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Rivolta contro Goldman Sachs
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Il fatto: Goldman Sachs ha annunciato in anticipo i suoi risultati, esibendo un profitto incredibile di questi tempi, 1,8 miliardi di dollari. Contemporaneamente - è questo lo scopo dell’annuncio del suo ultimo trionfo - ha dichiarato di voler emettere nuove azioni per «consentire ai suoi azionisti di restituire i fondi TARP», ossia il grosso aiuto di Stato regalato alle banche d’affari da Paulson, Geithner e Bernanke.

Ma se i padroni di Goldman si aspettavano applausi e una corsa a sottoscrivere, sono rimasti delusi. Invece, le azioni sono cadute del 9%, e il web e persino i media ufficiosi hanno dato la stura a tutta una serie di critiche, furenti e acrimoniose, contro i «masters of the universe» (1).

Anzitutto per un motivo: Goldman Sachs vuole liberarsi dei fondi TARP di Stato (una specie di Tremonti Bond) perchè questi sono dati a condizione di pagare minori bonus ai suoi manager. E Goldman, ancor oggi che è sotto sussidio statale, ha accantonato il 50% (dicesi 50%) dei suoi «profitti» dichiarati per pagarsi i bonus miliardari, appena potrà farlo. Significa 900 milioni di dollari ai dirigenti, e questo ovviamente fa vedere rosso a parecchi contribuenti.

La natura di questi «profitti», poi, dà motivo a rabbiose osservazioni e ipotesi. Secondo alcune voci, Goldman li ha fatti con «trading speculativo per suo conto», usando «i fondi di garanzie FDIC a basso tasso». Sono i fondi che lo Stato ha dato alle banche in difficoltà per garantire i depositi dei clienti, e perchè le banche tornassero a prestare ai cittadini, consumatori o imprese. Invece, Goldman li ha usati per speculare. Li ha presi in prestito al 2%, una miseria: denaro pubblico, ricchezza privata.

Altri invece sostengono che i profitti di Goldman sono un puro e semplice trucco di bilancio. Come forse si ricorderà, la grande banca d’affari si è trasformata a gennaio in holding bancaria commerciale, insomma il lupo ha rivestito la pelle dell’agnello, per godere dei salvataggi di Stato destinati alle normali banche di deposito. Ebbene: cambiando «natura», Goldman ha anche cambiato i periodi di riporto dei bilanci trimestrali: come banca d’affari il suo anno fiscale finiva a novembre 2008, come banca-agnello di depositi, il suo anno fiscale comincia con il gennaio 2009. Resta dunque un mese - dicembre - con bilancio orfano e solitario. In questo mese, che non ha fatto notizia sui giornali finanziari, Goldman ha  accumulato le sue perdite dell’anno, la bella cifra di 1,3 miliardi di dollari. Così ha potuto esibire il profitto di 1,8 miliardi, nuovo nuovo, in questi giorni.

Niente di illegale dal punto di vista formale, ma alquanto discutibile, se si pensa che lorsignori si vogliono pagare dei bonus da 900 milioni su un profitto che forse non esiste.

Ma non è finita. Ecco l’accusa più grave. I profitti eccezionali di Goldman vengono dal salvataggio della AIG, ossia, ancora una volta, da denaro pubblico. Questa assicuratrice in rovina è stata salvata dal governo a suon di miliardi; miliardi usati per pagare i clienti finanziari, che hanno assicurato i loro Credit Default Swaps contro l’insolvenza delle controparti. Ebbene: Goldman Sachs era un «assicurato», ed ha ricevuto un sacco di miliardi da AIG. Ma quel che è peggio, pare, a copertura di perdite non (ancora) realizzate.

La questione è complicata, e per la spiegazione tecnica rimando al sito market-ticker.denninger.net, tenuto dall’esperto finanziario Karl Denninger. Dò solo la sua conclusione: A quanto pare, Goldman Sachs si è fatta pagare due volte per lo stesso rischio, e il secondo pagamento è venuto direttamente dalle tasche dei contribuenti (2).

L’accusa è grave soprattutto per il governo Obama, pieno di ex uomini-Goldman, dove il presidente pare loro ostaggio. Persino l’ufficialissimo Newsweek (3) si domanda: è Goldman Sachs che comanda alla Casa Bianca? I «salvataggi» degli uomini-Goldman ora diventati ministri sono stati tagliati su misura per beneficiare la super-banca?
Compaiono tabelle molto dannose per Obama, come quelle qui sotto (4):



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Compaiono sul web articoli con titoli come questo: «Spezzare Goldman Sachs: «troppo grande per fallire significa troppo potere».

«Dagli anni ‘90 - scrive Newswek - figure di primo piano  di Goldman Sachs, come Robert Rubin, Gary Gensler, Hank Paulson, si sono battuti con successo contro ogni tentativo di regolamentare i derivati e hanno fatto lobby per aumentare il rapporto capitale-esposizione, onde puntare più del loro capitale nel mercato in pieno boom. Quando queste direttive hanno avuto l’effetto noto, l’implosione di Wall Street, e la Federal Reserve è accorsa al salvataggio del gigante assicurativo AIG, il direttore esecutivo di Goldman, Lloyd Blankfein è stato il solo manager bancario invitato in una riunione di emergenza alla Federal Reserve di New York, su invito dell’allora presidente della FED newyorchese Tim Geithner. Oggi Geithner, segretario al Tesoro e un protetto di Rubin, ha nominato altri due uomini-Goldman ad aggiustare l’enorme disastro che i loro colleghi hanno contribuito a creare».

