Antrace: un caso chiuso e molti misteri
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L’FBI afferma di aver chiuso il caso. Ma molte delle prove sono state cosi’ sottovalutate o manipolate da provocare i dubbi di molti esperti

Sette anni dopo che gli attacchi all’antrace hanno causato la chiusura del Congresso, diffuso il panico in tutta la nazione, ucciso 5 persone, colpite altre 17, e permesso ai propagandisti neocon di addossare in vaio modo la responsabilità ad Al Quaeda e Saddam Hussein, l’FBI sostiene di aver preso il colpevole. Ma la versione ufficiale non coincide perfettamente con i fatti. Ogni ragionevole analisit delle prove suggerisce che  lo stesso potente interesse che potrebbe essere stato servito prolungando le indagini abbia avuto un ruolo nel portarle a tale rapida conclusione. Ciò significa che l’assassino non è stato catturato.

Ciò che è certo è che le lettere all’antrace non erano opera di Islamisti o iracheni. Gli attacchi sono stati perpetrati da qualcuno che aveva accesso alle riserve governative del batterio mortale. Il punto di partenza delle investigazioni è stato a lungo l’Istituto medico dell’Esercito degli Stati Uniti per la ricerca sulle malattie infettive ( U.S. Army Medical Research Institute of Infectious Diseases, USAMRIID) a Fort Detrick, nel Maryland. Ma il laboratorio non è poi più comparso nelle cronache fino a questi giorni, proprio come l’inchiesta che l’FBI pare abbia lasciato languire.

La prima settimana di agosto, la stampa popolare è tornata sul tema, riportando la notizia dell’apparente suicidio di Bruce E. Ivins, scienziato dell’ USAMRIID, accusato di essere l’unica persona dietro le lettere all’antrace. La Associated Press ha riportato che Ivins, che si sarebbe ucciso il 29 luglio con un overdose di comune Tylenol mescolato a codeina, era “uno degli scienziati governativi di spicco per la ricerca di vaccini e cure contro l’esposizione all’antrace”. Secondo La AP, egli era “brillante ma inquieto”. Il suo avvocato, Paul Kemp, dice che Ivins aveva superato un paio di test alla macchina della verità e che il gran giurì investito del caso era ben lontano dall’aprire un fascicolo di indagine su di lui. Tanto che pochi giorni prima della sua morte, gli inquirenti avevano annunciato che stavano concludendo le indagini della loro inchiesta “Amerithrax”.

Il 4 agosto il Daily News titolava a tutte colonne: “Archiviato il caso Antrace”.

In aprile si era avuta notizia di come l’FBI si fosse concentrato su almeno quattro sospetti. Fox News li indicò come un “ex-vice comandante”, presumibilmente dell’Esercito, “uno dei massimi esperti sull’antrace”, e un “microbiologo”. Del quarto sospetto non si dava descrizione. Ora gli inquirenti sono “sicuri che il Dr.Ivins era l’unica persona responsabile per quegli attacchi” secondo le affermazioni del capo delle indagini, l’US Attorney del Distretto di Columbia.

Queste notizie su Ivins giungono a ruota di un ben più tranquillo annuncio del 27 giugno: l’investigazione dell’FBI su quello che fino ad allora era il principale sospettato, Steven Hatfill, pure un ricercatore USAMRIID, non è finita con un processo e condanna, ma con un suo risarcimento a 5.8 milioni di dollari per delle indagini totalmente errate. Hatfil è stato pedinato dai detective per tre anni, la sua carriera e reputazione rovinate.

Ivins ha subito un simile trattamento. Secondo la AP, si era lamentato con amici che gli agenti avevano perseguitato lui e la sua famiglia. Avevano offerto a suo figlio 2,5 milioni di dollari ed “una macchina sportiva a sua scelta” se accusava suo padre. Avevano contattato sua figlia mentre era in ospedale per mostrarle prove contro di lui, usando foto dei corpi delle vittime dell’antrace dicendo “ecco ciò che ha fatto tuo padre”. W. Russell Byrne, supervisore di Irvins all’ USAMRIID, disse all’AP che Irvins, 62 anni, era psicologicamente devastato dalle azioni dell’FBI: “una persona ha detto che si è seduto alla sua scrivania, in lacrime”.

