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L’inganno del coma vegetativo: in esso c’è vita cosciente
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Lo stato di coma è spesso una difesa che l’organismo pone in essere per poter meglio concentrare le sue forze soltanto nello sforzo di vincere la battaglia tra vita e morte, tra salute ed infermità.

È talmente vera e reale questa affermazione, che in certe situazioni particolarmente critiche, si ricorre al «coma farmacologico» cioè indotto attraverso sostanze chimiche iniettate al paziente. Appunto per permettere all’organismo di concentrare tutte le sue notevoli energie, di conservazione, nello sforzo di superare il momento critico.

In questo caso specifico, ci troviamo di fronte ad una tipica situazione patologica in cui il paziente è entrato in come profondo a causa di un gravissimo trauma: è il caso di molte migliaia di persone nel mondo.

In pratica l’organismo ha quasi del tutto staccato le normali e basilari funzioni vitali mantenendo solo quella minima dei battiti cardiaci che permettono la circolazione sanguigna e quindi, grazie ad essa, lo stato di vitalità dell’organismo.

A proposito di questa situazione si è aperto una diatriba enorme sul concetto di vitalità dell’organismo umano: c’è chi sostiene, giustamente, che le funzioni vitali siano «comandate» dall’attività cerebrale e quando questa manchi, in pratica, l’organismo non vive più ma vegeti. Altri sostengono invece, che finché il cuore continua a fare il suo dovere ed a svolgere il suo compito, l’individuo è sempre in uno stato vitale e che se anche incosciente, può sempre, con il tempo, recuperare quelle funzioni superiori che lo contraddistinguono.

Ma le leggi sugli espianti di organi, spesso consentono una vera e propria espoliazione dei medesimi con mezzi truffaldini e subdoli: in pratica si commettono dei veri e propri assassinii solo per poter trapiantare organi in altri individui che, alla fine, non si ha la garanzia e la certezza che possano continuare a vivere salvando la propria esistenza.

Fattore non certamente secondario, oltre a quello già citato, che spinge a considerare l’individuo clinicamente morto ad encefalogramma piatto, è sicuramente l’alto costo economico che le strutture devono sopportare per mantenere in «vita» il paziente: quello dei costi è un fattore che negli ultimi tempi sta diventando addirittura ossessivo: si spendono milioni per campagne di «pubblicità progresso» solo per condizionare le persone a smettere di fumare, o a dimagrire, non certo per un discorso di salute pubblica, ma unicamente per evitare al Servizio Sanitario Nazionale i costi elevati che simili situazioni patologiche comportano.

Con tutta franchezza mi pare uno schifo!

È la stessa tipo di ratio che fa piazzare ai Comuni le famose macchinette misuratrici di velocità, sicuramente non per garantire la sicurezza dei cittadini, ma, unicamente, per fare cassa, ripianare deficit, o poter fornire alla collettività del Comune servizi aggiuntivi altrimenti impossibili da realizzare. Seguendo questo filone spesso si impongono limiti di velocità assurdi, si tarano gli apparecchi in maniera truffaldina, o si piazzano telecamere che agli incroci, sebbene si sia passato con il verde, a causa dell’impossibilità di svolta per il continuo flusso di vetture dalla parte opposta, al ritorno del rosso si diventa soggetti a sanzione pecuniaria.

Ma nel caso della vita umana giocare con essa è assurdo, come è assurdo considerare un ammasso di cellule un feto al disotto di un certo numero di settimane, o peggio come fanno alcuni, pretendere di dichiarare «uomo» il feto dopo una certa data, salvo poi lamentarsi e frignare che il numero dei nati di una certa razza sia in fortissimo declino e la medesima, in un territorio, rischi l’estinzione. Come dice la saggezza popolare non si può avere botte piena e moglie ubriaca.

Atteggiamenti e battaglie cosiddette «civili» o per i «diritti umani» come quelle portate avanti da Giuseppe Englaro padre di Eluana, sono nell’ottica di queste nuove ricerche scientifiche, e sottolineo scientifiche, condotte dal professor Bryan Young, assolutamente assurde e se mi permettete da classificare tra i comportamenti antisociali e nel novero dei reati penali.

Qui non siamo di fronte ad una serie di condizionamenti ideologici, politici, religiosi o morali, siamo davanti a prove scientificamente testate con sistemi di carattere empirico che dimostrano che, anche nello stato di coma, l’individuo continua ad essere vigile ed a comprendere quanto stia succedendo nell’ambiente intorno a lui (1).

Pensate forse che tali esperimenti verranno incoraggiati o finanziati nel futuro? Assolutamente no, statene certi.

Pensate che lo scienziato troverà aperte le porte di prestigiose riviste settoriali per esporre, divulgare ed incoraggiare, queste ricerche? Che qualcuno di queste teste d’uovo sapientissime si degnerà di aprire un dibattito ed un approfondimento scientifico? Assolutamente no!

Ormai, purtroppo è solo una questione di costi, d’economicità, di maltusianesimo eugenetico e quindi questo sì scientifico e degno di divulgazione e di attenzione.

Mai, come ora, risuonano le parole profetiche di Federico Caffè, il grande economista sparito nel nulla qualche decina di anni fa:

«Al posto degli uomini abbiamo sostituito i numeri ed alla compassione nei confronti delle sofferenze umane abbiamo sostituito l’assillo dei riequilibri contabili».

Ma la lotta per la vita e per la dignità della persona umana, impatta una genia di furbi in malafede che, invertendo il momento edonistico, fanno passare il male per bene ed il bene per male, proprio come vuole e propugnano Lucifero ed i suoi innamorati, settari seguaci. Sarà ora che le coscienze si risveglino e prendano atto di questo spregevole e diabolico inganno.

Luciano Garofoli





1) In stato vegetativo da dodici anni dicevano che «non sente nulla». Ma ora Scott «ha dimostrato di essere cosciente»


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