesa di Roma ed oppressore dei popoli tedeschi e slavi; via soprattutto lo Stato pontificio e quindi via la vecchia e putrida Chiesa cattolica romana, marcia e corrotta. Poi gradualmente si sarebbe passati dal «Solve et coagula» permettendo che l’Ordo nascesse dal Chao!

Gli uomini che avrebbero retto questo nuovo governo (arché) insieme (sun), cioè questa Sinarchia, sarebbero stati attentamente vagliati e preparati a questa missione, attraverso un’accurata selezione ed un rigido e selettivo sistema scolastico. Esso, applicando il metodo in vigore all’interno di tutte le sette, avrebbe fatto una selezione rigorosissima dei soggetti, provandoli e riprovandoli come oro fino nel crogiuolo. Soltanto i migliori avrebbero assunto le responsabilità loro riservate, seguendo anche le loro inclinazioni personali. La cura sarebbe risultata sicuramente amara per chi veniva scartato o buttato via come un ferro vecchio o obsoleto, ma la psicologia riusciva ad indorare la pillola facendo credere ai reietti, o agli schiavi che il loro posto esatto in questo coro armonico di felicità e fratellanza, per loro, sarebbe stato quello, ad esempio, di fare il contadino, lo scrivano, o l’impiegato, o il prete in quanto le loro esclusive e carismatiche caratteristiche garantivano, in quei campi, la riuscita ottimale di ognuno, nel proprio specifico settore.

Non riesco purtroppo a scorgere molte differenze da quello che succede nella nostra attuale situazione sociale, economica e politica. Tutto sta marciando nel senso previsto con precisione meticolosa. Va da sé che un sistema di questo genere ha due caratteristiche fondamentali: una è fortemente verticistico e gerarchico; due è assolutamente e spietatamente selettivo. Del resto nella religione lamistica soltanto un prescelto, diventa Dalai Lama, gli altri fanno i monaci, i guaritori, i maghi girovaghi, gli eremiti, gli asceti. Quella che era l’intelaiatura, l’ossatura, la struttura portante del piano preparata da Comenius ed evidenziata nel libro Lux e Tenebris pubblicato ad Amsterdam nel 1657, viene rivisitata ed aggiornata da Saint-Yves d’Alveydre tenendo conto di ciò che si è già realizzato ed in previsione di quello che ancora dovrà essere portato a compimento. In secondo luogo, poi, egli diventa il divulgatore delle preesistenti dottrine: è insomma il personaggio giusto che al momento giusto far da amplificatore. La sua opera tutta tesa:

«Per elevare la Sinarchia alla dignità di un regime teocratico risalente alle tradizioni più antiche». (1)

Egli seppe presentare la Sinarchia come una:

«combinazione armoniosa di spirituale, di esecutivo e di economia orientata». (2)

È molto interessante rimarcare che sia Comenius prima, sia Saint-Yves ricorrano ad uno stile che colpisce direttamente l’immaginazione facendo vivere, al lettore, un bellissimo sogno pieno di sfumature anche sottili, le quali vengono recepite solo da chi sa e conosce. Presentano radiosi scenari futuri pieni di felicità, di progresso, di crescita materiale spirituale del genere umano. Tutto ciò distoglie l’attenzione, come ho già accennato prima, sul ferreo e durissimo ordine gerarchico selettivo che le dottrine settarie nascondono. Anche i richiami alle antiche civiltà, all’eterna ed antica sapienza, sono argomenti affascinanti che permeano e informano gli ambienti intellettuali della seconda metà dell’ottocento e la prima del novecento. (3)

I continui richiami alla tradizione sono molto apprezzati da un alto iniziato come Guénon che in varie sue opere, manifesta una stima profonda per Saint-Yves d’Alveydre.

Su questa falsariga quasi tutte le opere di Saint-Yves si intitolano missione: Mission des Souverains: Mission des Ouvriers, Mission des Juifs, Mission des Françaises, Mission de lInde. A queste si aggiunge l’ Archéomètre un po’ la sua opera più ambiziosa e forse più ermetica ed esoterica, quindi di difficilissima interpretazione.

La Mission des Souverains esce nel 1882 e si capisce bene quali siano i sovrani, quale autorità esercitano, su chi e con quali mezzi: i veri sovrani sono gli occultisti, i Magi Eletti, i Superiori Incogniti così cari al Martinismo, quelle alte ed eccelse anime che traducono in pratica di «etats d’esprit» i quali dall’area suprema dell’autorità. Area questa, in cui domina la luce portato dal dio buono, Lucifero, (lux fero) cacciato sulla terra dal dio cattivo Adonai, il Dio dei cristiani.

Saint-Yves afferma:

«ho dovuto far parlare attraverso la mia persona (4) la solennità regale popolare, la religione nei suoi rapporti con la sociologia».

I lettori possono notare quanta abilità viene usata per confondere le idee e mischiare le carte: solo chi conosce bene tutta la storia può capire a pieno il pensiero di questo gigante intellettuale al servizio totale del maligno. La regalità e la sovranità popolare si fondono nella persona dell’eletto, dell’illuminato che si carica, poverino, del fardello pesante della crescita graduale dell’umanità verso l’adorazione di un nuovo e splendente dio della luce. La religione diventa la sociologia, la figura del Cristo redentore si transustanzia nella nuova figura del «Cristo umanità»; il divino che diventa umano, Io diventa Dio.

Sempre nel 1882 Saint-Yves pubblica anche la Mission des Juifs (Missione degli Ebrei): in quest’opera Saint-Yves si rivolge al popolo eletto e: lo esorta a sostituire «lanarchia delle societas christianorumcon la Sinarchia o legge scientifica dellorganismo della Società» ne evidenzia i meriti, ma allo stesso tempo scopre anche le fonti gnostiche e cabalistiche alle quali fa riferimento, nello stesso tempo evidenziando «l’esistenza di un piano anticristico, ispirato attraverso i secoli, dai vari Anna e Caifa di turno e sostenuto con energia dai loro pedanti seguaci» (5).

