In Agosto, il più importante quotidiano svedese pubblicò un
articolo contenente macabre prove che accusavano Israele di prelevare organi
interni a cittadini palestinesi. L’articolo, scritto dal navigato fotoreporter
Donald Bostrom richiedeva un’inchiesta internazionale per verificare i fatti.
(1)
Israele immediatamente accusò Bostrom ed il giornale di
“anti-semitismo” affermando anche che incolpare Israele di essere coinvolto in
prelievi illegali di organi, costituiva una moderna “ accusa diffamatoria di
sacrificio rituale “ (riferentesi a storie medievali di ebrei che uccidevano
persone per il loro sangue). (2)
Numerosi difensori di Israele ripeterono queste accuse,
incluso Jonathan Tobin, del programma Commentary , il quale asseriva che
la storia era “ soltanto la punta dell’iceberg in termini di odio
anti-israeliano promosso e finanziato dall’Europa “ (3)
Altri affermavano che il giornale era stato “irresponsabile”
a pubblicare un tale articolo. (4).
Il problema è che, comunque, l’incetta di organi da parte di
Israele, a volte con fondi governativi israeliani e la partecipazione di alti
ufficiali del paese, medici e ministri israeliani in vista, è stata documentata
per molti anni. Fra le vittime ci furono i Palestinesi.
Nancy Scheper-Hughes è professoressa-rettore di antropologia
medica all’Università di Berkeley in California, fondatrice di Organ Watch
(osservatorio sul controllo dell’espianto degli organi) ed autrice di libri di
ricerca e articoli sul traffico di organi. E’ l’esperta che i media
tradizionali intervistano quando hanno bisogno di un commento competente
sull’argomento. (5)
Mentre Scheper-Hughes evidenzia che i trafficanti e i
procacciatori provengono da numerose nazioni ed etnie, inclusi americani e
arabi, essa è irremovibilmente onesta quando parla di implicazione israeliana:
“ Israele c’è dentro completamente “ – afferma -. “ Ha
tentacoli che arrivano ovunque nel mondo “ (6).
In un convegno, lo scorso anno, sponsorizzato dal Forum PBS
13 di New York, Scheper-Hughes spiegava che i trafficanti di organi israeliani
“ avevano e hanno ancora in piedi un sistema piramidale impressionante.
Hanno intermediari ovunque, conti bancari dappertutto. Reclutano persone,
dispongono di traduttori e di agenzie di viaggio che si occupano dei visti “.
Onde evitare che la cosa venga vista semplicemente come una
riuscita preoccupazione internazionale, è importante capire la natura di questo
traffico.
Come è descritto da Scheper-Hughes, il traffico degli organi
consiste nel “ pagare i poveri e gli affamati per smontare lentamente i loro
corpi “.
I trafficanti di organi depredano i cittadini più poveri e
più disperati del mondo, abitanti delle periferie degradate e di villaggi
morenti, gente senza mezzi e senza speranza. I trafficanti promettono loro
quelle che sembrano somme astronomiche di denaro (dai 1.000 ai 10.000 Dollari),
che spesso non consegnano nemmeno, in cambio di organi interni vitali.
Per i trafficanti, le parti del corpo umano sono delle
merci, da estrarre dai corpi dei poveri e da vendere ai ricchi. I “donatori” di
organi non ricevono nessuna cura post-operatoria e spesso finiscono ben peggio
a vari stadi, fisicamente, finanziariamente, psicologicamente, socialmente di
quanto lo fossero all’origine di questa tragica situazione. A volte vengono
costretti a forza a fare queste “donazioni”.
La vendita degli organi è stata illegale per anni nella
maggior parte dei paesi. La Convenzione delle Nazioni Unite contro il Crimine
Organizzato Transnazionale, che prevede la prevenzione, l’applicazione e le
sanzioni nel traffico degli esseri umani, include, nella sua definizione di
sfruttamento umano, anche l’espianto degli organi a scopo di lucro. (7)
Israele ha approvato la legislazione contro il traffico
degli organi soltanto nel 2008. (8) – (9).
Durante il convegno del Forum 13,Scheper-Hughes discusse le
due motivazioni che spingono i trafficanti israeliani. Una, disse, è l’avidità.
L’altra era qualcosa di agghiacciante: “ vendetta e indennizzo per
l’Olocausto “.
Essa descrisse le parole di mediatori israeliani che le
dissero: “ è una specie di occhio per occhio e dente per dente. Ci
prenderemo ogni singolo rene, fegato e cuore che potremo. Il mondo ce lo deve”.
