Goethe sull'Italia, 1790
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Buongiorno,

leggendo alcune poesie di Goethe mi imbatto in questa:

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 Noch ist Italien, wie ichs verließ, noch stäuben die Wege, Noch ist der Fremde geprellt, stell er sich, wie er auch will.
Deutsche Rechtlichkeit suchst du in allen Winkeln vergebens, Leben und Weben ist hier, aber nicht Ordnung und Zucht; Jeder sorgt nur für sich, ist eitel, misstrauet dem andern, Und die meister des Staats sorgen nur wieder für sich.
Schön ist das Land! doch ach! Faustinen find ich nicht wieder.
Das ist Italien nicht mehr, das ich mit Schmerzen verließ.
 
L'Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade, ancora truffe al forestiero, si presenti come vuole.
Onestà tedesca ovunque cercherai invano, c'è vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina; ognuno pensa per sé, è vano, dell'altro diffida, e i capi dello Stato, pure loro, pensano solo per sé.
Bello è il paese! Ma Faustina, ahimè, più non ritrovo.
Non è più questa l'Italia che lasciai con dolore.

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Verifico la data
: è stata composta nel 1790, durante il suo secondo viaggio in Italia.

Chissà cosa scriverebbe oggi...

Distinti saluti.

Giulio De Vecchi


Ohimè. Dunque il sedimento di arretratezza civile e morale è proprio invincibile, non si potrà mai ripulire? (La sola stranezza è che si potesse scrivere di questa sporca incrostazione in poesia).

Maurizio Blondet



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