«Essi sono stati il sale e il lievito della vita presso i popoli cristiani e tali restano, senza responsabilità alcuna per il Male che si annida nel Governo Generale di questi popoli (leggi la Chiesa ed il Papa), male volontario un involontario che sia».

«I risultati derivanti dalla Mission des Juifs, identificata con quella di Gesù Cristo dopo la rovina di Gerusalemme, sono immense, universali e ora ne ricorderò alcuni… Dal punto di vista morale lattuale potenza dellOpinione pubblica deve la sua forza alla laicizzazione dello Spirito cristiano degli Evangelisti e anche, in larga misura, allo spirito profondamente democratico delle comunità ebraiche e allistituzione della Massoneria, dietro la quale ho indicato linfluenza di cabalisti. Dal punto di vista materiale la Cristianità europea deve alle comunità ebraiche quasi tutti i suoi progressi economici». (6)

Saint-Yves spiega bene l’essenza intima profonda di questa opera:

«pur non avendo sangue ebreo nelle vene, mi unisco alle file degli ebrei … Come se fossi uno di loro e possedessi anchio la scienza trasmessa voce da Mosé stesso».

Qualsiasi tipo di commento è del tutto superfluo: le parole di questo alto iniziato, una volta tanto, sono chiarissime e comprensibili a tutti coloro che naturalmente vogliono capire.

Nel 1887è la volta della pubblicazione della Mission des Françaises o la vera Francia. La vera Francia quella degli immortali principi dell’89, la Francia della rivoluzione, quella che taglia la testa al sovrano legittimo in un nuovo rito sacrificale propiziatorio e necessario al passaggio alla nuova luminosa era. Questa luce che prorompe dalle tenebre che è una parafrasi del Vangelo di Giovanni, ma che in realtà è una Lux e Tenebris, come Comenius intitola il suo libro.

Nel 1890 viene dato alle stampe Giovanna dArco vittoriosa. Una delle forme principali di espressione di cui si serve il Martinismo è proprio l’uso del linguaggio e della fraseologia cristiana. Ciò fa pensare che il soggetto ponga la base del suo sistema di pensiero, la dottrina cristiana, quando in realtà, se ne serve con l’intento di confondere le idee ed usandola soltanto da un punto di vista simbolico per rendere meglio il senso del mistico e del trascendente. In questa trappola cade anche lo zar Alessandro I di Russia, irretito dai discorsi mistici e filosofici della baronessa von Krudener sua ninfa egeria di ed amante. La baronessa in vita lo zar, alloggiato nel suo albergo sugli Champs-Elysés, a pregare a lungo in ginocchio sul freddo marmo, mentre ad imitazione proprio di Giovanna d’Arco e di ripetere gli oracoli, facendogli credere che una voce, quella di Cristo stesso, chi li abbia ispirati. Ella spinge il sovrano a restaurare un cristianesimo « nobile» tra i popoli.

Pochi anni prima della sua morte, siamo nel 1903, Saint-Yves fa stampare LArcheometra che insieme alla Mission de lInde costituiscono la Magnia Charta della Sinarchia. Come prima di lui aveva già fatto Comenius, Saint-Yves fa una netta distinzione fra l’Autorità, che agisce nel campo del puro spirito, a cui fa diretto riferimento il potere sacerdotale ed il potere temporale, quello che era «l’Imperium» latino il cui compito precipuo di dirigere la massa ed indirizzare (condizionare sarebbe una brutta parola per chi, come lui, si riempie la bocca soltanto del termine libertà) la volontà popolare guidandola su sicuri binari.

«Nel momento in cui attraverso il suffragio universale, per il tramite di un collegio elettorale temporaneo, essa elegge i governanti. Questi ultimi, per essere tali, dovranno naturalmente avere il beneplacito dellAutorità». (7)

Se andiamo ben ad osservare questa citazione che fotografa perfettamente il sistema elettorale e politico che governa gli Stati Uniti.

Quest’ultima opera è caratterizzata da un fortissimo contenuto esoterico di occultistico. La parola Archeometra e di chiara derivazione greca e letteralmente significa misura delle cose antiche (άρκαιος μεθρων).

Guénon, che chiamava Saint-Yves il mio compianto maestro così definisce l’opera del grande occultista francese:

«È una chiave sintetica che permette di determinare il valore intrinseco di ogni sistema filosofico, scientifico, o religioso e di riallacciarlo allalbero universale della Scienza e della Tradizione»,

così si esprime il grande seguace della tradizione a pagina 7 dell’edizione italiana dell’Archeometra edita da Atanòr nel 1986. Le parole di Guénon sono abbastanza oscure, tentiamo di dare una spiegazione un po’ più chiara e accessibile.

Esisterebbe un «depositum» di antica sapienza venutasi formando nel tempo e poi tramandata dalla Tradizione (il traditur) la quale attraverso i millenni è arrivata fino ai giorni nostri. S’intende che tale Depositum sia ancestralmente riconducibile, secondo le teorie gnostiche che entrambi personaggi seguono e fanno loro, addirittura ai momenti della creazione, al mito di Prometeo, al paradiso terrestre e da quello della caduta causa della incapacità dello spirito umano di uccidere Dio e di diventare lui stesso Dio. Date tali premesse l’opera riesce ad essere un metro di paragone di qualsiasi sistema filosofico scientifico religioso riparava entrando ognuno a quanto abbiamo prima detto.