Scheper-Hughes sostiene di aver sentito addirittura dei
medici affermare ciò.
Per molti anni gli israeliani bisognosi di un organo si sono
dedicati a quello che gli esperti chiamano “il turismo del trapianto”, ossia
viaggiare in altre nazioni per ottenere organi interni. A volte questi organi
provengono da persone appena decedute, più spesso da persone prese da bisogni
disperati. Mentre gente proveniente da numerosi paesi ed etnie si impegnano in
questa pratica, Israele è unico per molti versi.
Per prima cosa, Israele vi è impegnato con numeri
straordinariamente alti. Secondo un rapporto della BBC del 2001, gli israeliani
comprano più reni a testa di qualsiasi altra popolazione. Come seconda cosa, Israele ha il più basso tasso di
donatori nel mondo, un quinto di quello europeo, secondo la BBC. Questo perché
c’è stata una diffusa impressione che la religione ebraica proibisca i
trapianti giudicandoli “ una profanazione del corpo “ (10).
L’agenzia di stampa israeliana Ynet afferma che “ la
percentuale di organi donati tra ebrei è la più piccola di tutti i gruppi
etnici “ (11)
Infine, come terza cosa, il governo israeliano ha consentito
la pratica. Per molti anni il sistema sanitario israeliano sovvenzionava le
“vacanze del trapianto” dei suoi cittadini, rimborsando gli israeliani 80.000
Dollari per le operazioni mediche all’estero. Buona parte dei costi rimanenti
si potevano ottenere da programmi assicurativi israeliani sovvenzionati dal
governo. (12) (13).
Inoltre, il Ministero della Difesa israeliano ne era
direttamente coinvolto.
Scheper-Hughes discusse il traffico israeliano di organi in
dettaglio nel 2001 in una testimonianza resa nota al Sottocomitato sulla
Relazioni Internazionali e Diritti Umani del Comitato degli Affari Esteri (14).
Nella sua esauriente testimonianza, Scheper-Hughes affermò che, nonostante
Israele fosse diventato un paria per le sue politiche circa gli organi, i
funzionari israeliani dimostravano una “sorprendente tolleranza nei
confronti del turismo del trapianto messo fuori legge”.
Descrisse un sindacato internazionale che venne “organizzato
tramite un’impresa locale in accordo con un importante chirurgo, che operava
fuori da un importante centro ospedaliero non lontano da Tel Aviv “ e che
aveva stabilito contatti con chirurghi esperti di trapianti in Turchia, Russia,
Moldavia, Estonia, Georgia, Romania e New York City.
Il Ministero della Difesa israeliano era direttamente
coinvolto in quello che Scheper-Hughes ha definito “ programma
illecito nazionale (in altre nazioni) israeliano di turismo del trapianto
“.
Membri del Ministero della Difesa o persone a loro molto
vicine accompagnavo i gitanti del trapianto a spese del governo.
Nel suo convegno di Forum 13, Scheper-Hughes disse che
l’inchiesta sul traffico israeliano di organi l’aveva portata, nell’ultimo
decennio, “ di paese, in paese, in paese “.
Uno di questi è la Moldavia, il paese più povero d’Europa e
patria del Ministro degli Esteri Israeliano Avigdor Lieberman, dove il 90%
delle persone guadagna meno di 2 Dollari al giorno. Un rapporto della BBC del
2001 sul traffico di organi descrisse così la situazione: “ centinaia
di israeliani hanno creato una linea di produzione che inizia nei villaggi
della Moldavia, dove gli uomini oggi se ne vanno in giro con un solo rene “
(15).
Un altro è il Brasile, dove una commissione legislativa
trovò 30 (ma avrebbero potuto essere anche 60) brasiliani di misere periferie
che avevano venduto i loro reni ad una banda di trafficanti diretta da
israeliani, organi destinati quasi tutti a cittadini israeliani, con il governo
israeliano che provvedeva alla maggior parte delle sovvenzioni. (16)
La stessa banda aveva anche iniziato ad interessarsi
all’acquisto di altri organi vitali da residenti poveri, inclusi polmoni,
fegati e cornee. (17)
Una notizia dell’agenzia IPS (Internet Press Service) di
quel tempo affermava che la Scheper-Hughes testimoniò alla commissione
che il traffico internazionale di organi umani era cominciato ben 12 anni
prima, promosso da Zaki Shapira, responsabile del servizio trapianto di reni al
Bellison Medical Center, vicino a Tel Aviv.
