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L'Arsenale Nucleare (non tanto) Segreto di Israele
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Jimmy Carter, controverso ex Presidente degli Stati Uniti,  ha nuovamente esternato sul Medio-oriente affermando pubblicamente che Israele possiede 150 testate nucleari. E' la prima volta che un Presidente degli Stati Uniti parla apertamente di quello che era il peggio nascosto fra i segreti relativi a quell'area.

Presente ad un convegno al festival letterario di Hay Wales, domenica, è stato chiesto a Carter come gli Stati Uniti dovrebbero gestire la minaccia nucleare iraniana, al che ha risposto che prima bisognava mettere nel giusto contesto la situazione internazionale nel suo complesso.

"Gli Stati Uniti hanno più di 12.000 testate nucleari, l'Unione Sovietica [Russia] ne ha circa lo stesso numero, Gran Bretagna e Francia ne hanno parecchie centinaia, ed Israele ne ha 150 o più. Abbiamo una falange con una enorme potenza di fuoco... non solo di enorme potenza, ma di razzi che portino queste testate sul bersaglio con precisione millimetrica," ha affermato.

E' opinione diffusa che Israele sia uno dei quattro paesi dotati di armi nucleari ma non indicati come tali dal Trattato di Non-proliferazione Nucleare, gli altri tre sono India, Pakistan e Corea del Nord. Il Direttore Generale dell'AIEA  (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica ), Mohamed ElBaradei, considera Israele uno stato che possiede armi nucleari.

Israele fece il suo primo ingresso sulla scena nucleare quando cercò l'aiuto della Francia per la progettazione e la realizzazione di un reattore nucleare. La cooperazione nucleare fra le due nazioni risale ai primi anni '50, quando iniziò la costruzione del reattore francese ad acqua pesante da 40MWt e dello stabilimento di riprocessamento chimico a Marcoule. Nall'autunno 1956, la Francia acconsentì di fornire ad Israele un reattore  da 18 MegaWatt.

Dal 1999, Israele possiede tre sommergibili di fabbricazione tedesca di classe Dolphin, equipaggiati con missili americani Harpoon modificati per portare piccole testate nucleari ed eventualmente i più grandi "Turbo Bracciodiferro",  missili da crociera a medio raggio ( 1500 - 3000 km ), di fabbricazione israeliana, per obiettivi a terra.

In un rapporto  della DIA americana ( pubblicato e diffuso dal libro, "La Guerra di Rumsfeld: La Storia Non-raccontata del Comandante dell'Anti-terrorismo Americano," del giornalista Rowan Scarborough, nel 2004 ), si stimava in 82 il numero delle testate possedute da Israele, mentre la declassificazione di numerosi documenti precedentemente classificati come riservatissimi, mostra che la valutazione statunitense era che Israele avesse testate nucleari dal 1975.

Attualmente la maggior parte degli esperti valuta che Israele abbia fra le 100 e le 200 testate nucleari, basandosi soprattutto su informazioni fatte pervenire al Sunday Times, negli anni '80,  da Mordechai Vanunu, già dipendente del reattore nucleare di Dimona.

Secondo la Nuclear Threat Initiative, basata sulle informazioni di Vanunu, Israele aveva già nel 1980 fra i 100 ed i 200 oggetti nucleari esplosivi, ed il sistema di lancio di missili detto Jericho.

Israele si risentì così profondamente con Vanunu per le sue rivelazioni, da farlo attrarre da una agente del Mossad  a Roma, quindi drogato, rapito e portato indietro in Israele fu lì processato e condannato a 18 anni di reclusione, 16 dei quali di totale isolamento in durissime condizioni.

Fino ad oggi, gli è stato proibito di parlare con la stampa, di avere contatti con stranieri e di lasciare il paese. Ha appena finito di scontare una pena di ulteriori 18 mesi per non aver rispettato tali condizioni.

Gli Stati Uniti, sono diventati consapevoli per la prima volta dell'esistenza di Dimona dopo che con i voli ad alta quota degli U-2 del 1958 fotografarono la costruzione degli impianti, che però non fu identificato come sito nucleare fino a due anni dopo.

Prima che David Ben-Gurion nel dicembre 1960 affermasse che il complesso di Dimona era un centro di ricerche nucleari costruito per "scopi di pace", la spiegazione era che fosse un'industria tessile, un capannone agricolo, uno stabilimento metallurgico e simili.

Nello stesso anno, la CIA diffuse un rapporto nel quale si sottolineava il ruolo di Dimona nella proliferazione nucleare, e per la metà degli anni '60, la stazione CIA di Tel Aviv aveva concluso che il programma nucleare bellico israeliano fosse un fatto consolidato ed irreversibile. Alla volta del 1968, la CIA diffuse un rapporto nel quale concludeva che Israele avesse iniziato a produrre con successo armi nucleari.

Durante gli anni '60, gli Ispettori americani visitarono Dimona sette volte, ma non furono mai in grado di farsi un quadro completo delle attività che lì venivano svolte, soprattutto a causa dei controlli israeliani sulla durata ed il calendario delle visite. Gli israeliani si spinsero fino al punto di costruire false stanze e pannelli di controllo, e di murare ascensori e corridoi che avrebbero dato accesso a specifiche aree dello stabilimento.

Gli Stati Uniti, alleato chiave di Israele, hanno in generale seguito la linea politica della "ambiguità nucleare", non confermando nè negando l'esistenza di un presunto arsenale; benchè Israele avesse affermato pubblicamente che "non sarebbe stato il primo paese ad introdurre armi nucleari nel Medio Oriente."

Comunque, alle fine degli anni '60, lo scomparso Premier Yitzhak Rabin,  e successivamente anche l'Ambasciatore di Israele negli Stati Uniti, informò il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti che per Israele "introdurre" tali armi significava metterle alla prova, nel qual caso lo avrebbero dichiarato pubblicamente, mentre il semplice possesso delle armi nucleari non costituiva, secondo gli Israeliani, un "introdurre".

Più di recente, il Primo Ministro israeliano Ehud Olmert ha incluso Israele nella lista dei paesi con armi nucleari, dicembre 2006; una settimana dopo Robert Gates, Segretario alla Difesa USA, usava una frase analoga durante una audizione al Senato.

"L'Iran minaccia apertamente, esplicitamente e pubblicamente di cancellare Israele dalle carte geografiche. Non vorrà dire la stessa cosa quando dice di aspirare ad avere armi nucleari come America, Francia, Israele o Russia ?" ha chiesto Olmert.

L'ufficio del Premier israeliano, consapevole del passo falso pubblicamente commesso con tale affermazione, ha deciso di giocare con il significato delle parole sostenendo che il commento di Olmert fosse stato tolto dal contesto.

MEL FRYKBERG

Tradotto per EFFEDIEFFE.com da Massimo Frulla

Fonte >
Middle East Times (30 maggio)


Originale > 
Israel's not so secret nuclear arsenal

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