Imprenditore denuncia Bankitalia per concorso in usura
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Gioia Tauro (Reggio Calabria) - In tale contesto, “ove risulta - si legge nell’esposto - palesemente la immedesimazione della Banca d’Italia rispetto alle sorti delle parti del processo, conseguenza, probabilmente, della costituzione dell’assetto patrimoniale, essendo il capitale di questa composto dalle medesime banche private, ed in totale assenza di elementi che possano rappresentare un’azione positiva di vigilanza e contrasto della medesima Banca d’Italia rispetto al comportamento ripetuto assunto dalle banche private, il Gruppo De Masi ha ritenuto che il pentolone andava scoperchiato, con assunzione di responsabilita’ da parte di tutti coloro che hanno realizzato, causato o consentito l’azione illecita delle banche nei confronti dei cittadini ignari ed, in particolare, di quelli del Sud e della Calabria.

L’usura - aggiunge - ha proseguito in Calabria il suo percorso e la Banca d’Italia che avrebbe dovuto vigilare non e’, certamente, intervenuta con la trasparenza e l’incisivita’ necessaria. Quanto emerso nel procedimento penale, brillantemente e serenamente, condotto dalla Corte di Appello di Reggio Calabria, e quanto emergente da altre indagini hanno consentito di poter acclarare una situazione anomala”.

Nell’esposto si sopstiene che “una sentenza del Tribunale di Palmi ha affermato che diverse banche hanno praticato l’usura nei confronti delle aziende del Gruppo De Masi e che i sistemi di controllo non hanno funzionato; una nota della Polizia Tributaria di Matera del 27.04.09 ha affermato che i software delle banche per il controllo dei tassi di interesse sono manipolati; il sistema bancario italiano pratica il piu’ alto costo dei servizi bancari d’Europa, specialmente nel meridione ed in Calabria”.

Inoltre “l’Autorita’ Garante per la Concorrenza ed il Mercato (Antitrust) con lettera del 16.04.2010 evidenzia a Banca d’Italia come, da indagini effettuate, in alcune regioni, come la Calabria, risultano applicati tassi di interessi superiori al 20% (a cui va aggiunta la cms). Affermazione questa che da sola certifica l’illegalita’ del comportamento delle banche, senza alcun intervento decisivo da parte della Banca d’Italia. Fatti, questi, gravissimi che sono stati, finora, - sempre secondo l’imprenditore - ignorati e che non possono, sicuramente, essere oltre tollerati”.

Fonte >  AGI



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