Scheper-Hughes sosteneva che Shapira avesse effettuato più
di 300 trapianti di reni, talvolta accompagnando i suoi pazienti in altri paesi
come la Turchia.
I riceventi erano molto ricchi oppure avevano un’ottima
assicurazione sanitaria, mentre i “donatori” erano persone molto povere
dell’Europa dell’Est, Filippine ed altri paesi in via di sviluppo.
Il presidente della commissione brasiliana, il fisico
Raimundo Pimentel, era scandalizzato di queste politiche israeliane, facendo notare
che quel traffico può avvenire su larga scala solo se è disponibile
un’importante fonte finanziaria, come il sistema sanitario israeliano. Pimentel
accusò che le risorse messe a disposizione dal sistema sanitario israeliano
erano un fattore determinante che permetteva ad una rete criminale di depredare
le popolazioni più povere della società.
Nel 2004 ci furono segnalazioni che i trafficanti israeliani
avessero aggiunto la Cina come loro obiettivo di donatori. (18)
In un recente caso, un israeliano pagò ad un intermediario
di organi 100.000 Dollari per un trapianto di rene in Cina, organo proveniente
da una ragazza cinese di 18 anni. La ragazza ricevette 5.000 Dollari e morì in
seguito all’operazione. (19)
Il reporter del New York Times Larry Rother evidenziò che
permettere agli intermediari di operare senza tante restrizioni, avvantaggiava
Israele in quel che viene definita “ l’esportazione oltremare della mancanza
di organi in Israele “.
Rother cita uno specialista neurologo presso l’Hadassah
Hospital di Gerusalemme il quale spiegò che i pazienti che vanno all’estero
fanno risparmiare al paese molto denaro, non solo per quanto riguarda il costo
delle dialisi ma anche per la disponibilità di posti per altre persone che sono
in lista. (20)
Molta gente ritiene la complicità del governo, nel traffico
di organi, profondamente preoccupante per motivi morali e filosofici.
Scheper-Hughes affermò anche: “ la vendita di organi e
tessuti umani fa si che certi individui e popolazioni svantaggiate, e perfino
intere nazioni, siano ridotte al ruolo di fornitori“.
E’ uno scenario nel quale certi corpi vengono straziati,
smembrati, frammentati, trasportati, lavorati e venduti nell’interesse di una
popolazione di riceventi socialmente più avvantaggiata.
Lei crede che i rischi e i benefici della chirurgia per il
trapianto degli organi dovrebbe essere più equamente distribuita fra le
nazioni, gruppi etnici e classi sociali.
FURTO DI ORGANI
___________________
E’ difficile sapere quanto spesso detto traffico israeliano
comporti un netto furto di organi vitali da essere umani viventi.
Non è raro che il “donatore” riceva poco o niente del
compenso promesso.
Ad esempio, nel 2007 il quotidiano israeliano Haaretz
riportò la notizia che due israeliano avevano ammesso di aver persuaso dei
Palestinesi, della Galilea e del centro di Israele, con problemi mentali o
disturbi dello sviluppo, ad acconsentire la rimozione di un loro rene dietro
compenso. Secondo quanto scritto da Haaretz, dopo che gli organi erano stati
prelevati, i trafficanti si rifiutarono di pagarli.
A volte le persone vengono costrette a donare i loro organi.
Ad esempio, Levy Izhak Rosenbaum, il presunto trafficante di Brooklyn
recentemente arrestato in una retata dell’FBI nel New Jersey, viene riferito
che portasse un’arma. Quando un potenziale donatore di organi decidesse di
ritirarsi, Rosenbaum userebbe il suo dito simulando la premuta del grilletto di
un arma puntata alla testa della persona.
Il caso Rosenbaum, apparentemente parte di un giro con base
in Israele, è il primo caso di traffico perseguito negli USA. Il suo arresto e
le abbondanti prove contro di lui potrebbero aver stupito Todd Leventhal,
Direttore della Controdisinformazione del Dipartimento di Stato, che aveva
qualificato il traffico di organi come “ leggenda metropolitana “, affermando:
“ sarebbe impossibile occultare con successo un giro di traffico di organi
clandestino “. Leventhal giudicò i relativi rapporti: “ irresponsabili e
totalmente non comprovati “.
Più spesso il furto di organi riguarda corpi già morti o
quelli presunti tali.
Nel primo trapianto cardiaco di successo in Israele fu
infatti utilizzato un cuore rubato.