Altri articoli hanno il coraggio inaudito di sottolineare la tendenza, diciamo, «sionista» degli autori del disastro-truffa bancario, ed ora dei ministri che se ne occupano a favore di Goldman.

Larry Summers, per esempio, ora massimo consigliere economico di Obama, «ha lavorato molto per rafforzare le sue credenziali ebraiche» durante tutta la sua carriera, scrive Karin Friedeman, essa stessa ebrea, su un giornale filo-palestinese (5).

Larry Summers ha ricevuto inoltre 202.500 dollari da Goldman per non precisate «conferenze» nel 2008, oltre a 67 mila da JP Morgan Chase - che in cambio ha ricevuto un «salvataggio governativo» di 25 miliardi di dollari, e altri 99 mila dollari per conferenze da Citigroup, poi «salvata» dal governo con 50 miliardi di denaro pubblico. Summers fa parte «di quella genia che va e viene tra pubbliche cariche e settore privato, scambiandosi ripeturamente le poltrone con i suoi pari di obbedienza repubblicana, in questo saccheggio senza fine sia del pubblico, sia del privato».

«Summers e Rubin, come segretari al Tesoro sotto Clinton, hanno deregolato lo spaccio dei derivati; dopodichè Rubin è diventato direttore di Citigroup, ed ha usato la deregulation per rovinare la banca raccomandando investimenti in derivati... guadagnando, in otto anni di direzione, 126 milioni di dollari in denaro ed azioni».

Quanto a Summers, dopo la carica pubblica è diventato presidente di Harvard;  poltrona che è diventata scottante quando «il socio di Summers, il professore di Economia Andrei Sheifler, è stato accusato dalla magistratura di ‘improprietà finanziarie’ durante il  suo lavoro, finanziato dall’USAID, ed affidato ad Harvard per creare una Borsa in Russia. Si sospetta che la moglie di Sheifler, Nancy Zimmerman, sia stata quella che ha gestito l’insider trading». Harvard ha dovuto pagare 27 milioni di danni al governo USA, per malversazione di denaro pubblico. Ma Summers ha mantenuto a Sheifler, proteggendolo come si fa tra ebrei.

Proprio in quel periodo, per proteggere se stesso, Summers ha rinfrescato il proprio ebraismo, da tempo dimenticato: su richiesta di Rachel Fish, una tizia che comanda un «David Project» (una delle branche della lobby), ha rifiutato una donazione all’università di Harvard di 2 milioni di dollari, che veniva dal principe saudita Zayed bin Sultan, per creare una cattedra di studi islamici. Summers ha proprio allora ripudiato la vecchia moglie, una «goy» di nome Victoria Perry, per sposare Elisa News, docente di... Letteratura sull’Olocausto, intima della professoressa Ruth Wise, che ad Harvard ricopre la cattedra di Studi Ebraici (sic) e fa molta lobby per la nota lobby.

Nemmeno Rahm Emanuel, il capo dello staff affibbiato ad Obama, il noto figlio di terrorista dell’Irgun, rimane senza posto quando si occupa di politica. Nel 1999, è stato assunto dalla Wasserstein Perella, sofisticata, potentissima benchè piccola, banca d’affari per pochi intimi,  ricevendo compensi per 16 milioni di dollari in due anni. Il fondatore della banca, Bruce Wasserstein, è ovviamente un fanatico sionista likudnik.

Ora tutta questa adunata di sionisti finanziari, col grado di ministri, hanno fatto alle loro banche l’estremo regalo: il Piano Geithner, che consente alle banche di valutarsi da sè il valore dei loro attivi tossici (ai prezzi di mercato, valgono zero o quasi), e poi comprarli coi soldi del contribuente, senza dover denunciare le perdite nè restaurare la liquidità perduta. «Alcuni gestori di fondi speculativi faranno centinaia di milioni o anche miliardi col piano Geithner», ha scritto furente Dean Baker, autore del sito «Truthout».

Si capisce dunque che l’esibito «eccezionale profitto» di Goldman Sachs sia stato accolto con  rabbia e dispetto. E come reagiscono i (diciamo) sionisti-Goldman? Non trovano di meglio che querelare un blogger fino ad oggi sconosciuto, di nome Mike Morgan, che fa le pulci ai metodi, manipolazioni, ammanigliamenti politici e ai lucri sospetti della super-banca.

Hanno querelato Morgan per «danni al marchio della ditta», e formalmente Goldman non ha nemmeno torto. Il blogger ha infatti chiamato il suo sito www.goldmansachs666.com, e non è bello far seguire lo stimato nome di una banca con il numero della Bestia. Ma Morgan il blogger non vede l’ora di deporre in un pubblico giudizio: con l’aria che tira, la causa può diventare il «momento Maria Antonietta» assai dannoso per il gigante Goldman - e naturalmente, per l’amministrazione Goldman-Obama.




1)
«Goldman Sachs Backlash Is Picking Up Steam», Seeking Alpha, 14 aprile 2009.
2) Karl Denning, «Goldman: clarity? It appears so», Market-Ticker, 14 aprile 2009.
3) Michael Hirsh, «Government Sachs’ is back», Newsweek, 5 marzo 2009.
4) «Goldman Sachs buries losses», Jesse’s Cafè Americain, 14 aprile 2009.
5) Karin Friedemann, «Chop Shop Economics and Stealth Zionism», Khaleej Times, 14 aprile 2009.


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