Crolli per i botti, chiusi i Gerolamini Danni alla chiesa del ’600
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Selvaggi con telefonino e petardo

NAPOLI
- La prima miccia accesa che non era ancora mezzanotte, il lancio preciso sul tetto della chiesa, il boato violentissimo. E subito vetri in frantumi. Poi altre micce accese, altri boati: dieci, venti, cinquanta.
Tutti lassù, di fianco al campanile dei Gerolamini. E ad ogni esplosione, dentro la chiesa del seicento un pezzo di storia si staccava dal soffitto, uno stucco antico volava giù e finiva in frantumi. E ad ogni spostamento d’aria un lesione in più si mostrava nella parte alta della struttura, una crepa si allargava, una frattura diventava più evidente.

L’imbecillità di Capodanno si è accanita su un pezzo di storia della città e lo ha rovinato, lo ha mandato in pezzi. Ieri mattina i vigili del fuoco hanno imposto la chiusura della chiesa dei Gerolamini. Era stata appena riaperta dopo una chiusura trentennale e un lunghissimo restauro. È stata nuovamente sigillata perché quei botti violentissimi l’hanno lesionata e bisogna capire se le crepe che si sono manifestate dopo le esplosioni rappresentano il segnale di un guaio statico.

A scoprire i danni è stato il rettore dei Gerolamini, padre Alessandro Marsano che di buon mattino era andato nella chiesa per prepararla all’apertura delle visite di fedeli e turisti. Ha scoperto i vetri per terra e gli stucchi disintegrati sul pavimento. Ha avvisato i vigili del fuoco e la polizia. Sul posto i vigili del fuoco hanno solo potuto guardare e imporre la prudenziale chiusura. Gli uomini della polizia di stato hanno eseguito approfonditi accertamenti: anche con il contributo della scientifica che ha effettuato i primi rilievi.

Non ci sono grossi dubbi sulla dinamica degli eventi. Dal terrazzo di uno stabile di vicolo dei Gerolomini che costeggia la chiesa, qualcuno ha preso di mira l’edificio sacro e ci si è accanito. Percorse le ripide e infinite scale del campanile, gli uomini della scientifica sono sbucati sull’antico tetto e hanno scoperto decine e decine di residui di botti pericolosi lanciati lassù. C’erano ancora immensi petardi inesplosi che hanno richiesto una delicatissima operazione di rimozione. C’era, però, anche la firma dei vandali che hanno colpito i Gerolamini: le indagini sono concentrate su due, massimo tre abitazioni che affacciano sul luogo dove sono concentrati i residui dei petardi. All’arrivo della polizia c’è stato anche chi ha cercato in fretta e furia di fare pulizia su balconi e terrazze per cancellare i segni della notte di stupida follia pirotecnica. Le forze dell’ordine, però, non hanno fretta. Stanno raccogliendo tutti gli indizi e hanno buone speranze di riuscire ad intercettare uno dei tanti video amatoriali girati nella notte di Capodanno, attraverso il quale risalire all’autore materiale dei lanci che hanno lesionato la storica chiesa.

Attualmente i danni più evidenti riguardano le vetrate che si trovano in alto lungo il lato sinistro della navata centrale della chiesa. Molti vetri spaccati sono ancora in bilico e rappresentano un pericolo, anche qualche stucco è ancora in bilico. Quel che preoccupa maggiormente, però, è una crepa che si è manifestata sotto un arco. È larga e visibile ad occhio nudo. Si trova esattamente sotto al luogo dove si sono concentrati i lanci notturni dei poderosi petardi. La spaccatura è impressionante, ma solo l’intervento di un esperto potrà stabilire se si tratta di un danno profondo alla struttura o semplicemente di una lesione superficiale.

Nel frattempo il rettore dei Gerolamini è stato costretto a chiudere il cancello d’ingresso. Ha lasciato un cartello «A causa dei botti la chiesa monumentale ha subito gravi danni alle vetrate e agli stucchi pertanto rimarrà chiusa. Un grazie agli irresponsabili», in quelle sei righe ci sono dispiacere e sconforto: non è immaginabile che qualcuno possa colpire e distruggere un monumento del seicento solo per il divertimento di una notte.

Fonte >  Il Mattino



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