Nel 1968 Avraham Sadegat morì improvvisamente due giorni dopo
essere stato ricoverato al Beilinson Hospital a Petah Tikva in Israele per un
infarto. Quando la sua famiglia fu finalmente in grado di riavere il corpo
(l’ospedale all’inizio si rifiutava di consegnarlo), si accorsero che il suo
petto era coperto di cerotti, un po’ insolito, pensarono, per una vittima da
infarto. Dopo averli tolti scoprirono che la cavità del petto era piena di
garze e che il cuore mancava. (21)
A quel tempo, la stampa israeliana sbandierava lo storico
trapianto cardiaco, effettuato da un team di chirurghi che sarebbero poi
diventati tra i più famosi medici, fra i quali il Dr. Morris Levy, Dr. Bernardo
Vidne e il Dr. Jack Solomon, i quali predarono l’organo. (22)
Quando la famiglia cominciò a fare delle domande, l’ospedale
negò qualsiasi connessione. Dopo che la moglie e il fratello del defunto
scatenarono l’ira dei media, presentarono una petizione a tre ministri del
Gabinetto israeliano e firmarono un documento nel quale si impegnavano a non
fare causa, l’ospedale finalmente ammise che il cuore di Sadegat fu usato per
un trapianto.
Il quotidiano Haaretz disse della moglie di Sadegat in
lacrime: “ lo hanno trattato come un gatto randagio. Dal momento in cui è
entrato in ospedale, pare che lo vedessero solo come una potenziale fonte di
organi e non come un uomo bisognoso di cure. Pensavano solo a come fare senza
che noi lo venissimo a sapere”.
Le condizioni mediche di Sadegat, prima che il suo cuore
venisse spiantato, non sono state rese note.
E’ possibile, forse, che fino al momento della rimozione del
cuore, questi stesse ancora battendo. Secondo un rapporto giornalistico
israeliano, “ una volta che un cuore si ferma di battere, non è più adatto
al trapianto “. (23)
Anche se fosse stato quello che oggi si definisce “ morto
cerebrale “, l’opinione generale è che la famiglia dovrebbe quantomeno essere
parte delle decisioni riguardanti il paziente: primo se “staccare la spina “ e,
secondo se donare un organo. A quell’epoca, tuttavia, la legge israeliana
permetteva l’espianto degli organi senza il consenso della famiglia.
Quarantenni dopo l’ospedale celebrò l’anniversario del
trapianto, nonostante il fatto che, secondo il quotidiano Haaretz, il cuore fu
ottenuto tramite falsità e inganno.
Le celebrazioni in onore dei membri ancora in vita del team
chirurgico prevedeva palloncini colorati e un dolce rosso a forma di cuore.
In questo incidente di furto di un organo (e da un possibile
paziente ancora vivo), la famiglia era israeliana.
Se la moglie ed il fratello del paziente fossero stati Palestinesi
della Cisgiordania e di Gaza, non avrebbero avuto il potere di obbligare un
ospedale a confessare ed è probabile che quegli individui che oggi chiamano
l’articolo svedese un “ accusa diffamatoria di sacrificio rituale “ oppure “
giornalismo irresponsabile “, avrebbero rivolto gli stessi epiteti ai
giornalisti riportanti le domande al riguardo dello storico trapianto cardiaco
israeliano, ammesso che dei giornalisti avessero osato farlo.
YEHUDA HISS, CUSTODE DELL’OBITORIO
_________________________________________
Probabilmente, uno dei casi di furto di organi più duraturo
e ad alto livello, e che riguarda sia organi palestinesi che israeliani,
riguarda un alto funzionario: il Dr. Yehuda Hiss , capo-patologo israeliano e,
dal 1988 al 2004, direttore dell’obitorio di stato israeliano, il L. Greenberg
Institute of Forensic Medicine ad Abu Kabir (Istituto di Medicina Legale).
Una prima segnalazione di illecito venne alla luce nel 1998 e
riguardò un cittadino scozzese di nome Alisdair Sinclair che morì in
circostanze non chiare dopo essere stato preso in custodia all’aeroporto
israeliano Ben Gurion.
La storia israeliana, come riportata dalla rivista Jerusalem
Report, è che Sinclair aveva confessato di trasportare stupefacenti, anche se
non ne fu trovata traccia, nonostante egli fosse in possesso di 9.000 Marchi
Tedeschi (pari a circa 5.000 Dollari). La polizia sostiene che si è impiccato
legando i lacci delle scarpe e la maglietta attorno ad un portasciugamano ad un
metro circa da terra, infilandosi poi al collo il cappio improvvisato. Da una
posizione accovacciata, dice il racconto della polizia, egli spinse
ripetutamente il peso del suo corpo verso il basso, strangolandosi.