Francis Boyle, docente in Legge all’Università dell’Illinois che ha redatto la bozza della normativa firmata nel 1989 dal presidente George H.W. Bush contro il terrorismo con armi biologiche (Biological Weapons Anti-Terrorism Act 1989), ha fatto da consulente dell’FBI nelle fasi iniziali dell’inchiesta sulle lettere all’antrace. Con diversi altri esperti di armi batteriologiche, fra cui Jonathan King, professore di biologia molecolare al MIT, e Barbara Rosenberg,  che ha studiato la guerra biologica per la Federazione degli Scienziati americani, Boyle affermò da subito che le spore provenivano da un’operazione di ricerca statale, probabilmente segreta. Egli consegnò all’FBI una lista di scienziati, ricercatori a contratto e laboratori che avevano lavorato a progetti sull’antrace, ma è scettico su un’ipotesi con Ivins quale il solo killer: “i Federali hanno seguito con Ivins la stessa strategia usata contro Hatfil: perseguirlo fino ad un’ammissione, che nessuno dei due ebbe. I morti non parlano.”

Ivins, dice Boyle, non era la persona giusta: “Non pare che avesse la capacità tecnica di realizzare questa enorme arma all’antrace, che avrebbe incluso una polverizzazione, un rivestimento di silicone e una carica elettrostatica”. Jeffrey Adamovicz, che ha diretto la Divisione Batteriologica a Fort Detrick nel 2003 e nel 2004, ha detto a McClatchy che l’antrace spedito al senatore Tom Daschle era “così concentrato e puro che posso affermare che Bruce non può aver rivestito quel ruolo”.

Quando l’inchiesta contro Irvins è divenuta di dominio pubblico, il New York Times in un editoriale lamentò che “non c’è una prova diretta e incontrovertibile  della sua colpevolezza”. Il Washington Post definì il caso “basato solo su supposizioni”.
Gli investigatori non riuscirono a dimostrare che Irvins era nel New Jersey in quei giorni di Settembre e Ottobre 2001 quando le lettere vennero imbucate da una località vicina a Princeton. Perquisirono la sua casa, armadietti, diverse auto, la strumentazione del laboratorio e il suo ufficio, ma non trovarono tracce di antrace che geneticamente coincidesse con i batteri nelle lettere.

Diverse delle prove erano piuttosto delle supposizioni parecchio opinabili: Ivins aveva un indirizzo di posta sotto nome fasullo per ricevere riviste pornografiche; era stato “ossessionato” con una confraternita femminile di Princeton per un amore universitario fallito, e la buca delle lettere da cui una delle lettere era stata spedita era a 100 metri da un magazzino usato dalla confraternita, un luogo che Irvins aveva visitato..27 anni fa; era un alcolizzato; aveva fatto affermazioni di volontà omicida alla seduta di un gruppo psicologico di autoaiuto; aveva scritto lettere deliranti al direttore del suo quotidiano locale.
Non è ovviamente chiaro quanto di tutto ciò possa aver spinto Irvins a uccidere concittadini con l’antrace.

Inoltre, i suoi ex colleghi hanno ripetutamente riferito ai media che , almeno per ciò che era a loro conoscenza, Irvins non sapeva come usare l’antrace come arma. Era uno specialista solo in vaccini. Nell’indagine si presume che egli tenne nascoste le sue abilità ad usare l’antrace per attacchi. Ma come gli erano arrivate queste conoscenze dunque? Forse da informazioni tratte dalle casuali conversazioni con i colleghi a Fort Dietrick. Peccato che non c’è il più piccolo indizio che durante i suoi anni a Fort Dietrick egli mai abbia fatto domande ai colleghi su tali modalità tecniche.

Né è chiaro il perché Irving, registrato per votare fra i Democratici, avesse scelto proprio i senatori Leahy e Daschle cui inviare le lettere mortali. Curiosamente, entrambi erano di cruciale impedimento all’approvazione del Patriot Act. La prima ondata di lettere all’antrace, inviata il 18 settembre 2001, prese di mira i principali media; la seconda, del 9 ottobre, giunse al Congresso. Il 25 ottobre, in un diffuso clima di panico, la legge venne approvata. Ora è improbabile che uno “scienziato pazzo” si fosse specializzato in una così mirata attività politica, o che egli abbia personalmente beneficiato delle ripercussioni. Molti altri ne trassero vantaggio, comunque.