E Victor Émile Michelet, membro di spicco dell’Ordine Cabalistico della Rosa Croce ci illumina ancora di più:

«che cosa è lArcheometra, ossia la misura dellarco (8) di cui parlano, con parole velate, gli ermetisti? È un procedimento che permette di applicare alle scienze e delle arti una penetrazione quasi meccanica degli arcani del Verbo; è uno strumento materiale di misura dei principi primi. Ho visto girare nelle mani di Saint-Yves i cerchi di cartone coperti di segni dello zodiaco ed i loro settori rispondere alle mie domande».

Effettivamente Saint-Yves fa anche una rappresentazione grafica piuttosto complicata formata da cerchi concentrici e linee che unendosi tra di loro creano figure triangolari sempre più piccole che si intersecano tra loro come dei sigilli di Salomone per arrivare al centro dove c’è una ruota sovrapposta a strisce orizzontali e ad un semicerchio. Saunier in Les Franc-Maçons, ci schiarisce le idee:

«Questo strumento è formato da cerchi concentrici immobili, gli uni in rapporto con gli altri, in modo tale che possa essere formato un numero indefinito di combinazioni fra i segni di cui essi sono coperti: segni zodiacali e planetari, colori, note di musica, lettere degli alfabeti delle lingue sacre (ebreo, siriaco, aramaico, arabo, sanscrito così come una misteriosa lingua primordiale (che Saint-Yves chiama Vattan), numeri».

Guénon ci fa scoprire anche nuovi orizzonti di lettura, o meglio di rilettura della realtà, facciamolo parlare direttamente:

«Nelle collettività regolarmente organizzate, devono esserci normalmente quattro caste, suscettibili daltronde di suddivisioni più o meno numerose e corrispondenti alle quattro passi primordiali nelle quali si divide naturalmente la società sinarchica:

- autorità spirituale ed intellettuale, sacerdozio ed insegnamento,

- potere regale ed amministrativo, militare e giudiziario,

- potere economico e finanziario, industria e commercio,

- il popolo (9), la massa dei contadini, operai, servitori».

E poi, di seguito Guénon continua fornendoci i veri significati reconditi anche della bandiera di Francia:

«Anche nellArcheometra dal bianco, dal rosso, blu che simboleggiano le prime tre caste, si volle, al momento degli accadimenti che precedettero la rivoluzione francese, fare i rispettivi simboli delle tre classi corrispondenti alla nazione: clero, nobiltà, terzo Stato… È ugualmente su tre piani corrispondenti che si devono comprendere i termini libertà (spirituale ed intellettuale), uguaglianza (morale e sentimento), fraternità (sociale nel senso puramente materiale); non bisogna dimenticare che queste tre parole costituiscono, un motto massonico, cioè una formula iniziatica, prima di essere affidato allincomprensione della folla, che non ne ha mai conosciuto né il senso morale, nella vera applicazione».


Rappresentazione grafica dell’Archeometra


La raffigurazione grafica prevede un cerchio interno con all’interno una doppia stella di Davide e di colore bianco che il sacro e distintivo dell’autorità spirituale e che in sé racchiude e fonde tutti gli altri colori. Poi in alternanza dal centro, troviamo una corona circolare di colore giallo che invece è il simbolo degli iniziati che sono inviati dall’autorità spirituale a tutti i vari popoli che stanno sulla terra. Dopo questa corona circolare ce n’è una di colore blu che il simbolo del potere economico finanziario. La parte più esterna troviamo l’ultima corona circolare di colore rosso, colore riservato all’autorità amministrativa. Quindi tutto è gerarchicamente e rigidamente subordinato all’autorità spirituale la quale riflette la luce che riceve dal transumano: tale luce non dà ordini precisi, ma piuttosto crea degli stati d’animo (états d’esprit) che poi le altre forze provvederanno a tramutare in progetti e strategie che fanno avanzare il mondo verso la realizzazione della Grande Opera e della Squadratura della Pietra Grezza.

In questa sontuosa ed ermetica rappresentazione dell’universo, notiamo che la politica è la parte più esterna, quella meno rilevante. Essa è soggetta a tutti e diventa una mera attività amministrativa: se riferiamo tali parametri a quello a ciò che oggi succede nel mondo, possiamo tranquillamente dire che da allora, il progetto di Saint-Yves ha fatto passi da gigante ed è arrivato alle battute finali. Lo svelamento o rivelazione attraverso l’intervento dell’autorità spirituale del nuovo ordine religioso mondiale. Esso sarà il trionfo del «Dio Buono», Lucifero ed il suo ritorno al cielo da dove era stato cacciato dal «Dio Cattivo», Adonai, ristabilendo finalmente sulla terra la mitica età dell’oro.

È cosa molto significativa che in questo poderoso ed affascinante mondo dominato dallo spirito puro, non c’è assolutamente più posto per la gente comune, quella « normale» la quale, già con il secolo dei lumi, diventa «Massa» o «Trascurabili» come invece la chiamava più acutamente Arthur Machen. Questi era un alto iniziato appartenente alla esclusivissima società Golden Down, la stessa a cui aderivano anche Edward Alexander (detto Aleister) Crowley ed Aldous Huxley. Machen era convinto che tutto il mondo dovesse essere letto in chiave teologica e che, di conseguenza, erano realtà soltanto i maghi e gli stregoni. (10)

Come siamo lontani da quel povero ed inutile cattolicesimo che sia Saint-Yves, sia l’abate apostata Paul Roca vorrebbero riportare agli splendori delle sue origini destrutturando il clero ed allontanandolo finalmente dalle spire asfissianti del papato romano.