Sinclair comunque non morì ed i medici furono in grado di
ripristinargli il battito cardiaco. Fu trasferito in un ospedale dove, secondo
il racconto della rivista, il vicedirettore dell’ospedale, Dr. Yigal Halperin,
disse che Sinclair aveva subito un irreversibile danno cerebrale e i dottori
non potevano fare granché per lui. Lasciato in un angolo del pronto soccorso,
morì alle 7 di sera (non è noto se si sia cercato di rianimarlo o meno). Il suo
corpo fu trasferito all’Istituto di Medicina Legale di Abu Kabir per l’autopsia.
In seguito le autorità israeliane rintracciarono la famiglia
di Sinclair e diedero loro 3 settimane di tempo per occuparsi del corpo.
Consigliarono la sepoltura in un cimitero cattolico in Israele, facendo
rilevare che ciò avrebbe rappresentato un terzo del costo della spedizione
della salma in Scozia. La famiglia del defunto trovò il denaro per riportarlo a
casa.
Fecero eseguire una seconda autopsia presso l’Università di
Glasgow per poi scoprire che il cuore di Sinclair ed un piccolo osso della
gola, lo ioide, mancavano. L’Ambasciata Britannica presentò una nota di
protesta nei confronti di Israele e alla fine un cuore fu spedito in Scozia.
Secondo il Jerusalem Report, la famiglia voleva che l’Istituto di medicina
Legale eseguisse un test del DNA per confermare che questo cuore fosse
veramente del loro congiunto ma il direttore dell’Istituto, il Prof. Yehuda
Hiss, rifiutò citando il costo proibitivo.
Nonostante la protesta del governo britannico, Israele si
rifiutò di consegnare i referti patologici di Hiss ed il rapporto della
polizia. Secondo il governo britannico ed un rapporto dei media israeliani, nel
periodo della morte di Sinclair un medico all’ospedale Ichilov di Tel Aviv,
fece una richiesta per un osso ioide per scopi di ricerca e alla fine ricevette
il conto per le spese di spedizione. (24).
Israele si trattenne i 5.000 Dollari che Sinclair aveva
addosso.
Negli anni Hiss e l’Istituto di Medicina Legale di Abu Kabir
continuarono ad essere accusati di furto di organi. Nel 2000 il giornale
israeliano Yediot Ahronot pubblicò un rapporto investigativo sostenendo che
Hiss aveva spiantato degli organi senza autorizzazione per poi sistemare i
corpi con manici di scopa e cotone idrofilo da riempire le cavità prima della
sepoltura. Il rapporto indica che sotto la direzione di Hiss l’istituto era
stato coinvolto in vendie di organi e parti del corpo, come gambe, femori,
ovaie, petti e testicoli, apparentemente ad istituzioni mediche.
Nel 2001 un giudice scoprì che l’Istituto aveva effettuato
centinaia di autopsie ed aveva rimosso parti del corpo senza il consenso delle
famiglie e talvolta in totale violazione ai desideri espressi da queste ultime.
(25)
Un rapporto parlava di un “ museo di teschi “ presso
l’Istituto.
Fu fatto ben poco e le proteste continuavano, spesso da
parte di famiglie di soldati israeliani morti inorridite nello scoprire che
organi appartenenti ai loro figli erano stati espiantati.
Alla fine del 2004 il ministero della sanità israeliana ha
destituito Hiss dal suo incarico direzionale. Tuttavia egli mantenne il suo
posto di capo-patologo, un incarico che pare rivesta ancora oggi. (26) (27)
Hiss era anche stato coinvolto in due precedenti scandali
nazionali, i quali hanno visto a loro volta il coinvolgimento di persone
influenti israeliane, le quali hanno contribuito a rendere Hiss intoccabile
all’interno delle istituzioni sanitarie israeliane nonostante le sue provate
malefatte.
La prima controversia riguardava “ l’Affare dei Bambini
Yemeniti “, una situazione, in gran parte degli anni 50, nella quale erano
scomparsi neonati e bambini di famiglie immigrate in Israele.
Quando gli immigrati arrivarono come parte della “raccolta
degli esiliati “ di Israele, i bambini venivano subito staccati dalle loro
madri e sistemati in case per bambini. Molti venivano ricoverati per certe
malattie e ne morirono a centinaia. Il loro numero era così alto che i loro
nomi venivano annunciati con gli altoparlanti.