Senza gli attacchi all’antrace, l’11 settembre sarebbe stato percepito come un singolo evento isolato”, scrive Glenn Greenwald su Salon, “furono in realtà le lettere all’antrace ad elevare il livello di terrore e a creare il clima che avrebbe dominato la nazione negli anni successivi..e a dare l’impressione che l’ordine sociale in sè fosse veramente minacciato dall’estremismo islamico”.

Il 28 ottobre, la rete ABC riportò come “quattro diverse fonti bene informate hanno rivelato ad ABC News che i test iniziali sull’antrace compiuti a Fort Dietrick dall’esercito hanno evidenziato tracce degli additivi chimici bentonite e silicio”, e che “la bentonite è un segno distintivo del programma militare iracheno” (nel 2007, l’ABC ammise che la bentonite non era mai stata rilevata, ma rifiutò di smascherare le sue fonti).  Peter Jennings disse  “alcuni saranno rapidi ad usare questo dato come una pistola fumante”.

Gli accoliti dell’amministrazione non delusero queste aspettative: William Kristol e Robert Kagan strillarono: “Che aspettano FBI e CIA a trarre le conclusioni? Una confessione scritta di Saddam?”, “Il principale sospettato fornitore è l’Iraq” scrisse il Wall Street Journal, “il governo deve fare tutto il possibile per distruggere la minaccia dell’antrace alla fonte”.
Laurie Mylroie sulla National Review aggiunse che “i servizi iracheni erano coinvolti negli attacchi dell’11 settembre e l’antrace militare spedito ai senatori Leahy e Daschle sicuramente proviene da un laboratorio iracheno”. Anche nel 2007, quando la provenienza americana era stata accertata, mezzi d’informazione come Fox News continuavano ad insistere su coinvolgimenti medio-orientali.

Coloro che sostenevano la necessità di una guerra all’Iraq e appoggiavano il programma governativo di sicurezza interna avevano buone ragioni ad ostacolare una veloce soluzione del caso, specialmente se significava svelare un responsabile americano. O “imbeccato” o per propria incapacità, l’FBI lì accontentò.

Già nel Novembre 2001 il New York Times riportò che “gli errori degli investigatori stanno compromettendo l’inchiesta”. Infatti l’FBI ignorò elementi chiave che erano in suo possesso da subito.

Fra i primi a finire sotto la lente dell’FBI vi era un ex biologo dell’ USAMRIID, nato in Egitto, Ayaad Assaad. Una lettera anonima giunta all’ufficio investigativo lo identificava come membro di una cellula terroristica potenzialmente legata agli attacchi.

Ma secondo l’Hartford Courant, l’FBI non tentò di scoprire l’autore della lettera, “sebbene la sua curiosa tempistica, giungendo appena qualche giorno dopo le prime notizie sulle buste infette”.

Assaad fu rapidamente dimenticato dagli investigatori, e il tema velocemente svanì, malgrado la lettera potesse rappresentare il più importante elemento di prova nell’inchiesta. Era stata imbucata prima dell’arrivo delle lettere all’antrace, suggerendo che il mittente sapeva in anticipo quello che sarebbe accaduto, ed era scritta in uno stile simile a quello delle lettere mortali.  Per di più, dimostrava una precisa cognizione delle operazioni dell’ USAMRIID, indicando la provenienza dal limitato numero di ricercatori a Fort Dietrick, un gruppo relativamente piccolo con accesso all’antrace militare e le capacità di utilizzarlo.
 
L’FBI rifiutò di rendere pubblica una copia della lettera, e non venne messa a disposizione nemmeno dello stesso Assaad. Solo un professore del Vassar College, Don Foster, famoso per aver indicato Joe Klein come l’anonimo dietro Primary Colors e per aver collaborato alla cattura degli attentatori alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996, potè conoscerne i contenuti. Dopo aver sentito le notizie, egli richiese una copia della lettera, e in seguito ad un’osservazione di scritti di “circa 40 ricercatori all’USAMRIID” Foster individuò “una scrittura femminile che combaciava perfettamente”, secondo un articolo pubblicato su Vanity Fair.