L’ultima opera di Saint-Yves ad essere pubblicata fu Mission de lInde en Europe e dellEurope en Asie, questo il titolo originale ma più comunemente conosciuta come Mission de lInde. In verità l’opera non fu mai veramente portato a termine completamente dall’autore. La prima edizione del 1881 fu prima ritirata dalla tipografia e poi distrutta, per misteriosi motivi, dal suo autore stesso e ne sopravvissero solo due copie che hanno permesso di ripubblicarla nel 1910 in maniera postuma. Saint-Yves sosteneva, a ragione, che i contenuti esposti in questo libro non sarebbero stati ben compressi al momento della sua stesura iniziale e che quindi dovesse trascorrere del tempo per essere compreso appieno fino in fondo. Guénon rimase letteralmente affascinato da questo libro e lo considerava senza dubbi, l’opera più rilevante di interessante del suo grande maestro. Ma anche lui era del parere che fosse stato pubblicato troppo presto: secondo la sua visione, essa doveva vedere la luce alla fine degli anni venti.

In questo saggio Saint-Yves descrive un misterioso centro iniziatico che designa con il nome di Agartha. Prima di lui nessuno, in Europa, aveva mai fatto menzione di questo posto misterioso ed affascinante e non era stato fatto nemmeno nessun accenno riguardante il capo di questa Agartha il Brahâtmâ: Guénon nella sua opera il Re del Mondo fa notare che sarebbe più corretto scrivere Brahmâtmâ parola che tradotta significa supporto delle anime nello spirito di Dio.

È necessario precisare che l’autore della Mission de lInde fu per lungo tempo in contatto con due sconosciuti misteriosi indiani i quali gli fornirono sicuramente informazioni preziose per la stesura del libro. Esisterebbe, quindi, un mondo sotterraneo, ctonico le cui ramificazioni si estenderebbero dappertutto sotto i continenti, sotto gli oceani ed attraverso il quale verrebbero a crearsi tutta una serie di invisibili comunicazioni tra tutte le regioni della terra. In questo mondo ctonico si sarebbe ritirato, in un’epoca lontanissima, un intero popolo formato da grandissimi saggi i quali non possedevano in sé solo la sapienza e la conoscenza di tutte le cose, ma anche, cosa molto più importante, i segreti dell’iniziazione, dell’esoterismo ed in definitiva della conoscenza delle cose dello spirito e di Dio stesso. Avrebbero quindi posseduto la conoscenza totale di tutto e di tutti: quindi sarebbero i possessori della gnosi, termine derivato dal verbo greco γνοσκο, che appunto significa conoscere. In questo posto sereno, lontano dal caos del mondo questo popolo continuerebbe a guardare, controllare questi segreti occulti ed inimmaginabili dai comuni mortali. Milioni e milioni di libri scritti in una lingua ormai persa, fissati in tavolette di un materiale a noi sconosciuto, conterrebbero tutti questi tesori immensi di intelligenza, di saggezza spirituale e materiale. Ci sarebbero fissati tutto il sapere scientifico, tecnico, morale, filosofico, teologico del passato, del presente ed anche del futuro dell’umanità. Ogni tanto da questo altissimo centro iniziatico, partirebbero in missione dei personaggi i quali uscirebbero, a seconda delle esigenze, da una delle porte di collegamento segrete, per compiere missioni importantissime, influenzando, in positivo, la crescita ed il progresso del genere umano in qualsiasi campo. Ma il resto dei contatti sarebbero tenuti esclusivamente per via telepatica, tra gli alti capi di questo mondo meraviglioso e vari personaggi che vivono sulla terra. Personaggi che verrebbero «ispirati» ed indotti ad agire da questa forza misteriosa e potentissima. Essi sarebbero scienziati, artisti, filosofi, sacerdoti, capi di Stato, alti iniziati o semplici ed incogniti fiduciari.

Quando, nel profondo della terra, in epoche e momenti precisi, ma a noi del tutto sconosciuti, si celebrerebbero i «Misteri Cosmici» chi ad esempio viaggiasse per i deserti o nelle sperdute steppe mongole, o avesse la ventura di trovarsi a passare vicino ad una di quelle misteriose porte di comunicazione tra il nostro e quest’altro mondo, sentirebbe improvvisamente l’impulso di fermarsi e perfino gli animali rimangono silenziosi ed immobilizzati da una forza sovrumana che si sprigiona vincendo tutto.

C’è chi, come Ossendowski (11), sostiene di aver personalmente assistito ad uno di questi momenti di generale raccoglimento. Secondo Saint-Yves esisterebbe anche un’isola oggi scomparsa, dove sarebbero vissuti uomini ed animali straordinari, migliaia di anni fa, e cita a sostegno di questa tesi il riassunto del Periplo di Iambulo scritto da Diodoro Siculo.

Il capo supremo dell’Agartha, secondo Saint-Yves, porta il titolo di Brahâtmâ. Egli ha per coadiutori il Mahâtma o rappresentante dell’anima universale ed il Mahânga simbolo di tutta l’organizzazione materiale del cosmo. I tre termini, ci dice Guénon, in una lingua sanscrita, designano dei principi e non sono applicabili ad essere umani se non in quanto rappresentanti di questi concetti. E qualora ciò dovesse avvenire sono collegati essenzialmente a funzioni e non ad individualità.

Ossendowski aggiunge che il Mahâtma può conoscere gli avvenimenti del futuro, il Mahânga dirige le cause di tali avvenimenti ed il Brahâtmâ può parlare a Dio faccia a faccia.

Al Brahâtmâ appartiene la pienezza dei poteri sacerdotali e regali che sono fusi insieme fin dai primordi e sono allo stato indifferenziato tra loro; ma nel momento in cui questi poteri si devono manifestare si distinguono e quindi il Mahâtma rappresenta il potere sacerdotale, mentre il Mahânga quello regale.

Nella nostra epoca e il Grande Iniziato è nascosto, dice Saint-Yves, ma il suo ritorno imminente.

La Sinarchia

Come abbiamo già avuto di dire, la creazione intellettuale e di sistemazione sociale, portata avanti da Saint-Yves d’Alveydre è proprio la Sinarchia.