I genitori sconvolti spesso non vedevano mai il corpo o
ricevevano un certificato di morte e vi era un crescente sospetto che non tutti
fossero morti. Si credeva che alcuni fossero stati “dati” a genitori Ashkenazi.
Uno scrittore affermò: “ è noto il fatto nell’ambito della comunità ebraica
statunitense che se una famiglia voleva un bambino, potevano rivolgersi a
intermediari di bambini, sempre dei rabbini, e pagarne semplicemente il costo “.
(28)
Alcuni inquirenti israeliani hanno scoperto notevoli prove a
queste accuse e segnalazioni di complicità a molti livelli della struttura del potere.
Uno di loro infatti affermò: “ le persone con in mano il potere al tempo in
cui lo Stato di Israele fu fondato trassero vantaggio dal rapimento e dalla
vendita di bambini figli di povere famiglie immigrate “ (29)
Il legame con Hiss arriva nel 1997, quando Israele
formò un comitato per investigare sulla scomparsa di bambini yemeniti e altri
bambini ebrei negli anni fra il 1948 ed il 1954.
Fra coloro che testimoniarono davanti al comitato vi fu una
signora californiana che era venuta in Israele alla ricerca della sua madre
biologica e, secondo il test del DNA di un genetista alla Hebrew University,
l’aveva trovata.
Il comitato richiese che fosse effettuato un altro test del
DNA presso l’Istituto di Medicina Legale ad Abu Kabir. Come almeno uno degli
osservatori predisse in anticipo, il test di Hiss risultò negativo ed il
governo fu, a quanto pare, discolpato, nonostante il fatto che il genetista che
aveva condotto i primi test non smentì i suoi risultati. (30)
Hiss inoltre ebbe un ruolo nelle teorie cospirative inerenti
l’assassinio nel 1995 del Primo Ministro Yitchak Rabin che aveva iniziato un
processo di pace con i Palestinesi. Nel Marzo del 1999 un gruppo di docenti
esibì le conclusioni che sostenevano che Hiss aveva presentato prove
false alla commissione che indagava sull’omicidio. (31
VITTIME PALESTINESI
_______________________
Gli israeliani presero di mira anche i Palestinesi, una
popolazione particolarmente vulnerabile a numerosi livelli.
Nella sua testimonianza al sottocomitato del congresso,
Scheper-Hughes affermò che, prima di trasferirsi oltre oceano, il responsabile
dei trapianti israeliano Zaki Shapira, aveva identificato dei possibili
venditori di reni “ tra i lavoratori Palestinesi senza un soldo della Cisgiordania
e Gaza “.
Disse che la sua iniziativa fu bocciata da un consiglio
etico e così se ne andò a praticare oltre oceano.
Per decenni numerosi Palestinesi e altri hanno accusato
Israele di appropriarsi di organi provenienti da Palestinesi feriti o uccisi.
Nella sua deposizione al sotto-comitato, Scheper-Hughes
testimoniò che verso la fine dell’apartheid in Sud Africa “ attivisti dei
diritti umani in Cisgiordania si lamentarono con me per furti di organi e
tessuti su palestinesi uccisi, commessi da patologi all’Istituto Nazionale
israeliano di Medicina Legale a Tel Aviv “.
Un articolo di Mary Barrett sul Washington Report for Middle
East Affaire (vedi “Autopsie ed Esecuzioni”, Aprile 1990 a pag. 21) affermava “
preoccupazione diffusa circa furti di organi che hanno interessato Gaza e la
Cisgiordania da quando è iniziata l’Intifada nel Dicembre 1987”.
La Barrett menziona un medico forense: “ Ci sono segnali
che, per una ragione o per l’altra, organi, specialmente occhi e reni, vengono
prelevati da corpi nell’ultimo anno o anno e mezzo. Ci sono state troppe
segnalazioni da persone attendibili per pensare che niente sia successo. Se
qualcuno riceve una pallottola in testa ed il corpo viene rimandato a casa in
un sacco di plastica senza organi interni, che cosa se ne può dedurre? “.
Una notizia del 2002 dell’agenzia IRNA affermava che tre
ragazzi palestinesi dell’età di 14-15 anni erano stati uccisi dalle forze
israeliane il 30 Dicembre ed i loro corpi furono restituiti per i funerali il 6
Gennaio successivo. Secondo il rapporto: “ poco prima del funerale, autorità
sanitarie palestinesi esaminarono i corpi e riscontrarono che i principali
organi vitali mancavano dai corpi “. In un intervista ad Al Jazeera, il
Presidente Yasser Arafat mostrò le foto dei ragazzi dicendo: “ hanno
assassinato i nostri ragazzi ed usato i loro organi come pezzi di ricambio “.
