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L’impotenza di Tremonti
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Un lettore scrive a Blondet:

«Pur non volendo semplificare troppo su Tremonti e il Bildelberg, mi chiedo… anzi Le chiedo, Direttore, se è plausibile che si vada alla riunione del Bildelberg per ‘avere informazioni’; ciò non è molto più plausibile per lei, o per altri giornalisti, e molto meno per un ministro della repubblica? Ma quello che più mi piacerebbe sapere non è tanto perchè Tremonti andò alla riunione, quanto perchè fu invitato (visto che quest’anno ad esempio non c’è stato). Nel suo ultimo libro (‘La paura e la speranza’, Mondadori), il ministro mente di fatto, omettendo spudoratamente più volte su ‘questioncine’ come il debito pubblico ed il legame indissolubile tra questo mostro affamato e colui che lo possiede (la BCE). Tremonti nel suo libro spera nell’irrealizzabile eppure dispiega ampiamente l’illustrazione della via che ci sta conducendo al tracollo. Egli sembra ben riconoscere i problemi e forse per questo ne tace molti o li sottende, ma nelle soluzioni sembra Alice nel paese delle meraviglie. Sarà che si diventa diffidenti di tutto quando si è in Italia, ma un Tremonti teneramente sognatore e fiducioso di un mercatismo moralizzato e giusto per auto-regolamentazione assiomatica, beh non appare palusibile. Sarebbe certo interessante sapere come e perchè vengono scelti ad esempio un Barnabè o un Padoa Schioppa e non magari un Petruccioli e uno Scajola... perchè non chiederlo al ministro??? Inoltre sarebbe altresì plausibile che qualcuno (magari un giornalista) chiedesse ad un ministro della repubblica: ‘Di che cosa avete parlato allora egregio ministro???’. ‘Che cosa avete discusso/deciso???’. O ancora: ‘Che cosa vi hanno detto di fare???’. E magari ‘Cosa crede abbiano discusso quest’anno che non la hanno invitata, egregio ministro???’. Come mai nessun giornalista (neppure tra gli ‘eretici’ come Lei) ha mai tentato interviste simili ...??? C’entra forse qualcosa (magari di striscio) la recente condanna di Denis Robert massacrato per aver provato a parlare di Clearstream???. Sono solo spunti i miei, ma spunti che ritengo sapidi, per un giornalista... o no???
Con stima e gratitudine.
Matteo V
.
».

Tremonti è stato invitato al Bilderberg una volta, e poi non più. Lei si domanda perchè, sospettoso.

Lorsignori fanno così: quando captano qualcuno intelligente, lo invitano e lo sondano, per vedere se possono cooptarlo. Non invitano non-intelligenti (faccia lei i nomi: non Mastella, non Berlusca, eccetera). Evidentemente pensano che Tremonti non sia cooptabile, o che non valga la pena di cooptarlo. Non sia troppo ingenuo sperando che un ministro di una repubblichetta come la nostra possa, diciamo così, «vuotare il sacco», senza rispetto per i poteri veramente forti e transnazionali.

Si metta bene in testa: quella è gente di una malvagità inimmaginabile, di incredibile avidità, decisissima a mantenere il potere che ha in mano, nonostante la crisi, che delegittima il loro potere. Ci mettono niente a fargli fare la fine di un Calvi, per dire, o peggio, a ostacolarlo nell’azione di governo con altri mezzi, finanziari o mediatici; di mezzi ne hanno all’infinito. Tremonti ha già detto anche «troppo».

E certo non risponderebbe alla domanda: «che cosa vi siete detti?», perchè il Bilderberg pone, come condizione previa a chi invita, di non riferire quello che si è detto. Perchè poi domandarlo solo a Tremonti?

Ci sono stati anche Padoa, Bernabè, la Bonino, alcuni sindacalisti, la Boniver... provi lei a mandare una mail a tutta questa gente. Un minimo di prudenza, è necessaria a un ministro di un Paese che - come lei nota - ha un debito pubblico come il nostro.

Quanto al fatto che le soluzioni di Tremonti le sembrino pannicelli caldi o Alice delle Meraviglie, parliamoci chiaro: la situazione dell’economia mondiale è spaventosa e, a breve, irrimediabile. Noi tutti europei (gli italiani per primi) torneremo alla «stile di vita» degli anni ‘50, quello di prima del boom, del dopoguerra affamato, quando ci si risuolava le scarpe e si rovesciavano i cappotti; per farsene un’idea, si guardi «Ladri di biciclette» di De Sica.

Come volete che si possa dire la verità, tutta la verità, agli italiani, avendo la responsabilità di governo? O che si possano prendere misure decisive, con questo debito pubblico, in senso contrario al dogma liberista imperante, il «Washington Consensus»?

Non è semplicemente possibile: noi, che siamo un vasetto di coccio come nazione, abbiamo bisogno di una minima benevolenza dei poteri forti, a cui ci siamo legati da oltre mezzo secolo, tutti i governi nostri, di destra o di sinistra.

Il peggio è che non solo Tremonti, ma nessun economista sa come rimediare al disastro: oggi sul Guardian c’è un articolo di Simon Jenkins che nota, con humor nero: «Strano, quando la situazione è davvero dura, gli economisti diventano molto silenziosi».

E’ così: non sanno cosa fare, gli economisti, cosa proporre. Ancora grazie che ci sia stato qualcuno - pochissimi - che ha avvisato del pericolo quando si era ancora in tempo, cioè prima dell’agosto 2007 (scoppio della bolla sub-prime). E quei pochissimi sono stati sbertucciati e derisi da miriadi di economisti «autorevolissimi», con cattedre e con agganci potentissimi ai poteri forti (come Giavazzi a Confindstustria, Padoa Schioppa nella eurocrazia massonica eccetera).

Il fatto è che nessun economista sa cos’altro fare, altro che proporre ancora piùl liberalizzazioni, ancora più vendite di beni pubblici, ancora più libertà di capitale. Le ricette contrarie e decisive ci sono: ma in ogni caso, implicano un arretramento estremo dei livelli di vita delle popolazioni. Bisognerebbe applicarle contro il popolo, e insieme contro i poteri forti transnazionali.

Le pare una cosa che un politico eletto può fare? Non sarebbe rieletto, perchè il popolo non accetterebbe i sacrifici necessari. Sacrifici oltretutto ingiusti, dato che i lavoratori italiani sono i meno pagati d’Europa. Essi hanno guadagnato sempre meno proprio negli anni del boom, quando i pochi altri (banchieri, speculatori, eurocrati e burocrati) guadagnavano sempre di più.

Ci vorrebbe una più acuta coscienza popolare della posta in gioco; ma un popolo imbesuito dalla TV, dal calcio e dal sesso al Viagra quando non dalla coca, le pare capace di accettare la serietà della situazione?

Politicamente, dunque, bisogna mentire un po’, e intanto attenuare il crollo del livello di vita per i più miseri - come i pensionati minimi - dando loro una carta di credito prepagata da 400 euro. Che sono l’equivalente dei food stamp americani. Ma è questa la situazione. Bisogna metterselo bene in testa.

Maurizio Blondet


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