Essa ha rappresentato anche la linea di frattura che ha spaccato l’unità di intenti della Massoneria creando due correnti importanti al suo interno: quella rappresentata dallo Scozzismo anglosassone e quella che invece prendeva le mosse dal solco delle teorie rosicruciane nate nel continente europeo.

Il primo filone sosteneva che la forma di governo delle cinque grandi aggregazioni sovranazionali, base del futuro unico Governo Mondiale, dovesse essere il federalismo repubblicano quindi basato su forme di repubblica presidenziale. I vari singoli stati, come avviene negli USA, mantengono una certa forma di autonomia e sovranità limitate ad una serie ben precisa di materie specifiche. Gli altri compiti, quelli che potremmo definire maggiori, sono demandati ad un governo federale le cui decisioni vincolano sempre e senza discussioni, quelle degli stati che gli sono gerarchicamente subordinati.

Il secondo filone, muove invece da presupposti diversi, in quanto diversa era la realtà di secoli di storia europea. La forma che sta alla base è il confederalismo. In questo ambito gli stati nazionali mantengono un grado di autonomia più marcato e restano comunque investiti di un potere ed un’autorità molto maggiori. Il modello di riferimento di questo schema era sicuramente il Sacro Romano Impero Germanico. I vari prìncipi sovrani si riunivano periodicamente nella Dieta di Francoforte all’interno della quale eleggevano il primus inter pares cioè l’Imperatore e siccome la nazione di maggior peso politico, militare e storico era l’Austria, il titolo di Imperatore spettava sempre all’Arciduca d’Austria, Re di Boemia ed Ungheria.

Il vincolo che teneva uniti i vari stati era molto più blando, spesso le grandi questioni politiche creavano spontaneamente un accordo tra i vari membri e la delega data all’Imperatore era accettato come naturale sbocco di questa rappresentanza, i membri della Dieta avevano Diritto di Veto.

Quando l’elettore del Brandeburgo, cioè il Re di Prussia, sostituì alla guida dell’aggregato sovranazionale, l’Arciduca d’Austria, nel 1867, dopo la sconfitta di Sadowa, la creazione di un soggetto nazionale unico, la Germania, richiese un tempo abbastanza lungo, la realizzazione di una nuova Zollverein (unione doganale) creò una situazione più vincolante e di maggior impegno, essendo venuto meno il Diritto di Veto che prima i vari stati, in quanto autonomi, avevano. Essa introdusse una nuova moneta comune, il Marco, che, naturalmente, rese immediatamente impossibile un governo dei singoli stati membri è l’unificazione di essi sotto una sola corona.

Ma la creazione degli Stati Uniti d’America avvenuta con concetti fondanti ed impostazioni esclusivamente massonici, l’enunciazione della dottrina di Monroe che sanciva il definitivo svincolamento del nuovo stato dalla vecchia Europa, crearono le condizioni per imporre il modello americano come prototipo dei vari nascenti cinque superstati base del Governo Mondiale. Ciò creò una frattura tra le Massonerie scozzesi anglosassoni e quelle rosicruciane europee abbastanza profonda, che fu un po’congelata in attesa di risolvere del tutto il problema al momento della creazione del super Governo Mondiale. Ognuno andò per la sua strada: gli europei si coagularono intorno all’asse delle Massonerie franco tedesche e portarono avanti il progetto Sinarchico; lo Scozzismo proseguì con il progetto federativo. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, con la vittoria degli USA ed il ridimensionamento dell’Inghilterra, oltre che la sconfitta delle nazioni europee, il modello divenne soltanto quello federale che gli USA incarnano.

De Gaulle cercò di imporre il progetto sinarchico rosicruciano con l’Europa delle Patrie, ma il risultato ottenuto fu un solo riavvicinamento e rafforzamento, in Europa, dell’asse Parigi Berlino come perno dominante della costituenda Unione Europea.

Saint-Yves nel suo modo di interpretare il Governo Mondiale vede ognuno dei cinque agglomerati sovranazionali retti al loro interno da tre consigli, quindi, per l’Europa:

- Consiglio europeo delle chiese nazionali

- Consiglio europeo degli stati nazionali

- Consiglio europeo dei comuni nazionali.

Nella Mission des Souverains afferma:

«Il primo consiglio deve rappresentare la vita religiosa ed intellettuale vale a dire la saggezza e la scienza. Il secondo consiglio deve rappresentare la vita politica e giuridica vale a dire lequità e la giustizia. Il terzo consiglio deve rappresentare la vita economica vale a dire la civiltà ed il lavoro» (12).

Il piano concepito da Comenius verso la metà del diciassettesimo secolo diventa più «tecnocratico»: secondo la visione di Saint-Yves l’autorità promana da un unico consiglio che riunisce e che fonde sia la cultura che la religione (Comenius prevedeva invece riguardo due ordini separati il Consiglio della Luce e quello della Chiesa Universale) mentre il governo politico diventa trinitario con l’introduzione di un consiglio economico sociale e tecnocratico come l’economia impone.

Saint-Yves inverte anche l’ordine di importanza gerarchica dei tre consigli: alla base della piramide l’economia, poi la politica , le due insieme formano (l’area del potere), al vertice della piramide pone il potere religioso (area dell’autorità).