Quando egli portò il suo apparentemente importante indizio all’attenzione della task force FBI sull’antrace, essa rifiutò di accoglierlo. Secondo Foster, il senior agent sul caso non aveva mai sentito parlare della lettera di Assaad. (Per la cronaca, Foster non è una fonte al riparo da perplessità: non era un esperto in quel campo, e in quell’articolo pubblicò dati incoerenti contro Hatfill,che vinse una causa contro la rivista).

“L’estensore della lettera chiaramente conosceva il mio intero background, la mia specializzazione in agenti sia chimici che biologici, a quale piano lavoro, quanti figli ho, che treno prendo e dove vivo” disse Assaad alla reporter Laura Rozen. Poiché egli venne immediatamente scagionato, cercare di incastrarlo non aveva scopo, se non per inimicizia personale.

Perciò Assaad suggerì che  l’Fbi avrebbe dovuto interrogare un paio di colleghi che molto probabilmente coltivavano risentimento verso di lui, Marian Rippy and Philip Zack, che anni prima erano stati puniti per avergli inviato una poesia razzista. Sebbene il Courant  citasse prove video di Zack che ritornava fuori dall’orario di lavoro ai laboratori dove gli agenti patogeni erano custoditi, non c’è evidenza di alcun interesse dell’FBI su di lui o su Rippy, una collega con cui aveva una relazione extraconiugale.

I fallimenti dell’FBI non finiscono qui. L’antrace usato negli attacchi terroristici è stato identificato come simile alle varietà conservate ai laboratori di Ames, nell’Iowa. Il database di Ames, custodito dalla Iowa State University, era una completa collezione di circa 100 fiale raccolte dal 1928. Tiene elenchi di tutte le parti, agenzie e laboratori che avevano ricevuto le sue varietà di antrace. Quando i ricercatori, nel timore di un’intrusione di terroristi nel laboratorio, si offrirono di distruggere le colture di antrace, l’FBI non obiettò. “Fu un errore incredibile” mi dice Francis Boyle. “andava conservato come prova”. Era come una mappa di chiunque avesse avuto le possibilità di sviluppare la varietà potenziata che ha colpito i due senatori.

Gli interrogativi sull’archivio di Ames fanno sorgere una più grande preoccupazione: dov’è stato prodotto allora l’antrace usato nelle lettere? Se l’FBI avesse avuto indicazioni che l’antrace killer funzionava a Fort Dietrick, grazie alle nuove tecniche del DNA che si supponeva collegassero le spore a quel laboratorio, sicuramente la lettera su Assaad sarebbe stata un elemento chiave dell’inchiesta contro Ivins. Quantomeno avrebbe dovuto essere spiegata piuttosto che ignorata.

Un’altra possibilità è che gli attacchi non siano provenuto dall’USAMRIID, e che l’FBI abbia ancora una volta accusato un innocente. L’ironia della sorte ha voluto che fosse proprio Ivins ad essere incaricato con altri dell’analisi delle lettere. Il Dr. Gerry Andrews, professore di microbiologia all’Università del Wyoming ed ex collega di Ivins a Fort Dietrick, scrisse sul New York Times: “Quando il team di Ivins esaminò la polvere, scoprirono che era una preparazione di spore d’antrace raffinata per essere usata come arma, di un tipo mai visto prima dal personale di Fort Dietrick”. Certamente Andrew aveva un interesse a scagionare il suo vecchio laboratorio, ma egli prosegue: “ e’ estremamente improbabile che questo tipo di preparato sia mai stato prodotto a Fort Dietrick, certamente non nel grado e quantità presenti in quella busta”.