Il giornalista Khalid Amayreh, facendo ulteriori ricerche
sulla faccenda, scoprì che “ molti altri palestinesi raccontavano la stessa
cosa, dicendo di come essi ricevevano indietro i corpi dei loro parenti uccisi,
per lo più giovani uomini attorno ai ventanni, con gli organi vitali espiantati
dalle autorità israeliane “.
Israele ha costantemente definito tali accuse come “
antisemite “ e numerosi altri giornalisti le hanno ritenute delle esagerazioni.
Comunque, secondo la rivista filo-israeliana FORWARD, la
verità di queste accuse fu, di fatto, confermata da un inchiesta governativa
israeliana diversi anni fa.
In un racconto che criticava l’articolo svedese, la rivista
Forward confermò effettivamente il punto principale e cioè che Israele aveva
prelevato organi da corpi di palestinesi uccisi. L’articolo do Forward diceva
che una delle inchieste governative su Hiss aveva rivelato che “ esaminava ogni
singolo corpo che finiva nel suo obitorio ai fini dell’espianto degli organi,
indipendentemente che fosse israeliano o palestinese “. (32)
Negli anni, un grande numero di corpi palestinesi “finivano”
nell’obitorio israeliano.
In numerosi casi, le forze di occupazione israeliane,
sorvegliavano i palestinesi feriti e morti. A volte i loro corpi non vengono
mai restituiti alle loro famiglie. Organizzazioni non governative palestinesi
dicono che esistono almeno 250 di questi casi.
Altre volte i corpi sono stati restituiti alle famiglie dopo
giorni con orrendi tagli cuciti dall’ombelico al mento. In molte occasioni i
soldati israeliani consegnavano i corpi a tarda notte e chiedevano alle
famiglie in lutto di seppellire immediatamente i loro figli, mariti e fratelli,
sotto la supervisione militare israeliana, a volte con la luce spenta.
Nel 2005 un soldato israeliano (33) descrisse un medico
israeliano che dava “ lezioni mediche di anatomia “ usando i corpi dei
palestinesi uccisi dalle forze israeliane. Il quotidiano HAARETZ afferma: “ il
soldato disse che il corpo del palestinese era stato crivellato di proiettili e
che alcuni dei suoi organi interni erano fuoriusciti. Il dottore dichiarò la
morte dell’uomo e poi prese un coltello ed iniziò a tagliare parti del corpo.
Egli spiegò le varie parti asportate, la membrana che ricopre i polmoni, gli
strati della pelle, il fegato e cose del genere “.
Il soldato continuava: “ non dissi niente perché ero da poco
nell’esercito. Due medici se ne andarono ed uno di loro vomitò. Tutto fu fatto
con molta brutalità. Non fu altro che un oltraggio per il corpo “. (34)
Mentre la maggior parte delle inchieste israeliane sul furto
di organi hanno ampiamente ignorato la componente palestinese, sono comunque
noti un significante numero di fatti:
- Gli organi palestinesi furono espiantati durante anni in
cui vigeva un sistema soprendentemente permissivo, nel quale venivano estratti
illecitamente, anche da corpi israeliani, presso l’obitorio nazionale dal capo-patologo e venduti per
soldi.
- I palestinesi di Gaza e della Cisgiordania sono un popolo
prigioniero. Numerosi rapporti di organizzazioni internazionali ed israeliane, ritenute
attendibili, hanno documentato una situazione in cui i palestinesi hanno pochi veri diritti, se ne
hanno; le forze israeliane hanno ucciso impunemente dei civili, imprigionato tantissima gente
senza in beneficio di processi ed esercitato di continuo abusi sui prigionieri.
- Le autorità israeliane hanno effettuato numerose autopsie
su palestinesi senza il consenso delle famiglie, senza nemmeno una parvenza di
pubblica trasparenza e senza, pare, rapporti accompagnatori. Ad esempio: le famiglie di
quelli che furono presi mentre ancora vivi, non hanno ricevuto nessun referto medico che indicasse
l’ora e la causa della morte.