Si riaffermava il principio di una società basata sul materialismo che racchiude l’uomo nello stato della produttività da ottenere ad ogni costo con ogni mezzo di sfruttamento globale dell’individuo, ma nello stesso tempo è un valore in quanto materializza e rappresenta solo i propri bisogni allontanando definitivamente l’uomo creatura dal suo creatore. Su tali basi economico, materialistiche, politiche è molto più facile costruire un’unità reale del continente europeo: se guardiamo quello che oggi è l’Europa che burocrati di Bruxelles stanno costruendo non ci pare molto distante da questa « divina Sinarchia». Sempre nella Missione dei Sovrani il grande iniziato chiarisce meglio il concetto: precisiamo che con il termine «comuni» egli intendeva parlare delle capitali dei vari Stati europei e così scrive:

«sono le capitali: Londra, Parigi, Bruxelles che si tratta di associare in un consiglio europeo prendendo come base la vita economica, unico mezzo per legare alla vita pubblica e restituirle al loro vero ruolo nazionale, come quello universale… Questi interessi economici sono oggi la vera base di ogni società nazionale. Nessuna politica, sia interna che estera, dovrà essere esercitata senza consultarli e ricevere una saggia precisa ponderazione» (13).

Questo, in ultima analisi, sia che si tratti di costituzione europea, o di diametro di miele, o di forma di canottiere o di mutande. A pagina 423 dello stesso testo aggiunge:

«È nella vita economica ed emporiocratica dei vostri popoli che dovete ricercare la base precisa, gli esatti fondamenti delledificio europeo che vi invito a costruire nel vostro interesse e quello delle nazioni…».

È chiaro che l’emporiocrazia è la chiave di volta del sistema. Questa parola così aulica e molto elitaria ne sottende un’altra che piano piano la soppianterà: tecnocrazia.

Questo termine sembra sia stato inventato, nel 1919, dall’ingegnere William H. Smyth, ma ha la sua consacrazione nella stesura del Patto Sinarchico per l’Impero francese del 1935, sono quindi i tecnici che assumono la responsabilità di guidare e condurre le funzioni amministrative politiche di un governo. L’economia soppianta definitivamente la politica che scade al mero ruolo di amministrazione, schiacciata da una autorità gerarchica superiore.

Nonostante la frase sia mascherata da un tono piuttosto paternalistico essa contiene una parte una latente minaccia: questa strada si percorrerà o con il consenso popolare o con la forza. Se guardiamo con attenzione agli avvenimenti degli ultimi tempi posti in essere per la gestione della crisi all’interno dell’area euro il tutto assume una fosca colorazione come se si fosse imboccato un sentiero senza ritorno e che nessuno assolutamente può mettere in discussione.

In questo tipo di sistema non c’è grande spazio per la democrazia, la libertà, l’uguaglianza: tutto si basa su un ferreo ordine gerarchico selettivo verticistica diretto e gestito esclusivamente da una élite d’illuminati. Chi non è un grande iniziato può aspirare soltanto ad un ruolo di gregario ruolo sempre meno importante, man mano che si scende verso i gradi più bassi della gerarchia. Chi non ne fa parte escluso dal «contesto sociale» al massimo, se non mostra segni di ribellione, può far parte di quella «massa indistinta» ed indifferenziata che svolge un lavoro precario, di nessuna soddisfazione, molto pesante e di nessun valore specifico. Il tutto, naturalmente, per un salario appena sufficiente per la sopravvivenza: l’unica cosa che più gli si può concedere è fruire liberamente, a tempo pieno, dei programmi emessi dalle varie emittenti televisive e dai vari media. In questo quadro nessuna garanzia può essere assicurata per quanto riguarda i famosi servizi sociali: malattia, maternità, congedi matrimoniali, riposi settimanali, ferie. Chi si ammala deve civicamente non pesare sulla collettività. Il riposo settimanale sarà allungato uno ogni 10, forse 15 giorni; congedi matrimoniali aboliti; maternità ridotta al minimo indispensabile massimo 10, 15 giorni, ferie ristrutturate e ridotte ad un punto minimo di una decina di giorni.

Anche per quanto riguarda la religione ci vogliono novità radicali: innanzitutto essa viene considerata allo stesso livello della cultura, della scienza e tutte le varie credenze si devono fondere in un’unica «vera nuova realtà religiosa» che comprenda e le unifichi tutte per permettere all’uomo, come diceva Comenius, di poter arrivare alla «Vera Luce ed al Vero Cristo».

Il Consiglio degli Stati è la forma di aggregazione che Saint-Yves ritiene più idonea per la dimensione sovranazionale europea. Tale forma aggregativa sovranazionale seguirà «de facto» la creazione della comunità economica del vecchio continente.

«La via economica vi darà la base, ma su di essa dovete elevare il Consiglio degli Stati Europei Per stato intendo lorganismo gerarchico ed impersonale dei poteri pubblici in ciascuna nazione…» (14),

compito precipuo del Consiglio degli Stati è sostanzialmente quello di occuparsi ed indirizzare in maniera univoca certe aree di interesse comuni come la politica estera internazionale, creare un diritto comune con leggi di carattere generale valide per tutti gli stati membri. Vengono così create anche corti di giustizia sovranazionali, che obblighino gli Stati al rispetto delle normative comuni che sono recepite automaticamente il diritto dei singoli Stati, senza più l’approvazione dei singoli parlamentari nazionali. Quello che oggi stiamo costatando con leggi come il mandato di cattura europeo, o quelli sulla legalizzazione dei matrimoni tra omologhi di sesso sono soltanto l’avanguardia di tutta una serie di altre leggi che praticamente andranno a sovrapporsi, pena il riferimento all’alta corte di giustizia lo Stato inadempiente, miranti ad annullare le normative vigenti nei singoli Stati membri dell’unione. Questa è la realtà che, senza alcun avallo da parte dei popoli, viene imposta alla costituenda nuova aggregazione sovranazionale europea. Una piccola cerchia di burocrati ed eurocrati, non eletti, non nominati, ma solo assegnati a posti di responsabilità altissima stanno dirigendo i destini del continente europeo.

