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L’ultima moda a Londra
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Recessione? Avete perso casa perchè non riuscite a pagare il mutuo? Vi hanno licenziato? Allegria! C’è un  modo di trasformare tutto questo in una nuova «tendenza», che sta conquistando l’Inghilterra: razzolare nei bidoni della spazzatura alla ricerca di cibo, vestiario, pezzi da arredamento.

Il fenomeno è in crescita fra la classe media. La novità è che il Telegraph (di Murdoch) si sforza di presentarlo come una nuova moda, molto «cool» e persino chic. I nuovi barboni vengono ribattezzati «consumatori etici», o gente della «free economy» o, in modo definitivamente elegante, «freegans», che risuona come «vegans», i vegetariani di lusso della California, che vivono di succhi di carota e zucchine organiche per buddhismo o ecologismo (1).

Grandi interviste a questi «dumpster divers» (sommozzatori dei bidoni) e al loro fresco stile di vita, per mostrare che la loro è una libera scelta. Per esempio Alf, che se ne va per l’Irlanda col suo camper alimentato ad olio di friggitoria, che è anche la sua casa da quando ha lasciato il suo lavoro come contabile presso una ditta di marketing di Londra nel 1999.

«In ditta sentivo che mi pagavano per manipolare la gente e creare prodotti inesistenti. Ho deciso di prendermi una vacanza», dice Alf. Nonostante dieci anni di questa vita, egli rimane «risolutamente di classe media»; solo «ama il freegan lifestyle». Le sue uniche spese, dice, consistono nell’assicurazione per il suo camper-casa e l’abbonamento al telefono cellulare. Le sue spese vive, ritiene, sono diminuite del 90%. Fa lavoretti e non chiede compensi ma regali (la gente risponde con entusiasmo), condivide tutto con gli altri freegans (a parte le mutande e lo spazzolino da denti).

«La quantità di cibo che troviamo nelle discariche dei supermarket è prodigiosa. Una volta ho trovato un barile di sidro. Dei miei amici hanno trovato 150 polli surgelati e bistecche».

Susan e Roland Gianstefani, di lontana origine italiana, sono barboni (pardon, freegans) da vent’anni. Mantengono se stessi e il figlio tredicenne con quel che trovano nella spazzatura. In questo modo, non spendono - assicurano - più di 2 mila sterline l’anno (3 mila euro), per lo più per la manutenzione del furgone. La loro vita è tutta serenità e abbondanza, perchè si immergono nei bidoni di Mark&Spencer, la catena dei grandi magazzini di lusso: una volta, raccontano, ci hanno trovato un sacco «pieno di aragoste canadesi fresche e congelate, abbiamo dato una festa».

freegans.jpg Una volta parcheggiato il loro furgone-abitazione (anch’esso va ad olio fritto usato) davanti ai bidoni come schermo contro occhi indiscreti, i coniugi  - sotto gli occhi del cronista - mostrano la loro abilità. Ficcano la testa nei bidoni del reparto surgelati e dimostrano che «la quantità di cibo gettata via è immensa». In breve, recuperano due litri di latte (con ancora 4 giorni prima della scadenza), quattro confezioni di zuppa di pollo, due mele, due confezioni di patate e due di cavolfiori-carote-broccoli. Più una confezione di funghi, una di formaggio fresco Muller, un cartone di panna da montare e le fragole con cui mangiarla. Oltre ad una bottiglietta di ketchup marca Heinz e 30 fette di pane sotto plastica, marca Kingsmill, ancora mangiabile. Una volta ripuliti dei mozziconi di sigarette, ed altri scarti non del tutto alimentari con cui sono mescolati nel bidone.

«Personalmente, prendo solo pane che sia integrale ed organico», dice la signora. Il barbone postmoderno è ecologicamente cosciente e solidale. I coniugi, del resto, lasciano parecchio cibo «buono» nei bidoni, per gli altri freegan che verranno.

Eccome se verranno. «Vediamo una quantità di nuovi freegans negli ultimi mesi», assicurano i Gianstefani, certo in coincidenza con il crollo della finanza alla City e la crisi dei subprime. Ma per loro, è uno stile di vita eccitante, giurano. «Ci sentiamo come avventurieri ed esploratori».

D’altra parte, appena qualche settimana fa il premier Gordon Brown ha tuonato contro gli enormi sprechi dei consumatori inglesi, che buttano via 10 miliardi di sterline l’anno in cibi ancora buoni, fra cui 7 milioni di pane affettato e 4,4 milioni di mele ogni giorno. Ora le cose cambiano: razzolare nella spazzatura, oltre che ecologico e frugale, diventa anche patriottico, dice il Telegraph.

Nascono come funghi siti internet dedicati allo scambio di roba trovata nelle discariche, come Freecycle.org, Swapstyle.com, Selfsufficientish.com, i cui visitatori aumentano di giorno in giorno. In quel modo i due gemelli Hamilton, di Bristol, si sono procurati il letto di casa loro (una casa ad affitto bloccato del municipio) e il materasso a 3 sterline.

I due Hamilton, Andy e Dave, hanno addirittura scritto un libro sul nuovo stile di vita, pubblicato da Hodder & Stoughton; e si parla di trarne una serie TV, un reality-show sull’allegra vita dei razzolatori.

Non è un sogno? Il capitalismo, anche terminale, è pieno di risorse: il marketing che gabella la vita dei dumpster divers come tendenza non è certo la meno brillante delle sue realizzazioni.

 


1) James Hall, «Dumpster diving with the freegans: why pay for food?», Telegraph, 20 luglio 2008.


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