- Una piccolissima ma influente minoranza di israeliani,
incluso ufficiali dell’esercito e ministri del governo, sostengono tesi estremiste di
supremazia al riguardo dell’espianto degli organi. Nel 1996, la rivista Jewish Week riportava che
il Rabbino Yitzhak Ginsburgh, un leader della Setta giudaica dei Lubavitch e decano di una
scuola religiosa ebraica in un insediamento cisgiordano, affermò: “ se un ebreo ha bisogno
di un fegato, si può prendere questo fegato da un non ebreo innocente per salvarlo ? La Torah
probabilmente lo permetterebbe “. Ginzburgh aggiunse: “ la vita di un ebreo ha un
valore infinito. C’è qualcosa di infinitamente più sacro e unico nella vita ebraica rispetto a quella
non ebraica “ (The Jewish Week, 26 Aprile 1996, pag. 12, 31)
Mentre la maggior parte degli israeliani ripudiano con forza
tali teorie, il Rabbino Moshe Greenberg, uno studioso israeliano delle
scritture ebraiche sul razzismo e sullo sciovinismo etnico, ha detto che “ la
cosa triste è che queste affermazioni sono nei nostri libri “. Greenberg, che era un professore all’Università Ebraica,
fece notare che tali testi talmudici erano “puramente teorici” al tempo in cui
furono scritti perché gli ebrei non avevano il potere di eseguirli.
Egli fa inoltre notare che queste teorie vengono ora
trasportate in circostanze dove gli ebrei dispongono di uno stato e alle quali
viene conferito un potere.
Mentre è impossibile sapere se degli israeliani abbiamo mai
agito su questa base religiosa per uccidere un non ebreo al fine di procurarsi
organi per ebrei, alcuni osservatori hanno considerato ciò come una
possibilità.
La D.ssa A. Clare Brandabur, un insigne studioso americano
che ha vissuto e viaggiato a lungo in Palestina, scrive che le informazioni
pubblicate nell’articolo svedese “ è in sintonia coi rapporti di palestinesi a
Gaza che ebbi modo di sentire durante la prima Intifada “
Essa commenta: “ quando intervistai il Dr. Haidar Abdul
Shafi, capo della Mezzaluna Rossa a Gaza, gli parlai delle notizie che
parlavano di uccisioni di bambini palestinesi in tempi in cui non vi erano
scontri in atto, come il bambino di 6 anni una mattina mentre entrava nel
cortile della scuola col suo zainetto sulle spalle. I soldati portarono via il
bambino ferito ed il suo corpo fu restituito alcuni giorni più tardi dopo
essere stato sottoposto ad una “autopsia all’ospedale Abu Kabir “.
Dice inoltre: “ chiesi al Dr. Shafi se avesse considerato
la possibilità che queste uccisioni avessero a che fare con l’espianto di
organi, in quanto (come fa notare Israel Shahak in: Jewish History, Jewish
Religion), non è permesso prendere organi di ebrei per salvare una vita di un
ebreo, mentre è però consentito prendere organi di non ebrei per salvare le
vite di ebrei. Il Dr. Shafi disse di aver sospettato una cosa simile ma poiché
non aveva accesso ai dati dell’ospedale Abu Kabir, non vi era modo di
verificare questi sospetti “.
Scheper-Hughes, nella sua testimonianza congressuale,
descrive il pericolo di “ organi ottenuti con ogni mezzo possibile, inclusa
(come le fu detto da un medico preso dal senso di colpa) l’induzione chimica
della morte cerebrale in pazienti terminali, senza mezzi e con accesso ad
un’assistenza sociale minima “.
Comunque sia, ci sono sempre stati in Israele omicidi legati
all’espianto di organi come risulta anche altrove e numerose organizzazioni nel
mondo sollecitano un’inchiesta internazionale circa la manipolazione dei corpi
palestinesi sotto custodia israeliana.
Comunque, il governo israeliano ed i suoi potenti
sostenitori all’estero, che regolarmente bloccano le inchieste nelle vicende
israeliane, stanno facendo del loro meglio per prevenire queste cose (35, 36).
Diverse cause sono state intentate contro il quotidiano
svedese, la più importante da parte dell’avvocato israeliano Guy Ophir che ha
intentato una causa a New York da 7,5 milioni di Dollari contro il quotidiano
di Bostrom. Ophir ha dichiarato che Israele deve “mettere a tacere il reporter
ed il giornale “ (37).
Le inchieste internazionali, ovviamente, hanno due
risultati: gli innocenti sono assolti, i colpevoli scoperti. E’ facile capire
di quale categoria Israele andrà a far parte.
Articolo di Alison Weir
Fonte >Washington, Rapporto sugli Affari del Medio Oriente,
Novembre 2009, Pag. 15-17
Note in calce:
==========
Bostrom Donald, “ Our sons plundered for their organs “,
Aftonbladet, 17 Agosto 2009
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