Consiglio delle chiese: chiariamo subito quali sono le chiese nazionali lasciando parlare in prima persona Saint-Yves:

«Con questa parola intendo: chiese nazionali, la totalità dei corpi insegnanti della nazione senza distinzione di corpi, di scienze, né di arte, dalle università laiciste, le accademie, gli istituti e le scuole speciali, fino alle istituzioni di tutti i culti riconosciuti dalle leggi nazionali, alla Massoneria nel suo duplice aspetto di culto e di scuola umanitaria, dalle scienze naturali, dalla geologia, dallastronomia ed altre scienze umane, dallantropologia alla filologia comparata, fino alle scienze divine, dalla ontologia alla cosmologia. Tale totalità dei corpi insegnanti di ciascuna nazione e ciò che si chiama la Chiesa nazionale…».

Dunque Chiesa, università, scienze umane, scienze teologiche, Massoneria sono tutte sullo stesso piano ed hanno la stessa valenza culturale. Così prosegue:

«in effetti al di fuori di questa concordanza gerarchica delle scienze e di questa pace sociale delle scuole, non possono esistere che settarismo, o elementi di divisione politica senza virtù di ortodossia, senza realtà di cattolicesimo senza autorità, come senza potenza creatrice di religione sociale».

Che per caso volesse mettersi al di fuori di questo sincretismo che mette sullo stesso piano scienza, università, teologia, religione automaticamente, per definizione, diventa un settario ed una sociale: uno che si mette ai margini della società sabotandone alla sua base l’ordine sociale: in parole semplici è un criminale.

Ma per non lasciare minimamente adito ad interpretazioni distorte Saint-Yves è ancora più esplicito:

«È questa la costituzione interiore delle chiese nazionali, in cui lepiscopato investito del potere degli apostoli non avrà che da consacrare la somma degli interessi veramente religiosi di ciascuna nazione senza discuterli. Sostengo che il papato sarà felice di prendere liniziativa di consigliare questa costituzione a tutte le nazioni europee del Cristo. Ma poiché il papato a Roma è posto sul piano etico di predominio clericale latino, risulta radicalmente impossibile che esso sia libero di esercitare ancora, in tal senso, il Sovrano Pontificato. Tutto ciò che si può sperare è che la maestà della tiara coronerà un giorno questo governo generale delle cristianità, il vertice della Chiesa universale posto a fondamento di tutte le chiese nazionali, questo edificio cattolico e ortodosso, quando sarà innalzato» (15).

Il brano è, come al solito, un po’ scuro per chi è un «profano» e risulta alquanto ampolloso e ridondante. Ma chi sa comprende! Il significato del messaggio che si vuol far passare, è però chiaro: la pietra d’inciampo per la realizzazione di questa «Grande Opera» resta sempre la figura del Cristo, la Chiesa sua sposa ed il primato che Gesù affida a Pietro nel momento della creazione della Chiesa stessa.

La figura di Cristo che qui viene abbozzata è quella massonica del «Cristo Umanità» o della Umanità che promanando da Cristo, viene divinizzata, tutto ciò molto lontano dal vero spirito evangelico e dalla predicazione che nostro Signore fece per la nostra salvezza».

Quando Saint-Yves parla di cattolicesimo non fa altro che prendere semplicemente in prestito la terminologia, per confondere le idee ai « profani», in realtà dà alla parola il significato di un sincretismo adogmatico e, potremmo dire, ecumenico che unisce tutte le forme religiose conferendo loro pari dignità. È quanto la Massoneria predica in materia. Ciò viene definita « ortodossia» cioè, in greco, othus doxé: fede diretta, vera fede. Il primato di Pietro è sostituito con la figura di un Papa che diventa il primus inter pares, in una specie di unione universale delle varie credenze religiose e sottomesso alle scelte degli altri consigli visti precedentemente.

Quindi tutto «Malgré Rome,contre Rome» come affermava l’apostata Roca. Per far trionfare la Sinarchia è necessario distruggere la Chiesa facendone implodere dal suo interno, infiltrando le idee di una nuova chiesa più aderente alle sue origini, più « aperta» alle istanze della società in grande perenne trasformazione. Via i vecchi riti, le anacronistiche e formalistiche manifestazioni esteriori, anche il rito della Santa messa deve subire sostanziali trasformazioni ed aggiornamenti.

Soprattutto basta con il proselitismo con la pretesa di considerare quella cattolica la sola unica vera fede.

Nel 1891 Roca scriveva:

«Ed ora quello che voi dovete perseguire è la penetrazione nel clero stesso delle vostre speranze»,

ed il 17 aprile 1907 San Pio X aggiungeva:

«E troppo ribelli non sono quelli che professano e ripetono, sotto forme insidiose e sottili, errori mostruosi sulla rivoluzione del dogma, sul ritorno alla purezza del Vangelo. Cioè al Vangelo depurato, come essi dicono, dalle spiegazioni teologiche, dalle definizioni dei concili ecumenici, dalle massime dellascetismo. Sulla emancipazione della Chiesa, secondo loro nuova, senza rivoltarsi contro di essa per non essere cacciati, senza però nemmeno sottomissioni per non rinunciare alle proprie convinzioni. Infine sul modo di adattarsi ai tempi presenti in tutto, nella maniera di parlare, di scrivere e di predicare una carità senza fede, molto indulgente nei confronti dei miscredenti, ma che spiana a tutti la strada della rovina eterna».

Il pericolo era ed è incombente minaccioso e le parole pronunciate nel 1953 dal cardinale Feltin cadono come macigni sulle nostre addormentate menti:

«… Si servono dei preti dotati di una forte santità di spirito, i quali non dimentichino mai che i nemici della Chiesa sono sempre in piedi ed allerta, anche se momentaneamente tacciono. Non devono mai dimenticare che la Massoneria continua a lavorare ed a prepararsi per lanciare contro la Chiesa sempre nuove e più violente offensive».