Se gli scienziati a Fort Dietrick non avevano la capacità di produrre questo tipo di antrace, chi lo ha fatto? Boyle suggerisce una risposta nel suo libro, Biowarfare and Terrorism. Sostiene che la prova di quelle spore di antrace, se adeguatamente considerata, avrebbe condotto ad un programma segreto ma ufficialmente sponsorizzato dal Governo per la guerra batteriologica, illegale e criminale in violazione del Biological Weapons Anti-Terrorism Act del 1989. Questa potrebbe essere facilmente bollata come teoria complottista, se non fosse che una fonte autorevole quale il New York Times aveva sostenuto una simile accusa, il 4 settembre 2001: “gli Stati Uniti sono coinvolti in un programma di ricerche segrete sulle armi biologiche che, dicono alcuni ufficiali, è ai limiti del trattato globale che bandisce tali armi..all’inizio di quest’anno, dicono degli esponenti dell’amministrazione, il Pentagono ha elaborato dei piani per progettare geneticamente una variante possibilmente più potente del batterio che causa l’antrace.”

Boyle suggerisce possibili perpetratori: il Pentagono, la CIA, o forse scienziati del settore privato con contratti riservati col governo. Secondo un  reportage BBC del 2002, la CIA potrebbe avere esplorato “metodi di inviare antrace per posta che sono sfuggiti completamente dal controllo: un componente chiave della operazione segreta potrebbe aver asportato, raffinato e poi inviato antrace purissima”. Boyle ipotizza che le indagini dell’FBI sono state di proposito inquinate come parte di un piano di copertura. Sostiene che una accurata investigazione avrebbe portato ad un processo in cui “davanti ad un tribunale si sarebbe dato per assodato che il governo degli Stati Uniti con le sue agenzie, i suoi ufficiali e i suoi agenti stava conducendo ricerca illegale su armi biologiche”.

Ma se un tale programma esiste, perché mai qualcuno associato con esso avrebbe rischiato di essere esposto inviando lettere all’antrace puro? Forse il motivo più antico del mondo: soldi. In seguito al terrorismo postale, i fondi alla “biodefense” hanno ricevuto un fortissimo incremento. Con un voto di 99 a 0, il Senato nel 2004 ha approvato il BioShield Act  che, oltre ai 22 miliardi di dollari per biodifesa “civile” versati fra 2001 e 2005, ha stanziato 5,6 miliardi di dollari fino al 2014 per “acquistare e stoccare vaccini e farmaci per combattere antrace, peste bubbonica e altri potenziali malattie del bioterrorismo”. I critici affermano che Bioshield in realtà copre lo sviluppo di armi batteriologiche offensive.

Tale ricerca può costare un caro prezzo, ben oltre le somme che il Congresso prontamente approva. “I programmi sul bioterrorismo creeranno maggiori rischi per il pubblico, più che fornire maggiore protezione” dice il microbiologo del MIT Jonathan King.

Programmi di ricerca quali BioShield stanno inoltre “generando un network di piccole e grandi società a scopo di lucro”.

Hillel W. Cohen, professore associato di epidemiologia all’ Albert Einstein College dà un parere simile: “prima del 2001, alcuni di noi descrivevano il bioterrorismo come una minaccia sopravvalutata: non aveva mai fatto vittime, e lanciammo l’allarme che il proliferare di laboratori di studi sull’antrace e altre armi batteriologiche era un errore terribile, sottraendo risorse ai veri bisogni sanitari e moltiplicando pericolosamente il numero di persone con accesso a tali batteri. Dopo il 2001, i nostri avvertimenti sono stati seppelliti dalla valanga di allarmismo. Oggi miliardi vengono spesi per finanziare molti più di quei laboratori”.

Il senatore Chuck Grassley sta sollecitando un’inchiesta del Congresso, ma a questo punto non sapremo mai l’identità del killer all’antrace. Era lo scrittore della lettera da Fort Dietrick non individuato? Era lo scienziato ora morto al quale l’FBI inizialmente chiese di investigare sugli attacchi, per poi accusarlo? O qualche individuo o gruppo con accesso a  ceppi di alto potenziale, che ha ottenuto vantaggi dalla paura del bioterrorismo? Sappiamo chi non ha messo l’antrace nella busta: né Saddam Hussein né Osama Bin Laden. Oltre a ciò, sappiamo solo che la condotta del FBI, o per pasticci burocratici o qualche tipo di consapevole copertura, rende difficile che questo caso venga mai più risolto.

Christopher Ketcham

Traduzione di LochLomond inviata a EFFEDIEFFE.com

Fonte >
  American Conservative, 25 Agosto 2008

Originale >  The Anthrax Files


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