Il grande ed ai più, il più sconosciuto Saint-Yves d’Alveydre muore il cinque febbraio 1909 a Pau ed il suo nome compare nell’enciclopedia delle sette di Christian Plume e Xavier Pasquini come una delle figure di maggior rilievo dell’esoterismo del XIX secolo: inutile è ricordare, ancora una volta, che fu il padre spirituale di personaggi come René Guénon, Rudolf Steiner e Schwaller de Lubicz, Roca, oltre che al suo discepolo più fedele e prediletto Gerard Encausse detto Papus.

Egli oggi, può essere soddisfatto guardandolo stato avanzato a cui la sua costruzione teorica è arrivata. Quasi tutto è stato realizzato, mancano ancora alcuni traguardi da conseguire, ma la realizzazione della «Grande Opera» ha sempre richiesto tempi lunghi e grande pazienza. Ma agli epigoni e seguaci del grande settario, così sicuri e pieni della loro tronfia e superba sicurezza, sta sfuggendo una cosa: Dio, Padrone e Signore della storia sta imponendo una formidabile accelerazione temporale agli avvenimenti ed alla fine l’ultima parola sarà sempre la sua. Quindi il male non avrà a sua disposizione ancora tanto tempo ed alla fine le parole di speranza e di sicurezza di Cristo troveranno il loro compimento e «Portas Inferi non praevalebunt».

(fine)

Luciano Garofoli


Parte I




1) Pierre Virion: op. cit. pag 31.

2) La citazione è di Henri-Charles Peuch, evidenziata a pag. 157 di Epiphanius: Massoneria e Sette Segrete, op. cit. pag. 157.

3) Le stesse identiche tecniche verranno usate dalla propaganda socialista, comunista ed anarchica con gli stessi identici fini: si deve far sognare la gente, coinvolgerla con la potenza sognante di un idealismo iperbolico, che fa da vernicetta coprente gli orrori e le nefandezze più spietate poste in essere dai regimi del “socialismo reale”.

4) Sembra quasi che sia un medium a parlare, o un invasato che presta se stesso ad uno spirito superiore. O meglio è forse un pontifex tra questo spirito divino e la “ profana” umanità negletta.

5) Epiphanius: Op. Cit., pag. 163.

6) Louis Daménie: La Tecnocrazia. Ed. Il Falco, Milano, 1985, pag. 66.

7) Pierre Mariel: Les Francs-Maçons en France, Ed Marabout, 1969, pag. 82.

8) Ricordiamo che uno dei riti massonici più antico è proprio quello dell’Ark Royal o Arco Reale.

9) Per Guénon, da un punto di vista spirituale, il popolo non esiste. Del resto il concetto stesso di popolo è in contraddizione con l’elitarismo iniziatico predicato dal cantore francese della tradizione.

10) Pauwels e Bergier: Il mattino dei maghi, pag. 281.

11) Ferdynand Ossendowski (Ludza, 27 maggio 1876 – Żółwin, 3 gennaio 1945) è stato uno scrittore, giornalista, esploratore, attivista politico polacco, membro dell'Accademia di Francia. Ingegnere minerario al servizio dello zar, sfuggì alla cattura da parte dell’Armata Rossa. Compii un lunghissimo viaggio che lo portò a toccare India, Mongolia, Tibet e Cina. Si unì all’Armata Bianca comandata dal barone Roman von Ungern-Sternberg con il quale visitò molti monasteri lamisti, ed assistette a grandi fenomeni paranormali. Dopo infinite peripezie riuscì ad imbarcarsi per gli Stati Uniti e da qui ritornare in Europa. Fu autore di vari testi tra cui il famosissimo Uomini, Bestie, Dei che ispirò a Guénon il suo Il Re del Mondo, nel quale racconta le strabilianti avventure e gli avvenimenti prodigiosi di cui fu spettatore.

12) Mission des Souverains pagg. :417 e seguenti.

13) Missione dei Sovrani: pag 418.

14) Missione dei Sovrani: pag. 425.

15) Missione dei Sovrani: pagg. 433, 434.


Copyright Associazione culturale editoriale EFFEDIEFFE


 
Nessun commento per questo articolo

Aggiungi commento


La Dittatura Terapeutica
L’unica ed estrema forma di difesa da questo imminente, sottovalutato, tragico pericolo particolarmente grave per l’Italia, è la presa di coscienza
Contra factum non datur argomentum
George Orwell con geniale e profetico intuito, previde l’oscuramento delle coscienze, il tramonto della civiltà, l’impostura e apostasia dalla verità che viviamo, quando scrisse “nel tempo...
Libreria Ritorno al Reale

EFFEDIEFFESHOP.com
La libreria on-line di EFFEDIEFFE: una selezione di oltre 1300 testi, molti introvabili, in linea con lo spirito editoriale che ci contraddistingue.

Servizi online EFFEDIEFFE.com

Archivio EFFEDIEFFE : Cerca nell'archivio
EFFEDIEFFE tutti i nostri articoli dal
2004 in poi.

Lettere alla redazione : Scrivi a
EFFEDIEFFE.com

Iscriviti alla Newsletter : Resta
aggiornato con gli eventi e le novita'
editorali EFFEDIEFFE

Chi Siamo : Per conoscere la nostra missione, la fede e gli ideali che animano il nostro lavoro.



Redazione : Conoscete tutti i collaboratori EFFEDIEFFE.com

Contatta EFFEDIEFFE : Come
raggiungerci e come contattarci
per telefono e email.

RSS : Rimani aggiornato con i nostri Web feeds

effedieffe Il sito www.effedieffe.com.non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata", come richiede la legge numero 62 del 7 marzo 2001. Gli aggiornamenti vengono effettuati senza alcuna scadenza fissa e/o periodicità